Il tragico rogo di Napier

Il tragico rogo di Napier Il tragico rogo di Napier Numerosi feriti bruciati vivi - Tutta la regione sconvòlta dal cataclisma - La terra orrendamente squarciata - Colonne di fumo, getti di acqua bollente e fiumi di lava - L'opera di salvataggio Londra, i notte. La cillà di Napier, sconquassata dui terremoto e tuttora in prndrt alle fiamme, sarà abbandonala del tutto fra due (nomi. Le autorità militari e sanitarie della Suova Zelanda hanno, intatti, aggi radiotelegrafato ai comaiuUtMl dei due incrociatori, inviali ni soccorso, di accelerare Io sgombro totale della popolazione, in nwdo che al più lardi entro due giorni la. città passa essere rasa al suolo dalla dinamite. La distruzione di ciò che il terremoto e l'incendio hanno risparmiato tura compiuta, mediante cartucce, di. dilimitile e bombe clic sulla, disgraziata cillà. saranno fatte cadere dall'alto da.'Ili. aeroplani che attendono l'annuncio della completa, evacuazione per spiccare il volo e iniziare la demolizione di quella, che fino a ieri l'altro era una delle più ridenti cittadine .dalla] Suooa Zelanda e uno dei pia ricercali, rcntri. di riposo e di divertimento per\ la popolazione dell'isola. , La fura ;tr«ma ' .,!.-,t, A T0 infoila da Napier borbotta, tuona ed etùttd dense nuvole di fumò il vulcano Buapchu; a qualche centinaio di metri dal. cratere dell'altro immenso vulcano, il Ngauruoe, sgorgano fiumi, di lava, e colonne gigantesche di fumo giallastro si innalzano nel cielo. Tutta la regione ribolle. La superficie della terra <si agita-, si gonfia e emana soffi di vapore solforoso o getti di acqua bollente. E' una contrada di una iranica graiuiiositT ZT^mbra si siano dato <S£ iTLslmoIe far- se sotterranee. San vi è un albero, non un filo d'erba non un essere ri- venie L'immenso 'vanorama dl mere l>.anj.t. ^immenso panorama ai roccci e di abeti,e solcato da larghe erepe,\nei fondo delle quali la melma pulsa'dl continuo, e da arate ra sprigionanti vapori e là dense nuvole di vapori indicano le immense colonne di acqua bollente. Napier tuttavia sembrava slnora essere fuori della regione pericolosa, e negli ultimi anni l tecnici si erano a tal punto persuasi della solidità del sottosuolo delia città, che autorizzarono ta costruzione di edifici in pietra a più piani e di grandi alberghi, scuole e ospedali. Invero avevano ragione di pensare che Napier fosse al sicuro, polche finora essa era stata risparmiata dagli effetti della costante agitazione sotterranea che tormenta, da secoli innumerevoli tutta la zona a nord dell'isola. Secondo Oli ultimi telegrammi da Wellington, la tremenda distruzione d.l Napier non sarebbe stata causata, da un movimento della terra, ma da un colossale sollevamento del fondo marino nella baia di Havke, che Napier dominava col suo porto e con l'incanto delle sue colline e dei suol giardini. Il letto del mare aU'inierno della baia è radicalmente trasformato. Gli incrociatori ■ di soccorso arrivati stamane di fronte alla città, hanno dovuto percorrere le ultime miglia a velocità ridottissima, avanzando nella baia lungo una traettoria sinuosa stabilita in base all'esito dei costanti sondaggi. Bruciati vivi. / marinai subito sbarcati hanno demonio con la dinamite mura pericolanti, riuscendo ad aprirsi un varco con ■ la speranza dl potere recare soccorso ai feriti che devono trovarsi tra le macerie; ma dopo molle ore di sforzo supremo, sono stati obbligati a ritirarsi sopraffatti dall'intenso calore dei braciere immenso e dal fumo soffocante, che da esso si sprigiona. D'altronde i soccorsi erano del tutto inutili. L'incendio aveva posto termine alla lunga agonia dei feriti e degli imprigionati fra le rovine. Il comandante di un incrociatore che alla testa di un gruppo di ufficiali e di marinai ha tentato una seconda volta di penetrare nella città, ha radiotelegrafato a Wellington chiedendo l'Invia immediato dl torpedini e di bombe. Nulla può essere più salvato. Fra giorni della cittadina incantevole non rimarrà altro che un immenso campo dt