Memorie di un pirata

Memorie di un pirata Memorie di un pirata Le avventure del « terrore dei mari » = 150 navi silurate * Il mistero del veliero spettrale = Come si vive nei sommergibili = Due siluri italiani « precisi come la morte » = Una notte terribile = Misteriose invenzioni tedesche à a i VIENNA, gennaio. Mio Dio:' non dirò che si tratti di un pirata dello stampo degli eroi di Salgari, o di quelli ch'erano al di fuori Ielle leggi di tutti i paesi, ma poiché lui stesso chiama sè e i suoi compagni: « Kaiserlich deutsche Piraten » (pirati imperiali tedeschi), lasciamo passare con questo nome il capitano di corvetta Max ValentLner, il quale nel libro • Der Schrecken der Meere » (Il terrore dei mari), edito a Vienna dalla casa Amalthea, ha voluto narrarci le sue avventure ài cornando di sommergibili, durante la guerra mondiale. Il vino salato A quel tempo, il valore d'un comandante di sommergibili si misurava sulla base del tonnellaggio nemico distrutto: il capitano .Valentiner segnò in complesso al suo attivo circa 150 navi di varia bandiera, per 420.000 tonnellate. Dal punto di vista Strettamente bellico, una cifra; e noi saremmo disposti a congratularci col bravo exavversario, se, a tratti, nel parlarci dalle sue imprese, non peccasse d'inutile vanteria e non scrivesse frasi scherzose di pessimo gusto, come quésta, da lui adoperata a proposito di una nave norvegese che per lungo tempo l'aveva rimorchiato e gli era, in molti modi, riuscita utile : c In segno di gratitudine per i servigi che mi aveva reso, la mandai a picco, giacché nel ventre conservava ancora tutto il contrabbando...». Una nave è una cosa senza anima, d'accordo: però gliene danno una i marinai. Un piroscafo che affonda non dovrebbe strappare sorrisi e motti all'affondatole. Altro interesse destano le osservazioni di carattere tecnico fatte dal Valentiner, vedendo le sue vittime som mergersl: ad esempio, egli ci dice di non aver, mai notato la formazione, attorno al rottame, del famoso terribile gorgo che trascina quanto vi ca piti. Nel punto in cui una nave scompare, non vengono a galla che molte bollicine, e spesso travi, e altri ogget ti in legno, i quali, emergendo con violenza, certo potrebbero ammazzare un nuotatore. Sovente egli ha sentito sott'acqua una sorda esplosione, attribuita o allo scoppio delle caldaie, oppure aila pressione dell'acqua che sfondava le pareti dello scafo. Nell'ultima fase della guerra, nel Mediterraneo s'incontravano a tutto andare resti di piroscafi, tavole di legno, imbarcazioni di salvataggio, recipienti e barili di vino a non finire: l'equipaggio del Valentiner, quando 1 bai-ili non erano troppo grossi, cercava di ripescarli, ma quel vino non era mal bevibile, giacché l'acqua salata aveva fatto presto a guastarlo. Una volta, nel Mar Nero, il Valentiner vide dii botto ritornare a galla un piccolo veliero: il fenomeno, che aveva dello spettrale, era dovuto al carico di carburo di calcio. Mescolandosi col carburo, l'acqua aveva generato del gas, che di rimando aveva costretto l'acqua ad uscire dallo scafo, attraverso i buchi aperti dal proiettili. Allora il sommergibile riprese a bombardare e fece bruciare il gas con fiamme altissime, finché il veliero s'immerse per sempre. In sommergibile s'invecchia Quando il Valentiner sbarcò, dopo 139 giorni di navigazione, daU'.ultimo sommergibile da lui comandato, non era più capace di camminare: quasi (osse invecchiato di cento anni, 8 ogni passo gli toccava fermarsi, o riposarsi sopra un sedile. La vita a bordo di un sommergilhiile determina, alla lunga, anche conseguenze del genere, le quali sono, del resto, le più benigne: il Valentiner afferma che quasi tutti i suoi colleghi finirono col soffrire di torti 'disturbi nervosi. Un ingegnere