Punti fermi e punti controversi in merito alla Conferenza del disarmo

Punti fermi e punti controversi in merito alla Conferenza del disarmo Punti fermi e punti controversi in merito alla Conferenza del disarmo Botta e risposta tra Briand e Curtius - L'ultima giornata della 62a sessione del Consiglio della Lega -■ Le questioni della minoranza tedesca in Alta Slesia, e un caloróso appello di Henderson Ginevra, 24 notte, (Due lunghe e laboriose^ sedute:hanno permesso oggi ài Consiglio della Società delie Nazioni di esaurire l'ordine del giorno, e di chiudere così, nello spazio della tradizionale settimana, la sua sessione. Nella seduta antimeridiana, Quimones de Leon ha presentato la relazione in merito alla Conferenza! generale del disarmo. Questa relazione ripete i tre punti approvati nella seduta segreta'di ieri; e cioè: 1) che la Conferenza generale del disarmo si aprirà il 2 febbraio 1932, cioè subito dopo l'ordinaria sessione di gennaio del Consiglio; 2) che la sede sarà Ginevra, purché il Segretariato generale sia in ni, telegrafi, ecc., che questa città {sGiqsprccadGa'potrà offrire ai delegati e alla stampa; 3) die il presidente della Conferenza'sarà nominato nel corso di una-prossima sessione del Consiglio, nell'intesa che nel frattempo l Segretariato generale, di concero col relatore dei Consiglio sulla ques'ione del disarmo, intraprenda primi lavori per la preparazione tecnica della Conferenza. Postille alla relazione e schermaglie Henderson, nella sua qualità di presidente del Consiglio, ha messo n Luce l'importanza della decisione : « Tutti i membri del Consiglio sa-, ranno felici die sia stato possibile °ottenere questo risultato, e che la cgrave questione del disarmo entri icosì finalmente nella via della rea-lzizzazione. Ma tutto dipenderà dalle ' Pcifre che saranno inserite nella qcóhvenzione. Bisogna che queste ci-1 dre segnino una riduzione impor-|lante sulle cifre attuali. Per giun- ggere a questo risultato, è necessa-1 rria una preparazione della Conferenza, il Governo britan hico si è già impegnato su questa via. Noi facciamo vivo appello a utti i Governi di prepararsi egualmente », Dato che l'accordo virtuale del Consiglio era già precedentemente minuziosa dqdpsnpacquisito, non si riteneva che ìa'jsquestione dovesse dare luogo a un|snuovo dibattito. Ma Curtius, sotto'c'assillo degli attacchi a cui lo han no fatto segno in questi ultimi giorni i giornali di destra, ha colto il pretesto per una riaffermazione dela nota riserva tedesca: « Si potrebbe intendere, dalle paole del nostro Presidente — ha deto Curtius — che il progetto di conenzione a»tituisca un obbligo per Governi. Ora è bene chiarire che uesto progetto non è stato neanhe approvato dal Consiglio. Nelle sservazioni die io.ho formulato in una precedente seduta, ho già contatato che il progetto in. parola non lega nessuna parte. Il sitema del disarmo è ancora apero, e dovrà ancora esser discuso. Sotto questa riserva, io posso ssociarmi alle osservazioni del sinor Henderson ». Briand ha preso allora le difese el progetto di convenzione: « Se il lavoro della Commissiono preparatoria — egli ha detto — doesse essere considerato una cosa non'seria; se d'altra parte si avese l'intenzione di riprendere le di Z&£ZS*#£ .1, S^wX™BHSSSi^ !S?.v^*Ì!_b!?...cJn: Pque anni, si finirebbe per elevare davanti ai risultati che tutti i popoli si attendono, un ostacolo molo grave, che farebbe temere per 'esito della Conferenza stessa; e noi ci troveremmo di fronte alle notre ' responsabilità. Per riuscire, bisognerà fare gli 6forzi necessari; e sarà allora che si potrà vedere hi siano coloro che vogliono reaizzare gli impegni dell'art. 8 del Patto )>. Curtius controreplica che sarà appunto interessante vedere alla Conerenza del disarmo chi siano quelli he vogliono veramente realizzare gli mpegni contenuti nell'art. 8 del Pato. Nessuno