Due verità

Due verità Il problema navale Due verità Roma, li notte. [A. S.) A lato di conversazioni e di negoziati delicati e difficili, la polemica navale si svolge intensa, insidiosa e frammentaria; troppo spesso è a rime obbligate-; ma talvolta appaiono, più o meno in trasparenza, alcuni elementi che, rile» ' vati da parecchio tempo dalla stampa italiana, erano stati trascurati o negati dai circoli dirigenti e dai giornali degli altri paesi interessati. Faticosamente alcune verità basilari cominciano a farsi strada. <• La prima considerazione di gran* de valore che emerge dall'attiva partecipazione della stampa inglese all'esame del problema, contemporaneamente alla missione di Mr. Graigie a Parigi, è questa: finalmente di1 là dalla Manica cominciano a rendenr-si consapevoli che i programmi navali francesi valgono non solo e non tanto nei rapporti delle co- struzioni italiane, ma sono tali da costituire uria' minaccia per la posizione marittima dell'Impero Britannico. Noi ci siamo spesso rivolti questi interrogativi : solo il presunto timore della flotta italiana spingo l'ammiragliato francese ad impostare una flotta di sottomarini per cen-i tornila tonnellate? Solo la preoccupazione degli incrociatori tascabili! della flotta tedesca, limitati rigorosamente dalle precise clausole dedl trattato di Versailles, fa ritenere in Francia indispensabili gli incrociatori da 23 mila tonnellate, che saranno i più formidabili incrociatori corazzati dei mondo? Non è naturale l'ipotesi che, parallelamente al questi obiettivi, la Francia miri non) a sopravanzare la flotta britannica, ma in un certo senso a imbottigliarla con i sottomarini nella Manica, con gli incrociatori nel Mediterraneo, in modo che il Foreign; Office sia costretto ad adottare come caposaldo costante e immutabile della sua politica La collaborazione col Quai d'Orsay, cioè a rendersi' lsolluale. C0T1 ,la politica francese di I ^emonia nel continente? 1 giornali ™s!es' non arrivano apertamente; e i a l ù e e e o e e o l a e n n l i a simile ordine di valutazioni; mai è già un gran passo il fatto che oggi riconoscano che vi è un problema navale franco-inglese collaterale a un problema navale italo-francese. La seconda verità che era stata sempre tenacemente negata e che indirettamente e incautamente ha una conferma negli argomenti polemici della stampa francese, a quella ohe metteva in luce, con cifre, il memorandum italiano del 19 febbraio alla Conferenza di Londra:', la parità navale fra l'Italia e la Francia non è una sua richiesta assurda e presuntuosa, ma si basa, su una situazione di fatto; tolte le navi antiquate fuori calcolo e i programmi per gli annii futuri, la flotta francese ha una forte superiorità solo nel campo dei sommergibili (vi' si è parzialmente rimediato con le impostazioni dell'anno passato, prima della vacanza navale!). Tale nostra asserzione fu sempre ribattuta oltr'Alpe: ma oggi, messi alle strette dalle indiscrezioni della stampa' inglese che parla di una superiorità riconosciuta temporaneamente dall'Italia per 150 mila tonnellate,gli organi francesi rispondono che si tratterebbe di una superiorità fittizia, poiché sono navi antiquate.. E le famose 800 mila tonnellate del memorandum Tardieu? E' il caso proprio di dire che le bugie hanno le gambe corte; la Francia vanti pure il diritto e la necessità di una' flotta di 800 mila tonnellate, ma non' deve dire che già la possiede. Essa! deve costituirsela ancora. Ma ciò' sembra, e non» più soltanto a noi; italiani, molto in contrasto col solito lirismo pacifista a'ia Briand ei con il principio della riduzione degli armamenti. « La Francia e l'ostacolo alla realizzazione dal disarmo» Ginevra, 14 notte. Nell'editoriale odierno del a Journal! de Genève », sotto il titolo: « Il disarmo e l'opinione pubblica », il notoj scrittore liberale William Martin prende lo spunto dal discorso pronuncia* to l'altro giorno dal signor Henderson< Ministro degli Esteri della Gran Bretagna, all'Albert Hall, per dire che lai riduzione contrattuale degli armamemi, qualunque sia la misura, è una novità cosi formidabile nella storia, del mondo che essa non può ossero attuata se non sarà voluta e pretesa dai popoli o se non corrisponderà adi un nuovo istinto e ad una nuova mentalità. Egli nota che tanto i popoli % quali sono siati disarmati per forza dai trattati di pace, quanto gli altri popoli quali quelli che considerano per ragioni politiche o geografiche la propria sicurezza come fortemente garantita quali gli Stati neutrali nella grande guerra, come gli Siati Scandinavi ed i Paesi Massi, e quelli che si possono per altre ragioni aggiungere, come gli Stati Uniti di America, hanno tutto da guadagnare da un disarmo generale. Anrhe la Svizzera e la Spagna non possono in fondo che guadagnare dal disarmo. Lo scrittore afferma che si tratta di domandare anzitutto il parere a quegli Stali che sono chiamati a fare un sa. orificio di interessi o di amor proprio, e nota: a L'accoglienza che è stata fatta |u Francia al discorso del signor .Arthur Henderson non è stata molto ; ! incoraggiante. Sappiamo, è vero, che ai la Srande stampa nazionalista di Parigi non rappresenta la Francia, ma, pur tenendo conto di ciò, è impossibile constatare nell'opinione pubblica francese un grande movimento popolare in favore d"i disarmo Se questo movimento esistesse come mai sarebbe possibile al Governo di compromettere tutta la sua politica di riawicina |mento europeo subordinandola ad una àiriuos,ione cosl teorica waie ia parità ln?Y^f..?0Il, >'» ! M» non.« dire ab, i o e e i , bastanza. Il Qnni d'Orsay, elio vede la cose nei la loro realtà, è incline verso una intesa con l'Italia al pre/.zo cha bisogna mettervi, cioè a prezzo di un. sacrificio. Ora è la Camera, la destra por nazionalismo, la sinistra per antifascismo, che vi hanno fallo ostacolo. I/a Camera, organo dell'opinione, impedisce al signor Rn'and di costruirò nel tempio della pace, del ravvicina» mento aei popoli e del disarmo una, nuova colonna sostenitrice » William Martin nota inoltre che il disarmr 6 un'elemento indispensabile del riassetto europeo senza il quale non vi è uu avvenire di pace per l'Eu-

Persone citate: Albert Hall, Arthur Henderson, Briand, Tardieu, William Martin