Rivelazioni e accuse contro i due imputati nelle deposizioni dei testi

Rivelazioni e accuse contro i due imputati nelle deposizioni dei testi IX DELITTO DELLA «STRADA DEI MORTI » Rivelazioni e accuse contro i due imputati nelle deposizioni dei testi Contrasti, rivelazioni, sfoghi variiaccuse lianno reso movimentata anche la itin-gu c laboriosa udienza dieri. Se molta luco non si è fatta intorno al dulitto, Ì! venuto per con irò pienamente in risalto il triste mondo nel quale il delitto è stato compiutoTriste e fosco mondo! Particolari ignorati sinora ha rivelato, continuando la .«ita deposizione, il maresciallo Guido Curzi, che cosi animosamente sondò itristissimo ambiente durante le indagini per il delitto della « Ria In ». ICiU'Zi, soffermandosi ad illustrare glatteggiamenti avuti dal Cattaneo durante il corso di quelle indagini, racconta che l'uxoricida volle iiceomipagirarlo allorché si trattava di interrogare le sciagurate compagne deùla ■ Rinin ». Da queste il Cattaneo cercava invano di far confessare che egli era attaccato ed affezionato alla consorte. La deposiziona del cav. Bertalotti Ed è interroRato il cav. Giuseppe Bcrtolotti, coniaindiR.nle, sino ad un anno e mezzo fa, della squadra inve stigntiva dei cai abiti ieri. 11 valoroso maresciallo, che ha lasciato il servizio per limiti di età, ebbe gran parte nelle indagini che portarono alla scoperta degli autori del delitto della « rtinin». Egli rievoca ora queste indagini, notando che l'uccisione della » Rinin », è in stretta connessione con l'uccisione del Fleischmann. Il em non-dò litto Fleischmann, il cav. Rertolotti esprime l'opinione che il Bassino (uno degli accusatori di Cattaneo e Càraecl, come si sa) sia Veritiero. Il Gassino non fu mai largo di confidenze colla polizia, lil teste, per avere da lui qualche ragguaglio, dovette usare, talora, non poche pressioni. Il cav. Bertolotti è invitato a rimanere nell'aula per essere interrogato ulteriormente, quando sfileranno i test, e viene introdotto Candido Petitti, lo chauffeur che portò il Fleischmann ed ti suo coni- scinone del Fleischmann. TI nessoerge da molteplici elementi. Accen-«"AS '«? PifL^,nd.H pagno da Porta Nuova al Ponte Isa-bella. Racconta di non avi re potuto scorgere in viso il compagno delFleischmann, poiché lo sconosciuto,che era più snello e piò basso dell'ai-tro, si nascondeva dietro di questi. Conseguentemente il Pititti non è ingrado di dire se l'accompagnatore del Fìeischmann fosse uno degli attualiegli imputati. Ed ecco presentarsi Giuseppe Arrobbio, un giovane energico ed inte'.lìgente, il qunle trovandosi la sera del 3 gennaio 11125 in attesa dulia propria fidanzala abitante a.lla Villa De Fer-nex, sulla strada di S. Vito, scorse ilFleischmann qtxindo, disceso dal taxi, si avviava con il compagno verso la «s'rada dei morti». Teste: — Attendevo la mia fldan- zata... Pres. (paternamente): — Ed è anco-ra fidanzato? — Si. Avv. La Ppma: — Complimenti. La sua costanza merita lode. Il teste, dopo queste variazioni, prò-segue, raccontando che il compagnodel Fleischmann era di Statuirà più" bassa ed aveva un caratteristico modo di camminare: procedeva quasi saj. teli! andò. Avv. De Marchi (P. C): — Quando in Questura le fu presentato il Càraeci che presentava appunto quell'andatura, elio impressione provò? — Rimasi sorpreso. Avv. Obert: — Ad ogni modo il teste esclude che il compagno del Fìelschmann potesse essere il Cattaneo. — Lo escludo. Colui che accompa gnava il Fleischmann era più basso dl questi. Il Cattaneo invece è più alto. Il rantolo della morto