più della Germania desidera che qualche cosa di positivo e di reale sia fatto sulla via del disarmo. Ciò che egli ha tenuto ; mettere in chiaro, è il fatto che il progetto di convenzione non costiuisce una base giuridica. npdsgvprdnmvvnpreseaScsssnIlntpatnapp"1Dalla schiavila In Libarla * allo questioni di Monti il Consiglio ha quindi ripreso in esame la questione dell'inchiesta inernazionale sulla esistenza della schiavitù. e del lavoro forzato nel erritorio della Repubblica di Liberia. E', stato deciso di nominare, un Comitato, composto dei rappresenanti della Germania^ dell'Inghilterra) delia Francia, dell'Italia, della Liberia e del Venezuela, con lo scopo di studiare il problema e i mezzi atti a facilitare al governo della Liberia le riforme necessarie per aboire definitivamente la schiavitù e il avoro forzato, evantualmente attraverso una forma di assistenza finanziaria e amministrativa della Società delle Nazioni. Con l'intervento dell'on. Suvlch, presidente del Consiglio finanziario della Società delle Nazioni, il Consìglio esamina successivamente lo studio preparato dai periti finanziari, in merito al problema della distribuzione dell'oro, e decide di comunicare tale studio ai vari governi. La seduta pomeridiana ha avuto nizio con la preparazione della reazione del delegato jugoslavo in merito al progetto inteso a limitare la labbricazione degli stupefacenti. Il progetto è etato elaborato In questi giorni d'alia Commissione consultiva del traffico dell'oppio. L'approvazione del progetto in parola sarà devoluta a una conferenza per la limitatdone degli stupefacenti, prevista per l 27. maggio venturo. popò avere deciso di iscrivere alPordine del giorno della prossima Assemblea la questione della nazionalità delie donne maritate; il Consiglio ha discusso lungamente la questione dei rapporti tra Lituani e popolazione di lingua tedesca nel territorio di Memel, che, tome si sa, è posto sotto la sovranità binaria con la garanzia di patri i- dtGfcsaardpncCigmnrittcCsrtsqrTpSidsmr colati autonomie. La questione dà uogo a una vivace schermaglia tra l rappresentante della Lituania e quello del Reich, che naturalmente ha assunto il patrocinio della popoazione tedesca a Memel. In relazione al desiderio manifestato da alcuni membri del Consiglio, di terminare possibilmente stasera la sessione, i due contendenti non si oppongono a che la discussione sia sospesa, e la questione rinviata nd una prossima sessione. Il giapponese Josoizava riferisce per l'Alta Slesia Tra la più viva attenzione il relaore sulla questione dell'Alta Slesia, eller Yolksbund, egli rileva che il Governo polacco non ha negato che ncidenti si siano verificati. Per uanto riguarda gli attacchi di cui ono state oggetto le persone e le proprietà di membri della minoanza tedesca in Alta Slesia, rileva he i fatti segnalati permettono di oncludere per una infrazione degli rticoli 75 e 83 della convenzione teesco-polacca di Ginevra. Dato che il Governo polacco ha annunciato che zioni giudiziarie sono in corso nèla maggior parte dei casi, Joscizava >u «ssume del Consiglio, in una ompie a relazione, i risultali delle nchieste ordinate, nonché delle saninn> ? del,e misure di indennizzo rese in seguito a tali inchieste. Per uanto concerne le responsabilità inirette, il relatore ha messo in luce e responsabilità particolarmente gl'avi delle autorità polacche, dato obbligo del rispetto scrupoloso dei iritti delle minoranze: « Le autorità — ha detto — per uanto in alto siano collocate, non ovrebbero poter essere sospettate di rendere parte alle lotte politiche, oprattutto quando tali lotte rivestoo un carattere minoritario. D'altra arte, si ha l'impressione che l'as ociazione degli «insorti della Sleia» sia dominata da uno spirito he non è tale da facilitare il riav ™11»* severo nei riguardi della olonia, produce una profonda ini¬ i-onnno cIipìI rnnsiirlir, rirondn t ttn !iopone cne U consiglio prenda atto elle misure prese, esprimendo il de- iderio che il Governo polacco vo- lia dichiarare, prima della prossi- icinamento dei due elementi della opolazione dell'Alta Slesia. Nelle egioni miste una associazione a tenenza accentuata dal punto di vista azionale non dovrebbe assolutamente godere di una situazione priilegiata. Il Governo polacco dorebbe dunque prendere le misure ecessarie per fare sparire i legami articolari che potrebbero sussistee tra autorità e associazioni che sercitino una attività politica di queto genere ». Joscizava, dopo avere dichiarato ssere indispensabile che si renda lla minoranza tedesca dell'Alta lesia un senso di assbluta fiducia, onclude che il Consiglio esprima la peranza di potere prendere conocenza, prima della sua prossima essione, delle decisioni del Govero polacco su questo problema. sistema di protezione dello minoranza La lettura del documento, che, onostante la forma impeccabilmene diplomatica, ha un tono indiscu nia, produce una profonda imressione, soprattutto per l'accenno ll'azione svolta dal voivoda di Katowitz, Grazinski, e dall'associazioe degli insorti delVAlta Slesia. Si ttenderebbe una dichiarazione da arte di Zaleski; ma nè il Ministro olacco nè il suo avversario tedesco _ - _ ; omandano la parola. Il documeno, letto dal rappresentante del iappone, è del resto, come si sa, rutto di laboriosissime discussioni, he hanno avuto luogo nei giorni corsi, in diverse riunioni segrete, lle quali hanno partecipato, oltre i due contendenti, i più autorevoli appresentanti del Consiglio. Henerson, che, a quanto si dice, ha restato particolarmente i suoi buoi uffici per dirimere i conflitti, si ongratula con tutti i membri del onsiglio, e particolarmente coi due nteressati, del buon esito ragiunto. « L'opinione pubblica e il Parlamento inglese — egli dice — sarano particolarmente soddisfatti del risultato ottenuto. Nella mia qualià di Presidente del Consiglio socieario ho inoltre la soddisfazione dì onstatare con quale fermezza il onsiglio abbia saputo mantenere il istema della protezione delle minoanze, che fa ormai parte integrane del diritto internazionale. Le quetioni relative all'applicazione di uesto trattato non sono di carattee nazionale, ma internazionale. Tutti gli interessati hanno a questo roposito un dovere e un interesse. e il sistema fallisse, o se la fiducia n esso fosse lesa, noi rischieremmo i essere portati a risultati impreviti. Io indirizzo un appello alla maggioranza dell'Alta Slesia, per icordarle che non è nel suo interes- à a e e i e i o a 6e sopprimere i diritti delle minoranze; e nello slesso tempo io mi rivolgo alla minoranza, per ricordarle che è nel suo interesse di lavorare col Governo sotto il quale essa deve vivere. 1 risultati di questa doppia azione porteranno a realizzare in forma definitiva il sistema dei trattati delle minoranze elaborati nel 1919». Probabile colloquio Brandi-Curtius Dopo di che, la sessantaduesinm sessione del Consiglio è dichiarata chiusa. Domani avranno luogo le partenze dei rappresentanti dei diversi Stati, che, in seguito alla riunione della Commissione europea. r pomeriggi partirà Curtius; e nella riotte S. E. Grandi. A quanto si dice il Ministro italiano avrebbe ancora domani, nella mattinata, un incontro con Curtius. GUIDO TONELLA. La questione del presidente della Conferenza del disarmo Parigi, 24 notte. Sebbene Ut-land non abbia ancora lasciato Ginevra, i giornali traggono !le .ultime conclusioni dagli episodi li llaii (lelUl se.ssiolie cercando nutural- mente di pescarvi argomenti a rincalzo delle tesi preferite. La stampa ligia a Briand trova 'che il capo del Quai d'Or- say riesce vincitore su tutta la linea, secondo il solito, in che cosa però consista tale vittoria, nessuno lo dice chiaro, proferendo esortale il pubblico a credergli sulla parola. L'ultima questione dibuttuta a Ginevra eia, come tutti sanno, quella del presidente della Conferenza del disarmo. 