Alla Corte del Montenegro

Alla Corte del Montenegro RICORDI DI UN REGNO SCOMPARSO Alla Corte del Montenegro VIENNA dicembre. :fili principe Milos del Montenegro, ! pconcedendo ad un giornale inglese!6un'intervista, è riuscito a far nomina-j are, dopo anni di silenzio, il suo Paese. | GIncredibile la rapidità colla quale s'èistdimenticato che sulla sponda orienta-1 ex'° doli-Adriatico vi fu sino al 1918 un [vRc£no del Montenegro, che, scoppia-, bta la guerra ebbe il coraggio di but-jppiccolo alleato: e se il principe Milos ; p oggi dice essere il Montenegro l'uni- j c co stato vincitore trattato dagli ami-1v ci ancor peggio che i vinti, non si può'trdargli torto. Il Montenegro è scom-iil parso come nei giuochi di busso]ot-jTu; il prestigiatore serbo, nascostolo:sc sotto il bicchiere dove già si trovava-Idno Croazia, Slovenia, Voivodina, Ma-jsu cedonia e altri dadi, agitò a regola (m d'arte, per ultimo presentandoci laj Ju„0„]a,5a 6 I jjn Prìncipe cavalleresco vj" •■"■"■fv """u"vl vo».*» i M Ma col passare degli anni il ricordo j G del Montenegro pur si ridesta: chi ta visse laggiù vuol parlare della terra!„ visse laggiù vuol parlare della terra, ugovernata patriarcalmente dal princi-:ape Nicola, e la Corte di Cettigne «a i oo.vi>-i n 1 i mini prnw n i nrtrvia !iVi*sm»irtormai 1 suoi storici, come li hanno _. . . imdi Vienna e Pletrobur- ! 10 mesi or sono, le me- eavuto le Corti go. Segnalammo syuu: « me-,remorie della moglie dun dip omatico,, austrlaco: oggi attìngiamo alla lunga, serie d'articoli dell'ex-generale V adi- ^miro Giesl, che fu ministro d'Austria- ! .... _ ... . , ,nn„ , ,,,.„inUngheria a Cettigne dal 1906 al 1913 ve passò dopo nella stessa^ qualità, a sBelgrado; e anche sul periodo belgra- dese il militare-diplomatico ha pubbli- - cato un buon Hb^, dl rlcord!. % von!= Giesl partl per Cettigne con istruzioni | dell'arciduca Francesco Ferdinando e di i c Aehrènthal i quali volevano cattivan- :s dosi il Montenegro iettare le'basi per la 't realizzazione del programma tria!ista.ile L'arciduca ereditario com'è noto in-itì tendcva dare scacco' al panserbismo, |in! concedendo l'autonomia alle province'^ jugoslave soggette all'Austria; al tem-|d p0 stesso il blocco jugoslavo avrebbe c! dovuto servirgli, entro la Monarchia 'n trlalista, a fronteggiare l'influenza ùn-!mI o-he-ese ; G:" sebbene a Cettigne tutte le questio-!R' nl andassero personalmente trattate1 b1 coi principe Nicola ciò non significa-id va che 'il Gospodar fosse un tiranno 01a principotto medioevale. Von Giesl pre-;1'; S6nta Nicola come un misto di furbe- ! . talvolta arrivava all'insidia, f.e di giovialità innata, ma di caratte-1" re leale e cavalleresco per istinto ediù] eccellente e valoroso soldato. A spie- ! P; gare i contrasti provvede illustrando r|l'ambiente: le molte persone vendu-|t L.egl £lla causa pangerba> quante volte |c j-, sovrano tentava di sottrarsi al loro Ic ! controllo, lo costringevano a cedere !r: minacciandolo delia perdita del trono. in._ ungarico .. I iegBi russi rimasero sempre nell'om- ! m j bra_ gjacCQè onnipotente era l'addetto i militare colonnello Potapdff, che co ; mimicava direttamente con Pietrobur nag I g0T La Russia di allora non differiva ! ni(-ròppo dall'odierna: come oggi nelle n j rappresentanze diplomatiche moscovi-ltlte siede un fiduciario del partito bol-j , Scevico, nel 1906 alla Legazione di pjRuss;a a Cettigne c'era un segretario :m;di nome Diacenlco, abilissimo, da von;S Giesl definito lo <: spirito rector■ » j p deua missione. Secondaria la parte g! sostenuta dai ministri d'Inghilterra e P di Francia, e biasimevole 11 contegno i^idei