All'Arrobbio segue la sua fidanzata, Maria Rogliaiti. Incontratasi con questi, ella entrò quasi immediatamente nel giardino della villa De Fernex, percorrendo un viale che fiancheggia la strada contemporaneamente percorsa dal Fleschmann e dallo sconosciuto. Non udì tuttavia alcun grido, nè alcun rumore sospetto. Avv. Dapasso: — Se dalla strada fosse stato emesso qualche grido avrebbe sentito? — Si, perchè il viale da noi pei corso corre proprio parallelo aliai«strada dei morti». jLuigi Roagna transitò per la . stra .da dei morti» poco dopo le 21. Scor- se, ai margine della strada, una mae-lchia nera. Si avvicinò e constatò che si trattava di un uomo coricato supino. Ma poiché l'Individuo russava... Pres.: — Era il rantolo della morte. Teste: — Non era morto ancora. Ad ogni modo pensai che si trattasse di un ubriaco e non mi trattenni. Depone OTa 11 conte Alfredo Salino, che fece alla mattina del ■', gennaio la scoperta del cadavere |ucciso il Fleischmann? Teste (con nostalgia): — La possedevo. Quindi racconta: — Da mattina del 4 gennaio 1925, poco dopo le 7, uscii di casa per avviarmi in citta, Avevo con me un piccolo cane, Il quale ad un tratto si pose ad abbaiare correndo poi verso una massa oscura ohe si trovava su un lato della strada. Accorsi anch'io e vidi un individuo steso a terra. « Guardi che fa freddo », esclamai avvicinandomi allo sconosciuto. Non ebbi risposta. Credendo fosse addormentato cercai di svegliarlo e di rialzarlo. E in quell'attimo feci la terribile scoperta. L'individuo presentava tre ferite al capo ed al collo. La testa era quasi spiccata dal busto e ricadde allorché io cercai di rialzare il cadavere. 11 soprabito del disgraziato era sbottonato e dalle tasche vennero fuori un passaporto ed una scatola di sigarette. Attorno al cadavere si trovavano alcuni mozziconi di sigarette, di quelle stesse che il Fleischmann aveva con sè e dalla stagnola con cui si avvolgono i cioccolattlni. Caiacci (sottovoce): — Un'altra novità. Uno che ha paura dei morti Il teste prosegue raccontando di avere invitato un ciclista che saliva lungo la strada dl recarsi a chiamare i carabinieri. « Qui c'è un cadavere ed occorre avvertire l'autorità », disse al ciclista. « Come, lei ha trovato un morto? I morti mi fanno paura », rispose il ciclista. E tornò indietro precipitosamente I carabinieri vennero poi avvertiti da. un altro passante. Insieme ad essi, il teste .percorse tutta la strada per scoprire le eventuali tracce lasciate dagli assassini. Ma ben pochi rilievi vennero fatti. Il teste ricordò luttnvià che la sera precedente, verso le 21, i suoi cani avevano manifestata una certa irrequetezza e dal parco si erano dati a correre verso il bosco che confina appunto con la » strada dei morti ». Probabilmente avevano inteso qualcuno fuggire. Pres.: — Suo figlio, rincasando 1n quella sera, non le disse di avere nolato qualcosa di sospetto? — Mio figlio rincasò verso il tocco e mi disse di avere scorto per istrada una macchia scura. Ma non si era trattemi to e non vi aveva fatto caso. Pres. : — Lei non ha accennato prl ma d'ora al mozziconi di sigarette che si trovavano attorno al cadavere. Perchè? Non avrò dato importanza a questo particolare. Pres.: — Eppure è un particolare di grande importanza. Alla vittima non vennero rubati i danari. Gli assassini , i ò o . invece gli avrebbero tolto le sigarette e sn le sarebbero fumate beatamente mentre il disgraziato spirava. Avv. La Penìa : — Ma un particolare anche più importante è questo. Il passaporto del l'ieisclnnann venne trovato a terra. Evidentemente