rovine, che la calce ricopri rà per sempre. Gli scampati alla catastrofe fanno narrazioni terrificanti delle scene avvenute al momento della prima scossa. Il Politecnico della città, uno dei mas- a melma pulsa ri a fior di ter-\di -nitri fiuti simi editici costruiti su vasta scala, perché jsi pensava che dovesse divenire col tempo il principale istituto per la preparazione dògli ingegnèri navali, è stato ano del primi a crollare, seppellendo studenti e professori, l'o¬ e' chiusimi sono riusciti, a salvarsi. . ^ crollata, [la cattedrale, ove erano ™<>™ <* P*mi booti sotterranei don- "? c bambini, con la speranza;di sfug- aire al,a mòrte, sótto la prolezione del- 'c Volenti e tozze muraglie del tempio, * . , re. . * . *,<« e ancora, possibile determinare « numero'delle vittime. Soltanto og- « numcru- aeue vuumc. ooimnio og- gi si è potuto terminare lo sgombrodei-feriti che nelle mime ore doriti i/teìrl^L ^^.Ss^^L^lrìi terremoto erano stati trasportati alla stadio della città 0 al campo di corse. Si ritiene tuttavia che i morti deb bano ammontare a un migliaio. E', stata una fortuna netta orrenda sciagura che la scossa si sia prodotta' verso lo 11 del mattino, poiché a quanto affermano molti fra gli scampati, nessuno sarebbe uscito vivo se il terremoto si fosse prodotto durante la notte. Il sllanzle dal paesi dell'interno Ad Hastings la situazione non sem- hra essere mene, Iranica di mipIIn ai^ora essere meno tragica di quella di napier. Anche colà, te fiamme inco-min-ciano a divampare e non posso-tio essere spente perchè non una sola conduttura d'acqua * rimasta intatta. Si riMene che i morti in nueJnrtitn»t ritiene cne 1 morti in questa città ammontino a un centinaio. . . Non si ha per ora modo di prestaresoccorso agli scanipali perchè la strada che unisce Hastings a Napier è tras. formata, in una paurosa trincea sconvolta come se avesse subito un formidabile bombardamento. In alcuni tratti della strada il terreno si è sprofondato e si teme che fra non molto queste vaste cónche saranno trasformate in laghi. Le acque dei fiumi bloccateda slittamenti di terra invaderanno larghe zone di terreno coperte fino a pochi giorni fa da una intensa vegetazione tropicale 0 da ricche colture di cereali. Oggi ali alberi sono divelti. Il terreno è sconvolto e al posto dei campi arati e verdeggianti si aprono profondi baratri. Si riferisce che tutta la regione di Mohaka sembra bardamento che mente irriconoscib la. terra sia stata lassale pressione gonfiata, e schiantata sventura, il suolo tremare quasi sen teme che altri danni siano stati recà«in altri porti dell'isola che continuano, come ieri, a rimanere tragicamente s«-lenziosi agli appelli rivolti per mezzo della radio. Da Auckland si telegrafava stasera che ...™,,™»n mniu occorreranno molti giorni ancora pri- ma che si possa tarsi una idea al-quanto esatta dell'estensione del disa- stro. Per il momento si sono avuti i contatti soltanto con ta costa. L'intcr- 110 rimane avvolto nel mistero. Per pe-netrarlo sono state organizzate oggi molte squadre di volontari che si «ne- ra potere avviare entro domani all'in- terno dell'isola. Ne fanno parte, financo del prigionieri salvatisi dal crollo del carcere di Napier, i quali hanno ' , r , ¬ dalo in (mesti ìi'ionii numerose prove\di slràurdrliurio eroismi)' ■ INon si. può ano,,;, vipere se fra i\*) /,,.; / ,. ■ ó .morti st. trouno dagli mrppel. Atout-• ta soltanto che a./Saiùcr e rimasto «e cito il. belga, ppdv Gondringer,, delta chiesa cattòlica, l'ila statìstica alquanta : completa potrà essere compilata non appena si sarà lerm.in.ata. l'evacuazione degli abituali di \'upier. Oggi la Città di l'almurston è stata avvertita che entro i. prossimi giorni arriveranno colà cinquemila persone, molte della ' quali qravemcnlc ferite. Le autorità stanno accelerando il tra», porto dei feriti perche non si esclude affatto fa possibilità di. nuove e più forti scosse scismìclic che potrebbero avere effetti; ancora più disastrosi. Per la maggior parte i feriti di Sapier sono curali