macchinista a bordo del suo « U 38 » impazzi : sulle prime apparve assolutamente apatico, tanto che il macchinista ebbe a sbrigarsela sempre da solo, poi si dovè sbarcarlo e mandarlo in un manicomio, dove la morte Jo raggiunse a scadenza di poche settimane. Non di rado il maltempo costrinse il Valentiner a calarsi sino a sfiorare il fondo del mare con la sola prua, per avere un po' di tregua e riposare. A bordo si viveva sotto la continua influenza delle esalazioni del petrolio adoperato dai motori. Sui finire della guerra, allorché gli americani ebbero inventato apparecchi sensibilissimi mmvdpfqpcgcecprtadHmlLscgnplnsmdnpnMpche registravano sott'acqua ogni tu- n l o 1 n . n a a n o o o n i 8 rù e ol n o rl e nre e e a, e. a o a emi , coi spano presto 1 sommergibili, la vita nell'angusto fuso divenne quasi intollerabile, essendosi dovuto fermare i ventilatori. L'autore del libro comandò, uno dopo l'altro, tre sommergibili, e il primo fu l't U 3 », il secondo l'« U 38 », col quale debuttò tentando la grande impresa di fare evadere da un campo di concentramenito britannico dei colleghi che con l'aiuto di temperini, forchette, cucchiai e strumenti primitivi erano riusciti a scavare un tunnel. Il capo del gruppo dei prigionieri, capitano von Hennig, aveva fatto sapere», all'Ammiragliato tedesco che aspet tava la nave incaricata di prenderli a bordo nella notte dal 23 ai 24 agosto del 1915, al largo del faro di Ormes Head. L'Ammiragliato spedi due sommergibili invece di uno, però il Valentiner rimase, per ultimo, solo L'impresa falli perchè il faro indicato sorgeva al sommo d'una ripida roccia: von Hennig e altri'due compagni avevano felicemente abbandonato il campo e raggiunto il posto conve nuto, ma dall'alto deMa scogliera non poterono scoprire' il sommergibile un po' al largo, nè avrebbero potuto, nella fitta oscurità, calarsi lungo la ripida parete fino alla spiaggia. Per avere affondato in soli tre giorni, a cannonate e non silurando (un siluro costava la bellezza di 30.000 marchi) 75.000 tonnellate, verso la fine d'agosto del '15 il Valentiner venne premiato con l'invio, a sua richiesta, nel Mediterraneo. Li ebbe, sul princÌT pio, grandi successi, perchè la difesa non era ancora organizzata come nel Mare del Nord e perchè a bordo del piroscafo Woodfleld apprese da una lettera del Comando deMa base navale britannica di Gibilterra, la rotta consigliata ai oiroscafl fra Gibilterra e Malta, per sfuggire ai sommergibili tedeschi: naturalmente il Valentiner andò a mettersi subito su quella rotte e fece stragi. Del primo piroscafo italiano da lui affondato non et dà il nome, soltanto scrive che l'attaccò innalzando bandiera austriaca, essendo l'Austria già in guerra con l'Italia, mentre la Germania, ufficialmente, ancora no. Altre sue vittime italiane furono l'Ancona, di 8000 tonnellate, ed il Firenze, di 6000. A bordo dell'eco na si trovavano, quando affondò, molti passeggieri e l'autore della catastrofe se ne duole, tuttavia aggiungendo che in guerra incidenti simili non possono essere evitati. Dice che l'equipaggio italiano perse la testa, indi sentenzia che c se gl'inglesi non avessero dato la caccia ai sommergibili tedeschi con sorprese e diavolerie di ogni genere », lui avrebbe mandato a bordo dell' Ancona il suo equipaggio, per far calare in mare le imbarcazioni, e non sarebbe, stato diffidente. Il signor capitano esagera: da buon pirata imperiale tedesco, è chiaro ch'egli ha fatto il suo dovere; ma che poi si sia aspettato da parte nemica riguardi e cortesie e strada libera per i sommergibili tedeschi, questo è un po' ingenuo. Vita dura nell'Adratico Dal Mediterraneo l'« U 38 » passò nell'Adriatico, dove s'accorse .subito che si stava sul chi vive: in vista delle Bocche di