chi aveva commesso il delitto aveva interesse di con. statare l'identità della vittima. Altrimenti non si spiega perchè il passaporto gli sia stato tolto di tasca. Avv. Ouattroccolo (P. C.) : — Duronte le prime indagini si disse che al delitto presenziava una donna. Vogliami» sentire dal cav. Bertolotti quanto è risultato in proposito? Cav. Bertolotti: — Secondo le confidenze fatte dal Neirotti all'Ambrosio, la «Rinin» si sarebbe trovata sulla « strada dei morti » a far da palo mentre il marito compiva il delitto. Per far luce su questo particolare è richiamato il teste Arrobbio. Pres. : — Lei ha visto una donna dirigersi verso la « strada dei morti » in quella sera'.' Teste: — No, d'altra parte se por la strada fosse salito qualcuno, avrei per lo meno inteso i suoi passi. Invece non ho inteso alcun rumore. Biglietti di Banoa bruciati Il commissario di P. S. cav. Cesare Possi fu tra i .primi ad accorrere sul luogo dopo la macabra scoperta Non notò che presso il cadavere si trova*. serg dej Mozziconi Si sigarette chi fn>UJj ,L£~J avrebbe f'ittirennrtnrJ \u. » conte SaUiio conferma coni erano vari. Del resto questa nonfatta dal conte Salino. Una quindicina di giorni dopo il delitto, egli rinvenne nel punto in cui la strada si biforca dei biglietti di banca austriaci da 500 e ino corone bruciacchiati. Egli li rac colse e li consegnò poi al giudice istruttore. Maria Hivoira, commessa presso una torrefazione di caffè in via Nizza 13, conobbe Fleischmann perchè frequenÌ,ava taIe esercizio. La sera del 3 gennai0' uscendo dal lavoro, e.la si incon 'r0 cpn lui in corso Vittorio Emanuele, ?ua.sl, ali angolo di via Sacchi. Il ;1' teischmann la fermò, invitandola in un "ar, ma ella declinò l'invito, doven?.0 recarsi a casa. Avvicinandosi a lei, 1 austriaco si era staccato da un giovauotto che l'accompagnava ed i cui a sorprendente: wn^^zi^connotati ella non è indicare. Pres.: — Il Fleischmann qualcosa con sèY — Aveva un pacco. Avv. Quaui'occolo : — Il pacco non è in grado ora di recava Più stato trovato. Avv. Obert; — Ma si sa che contene va i campioni di vermouth affidati al Fleischmann dalla ditta Bianchi di Bra Pres. :— Oh, conteneva probabilmente della cocaina. Ed è per questo che nè il pacco nè la borsa non sono più stati trovati. Stilano ora gli addetti alla ditta Bianchi di Bra, presso la quale 11 Fleischmann si era recato prima del suo arrivo a Torino. Il sig. Ufo Bacca, direttore tecnico della ditta, racconta che il Fleischmann si trattenne tutto il pomeriggio negli uffici della ditta. Riparti dicendo che aveva un appunta- mani/, a Tn.ÌTlr. nnn In .. ~ A ,1 ; ~ t I _ mento a Torino per le ore 9 di quella stessa sera. Pres. : — Disse di che appuntamento si trattava? Pare che il Fleischmann fosse un donnoiuolo. — Non disse nulla. D'altra parte la condotta che egli teneva a Bra non era tale da determinare questa opinione. 11 teste aveva notato la borsa di cuio che il Fleischmann recava con sè e durante le recenti indagini egli fu interrogato in proposito. Al maresciallo Curzi che gli rammostrò la borsa sequestrata al Cattaneo, Il teste dichiaro che tale borsa corrisponde per tutte le sue caratteristiche, e cioè per la grandezza, colore della pelle, conformazione, ecc., a quella che il Fleischmann portava con sè. Nella successiva deposizione resa al giudice istruttore dichiarò soltanto che la borsa in sequestro è somigliantissima a quella del Fleischmann. «Benemerito della giustizia » Su questa apparento discordanza si accende un vivace dibattito. La difesa sostiene che il riconoscimento è