La solenne celebrazione funebre dei ventun Alpini travolti dalle valanghe

La solenne celebrazione funebre dei ventun Alpini travolti dalle valanghe La solenne celebrazione funebre dei ventun Alpini travolti dalle valanghe Il Principe di Piemonte, il Ministro e il Sottosegretario alla Guerra, il Vescovo Castrense, autorità e popolo tributano gli estremi onori Bardoneoohla, 5 notte. Non soltanto a quei cinque, le cui salme sono già state restituite dalle valanghe che li avevano sommersi, e le cui bare gli alpini del Fenestrelle recavano stamane a braccia, nel funerale ; ina a tutti ventuno i caduti erano dedicate le onoranze di stamane, a Bardonecchia ; e di tutti insieme si celebrava il sagriflcio. Quando, dall'alto della gradinata della chiesa parrocchiale, il colonnello del 3.0 Alpini, l'eroico Rossi, fece l'appello dei morti, tutti i ventun nome echeggiarono nel silenzio solenne; e per ciascuno la folla che stipava il sagrato rispose — Presente. • La montagna, che negli scorsi giorni aveva manifestato, con cosi tragiche rapine, la sua terribilità, e aveva assunto i più paurosi; orribili aspetti Splendeva, questa mattina, nella piena magnificenza e nella più fascinosa seduzione della sua bellezza. L'azzurro del cielo, sopra, era perfuso dello smagliare del sole; e nell'azzurro 1 monti, che coronano la conca di Bardonecchia, s'intagliavano nitidamente, luminosamente, con le eccelse creste dentate, brune di roccia, candide di neve, cilestrine di ghiacci. Le nevi scintillavano d'ogni intorno, per i fianchi poderosi dei monti, ai declivi ripidi, per il vasto fondo della valle. Il candore cristallino, abbagliante, s'interrompeva solianto per dare luogo, in crudo contrasto, al foscore di emergenti roccioni, di prominenti speroni aspri e nudi, e alle scure macchie delle pinete. Nel centro, al fondo della conca, Bardonecchia beava al sole, nella luce e nel tepore, le sue case, qua raccolte intorno alla stazione, la che formano distaccato sobborgo, con il Borgo Vecchio, e sparse in giro, ville e villini, dimore amene per ozi estivi e invernali. La veglia funebre La notte, le cinque bare, deposte nel corpo di guardia della caserma Principe di Piemonte, trasformato in camera ardente, sono state vegliate da commilitoni. La stanza dalle pareti ri vestite di drappi neri frangiati d'ar gento, illuminata dalle rosse e ferme fiammelle degli alti ceri, si riempiva dell'odore acutissimo, soffocante, dei mille e mille fiori accumulati, che quasi nascondevano le bare. Alle rose, ai garofani, ai lillà, si confondevano i fiori selvatici della montagna, 1 rododendri e le stelle alpine. Per cura speciale della famiglia Amprimo, di Bardonecchia, che già nel giorni tonine dlataménjté successivi alla sciagura si prodigò volenterosamènte in coadiuvare l'autorità militare nell'assistenza dei -superatiti, col provvedere tempestivamente vettovaglie e generi di conforto; ora ciascuna bara era stata ornata con un sovrapposto cuscino di stelle alpine, attraversato da un nastro tricolore. Poi, si può dire che non è famiglia, che non è abitante di Bardonecchia che non abbia voluto portare il tributo d'un flore alle bare. Uomini d'ogni età, donne, bambini, sono sfilati in interminabile processione davanti ad esse, hanno recitato su di esse le preghiere. Pareva che ciascuno piangesse un suo proprio parente. E in verità, la gente della montagna, e in ispecie per una disgrazia alpina, si sente sempre, tutta, stretta da una solidarietà, forte come una parentela. Stamane, sulle due piazze davanti e di fianco alla caserma Principe di Piemonte, assai prima dell'ora fissata per i funerali, si raccoglieva una folla enorme, che gremiva il luogo; e attraverso a cui, più tardi, le truppe, che avrebbero costituito scorta d'onore al funerale, stentavano ad aprirsi il varco e a schierarsi. Alla gente di Bardonecchia, s'aggiungeva gente convenuta da