tedesco signor Eckhardt, che mal-!z;grado l'alleanza creò al von Giesl più!u ostacoli e noie di un nemico. Calorosi!s, elogi vanno all'indirizzo del ministro ; <1 d'Italia barone Squitti, .collega lealeip ed amico fidato >, la cui attitudine ri-; vimaSe la stessa a Belgrado, nel 191*. jl' L'ambiente descritto vale anche ajlspiegare come il von Giesl, pur dichia-j i rando di aver dovuto sostenere col I Gospodar una continua lotta, dica ili principa Nicola uomo notevolissimo e 'pregevolissimo e deplori di non averlo ;d più potuto incontrare dopo la guerraIa mondiale. Dei parenti di Nicola scrive'o|Che le donne della casa Petrovic-Nje- q'gus erano tutte austrofobe; l'austro-; s fobia della moglie, principessa Milena, I t,dalle principesse Verace Xenia. Avyer-|n.sarie fanatiche delle Potenze centralijr cra stata ereditata in particolar modoic erano pure le sorelle maggiori di MÌ-.|^'iena: Milizza, moglie del granduca Pie-1, tro, e Anastasia, moglie del granduca m|Nlcola Nicolaievic. Quanto ai principi, • _ ! Danilo, l'erede della corona, nutriva per ir Austria-Ungheria un'amicizia che con-; P1 vinceva poco, Mirko era russofilo. Le^E mogli dei due principi, Iutta e Natalia,1 tbellissime, si tenevano lontane dalIa;G : politica. ' ;z . . . D jaLa proclamazione (lei Kegno !e: Nei 1910, ricorrendo il clnfluautcsi- p;»^^c^.d!L^?™° fi.^i?' e ^|f!JJ??7r"^t^r^. „r^rt ^^rfim^T ?■ regno, cettigne si preparo leDuriimen ;« alle feste: non disponendo ancora :capitale di un impianto elettrico, von - fe) £to .gì, _ |0se„ul in 0tt0 settimane Dietro sua ; proposta Francesco Giuseppe scrisse a ;P ^ ^erz. di auguri e mandò, e i» regalo a Milena una pariglia di ca- - valli di Lipizza, coi finimenti in argento - dorato. Il_granduea Nicola Nicolaievic, Giesl" trovò a Trieste una ditta che lo|Riproposta, Francesco Giuseppe scrisse a >;Nieola unR ]ettera d, augm,, e maud0 o portò da Pietroburgo il bastone di ma-. resciallo, che il nuovo Re impugnò per o tenere alle truppe un discorso e dire, ffi«*» raltr0: ; Co^ ^uesto bastone io «\ terrò disciplinati e vi guiderò verso la - vittoria». Terminate le feste (alle quali ! erano intervenuti anche Re Vittorio a Emanuele III, il principe Ferdinando dl Bulgaria ed il principe Alessandro :o ,„ B»-ìfi«^ „™ i.«Linn<A „ <-,.,<•. » di SerbIa) ' von Giesl *c™™iò a trat- a ; ex-suddito austriaco diventato il più attivo agente del panserbismo nel Mon- u!—"»'»-!»»"' — l Berchtold. Per contentare tutti, Nicola o-si decise a visitare prima lo Zar" dii- . . .-1 i.;nn^n « nlnlrr.h,,,.:-,, AMia ì e ;«'a iu cosa liscia., v^.i u.ral «i— superare difficoltà a Vienna ed a Cet- a;tigne. A Vienna dovè assicurarsi che|a : a Re Nicola sarebbe stato fatto un ri- \ ine si combinò una lista che non coniprendeva il nome di Tomanovic e ai 6 di giugno il Re parti per Antivari, accompagnato dal suo seguito e da von Giosi, per imbarcarsi sulla Oda : queta nave-appoggio por siluranti era un x-oiro3cafo di lusso, e avendo conservate magnifici saloni e splendide cabine, offriva maggiori comodità delle più moderne navi da guerra. La Gita porto, sali a bordo per invitare Re Niola a raggiungere colla sua barca a vapore Miramare, dove aspettava il reno di Corte. Hohenlohe non volle che l Re salisse in treno alla stazione di Trieste, essendo la polizia riuscita a coprire un complotto: per il viaggio di ritorno si osservarono le stesse miure di precauzione, ma al Sovrano il motivo non fu detto. c. ..... , Signorilità regale 0 0 Montenegro fu ricevuto da Francesco Giuseppe e dagli arciduchi- nel brilantissimo gruppo d'ufficiali si trovava „„ „„„!