incer- to. Al teste è rammostrata ancora la borsa ed egli dichiara: «Si capisce, ]10n posso mica affermare che sia quel- la del Fleisehman; dico soltanto che le assomiglia ». Conformemente e sugli stessi particolari depongono la signora Rita Artaud, già cassiera presso la ditta Bianchi, ed il rag. Aurelio Bisio, direttore dello stabilimento. E' la volta ora di un teste le cui dichiarazioni assunsero il più singolare rilievo nel processo di tre anni or sono e che è un teste capitale per l'accusa nugmeCsccr1sbtafcvAmbrosio di S. Giorgio, un giovane di 34 anni appartenente ad una famiglia patrizia e rotolato poi, attraverso disavventure e deviazioni, nel mondo in cui si agitavano 1 personaggi di questa vicenda. Avv. Poddigue: — Questo è un leste benemerito della giustizia. Pres.: — Almeno per il delitto della «Rinin » lo è stato. Speriamo lo sia an che per questo. Avv. La Penìa: — Non capita due volte di essere benemerito. Pre-s. al teste: — Lei è stato interrogato sui fatti che han dato luogo al processo. -- Sei anni or sono. Pres.: — Ricorda quello che ha dichiarato? —- In piccola parte. Pres. : — Vediamo allora di farle ricordare ogni casa. Lei ha frequentato l'ambiente della malavita. Pe riniti sventura ini sono trovato In questo ambiente. Frequentando la trattoria del Bersagliere, in via Palazzo di Città, conobbi certo Neirotti il quale mi fece poi delle confidenze. E il teste, con voce ferma e pacata, rievoca la sua drammatica avventura. Quando accadde il delilto della ..Rinin», il Neirotti gli raccontò, prendendo lo spunto dallo discussioni che si svolgevano nell'osteria intorno al delitto, che era stato lui ed il Cattaneo a compiere il misfatto. Il Neirotti, qualche giorno dopo, aggiunse ancora che, sempre col Cattaneo, aveva ucciso anche l'austriaco Fleischmann per depre darlo della cocaina che recava con so La merce trafugata alla vittima aveva un valore di 30 mila lire Pres. : — Lei dice che i due delitti erano in relazione? Da quello che ho potuto capire io. si trattava dl un delitto unico: l'uno ern stato la conseguenza dell'altro. Come queste rivelazioni (atte dal Neirotti all'Ambrosio siano poi giunte all'autorità è noto. Il maresciallo Curzi, frequentando gli ambienti della malavita per indagare intorno all'uccisione della • Rinin » si incontrò coll'Ambrosio e ne ebbe le confidenze. Ora il teste rievoca questo episodio. Il Curzi mi si presentò come studente. Seppe ispirarmi fiducia ed io rivelai il segreto che mi era stato confidato. Quando l'ebbe appreso, il Curzi si rivelò e mi trasse in arresto. Passai alcuni giorni in career-. Le origini di una protosa ritrattazione Il Presidente dà lettura del testo delle dichiarazioni fatte dall'Ambrosio in istruttoria. Sono dichiarazioni molto precise e circostanziate. Neirotti e Cattaneo acquietavano la cocaina dal Fleischmann e poiché non potevano ihsbce avere da costui la droga a credito idearono di rapinarlo del prezioso alcaloide. L'austriaco fu tratto in inganno e portato su per la « strada dei morti La « Riniti » faceva da palo. All'ultimoper li timore che il Fleischmann potesse denunciarli, I due aggressori decisero di sopprimerlo. Il Neirotti raccontò poi che l'uccisione della «Rinin» avvenne per il timore che questa « facesse la spia » per il delitto precedentePres. al teste: — Lei ha subito deconfronti con il Neirotti? — Il giorno dopo il mio arresto. Neirotti negò di avermi fatto delle rive lazionl e smentì di conoscere il Cat taneo. Io confermai quanto avevo dichiarate Curzi: — Devo dire che le indaginistabilirono che il Cattaneo