11 rinvio della sua nomina alla sessione di inaggio non può certamente venire considerato una vittoria del rappresentante della Francia. La questione rimane impregiudicata, e in tre mesi e mezzo le due parti avranno tempo e modo di combattere per il trionfo delle tesi rispettive, o quanto meno per impedire il trionfo della tesi avversaria L'Echo de Paris scrive prudentemente che è temerario ritenersi fln d'ora sicuri che l'aggiornamento della nomina servirà a facilitare la designazione di Benes, voluta da Briand, e che è invece possibilissimo che italiani e tedeschi mettano a frutto la dilazione per spingere innanzi la candidatura di un americano. «Vero è — soggiunge il giornale — che Washington ha risposto finora in modo piuttosto riservato alla domanda rivoltagli.. Ma l'ultima parola non è ancora detta; e l'irresolutezza degli Stati Uniti è forse effetto dol modo poco abile in cui MocGilligan ha sollevato la questione. Comunque sia, questo piccolo preludio la dice lunga sulle dispute che nasceranno l'anno prossimo ». E il Figaro aggiunge: « Qui vi sono nè vincitori nè vinti. La Germania chiedeva che i membri, al momento della Conferenza, procedessero .alla elezione del. ■ presidente. L'Italia' voleva che un Comitato di tre membri vfosse eletto fin d'ora per preparare la riunione. Da parte nostra desideravamo che il Consiglio, nel corso di questa sessione, scegliesse Benes a presidente. Nessuno ha quello che voleva; ma ciascuno ha fatto naufragare il progetto del vicino». Il silenzio del Temps e del Journal des Débats conferma come l'interpretazione data dai due organi del mattino alla mancata nomina di Benes sta la sola possibile in questo momento, anche da parte di giornali francesi. E' d'altronde verosimile che il Quai d'Orsay abbia dato alla stampa la consegna di non fare per ora soverchio rumore sull'affare Benes, per non avere l'aria di tenerci troppo Non è infatti chi non veda come l'ostinazione della Francia ad assicurarsi il posto di comando della Conferenza del disarmo, per il tramite di uno dapfcc àf{ PJ^F1 vassalli più fedeli, sia a ; in ì t Vinili^ ni-Av/i Hnlln r/vinen flctnni -ì l l i o a o a r più bella prova della scarsa fiducia che anche Parigi nutre sul carattere pacifico' della Conferenza stessa. CI sarebbe forse bisogno eli litigare tanto per la scelta di un presidente, se la Conferenza del 2 febbraio 1932 si presentasse come una discussione veramente libera fra Stati veramente eguali? La lotta per il seggio presidenziale è il chiaro segno che chi tiene ed accaparrarselo si propone di sfruttare la Conferenza a proprio vantaggio, e non a vantaggio della comunità. Profondamente giustificata è dunque la tendenza dell'Italia e della Germania, nel sostenere la candidatura di un presidente americano, 11 solo che, come nelle conferenze finanziarie, sia in grado di fornire a tutte le parti interessate la garanzia di una almeno re lativa imparzialità. Bisogna opporsi a tutti i costi alle candidature di ministri di Stati alleati della Francia, o di ambasciatori di altre potenze accreditati a Parigi, quali il Quinones de Leon o il Politls, entrambi Intimi amici dì Briand, candidature che, se approdassero, costituirebbero per le potenze che non fanno parte della costellazione politica dominata dalla Francia un pericolo, 6Ulla cui gravità non è lecito farsi illusioni. Fortunatamente la tesi che Italia e Germania difendono è troppo conforme al buon senso e alla giustizia perchè gli Stati Uniti non si rendano conto della necessità di concorrere a farla trionfare: solo modo di evitaie che la Conferenza del disarmo abbia a pigliare una piega che non potrebbe se non condurre l'Europa a conflitti paurosi. C. P. fLOmshlOcncbtsHvpaecgcplccmllphm