Cattaro si senti fischiare, prima rasente la poppa e poi a due metri da prua, due siluri italiani, « con la precisione delia morte ». Per sua fortuna s'era fermatoaltrimenti, dice.i due siluri avrebbero infallibilmente colpito. Desideroso desprimere un giudizio sulla scomparsa marina austro-ungarica, ,si manifesta ammirato del Corpo degli ufficiali, ch'era esemplare. Per disgraziaagli alti comandi stavano ammiragltroppo vecchi. li comandante della flotta, Haus, che godeva fama di grande tattico e stratega, e soltanto mancava — dite pocol — di spirito d'iniziativa, aveva superato la sessantinaVolendo, Haus sapeva essere assasarcastico. Una volta mandò, con glopportuni mezzi, un ufficiale superiore, un conte, a recuperare un som mergibile italiano, nella nebbia are natosi presso Pola. Il conte, preso arimorchio il sommergibile, si accinsea ritornare a Pola, ma appena in alto more vide la preda andarsene tranquillainente a novanta metri di pròfondita, perchè gl'italiani, avanti dabbandonare il battello, avevano aperto una valvola sotto la chiglia. Quando Haus ebbe ascoltato il rapportoguardò iu faccia l'ufficiale e gli disse : «E adesso, caro cinte, di chi lau-1colpa? ». Il conte, costernato, rispose i i o o o n n n 0 e e , T a l l a aa a i r to il no a, e, e d o lanli e a, n ienimfia aa eieMia, evidentemente, Eccellenza». « No, conte — replicò l'ammiraglio, — tutta mia che'ce l'ho mandato ». Bombe e reti Le bombe subacquee e le reti furono, per i sommergibili tedeschi, 1 più terribili nemici. La conoscenza delle bombe, regolabili in modo da scoppiare a 10, 20 o 30 metri al di sotto della superficie, il Valentiner la fece nelle acque turche. Quest'alma, egli scrive, ha certo distrutto un centinaio di sommergibili tedeschi, giacché il sommergibile che si fosse trovato ad alcuni metri da essa al momento dello scoppio era perduto, Un'altra sgradevole sorpresa gliela cagionarono, nel Mar Nero, i russi, che avevano armato benissimo 1 piroscafi e tiravano con micidiale esattezza. La prima bomba subacquea la lanciò sull'« U 38 » una torpediniera russa, e non demolì il battello proprio per miracolo. Il' tempo trascorso in immersione, mentre i meccanici rimettevano affannosamente a josto ;1 fili dei comandi elettrici e cercavano di far camminare i motori, l'ex-capitano di corvetta non lo potrà dimenticare: fu quella la prima volta in sua vita che, scampato il pericolo, volle bere un cognac. Ma un'avventura ancora più pericolosa l'aspettava al largo di Valona, quando l'attuale reg gente d'Ungheria, ammiraglio Horty Ingaggiò col Novara, uscito poi mal concio dalla mischia, la nota batta glia: sfuggito ad una bomba subac quea che gli aveva soltanto spento la luce, capitò in una rete, e mentre studiava la maniera di liberarsi, si vide arrivare un'altra bomba, poi un'altra... un'altra ancora... Fu una notte tremenda: la sua presenza era stata tradita dal cloruro di calcio che saliva a galla, e per quattro ore 11 nemico non lo mollò. Per sua fortuna, la battaglia che si svolgeva sul mare aperto obbligò gli aggressori a spostamenti. Fra Malta e l'isola di Pantelleria, il Valentiner conobbe, per ultimo, le bombe lanciate da aviatori, però afferma che gli aviatori non costituiscono per i sommergibili il maggior pericolo, giacché riescono ad identificarli solo quando la profondità d'immersiono non superi l'altezza del periscopio. L'organizzazione tedesca Ora vegliamo brevemente riassumere le opinioni di cfuesto autorevole tecnico sui proprii colleghi e sui sommergibili tedeschi durante il conflitto mondiale. Anzitutto egli dice che la maggior parte, dei sommergibili tedeschi andarono in malora perchè i capi difettavano di esperienza, marinara; parecchi, eccitati, sollevavano troppo il periscopio e venivano