La servetta dagli occhi di cielo

La servetta dagli occhi di cielo ORONACHE 3DEI_. PARADISO La servetta dagli occhi di cielo -{Dal nostro inviato speciale)- e e e a o — a i . a a e a A i a a i : a o n a i e e . e a a e l i , e e hollywood, dicembre. Nei suoi famosi mercoledì, il ristorante Brown Derby (si può citarlo senza timore di fargli grida: sta all'altro capo del globo, e le colazioni vi costano trecento lire Vilna) ospita tante dive e tanti divi quanti potrebbero stare nell'albo di un collezionista. La sala non è grande, e i tavoli, in bei legni chiari, vi sono disposti come in un Pullmann. Data l'angustia dell'aula, occorre che anche di giorno i lumi siano ac fdanoglsdfdbcesi: e sono lampadette tombali,]aspandenti una luce color d'oliva, e'd/?innM\vii7«^n •^•v^-w nvvn rt +Atva ■]' ;l t/TY* ' jnate qua dentro — mi ha detto Francie Borzage, il direttore di Liliom, che è di origine veneta e che ha la facezia feroce. Sinfonia in bianco e rosa Dò uno sguardo alla lista dei cibi, dove ogni piatto porta alla sua destra la cifra delle vitamine, alla sinistra quella del prezzo. Il buono, e il cattivo ladrone! I prezzi sono all'altezza delle divinità, e pei mortali non c' è sconto. Penso all' autista, rossa faccia dì margniffone, che poc'anzi m'ha portato qui, prendendomi cinque dollari per un trattino di quattro chilometri; e penso a Mercurio, corriere dell'Olimpo, che era anche il patrono dei furfanti. Un nume anche lui, insomma, il mio autista rosso di pelo: un dio tra gli dei, magnìfico e indiscutibile. Bisognò pagarlo senza batter ciglio : benché, come Mercurio, non avesse dimostrato d'aver l'ali ai piedi. Eccomi fra gli immortali. Me lì indicano a bassa voce, con gesti accennati, come la mamma in chiesa quando fa ritrovare al bimbo, sul libro da messa, il sanctus o Z'agnus dei. Alla porta del ristorante, due lunghe file di marmocchi fan ressa e sogguardano, reggendo l'albo degli autografi, alla guisa appunto di un libro da orazioni: piccoli mendichi esclusi dal tempio, che si segnerebbero con l'immagine di Mary, dì Gloria o di Greta. E' incredibile il fervore della caccia all'autografo in quest'America idolatra. Noi stessi, semplici scribi d'oltremare, là sugli spalti olimpionici di Los An geles abbiamo subito un assedio: si che talvolta, data la fretta, Cotronei firmava per me, od io per lui, con una colleganza insolita fra gloriosi. L'autografo, qui, ha i suoi listini di borsa. Non vi potrei dire, oggi come oggi, il valore della firma di Hoower, o dì Borgese : ma di quella della Dietrich, o della Shearer, o di Mary pressler, o dell'uomo dalla testa di spillo che ha figurato nel film dei Freaks, sì. Quando sottoscrive un contratto, Ronald Coiman, che sa curare i propri interessi, si fa dare un soprappiù per la segnatura. Tom Mix firma con una croce; e Novarro, napoleonicamente, col semplice nome: «Ramon». Però, quando viaggia in incognito, ridiventa umile e firma col proprio nome per intero: «.José Ramon Gii dissimulate entro armature in for-[dma di cappellino. Ogni cappello acAccoglie così, in luogo d'un cranio, unì qraggio. — Sono le sole teste illumi-\dmrsmgf! « Sagrado Corazon de Jesus Sa- o a o a o a e e , a a . a n . e i a a ò i e. i i , é i . - meniego y Ghrilan y Signeiros y Guerrero » : ciò che gli accade sempre — Novarro è religiosissimo — weZZe giornate di digiuno, e in quelle di penitenze. Che cosa mungiamo? Lattughe crude e olive senz'olio, uno e cinquanta l'ima. Biscottini imburrati e panetti al sugo d'acero. Riso al latte con ostriche bollite, e montone di Chicago all'arancio della Florida. Cham-chowder, eh' è una pepatissima zuppa d'arselle (proibita ai minorenni), o costolette dolci, o fritture