per óra all'aperto, lungo tu spiaggia,' in ospedali improvvisali, ove 'i medici ci chirurghi lavorano il giorno all-a lupa del sole, e alla notte a, lume di candele o di fari di automòbili. R. P. I luoghi della catastrofe Le.notizie del terrificante fenomeno tellurico che lia sconvolto l'Isola del Nord dell'Arcipelago della Nuova Zelanda, distruFfiondo le città di Napier sulla' Hawke Bay e di Hasting, un e' ppoco più al sud entro terra, e portati- ao la desolazione in tutto il territorio rra li-lago Taupo e la costa orientale, mi riconducono il pensiero alla corsa che effettuai in cotesto singolarissimo o ^che annota e precisamente n-^- « ^vm. . g- II. lago Taupo e al centro geometrico dell'Isola .del Nord ed ò grande un l- paio di volte 11 Garda. Forma il parti- o, colare fisico più insigne della regione i lasciata in proprietà ai maori, gli abo e Tigeni della Nuova Zelanda, l'unico g- popolo polinesiano che non sia dirai- g- popolo polinesiano cne non sia dirai- o.nuito dai tempi della conquista euro- /'P*4 e cne abbia raggiunto in mezzo ìi lo sviluppo del nostro incivili- a . b aa o ro i m- mepto. La strada clic da Rotorua (altra lp- calltà interna al nord del Taupo dove si manifestano i fenomeni termici più impressionanti della Nuova Zelanda) va a> Napier, locando il lago si per- corre. in auto. Essa è piuttosto som- maria e a fondo naturale ed infonde ampiamente il sens del deserto neo- zelandese, voglie dire delle immense distese disabitate eh? l'Isola contiene, Dovunque la tetra fuma, dappertutto corrono torrenti bollenti ed ocebieg- giano laghetti circonfusi di vapori poi- che' l'acqua ha la temperatura di 60-70 ai^'radi- Ogni tanto, una fattoria circoli- di ■ dat^ da un po'di terra guadagnata al- o-\l'agricoltura. Le fattorie annunziano -]la loro esistenza con la cassetta per a P°sta collocata lungo il «truck», la . st™da. Appena l'autr che porta lettere nì? smrna.'' per I solitari delle fattorie e à in vjstai una ragazza maora inforca jun cavallo e galoppa a raccogliere e,quello che il «corriere n ha lasciato, .. Vedo sui pali indicatori delle miglia avvisi che'mettono in guardia i viag- giatori contro le piante della bru- ghiera avvelenate per provocarne la morte e guadagnare spazio per la pa- storizia e osservo il dolore del mecca- nico perchè una mandria di cavalli spaventati dalla macchina si è inca- nalata nel « (rack » e ci precede da mezz'ora a gran carriera. Ci fermiamo per fare tornare indietro i cavalli e l'arresto mi permette di cogliere nel- l'azzurro adamantino della giornata a. nite e] roadi Il modi «|iravòrsdrorio uno spazio'd'Oceano' Pa-,o, fiBco pari a meta dell'Atlantico è C0-!prima e poi 1 uomo; che i Bori hanno 1 colon por attirare gli insetti suggi- tori di miele eco ecc. L uomo nella Nuova Zelanda ha fatto la stia com- parsa in un'epoca recentissima, cinque|ma, della venuta dei t«mtkÌAaÀ-t^'ì^^^^t^i«-|n0|°J '"^'ripetono sulle loro nàv" ^1o e sprovvisti per giunta di ali, mentre possiede una. folla di fiori indigeni. i- persino le mosche e le zanzare sono l-1 state importate dalle navi la cani - pagna neo-zelandese ignora la luce i e<l il canto dei grilli, gli stagni nomi delle cinque canoe originarie! e'il paese non ha che pochissimi insetti|r- sanno che cosa sia il gracidar dell e--ducente Per st solo, per il piacere di|i esserlo. e- Bisogna aggiungere che la Nuov - !anclil sin0 a,la veu,"a degli europei o o (18iì) non conosceva oltre i maor 'due specie di mammiferi, un topo un pipistrello. Essa poi non ha saputo che cosa fossero una bestia fe e\roce o un serpente. Lo stesso « moa » Igigantesco, scomparso da due secoli e i\cUp la .poesia maora si compiace di presentare sotto 1 aspetto di un essere -• pericoloso (non si trattava in ultima e analisi che di un enorme struzzo) e a per affrontare il quale ci voleva un a a i , . , e ù o r u e l e o l r n certo coraggio, era un innocquo be- ablcdlstione che l'ambiente ultrapacifico fdelle isole aveva trasformato in una nfigurazione della creatura divenuta mi- belle per mancanza assoluta di .eie-ivmenti batlaglieri o semplicemente pe-lrfricolosi che valessero a conservargli^l'istinto della difesa e quindi della ferocia. Il pensiero di queste stranezze vi turba. La Nuova Zelanda vi appare cosi tranquilla, benevola, banale con il suo milione e mezzo di abitanti d'origine Inglese «Ite vogliono restare soltanto inglesi e che non Incoraggiano che l'emigrazione ingiose e con i suoi settantamila muori anglicizzati più dei loro dominatori'e viceversa bisogna convenire che sembra il suolo di un altro pianeta. 