scoperti e speronati. Per troppa fiducia, cadevano in agguati, e non parliamo delle avarie in cui incorrevano anche comandanti abilissimi. Lui Valentiner, andando all'attacco, se il mare era calmo, cercava di accostarsi immerso al suo obiettivo, fino a distanza di un centinaio di metri. La guerra ha insegnato che i migliori ufficiali erano lineili addestratisi nel comando dei sommergibili in tempo di pace. Quanti sommergibili la marina tedesca abbia perduto, il Valentiner non lo dice : però deplora che nelle Fiandre le rc,li vaganti, nelle quali si veniva presi come aringhe, ne abbiano da sole distrutti 8't. Nel 1018, l'organizzazione tecnica della Germania era, in materia di prò duzione- di sommergibili, perfetta: : cantieri ne potevano fabbricare, mese per mese, fino a quaranta. Certi sommergibili s'immergevano in trenta secondi appena. I cosi detti sommergibi li da crociera, belili e comodi, armati di cannoni da 150 mm. che tiravano a 16.000 metri e dotati di 1800 proiet tili per artiglieria e venti siluri, avevano un raggio d'azione dalle 5 alle 6000 miglia marine, ma erano azio nati da motori troppo deboli: la velocità oraria di 10 miglia si riduceva col maltempo, a 4 o 6. Se c'era tempesta, addirittura non sii avanzava mdbptrnfizraatobazpdsvscpfò o a fioi aro, ro di rifia, li a nnia. ai gli om e a,- se. Questi sommergibili, furono adattati a l-1 di ffuerra solo dopo che l'Ante- pnaiecaagRnsnlmimrgtgbnò rica si fu schierata dalla parte del l'Intesa: se Wilson non avesse ab di condonato *a neutralità, il Valentiner r- avrebbe potuto, coli « U 157 » affidan- t0Sli- l'i™1^'2™ 1 ardimento del capi o, sla e: tano Konig, che col Deutschland, vio lato il blocco, spuntò un giorno a New York. L'autore del libro non rimpiange la mancata trasformazione In comanante d'un sommergibile mercantile ensì il non avere ottenuto uno dei iccoli ordigni che s'immergevano in renta secondi, che sott'acqua viravao di bordo con un guizzo, che s'inschiavano — grazie ad altre invenioni tedesche — degli apparecchi accoglitori di suoni, degli attacchi erei e delle bombe. Presto 1 tedeschi vrebbero perfino posseduto il segreo di lanciar i siluri eliminando le olle d'aria traditrici, né l'avversario vrebbe più potuto accertare la direione dalla quale l'attacco gli veniva, otendo i siluri essere regolati in mo o da arrivare dal basso e' da colpire otto la chiglia. Però su queste inenzioni, che la catastrofe non permie di sfruttare, e su altre ancora, il apitano di corvetta Valentiner, expirata imperiale tedesco, si rifiuta di ornire dettagli. ITALO ZINGARE!. LI. Grave dilemma posto a due cinesi col codino Vienna, 16 notte. La Legazione cinese a Vienna ha negato la rinnovazione dei passaporti a due sudditi dell'ex-Celéste Impero quali guadagnano la vitti col codino esibendosi in circhi equestri e in caffè concerto; per il codino si fanno tirare a una discreta altezza e col codino attaccato ad un anello, scivolano lungo una corda metallica. Nella moderna Repubblica cinese queste cose non sono più tollerate giacché, come ha spiegato il Ministro di Cina a un giornale, ne soffre il prestigio nazionae. Il ragionamento è comprensibile ma i poveri artisti obbiettano che se il sacrificio del codino offrirà loro il mezzo di avere il passaporto è pur vero che senza codino non potranno più guadagnarsi da vivere. Per far valere tanto argomento il segretario dell'organizzazione internazionale degli artisti ha voluto recarsi di persona dal Ministro di Cina e si è sentito rispondere che non solo la decisione è irrevocabile ma die la Legazione di Cina, per farla rispettare, intende sollecitare il concorso delle autorità austriache. Stavolta ù 11 caso di dire: in cauda venenum. » ■

Persone citate: Haus, Head, Konig, Salgari