ed il Nei-rotti si conoscevano — Io non ho mai conosciuto il Nei-rotti — scatta Cattaneo — tifi ho frequentato la cantina del Bersagliere. Avv. Poddigue: li testa ha scritto una lettera al Procuratore Generale per ritra.fare le dichiarazioni fatte al giudice istruttore. Vuole spiegarcene ìe ragioni? , ■ _ , , — Un giorno incontrai In Tribunale la madre del Neirotti che m'invitò a pranzo in casa sua. Dopo avermi fatto bere copiosamente, ella m' fece scrivereuna lettera che 11 giorno dopo portò aJlR.p,T0Cm* Generale. Per le condì-zloni ln 0,11 m! trovavo, io non ero in>rad0 <™en* sera <» «»«—~ * *' —* Ma 11 giorno dopo grado quella sera di resistere e di rea-J~nn mi ricordai difatto fare e corsialIa Procura Generale per smentire, infóS0 <>uant0 aVQVQ scriWo neU* let"La lettera scritta dall'Ambrosio sotto i fumi del vino e su indicazioni della madre del Neirotti è allegata agli atti : reca la data 15 febbraio 1927 ed è una ritrattatone delle rlvelaiioni fatte aicaTOhinieri. Mal come s, è visto, erafrutto dl un artificio ed il teste l'haritrattata, subito L'Ambrosio, dopo a-vere aggiunto di avere visto la « Ri-nin» un paio di volte, molto tempoprima del delitto, e dopo avere dichia-rato che non è cocainomane (Cattaneoinsorge e dichiara che si propone didimostrare il contrario è congedato,mentre dal cav. Bertolotti, richiamatoprovato l'alibi da lui avanzato (ili succede Ferdinando Gianotti, proprietario della Trattoria del Bersagliere. Conobbe Neirotti ed AmbrosioS&?%£bM3SS; Mro ffllzioni fatte del primo ah altro. Egli è•°,^°' ..V^?fÌ^^,.t»e^na!!Smna,1" dalla sua osteria lasciando un debito di 32 lire. In unione al Neirotti, egli andò una sera alla ricerca del debitore per costringerlo a soddisfare il debito. — E' stata una mezza estorsione quella che avete compiuto — commenta il Presidente. «lo ho ucoiso II tedesco» Ed ecco ventre alla pedana uno dei SSofcM ^!?i£^v^fatto le note dichiarazioni circa la sua partecipazione al delitto Fleischmann. 11 teste è assa loquace e piglia e cose da lontano, abbandonandosi a digressioni interminabili. Fu nel setembre 1928 che il Caracci gli propose 'acquisto di una certa quantità di cocaina, operazione che egli non si decise a compiere memore di una truffa che aveva subito poco tempo prima. Accennando col Caracci a questa disavventura che gli era costata 32.500 lire, il Caracci esclamò : « Li conosci coloro che ti hanno truffato? Vuoi che ti vendichi? Io ti sbarazzo dl tutti se mi dai 0 mila lire ». E dopo queste espressioni soggiunse : « lo sono quello che ha ucciso il tedesco ». — Bugiardo, calunniatore! — insorge dalla gabbia, il Caracci. Ma il Bassinò tien testa vigorosamente, e prosegue accennando ad altri episodi in seguito ai quali intuì che il Caracci aveva voluto alludere con lo ue oscure espressioni di allora all'uccisione del Fleischmann. Per ragioni che trovano la loro spiegazione nei rapporti intercorsi tra lui ed il Caracci, 1 teste si decise infine a rivelare l'epiodio all'autorità. Avv. La Perna: — Com'è che avrebbe preso sul serio le parole del Caracci? Teste: — SI potrebbe anche ammetere che il Caracci con quelle parole avesse voluto fare una vanteria. Ma il atto che ora nega di averle dette, mi convince che le sue parole rispecchiavano la verità A - . tt~ _t; J*2?°ÌLZ ™uneffrfai 0«i£,no,e g h0t^Lctu» ^ienriwiT Fi in Implacabile, inesorabile il teste' in-siste nell'accusa, mentre.! difensori lqbersagliano di contestazioni. Ma U Bassino sostiene la battaglia. Alle 19'udienza è tolta e rinviata a stamane, F. A.

Luoghi citati: Bra, Torino