'Specialmente lungo la. strada fra il Tauipo e Napier. Per convincervene vi l'anno fermare a Waioiapu, un altro dei cento inferni della vasta regione cosi ambigua e strana nella sua natup>a e a-Weikfirei«dove vi sentite in-im ambiente di pianeta Venere o Mercurio a-causa degli innumerevoli « geisers » intermittenti che scaturiscono dalla terra dal fondo dei fruuii e dei laghi, alti qualcuno sino 300 metri. I "geisers » durano a. gettar fuori acqua e vapora,.ogni cinque, ogni dieci minuti, ogni mezzora, poi si spengono per ap- parire altrove nei punti più impreveo duti, lanciando po' aria alberi centena, ri con tutte le radici. L'aria è percossa a da continui boati sotterranei, il suolo o trema e scotta, ma gli uccelli cantano e a perdifiato mentre da un'apertura qualunque della campagna escono vee- o menti getti di solo vapore con un n chiasso di cinquanta locomotive sotto - pressione che aprissero assieme le loro e i valvole di sicurezza.. Da Waikarei a Napier il paesaggio o cambia. Pare di percorrere l'Umbria e - poi le Marche come dovevano essere - poi le Marene come dovevano essere - prima della comparsa degli italioti, o 5 mila anni fa. In un tragitto di 200 - chilometri, salendo e scendendo per le montagne boscosa, sorpassando fiumi - biondi come il Tevere e l'Arno, s'ine contrano forse dieci casette di legno e ù tre 0 quattro villaggi maori. La vera ) meraviglia è costituita dall'esistenza - nella strada e dei ponti, sia pure som- mari, che scavalcano i fiumi. L'avvicie namento con gli aspetti fisici al clima - dell'Appennino Centrale è irresistibile. e Quando da una quarantina di chilome. , tri si distingue la linea marina, vale o a dire l'Oceano, si pensa che si arrive- rà a Fano 0 a Pesaro, - si arriva invece a Napier, nel Golfo 0 di Hawkes, che prima della distruzio- ne di qualche giorno fa era una citta- dina graziosissima, ma in confronto o della quale Fano e Pesaro sono metror poli ciclopiche. Per nuona parte in lea gno. come tutte le città neozelandesi, e compresa la capitale Wellington, e a e più popolosa Auckland; dominata da a una collinetta dove dovrebbero sorgere e una chiesa e un convento che non ci .sono, Napier, stava lì a guardar i'Oce.i- cinpsqgld2smsvcscrqctlfddsMlasa no che si frange rumorósamente sulla - lunghissima spiaggia e ad udirne l'i - nacquetabiile voce, a Se la Nuova Zelanda non avesse re-, - scrizioni immigratone, Napier invece - di essere stata il centro di qualche mli gliaio di « farmers » ppeorai e Dovari - dell'interno e d'i aver ospitato 25 mila, a abitanti, sarebbe stata il grande sboc-1 o co di un popolo numeroso stabilito e nelle valli fra il lago Taupo ed il - ma.re. Ma in questo caso la catastrofe a avrebbe mietuto un numero molto\a-, Ms«7n "din'an"* ' in*' cÓMa~" or'onr'o'Tn -!paSian ,nnam niJo dato il clima e la fertilità della terra, - dovrebbe accogliere una popolazione a altrettanto densa di quella che abita - i„ 1<in,,- j„i cni i,f,,-ani^> e|Ie 18016 del m bfivallwi Comunque Napier era chiamata laUNizza o la San Remo zelandese, con,^i<ia^ stagione. Mal ne incoglie loro ^1 Poic.1?c 1?. generazione dei Pirano, fa e . o e'miglia forj»ine tLrt",°„na;„*Ì?i,,nta.il i|Na01er da mezzo secolo, caccia e cat tura le mostruose passeggi ere attraverso vicende che meriterebbero una diffusa descrizione. Una volta i Pirano erano si può dire i soli cacciatori i|hiie dei potenti getti d'acqua lanciati i La zona punteggiata è quella devastata dal terremòto.

Persone citate: Hawke, Hawkes