Il tragico idillio di una ortolana

Il tragico idillio di una ortolana Il tragico idillio di una ortolana Abbandonata dal seduttore e in procinto di estere madre s'aggira »pazza di dolore, per le campagne e viene investita da un direttissimo Un tristo e luttuoso episodio non privo di elemen,ti di fosca drammaticità, ia avuto recentemente la sua dolorosa eco giudiziaria davanti ai magistra U della l.a Sezione della, nostra Corte d'Appello Civile. Si tratta ili uno di quei tipici casi di seduzione che purroppo avvengono assai frequenti, ma che fortunatamente però soltanto rare volte, per singolarissime circostanze, attingono i vertici della, tragedia e si eonchiudono con la morte degli sventurati protagonisti, per lo più giovani raviati od inesperti, i quali rimangono fatalmente travolti -nel vortice del¬ a loro tempestosa pass-ime. I fatti che stiamo per narrare risalgono a qualche anno addietro ed •han10 avuto la maggior parte del loro svolgimento nella vicina citta di. Asti e precisamente In uno dei suoi p:upoPolari e caratteristici quartieri, il BortTf> S. Rocco. Nel giugno del 1023 un giovane ventiquattrenne, di distinta, e agiata famiglia, ma alquanto proclive ali ozio ed alla vita Ubertino, certo Ut.; S' Garberoglio di Giuseppe, poneva gì Uno soaltro dongiovanni Quest'ultima, mortole il marito, aveva continuato ad esercitare il mestiere di ortolana entrando in possesso di alcuni appezzamenti di terreno che essa coltivava, mentre la figlia si ocupava quasi esclusivamente della vendita dei prodotti agricoli sul mercato di Asti e talvolta veniva anche a Torino ad esitare la propria merce, in certe stagioni dell'anno. Uscita di umili natali, la Giuseppina Nòseiizo, rappresentava il classico fiore della fresca bellezza popolana: alta, ben modellaa, i capelli corvini, l'occhio luminoso e vivine, la bocca accesa, la ragazza attirava veramente gli sguardi dei passanti quando, ritta in mezzo a cataste di frutta e di verdura che le coinponevano una cornice policroma e Iragranfe, sulla vecchia piazza delle Erbe essa lanciava, sorridendo, il .grido di richiamo agli avventori. Cosi 1 aveva vista per la prima volta il Garberoglio una mattina di giugno, mentre si recava in via Brofferio ?,5, dove egli gastiva un Ufficio di rappresentanze, fc. poiché per recarsi al lavoro egli dovcva attraversare la piazza delle Erbe, non ci volle molto tempo perche lo scaltro e intraprendente, dongiovanni si invaghisse della graziosa Giuseppina e divisasse di annoverarla presto fra le sue numerose conquiste., La povera ragazza, all'inizio non poteva darsi pace che un giovanotto simpatico, dai modi distinti, uso a frequentare i locali alia moda, potesse ^aver perduto la testa per lei, una sem- tpHce «gaia di ortolana, adorna unica-1 SdcvcrrSInssAlpdlslriacpgdsrsmvgccsmpbmstenbsdaGmrccdclCAnLsmtrdtormnsascGecflpsbrtclumente del fascino dei suoi squillanti vent'anni. Pensava che si trattasse di uno scherzo e perciò prego, con molta. cortesia, ma con altrettanta fermezza, il Garberoglio perchè la lasciasse '» Pace e non continuasse a burlarsi di lei. L'altro invece rinnovo le sue ardenti proposte d'amore,, provò o finse Uii profondo rammarico vedendosi frainteso, raddoppiò le insistenze pres so la Nosenzo che. di fronte alle moltephoi dimostrazioni di affetto offer: teIe daJ giovane, finì per convincersi chc costui fosse sul serio innamorato di lei. Dalla colline astigiane al ritrovi forinosi •»«■■■ ■»«*•■■■ ™ "•»•»■ l,,ra,w E cosi l'idillio sbocciò. Della relazio ne venne tosto informata la vedova Gatti che volJe conoscere il giovane pretendente alla mano di sua figlia ed ebbe da lui le più ampie assicurazioni: egli nutriva una vivissima simpatia per la Giuseppina ed appena consolidata la sua posizione economica ed ottenuto il permesso dal padre, si sarebbero celebrate le nozze. La bella fanciulla non capiva più in sé dalla conteniezza: dunque non era un inganno come dapprima aveva potuto supporre, il suo Luigi, malgrado le pessime voci correnti" sul suo conto! datnbnlper tradursi in rta.tài E la beila Giu-ìseppina ignara, e felice,.si abbandonò! sempre più -assiduamente: i fidanzati ritirata in casa a ricamare ed a pre-U pararsi il corredo di sposa. Tuttavia, rr.rfnnrin «Un «.nienti incmrrho . j ì Garberoglio, più di una volta, all'in saputa della madre, essa si recò con lu' a fare lunghe passeggiate per le f0^"11-' astigiane, attardandosi in col 'onui sotto le stelle Ano a notte alta, E8-' la condusse in automobile anche a Torino, dove i due giovani innamora,i si recarono a danzare in noti ritrovi eleganti. BoI'° Quasi un anno di questa re lezione la fanciulla, frequentando gli a-mbienti mondani si era venuta atri cedendo alle sapienti" lusinghe del|inando ed aveva perduto la sua spontanea, grazia di fresca popolana acquistando all'opposto il fascino artificiale della standardizzata ragazza mo- doma. Conoscenti e famigliari della