Le perplessità di Hoover

Le perplessità di Hoover I DEBITI Le perplessità di Hoover Le perpesstà di HooverjdL Norman. Davi» lojjntój1 ^s«T d«Btaoe..4if AÀiesrolwS itti ÀUbB,ny fra tfqrmalR tìàyjs.' Il fatto 6t' itUìjj^ ha rappresentato -alia Conferenza di Ginevra e partecipato a importanti negoziati col principali governi europei pur essendo membro influente del partito democratico, convince la pubblica opinione americana clic egli debba nei prossimi mesi esercitare un'azione di prim' ordine a Washington fungendo da agente di collegamento fra la moritura amministrazione hooveriana e il Presidente designato. Si sa che Davis gode dell'intera fiducia di Hoover e si stenta quindi a credere che egli si sia recato ad Albany senza essersi prima abboccato col Presidente. (c Abbiamo bisogno del disarmo » Con Roosevelt, Davis ha discusso lungamente di disarmo e del problemi iscritti all'ordine del giorno della Conferenza economica internazionale di Londra e in particolar modo, a quello che si apprende oggi, del raggiustamene delle tariffe doganali, della stabilizzazione della valuta e della rlvalorizzazione dell' argento. Poco di concreto o nulla viene- però rivelato attorno a questi colloqui. Davis ha consentito a dire soltanto che « abbiamo bisogno del disarmo per restaurare la fiducia, poiché essa significa credito e il credito è la dinamo dei traffici e del commercio ». La necessita di ridurre gli armamenti 6 stata riconosciuta da Roosevelt, il quale avrebbe anzi sostenuto che il senso di sicurezza tra le Nazioni crescerà in proporzione diretta alla riduzione degli strumenti di guerra. Sembra poi che si sia anche molto discusso del debiti di guerra, ma non risulta dalle vaghe indiscrezioni odierne che il Presidente designato abbia mutato le sue posizioni quali sono state definite nella sua corrisponderla con Hoover. Il solo esito importante del colloqui appare essere per ora almeno la decisione presa da Roosevelt di non restringere il campo degli studi della Conferenza economica internazionale e quindi di consentire a che essa si occupi tra l'altro anche di tariffe doganali. E' chiaro da questi propositi attribuiti a Roosevelt che egli rimane fermo sul principio che una riduzione dei debiti di guerra debba essere conoessa in cambio di altri concreti vantaggi economici per l'Amerl . ca. e non e quindi del tutto lmpossibi- le che eeli consentirà a vedere intavo-late a Londra discussioni sulle tariffe doganali e sugli stessi debiti di guerra allo scopo di avviare le trattative appunto sul terreno delle concessioni. Per ora non si vede in qual modo potranno essere allacciate trattative fra il governo di Washington e i governi europei, perchè mentre il pubblico americano ha interpretato le lettere inviate da Roosevelt al Presidente quale una chiara offerta di collaborazione alla soluzione del problema dei debiti, Hoover le ha Interpretate nel senso di un rimbrotto e negli ambienti in contatto con la Casa Bianca si afferma che egli ne sia rimasto a tal punto ferito da decidere di rinunziare definitivamente alle esplorazioni preliminari' del problema da lui suggerite nelle sue lettere a Roosevelt. Discussioni intempestive Se non interverrà Davis a ristabilire buoni rapporti fra il Presidente e il Presidente designato, di debiti non si parlerà più fino al mese di marzo dell'anno venturo. Hoover è però persuaso che sia estremamente pericoloso per le buone relazioni tra il vecchio e il nuovo mondo mantenere In sospeso le discussioni sui debiti, poiché egli teme che da marzo a giugno non sarà possibile condurre a buon porto queste trattative di natura delicatissima. Senonchè in alcuni ambienti politici perfino repubblicani si pensa che al perderebbe soltanto del tempo iniziando fin da ora discussioni coi governi delle nazioni debitrici e al tempo stesso si creerebbero frizioni che danneggerebbero forse irreparabilmente le trattative' progettate da Roosevelt non appena egli subentrerà a Hoover alla Casa Bianca. Significativa a questo riguardo è la notizia raccolta dal corrispondente da Washington del Daily Telegraph secondo la quale i leaders del partito democratico hanno espresso il loro convincimento che il nuovo Congresso si radunerà in sessione straordinaria nella primavera dell'anno venturo anzi che alla data regolamentare del dicembre 1933. Sarà, secondo loro, necessario a Roosevelt far conoscere senza indugio le sue vedute circa i metodi per pareggiare il bilancio, provvedere fondi di soccorso agli agricoltori e accelerare la revisione delle leggi sul proibizionismo. Il Congresso sarebbe convocato cosi in sessione straordinaria per l'esame di questi problemi, Se il Governo, per necessità di cose, rimarrà inattivo in materia di debiti, non altrettanto faranno disgraziatamente i legislatori e il pubblico in genere, Oggi per esempio il prof. Filippo Mac Mahon, che non ama l'Europa a dispetto del suo nome, ha sostenuto che le nazioni debitrici europee debbono pagare i loro debiti o in danaro, se possono, o altrimenti in opere d'arte. Mac Mahon di arte sembra intendersene, poiché è professore di essa all'università di New York. In base a queste sue conoscenze speciali, egli sostiene che « moltissimi tesori d'arte europei sono caduti in possesso dei loro attuali proprietari mediante conquiste, depredazioni e confische. Non vi è quindi nulla da obiettare a una richiesta che questi tesori siano ceduti per soddisfare debiti legittimi ». Lo straordinario professore vorrebbe che si pagassero i debiti mediante sculture, quadri, libri e manoscritti rari. « Non dubito affatto — egli aggiunge — che i governi unanimemente e vigorosamente respingeranno questa mia proposta » Il Segretario di Statu Stimson ha la- gelato capire oggi, ai giornalisti che lo Interrogavano, che il Governo americano ha l'intenzione di insistere perone la Francia paghi la rata scaduta il 15 dicembre prima dell'apertura di nuove trattative fcanco-americane sui debiti. B sonatore democratico Hayden, in un discorso diffuso con la radio, ha fatto la proposta che gli Stati Uniti permettano alta, Gran Bretagna di pagare i 100 milioni di dollari del suo debito con 100 milioni di once di argento, alla condizione però — ha soggiunto il senatore Hayden — che nello Stesso tempo l'Inghilterra acquisti un peso equivalente di argento allo scopo di riprendere la coniazione della sua antica moneta d'argento. R. P.