Maria De Solms-Rattazzi e suo libello

Maria De Solms-Rattazzi e suo libello Maria De Solms-Rattazzi e suo libello o o o a e, t e o i o è a e n o Nobiltà di lignaggio, sfolgorante bellezza, ingegno poetico e caratteristica originalità resero la principessa Maria De Solms una delle figure femminili più famoso dell'ottocento. Noi la ricordiamo per i suoi versi esaltanti l'Italia e por avere legato il suo nome a quello di Urbano Rattazzi che già maturo d'anni, inebbriato dal fascino di lei, la volle sposare appena ventottenne e vedova da quindici giorni soli. Nata, da Letizia Bonaparte, figlia di Luciano, principe di Canino, sacrificata a quindici anni ad un conte alsaziano. Federico De Solms, di famiglia illustre, a lei poco adatto, vide, non ancora ventenne, nell'inizio del secondo impero, prostrarsi ai piedi una, folta schiera di ammiratori. Possedeva essa, secondo le testimonianze dei contemporanei, lo sguardi cosi ammaliatore ed aite tanto squisita nei modi e nei conversare che nel suo salotto convenivano in lolla gli uomini più celebri del tempo prodighi a lei di sospiri, di madrigali, dl parole appassionate. Pare che lo stesso Imperatore non si dimostrasse del tutto indifferente ai vezzi della bella cugina: bastò lieve sospetto perchè-'i'IinperatPice--Eugenia, punte dalla gelosia, trovasse pretesto in certe tendenze frondiste rivelate nel salotto della De Sòlms. per farla allontanare dal suolo francese. Venuta in Italia essa ne fu inébbriata; romantica com'era, le piacquero il clima, le città, i costumi, la storia, la gente. Fisso la sua dimora prima a Nizza, poi ad Aix-Les Bains. Appena ventenne già ora cinta dall'aureola della fama. D'ogni parte le giungevano lettere ardenti in omaggio alla sua grazia ed al suo ingegno. Persino Victor Hugo dal suo eremo di Guernesey esaltandola come un capolavoro divino le confessavi d'esserne ebbro, ammaliato: il Lamennaàs. anch'egli verso il tramonto, ne invocava' l'amicizia con simili frasi : a Voi dovete essere inebbrlata di incenso, mia cara fanciulla: siete si buona, si giovane, si bella, che slmile ad una divinità sarete adorata ed idolatrata. Mi volete per amico vero? Volete voi. che la nostra corta conoscenza non sia che una varietà dei vostri divertimenti? Risolvete con ima parola». Il Beranger la definiva una delle più preziose figure del tempo, la seduzione incarnata. Sul soggiorno della De Solms ad Aix-Les Bains lasciò belle pagine Emilio Sue che da Annecy si recò sovente a visitarla. Ad Aix la De Solms, nel fiore della sua bellezza, trionfò come una regina; attorno a lei si raccolse in piccola Corte una folla cosmopolita di personaggi illustri, di letterati o di artisti a farle omaggio ed a sospirare d'amore. Si era fatta costruire un grazioso chalet con un salone capace di 400 persone ove si davano feste fastose, banchetti, rappresentazioni teatrali : sulla scena si giocavano ' commediole della De Solms e da attori celebri si recitavano versi di lei ora. languidi di tenerezza, ora pungenti di finissima ironia. a ata ci eUrbano Ratiazzì innamorato 11 salotto della Do Solms a Torino, all'Hotel Feder, accolse in breve il fiore del mondo politico ed intellettuale. Fra i frequentatori più assidui sì distinse Urbano Rattazzi che dapprima attratto dall'illusione di poterle carpire segreti del Gabinetto francese fini poi per accendersi per lei di passione ardentissima. Torino ne rise, avversari politici non gli risparmiarono mordaci frizzi, amici suoi s'inquietarono per la figura ridicola cho egli faceva. Il 18 gennaio 1863 il generale Agostino Petitti scriveva in lettera inedita al generale Alfonso Lamarmora: 1H0 visto Rattazzi di ritorno dal La • go di- Como, dove aveva fatto una « corsa per vedervi la Solms di cui è • innamorato come se avesse 18 anni. « Anche questa è una disgrazia per lui, «come uomo politico, imperocché la « mentovata donna è un'intrigante e a colle sue relazioni colla famiglia Imu periale da una parte e eoi rossi dalli l'altra, lo compromette. Per altra par< te alla sua età presta alquanto al ri» dicolo il vederlo Correre dietro e gerii vire di cavaliere ad una donna tanto ■ perduta di riputazione » Appena la De Solms rimase vedova. Urbano Rattazzi, maljrrado i tentativi degli amici intimi e del Re stesso per distoglierlo dal suo proposito, la volle sposare. Le nozze furono celebrate nella chiesa di San Filippo La catena coniugale fu al Rattazzi di grave peso; dal giorno del suo matrimonio, ci narra nei suoi ricordi Michelangelo Castelli, mutò il Rattazzi genere di vita ed egli, cosi alieno da ogni sfarzo, dalle feste, dalla società del gran mondo, lo si vide adattarsi a tutte le stravaganze ed alle abitudini eccentriche e talora scapigliate della moglie. « Bicheville » Qualche anno dopo, nel 1867, la Rat-nsrsdtazzi, colla sua penna mordace provocò un grande scandalo politico chesuscitò grande