ogni paese delle prossime valli, e s'aggiungevano le numerosissime rappresentanze di enti e di associazioni militari e civili, convenute da diverse Provincie. Il cordogli© a l'elogio dal Ministro dalla Guerra o Col treno delle nove e cinquanta, arrivano S. E. il Ministro della Guerra generale Gazzera, e S. E. il Sottosegretario alla Guerra, on. Manaresi, accompagnati dal Prefetto di Torino, S. E. Ricci, e da autorità. Alla stazione di Torino, S. E. Manaresi, avendo veduto il capitano Cerrato, uno degli scampati dalle valanghe, che veniva anch'egli a Bardonecchia, aveva voluto presentarlo al Ministro della Guerra; e questi, durante il viaggio, intrattenne il capitano superstite nel suo vagone-salone, informandosi minutamen te d'ogni episodio delle tremende giornate. Appena a Bardonecchia, il Mi nistro e il Sottosegretario alla Guerra si sono recati alla caserma Principe di Piemonte, per rendere omaggio alle salme. Sulla porta della camera ardente, erano il colonnello Rossi, il maggiore Piccato, comandante del Fenestrelle, col suo aiutante maggiore, primo capitano Baglioni, col primo capitano Nardini-Saladini, col tenente Giulio, col sottotenente medico dottor lmassi. E il Ministro si soffermò lungamente con questi ufficiali, esprimendo loro, insieme con il suo cordoglio per le vittime, la sua commossa ammirazione per il comportamento deitruppe, nella combattuta contingenza, e per la condotta degli ufficiali. Ebbe parole di particolare compiacimento e di vivissimo elogio per il colonnello Rossi e per il maggiore Piccato, cui strinse replicatamente e calorosamente la mano. Poi, insieme con S. E. Manaresi, entrò nella camera ardente, dove sostò, in pietoso raccoglimento, davanti alle bare. Intorno alla caserma, la folla intanto ancora cresceva: gente arrivata da Torino, con il treno e con autoveicoli, rappresentanze con stendardi e gagliardetti, e soprattutto numerosissimi alpini in congedo, col tradizionale cappello, con le decorazioni di guerra sul petto. Alle dieci e trenta; la folla gn a si divide e fa ala, salutando al passaggio di un'automobile. E' S. A. R. il Principe di Piemonte, che arriva, accompagnato dal suo primo aiutante di campo, generale Clerici, e da ufficiali d'ordinanza L'Augusto Principe" è venuto da Clavières, dove si trova in questi giorni. Egli scende davanti alla caserma del suo nome, ricevuto dalle LL. EE. il Ministro e il Sottosegretario alla Guerra e dalie altre maggiori autorità civili e militari. E subito accede alla camera ardente; dove s'inchina davanti alle bare, e resta qualche minuto, ritto sull'attenti, davanti ad esse, assorto, come in preghiera, e visibilmente commosso. L'immenso corteo Il comandante del 3.o Alpini, il colonnello Rossi, ricevuti gli ordini dal Principe, prende il comando del corteo, che si viene formando. Le truppe, schierate in doppia fila davanti alla caserma, presentano le armi. E le cinque bare, a una a una, sollevata ciascuna da sei commilitoni dei caduti, alpini del Fenestrelle, sono portate fuori. Prima, quella del sergente Azar rio; poi quelle dei soldati Alunne, Boasso, Gerard, Ruffino. SI forma il corteo, che. incolonnandosi, sfila-per il passaggio a livello,.da lato della stazione e imbocca via Meda! 1, che sale verso il Borgo Vecchio. Precede la banda militare presidiarla di Torino. Poi, il colonnello Rossi, col suo aiutante maggiore, maggiore Retòun. E un manipolo della Milizia Confinaria, al comando del capo-manipolo Milanini ; reparti della R. Guardia di Finanza; reparti di avieri; un plotone dei Reali Carabinieri; un plotone del battaglione Pinerolo; e il battaglione Fenestrelle, al comando del maggiore" Piccato, col suo aiutante maggiore, capitano Baglioni. Poi, il clero con in testa il crocifero, dietro a cui marcia il Vescovo Castrense, S. E. monsignor Bartolomasi, che ha a lato il già cappellano di guerra del battaglione Ivrea, il