*„„„ I, ,.;„„„,,„ u„„n,,, un capitano di vascell0i von Horthy. aiutants dl bandlera dell'Imperatore, oggi Reggente d'Ungheria. H program- __ww ™ * 0 ma del soggiorno viennese si svolse a untino; prilna „, chiudere „ capitolo elativa. von Glesl de,,derfl. ricc£dare elativo von Gie3, desidera ricordare munilicenza e ,a signorilità dell'oite. In rtmo , « Nico]a r ^ ò ad accordare quante decorazio . - . c.? — . nl avesse voluto, e gli uffici statali invitati da von Gi's, \ f dei nom, ml. ero assiome una liata ^ piu di 950 decorazioni non erano mi- „__._f„T1„ „ „iof„„ ,„ =a drargentone a pietre false, lo etto fi.^^.,0.1^3? costava, una somma considerevole. La spesa per 11 Sovrano era dunque tutaltro che indifferente. Ma Nicola vole accontentare tutti. Venuto il momeno delIa partenza, il Re desiderò pure, n ossequio all'antica usanza, fare un ^1? .ai camerieri di Corte; animato da «Plnto di economia, von Giesl si fece,day° una tabella delle mance donate neU uItimo triennlo dai principi stram,en ch'erano stati ospiti di Francesco Giuseppe e in base a quella consigliò al Re di elargire una cifra che a lui sembrava decorosissima. Ma Re Nicola ordin0 sublto di dare il triplo, cosi regalò all'incirca quanto il Re d'Inghilterra e ' quadruplo dell'Imperatore tedesco. L ultlma parte dei ricordi del diplo- fatico austro-ungarico riguarda le "uerro balcaniche. Siamo al principio ùella fine: Pur affrontando le grandi Potenze, che volevano costringerlo a ritirarsi da Scutari, Re Nicola solleciava dall'Austria-Ungheria protezione contro alleati serbi, risultandogli che 1 panserbi intrigassero per destituìre 'a sua dinastia e fondere il Montene°ro con Ia Serbia. Ma intrigavano ministro di Germania von Eckhardt non è •diminuito. II von Eckhardt s'era accaparrate le funzioni di aulico consigliere, dicendo al Re che la Germania, non avendo nessun interesse in Albania, fosse l'unica vera amica del Montenegro. n«,in Convocata la Conferenza di Londra per la pace, Re Nicola mandò a chiamare von Giesl; nel gabinetto del Sovran0 n diplomatico ebbe la sorpreS3 d'incontrarsi col signor von g.. dirhifl.rA dl „on egsera P*, ^P03'0 a, Parlar 01 politìca n presenza dl ,terzi' ben conoscendo 1 attitudine umcl&le e personale del coUega tedesco- Cosa avvenne poi a Londra? <• L'ambasciatore di Germania principe Lichnowsky — scrive von Giesl — votava regolarmente contro i suoi colleghi della Triplice e a favore dell'Inghilterra 0 della Russia^. Un Colloquio drammatico Al ritorno dalla Conferenza di Lon- dra- von Giesl trovo a Cettigne un ambiente ostilissimo alla Monarchia: opera di von Eckhardt, gli dissero, il quale aveva anche diffuso la voce che si dovesse a lui l'unanimità delle Po- tenze nella questione di Scutari. Sic- na ruppe i rapporti diplomatici con la rit,ene Cettigne c Berchtold diede or- chè alla fine" di aprile, quando Vieu^l"Si ^darTi^^t^imt a^,am" ,, a^tr^mraMel a mtatetro di aS. mania „ colloquio fra id^ccolle_w „,'„.. ,™ 1 alleati , prese una drammatica Ple,ga- «°°«* accaduto.» chiese von Eckhardt all austriaco, atterrito. «Sta- te invadendo il Montenegro?*. E von Giesl- <;Alei rifiuto qualsiasi spiega- zione. Mi rincresce assai di doverle affidare la tutela dei nostri interessi, ma il tempo stringo ed è troppo tardi per mutare le disposizioni!», Per6' .aebbene » tempo stringesse, ?^otóiare 81 coUe^a a,leato l'elenco dei peccati. I! signor von Eckhardt ebbe una cri ^ „„„ „_J:_ . vano spalla a spalla un mondo di ne- mici- coll'intenzione di vincere, italo zing4relli « nascosf Iatesta fra Ie mani. Von Giesl usci dalla stanza >en?a saIutarlo. Un anno dopo questi can alleati, questi fratelli, affronta¬ ~