clamore e forni materia gustosa ai giornali umoristici edalle caricature del tempo. Nei ritrovi mondani e nei salotti di Firenze, la r e i a à i - nuova capitale del Reprno. la Rattazzi sfolgorava, cornerai solito, per lo spirito, per il brio e per l'eleganza. Una sera osò presentarsi1' ad un ballo, in casa Pertizzi, quasi nuda, in costume di Arianna, vestita di una semplice pelle di pantera. Tale stravaganza allontanò da lei le dame scandolezzatfi, e la. Rattazzi, pun ta sul vivo, si vendicò atrocemente pub blicando a Parte! un romanzo a chiave dal titolo «Bicheville», nel quale l'autrice, fingendo di viaggiare per le vie che conducevano al Paradiso scopre una città che battezza con tale nome La città è Firenze ed i personaggi che vi sfilano sono„ per .allusioni eviden ti, fiorentini. Le. dame fono le più bistrattate e la satira contro l'ambiente dipinto di facili costumi, è pun genie. Il libro sarebbe forse passato Inosservato se proprio allori, nell'aprile del 186T, non fosse scoppiata la crisiministeriale che, travolgendo il barone Ricasoll, per la questione ecclesiastica, porto al potere, per opera della Sinistra, Urbano Rattazzi. Ma il libello forni.subito agli avversari politici.una arma efficace di opposizione. Scriveva dlifatti Giovanni r.anza, a Michelangelo Castelli il 12 aprile che 1 Toscani avevano accolto ostilmente il nuovo Ministero, specialmente per il libro stampato dalla De Solms contro l'alta società femminile fiorentina, in cui erano narrati fatti scandalosi, veri o verosimili, contro le principali damo fiorentine. Il povero imarito. scriveva il Lanza, « appena fu incaricato di formare il Gabinetto, si affrettò di far ritirare tutte le ^opie dell'esecrato li bro, ma ciò non impedì che ne rima nessero in giro parecchie, che sono avidamente lette; nella diplomazia mu liebre s'è fatta una Irosa coalizione contro la moglie del nuovo Presidente del Gabinetto, ohe non potrà a meno d'influire pure sui- rapporti diplomatici ». Una lettera inedita di Antonio Panizzl Era capitato in quei giorni a Firenze Antonio Panizzi che da parecchi lustri onorava a Londra il nome italiano nella direzione del celebre « British Museum » e pel fervore con cui sostene va in Inghilterra gli interessi nazionali. Colpito dai rumori di quello scandalo politico, riferiva, il 29 aprile, in lettera che fa parte di tutto un suo carteggio Inedito con Emanuele D'Azeglio, di prossima pubblicazione, i particolari del fatto e le sue conseguenze: « Se non sapete una storia scandalosa che qui ci ha giustamente tutti coni mossi, ve la dirò io sommariamente. La moglie di Rattazzi ha fatto stampa, re col suo nome un libro: è un roman zo intitolato Bicheville... Bicheville è Firenze e una quantità di persone le più rispettabili sono messe in scena sotto nomi finti ma che tutti riconoscono e dipinte in colori atrocemente vili e sporchi. Il m.se Pepoli ha creduto vedervisi ed è rimasto qui per domandare soddisfazione al marito. II Re vi si è intromesso ed una specie di Corte d'onore è composta di Arese, il gen.Bixio, il sen. Cadorna e lì gen. Bri-gnone. I quattro sono stati unanimi nel dire che Pepoli aveva ragione di domandare soddisfazione a Rattazzi, che questi era seccato a darla, ma dopo che cessasse essere Primo Ministro. Che resta dunque al Rattazzi a fare se non dimettersi e battersi? Peggio per lui che egli stesso sfidò e si batté con Minghetti quando era Primo Ministroil quale Minghetti diede al Re la sua dimissione prima di battersi... ». Le caricature del tempo Sul ghiotto episodio politico i giornali umoristi del tempo furono spietati nel morderò con caricature e motteggi. Lo matite di Mattarella nel «Lampione* di Firenze e di Casimiro Teja nel « Pasquino » si sbizzarrirono in felicissime trovate che fecero sbellicare dalle risa. Un giornaletto torinese, itrisettinianale « Buonumore », rappresentò la caricatura di Madama BichevilIe-Rattazzi vestita di una pelle dserpente, che andò a ruba in Torino. In altro numero lo stesso giornale alla domanda che cosa fosse l'emancipazione della donna, rispondeva che era la libertà por la moglie di fare ogni sorta di corbellerie, salvo al marito di sop portarne le conseguenze. Una caricatura di Mattarella nel « Lampione » rappresentava le lamentazioni di Geremia personificate in Rattazzi che male diceva il talamo matrimoniale che ave va trovato seminato di spine, di romanzi e di creditori; un'altra di Teja ne« Pasquino » raffigurava 11 Presidentdel Consiglio che prendeva lezioni dscherma fior difendersi da. spadaccinassoldati da ben 3-i dame fiorentinvendicatrici L'incidente fini in una bolla di sapone, ma perchè il temporale si dileguasse dovette il Rattazzi consigliaro-alia moglie un viaggio in Svizzerae | mentre le impazienze garibaldine add i densavano sul capo di lui una ben più grande bufera, quella che portava poa Mentana. ADOLFO COLOMBO.