cavaliere don Sona, decorato di medaglia d'argento al valor militare. Poi, portate a braccia, le cinque bare, fiancheggiate da reparti del battaglione Exilles. Seguono i congiunti degli estinti, congiunti di questi cinque, congiunti di altri dei caduti, tra Cui «1 notano quelli del primo capitano Carrara, del primo capitano Lajolo di Cessano, del tenente Vigliami. Viene poi S. A. R. il Principe di Piemonte, che ha a lato.il Ministrò della Guerra, generale Cazzerà e il Sottosegretario alla Guerra, on. Manaresi; ed è seguitò dallo stuolo delle autorità:OH Prefetto di Torino, S. E. Ricci, il comandante della l.a Armata, S. E. Ferrari, l'Ispettore delle truppe alpine, genejSye Trboldi col colonnello Nasci, ufficiale addetto all'Ispettorato, il comandante la Divisione Militare di Torino, generale Monteflnale, anche in rappresentanza di S. E. il generale Mombélli, comandante del Corpo d'Armata, impedito da malattia; il generale Clerici, primo aiutante di campo di S. A.' R. il Principe di Piemonte ; il generate Asinari di Bernezzo, comandante la l.a Brigata Alpini, il generale Piiitor. comandante la Scuola di Guerra' •il console generale ScandolaTa, comandante il l.o gruppo delle Legioni della M. V. S.N.; i consoli Spelta, comandante la l.a legione, Caligaris, comandante la 2.a legione, Parenzo, comandante la Difesa Antiaerea Territoriale di Torino, Bonino, della Milizia Ferroviaria, Blanc, ispettore; pòi il luogotenente-generale Peròl e il dottor Molari, in rappresentanza del Commissario Straordinario della Federazione Fascista Torinese, console-generale Mastromattei, e il dott. Telesio, in rappresentanza del Fascio di Torino; il questore di Torino, commendate^ Da Roma; il commendator Mazza, questore, addetto alla casa di S. A. R. il Principe. E poi ancora: ufficiali del 3.o Alpini, il tenente colonnello Civell'i, comandante del battaglione Pinerolo, il tenente-colonnello Da Como, comandante deìl'Exilles, il tenente-colonnello Carboni, il primo capitano Mulattieri, comandante interinale del Susa, il primo capitano Nardini-Saladini, Il primo capitano Fria, i capitani Cerràto e Clarèi, i tenenti Tocco, Enrietti, Sarr ti. Feitarappa, i sottotenenti Varenna, Boffl, Lagostina, li capitano medico dottor Gramegna, il sottotenente-medico dott. Imassi. Mancano, del 3.o Alpini, il capitano Molinari, il tenente Bellotti, il sottotenente Neri: essi sono tuttora sui luoghi delle valanghe, intenti all'opera di ricerca delle altre salme degli scomparsi. E poi il colonnello Tissi, comandante il l.o' Artiglieria da montagna; e il colonnello Cecchini, della R. Guardia di Finanza. E poi, rappresentanze innumeri; e prima di tutte quelle dell'Associazione Nazionale Alpini: il generale Etna, ispettore regionale del Piemonte, il generale Colombini, comandante della Sezione di Torino, col dottor Torreri, segretario, e con un seguito di oltre cento soci; il generale Ferretti, comandante della Sezione di Susa, e podestà di Susa; i generali Bertele e Gazzegna; il colonnello Dalmasso, della Sezione di Ivrea; e le rappresentanze delle Sezioni di Casale, Asti, Cuneo, Pinerolo, e del Gruppi di Volpiano, Settimo, Collegno. Lanzo, Valchiusella, Chivasso, Carmagnola, Venaria Reale, Trofarello,. Pianezza, Alpignano, Cumiana, Chieri. Il dott. capitano Chianea rappresenta la sede centrale dell'A. N. A.; e con lui viene la rappresentanza di Roma; il dottor Toselli, preside della provincia di Cuneo, rappresenta la Sezione del 2.0 Alpini e il Prefetto stesso della Provincia, dott. Chiesa. Poi, la città di Torino è rappresentata dal vice-podestà ing. Silvestri; e Asti ha mandato il suo gonfalone. Il dottor MezzaJama. che tanto si è prodigato nelle ricerche delle salme delle vittime, e Zanetti, rappresentano il Club Alpino Accademico; Pellegrini, Passeroni e Ghidini, lo Sci-Club. Poi ancora, rappresentanze con stendardi e gagliardetti: della As-