Nosenzo si dimostravano alquanto scettici circa j giuramenti fatti dal Garberoglio e conoscendo i preceden4i e l'indole del giovanotto vollero mettere in guardia la Giuseppina per che aprisse gli occhi e diffidasse del pericoloso fidanzato. Ma essa non volle intender ragione affermando che il Garberoglio l'avrebbe certamente spo sata. Il paso degli inoubi Frattanto una ueile imprudenti scappate in automobile ebbe gravi conseguenze. Verso la primavera del 1929 la fanciulla si accorse di trovarsi in uno stato anormale. Supplicò il Garberoglio perchè fosse accelerato il più possibile al compimento del matrimonio onde regolarizzare subito la loro posizione II giovanotto si dimostrò seccato e pare che abbia consigliato anche in modo disonesto la ragazza che insorse contro la infame proposta. Allora il giovanotto, allarmato dallo stato di disperazione ln cui versava la fidanzata, le avrebbe rinnovato la promessa delle nozze dicendo però che era necessario dilazionarle di alcuni mesi per certi suoi particolari impedimenti. La Nosenzo, di natura sensibilissima, in preda alla più intensa agitazione incominciò così .a vivere giorni d'inenarrabile ambascia, torturata dal dubbio, assillata dal tremendo pensiero che non le dava requie... Ogni Incontro col fidanzato degenerava subito in una scenata violenta. Dal canto suo anche il Garberoglio pur non dimostrandosi decisamente contrarlo al matrimonio, nicchiava, tergiversava esasperando col 6uo contegno equivoco, maggiormente, l'infelice fanciulla, che prese rapidamente a declinare. Divenuta magrissima. eccitata, stravolta, scossa da terribili crisi di nervi incominciò a rifuggire la presenza di persone amiche, ad isolarsi cercando la solitudine del campi. La ^ ogliendogli cosi ogni possibilità di Sparare un eventuale suo fallo. H Tribunale di Asti, con sentenza de-11'8 aprile 1930, ammetteva tutti i capitoli di prova dedotti dalla Giovanna Gatti. Contro questa prima decisione interponeva appello il Garberoglio. La causa è stata recentemente riesaminata dai magistrali della l.a Sezione Civile de-lta. Corte di Torinol Garberog'lio. la enl posizione economica e commerciaile- sembra sia assai compromessa, .tanto da indolirlo — si dice — ad abbandonare la città dAsti, ha dìsetrtato*tt.giu*1izio, e perciò la Carte si è pronunciata senz'altro per il rigetto dell'appallo, rimandando già atti al Tribunale di Asti per l'ulteriore corso della causa. era del 3 settembre 1929 camminava ungo il Tanaro nei pressi deUa ferovia Asti-Torino, fantasticando eotto l peso di terribili incubi, insensibile lle cose che la circondavano, forse, olta da improvviso malore, inciampò, cadde e nel fratempo sopraggiungeva un direttissimo. La tragica fine ella disgraziata ragazza sollevò a suoua vita furono sequestrate dall'Autoità giudiziaria In esse la povera Giueppina dava libero sfogo al suo animo straziato, piangendo lacrime roventi e invocando l'aiuto del Garberoglio: tali scritti starebbero a rivelare ome le condizioni mentali doUa faniulla, anche per il suo particolare talo, fossero alterate e comunque dimostrano quale orrendo sfacelo avesse prodotto in lei il timore di essere abbandonata dal fidanzato. E' facile immaginare il dolore della madre già orbata del marito e rimata, con la scomparsa della figlia 60latempo un'ondata di viva commorionenella cittadinanza astigiana cui f^ben note le vicende di questa pietosatoria d'amore. Alcune lettere scrittedalla Nosenzo negli ultimi mesi.dellaal mondol Essa logicamente vide nelGarberoglio l'unico colpevole o per lomeno l'origine della tremenda sciagua che si era abbattuta sulla propriaasa e cercò nella legge, l'arma per olpirlo. L'art. 84 dal Codici Civita Infatti, a pochi giorni dalla morte ella Giuseppina, la vedova Nosenzool patrocinio deJl'o.w. Umberto Grili", il 18 settembre 1929 citava il Luigi Jarberoglio davanti al Tribunale di Asti, chiedendo che venisse condanato al pagamento della somma di L. 50.000 a titolo di indennità pei- la eduzione della figlia ed il mancato mantenimento deUa promessa di marimonio. A sostegno della propria omanda essa deduceva alcuni capioli di prova per testi atti ad assodae la sussistenza dei fatti che abbiamo dianzi narrato, e fondava l'azione proposta sull'art. 54 C. C, U quale tabilisce come la parte che manca alla promessa di matrimonio deve riarcire all'altra le spese incontrate per causa del 'promesso matrimonio. H Garberoglio si costituiva in giudizio instava per l'assoluzione, dicendo he non si rotevano ravvisare nella attispecie gli estremi voluti dalla egge, e che d'altronde i capitoli di prova avversari erano insufflcenti a tabilire una vera e propria responsabilità del convenuto. EgU non si era ifiutato di dare esecuzione al progeto di matrimonio con la Nosenzo. e comunque non doveva imputarsi a lui a morte della ragazza, avvenuta in un momento di tragica esaltazione

Luoghi citati: Asti, Torino