amare, in un indicibile sapor misto di cavolo, di finocchio, di zenzero, di faprica, di menta, d'acqua minerale e di liquore dì contrabbando. Girano da un tavolo all'altro, nella luce da confessionale, scatole di frutta, di legumi, di confetti, sparenti in strane misture entro le bocche fatte piccolissime dal molto calore: misteriose cose candite o salate, che le dive odorano prima dì inghiottire, per verificare se « il profumo rimane », come le diciture promettono Qualcuna, attentissima alla lista delle vitamine, beve di un fiato un bicchierone di sugo di pomodoro. L'a& qua gelata lustra nelle boccis. Ma 1 l'aggi dei cappellini illuminanti sono attratti soprattutto dai giallissimi grape-fruits, che trionfano piramidalmente tra l'altre alzate di frutta Ivi attinge una bionda come gli aranci di cui è ghiotta, e che mi dico no chiamarsi Wynne Gibson. Acciuf? fa, con un gesto da furetto, un man-\di-\rsmdtaladurino, e succiato il frutto, pélato\dalla svelta con quelle dita piene d'a-** netti, va schizzandosi il bruciante olio della buccia negli occhi: ch'è gran rimedio per aver fulgide pupille. E infatti gli occhi le avvampano, subito, come occhi di strega. Iticar- do Cortez, che pranza al tavolo diìnfronte, fa' cavallerescamente l'aitoUgdi parare i suoi dalla luce insosteni-\dbile. iCLe dive mangiano poco. Ma forse\oancora troppo, per la loro eterea no-[gdura. Borzage è del parere ch'esseìf j * .... _ T~ 7. ■» ■ ._ _?f _• 7o a l , i ; l , i dovrebbero nasconderai, per cibarsiMucome miss Garbo, che sa sempre]—ì quello che si fa. Alfredo Fanzini mi ìadiceva, un giorno, di non capire co-fme la grazia delle milanesine possa lrisultare da un nutrimento dì bu- dsecca. Io non so capire, in questo ilemomento, come la diciassettenne va-,cghezza di June Vlasek, miranda sin-icfonia di bianchi e rosa scoperta\nieri da un agente della Fox, s'irradiIsda quell'insalata di sedani alla cre-\tma acida che mi dicono sacramenta-\ale ad ogni suo pusto; come la perfe-\l'vczione delicata e severa di Geltrude Michael, premio di bellezza or ora requisito da Paramount, possa plasmarsi in virtù di quelle sardine concimate in salsa verde, di quel mandorlato zeppo dì tritumi acetosi. Mi pare che dovrebbe bastar loro una lingua dì cardellino, servita con una stilla di rugiada sopra una foglia d'alloro. Ma forse mi sbaglio: che proprio a questo punto il megafano annuncia, a momenti, l'arrivo d'una diva celebre fra tutte, e via via per la sala, sino alle latebre dei cucinieri, passa echeggiando una grossa vcdtttlrugrtcordinazione di rost-beaf. IntantoinBorzage, informatissìmo, mi com- dpietà le sue cronache iniziatrici: [n— Nella commissione del premio'sdi bellezza toccato alla Michael, afPalm Beach, c'era anche un pastoreiSanglicano... Francis Dee mangia so-'tlo carote, per avere le gote fresche,'ce Mary Dressler solo pomodori, per1 sconservare le gengive sa Cratoford viene l'appetito do le è riuscito di piangere in una\cscena commovente... mIl megafono annuncia che la cele- Eberrimo sarà qui fra sette minuti S- e alla servetta, che ci ha portato un ppiatto di crème fouttée, scorgo al-il'anulare una gemma autentica, uno gzaffiro da regina. iTre dollari di mancia 'l*\Ah, servette del Brown Derby ;\adorabili, incomparabili fanciulleì, . . j. . .. tra i quindici e i venti, nitide comc\i gioielli che portate alle mani, bel-. ie più delle dive cui recate i sedani [e U miraggio della gloria, le più vesAe i mandarini: davvero che l'amore ancillare, nei ristoranti di Hollywood, dovrà essere impresa da Romeo, da Casanova, da Aga Khan! Non c'è da stupirsene. Qui afflui¬ scono, con la visione dello schermo: zose donne della terra: ma poicliè,<pur essendo un minimo di leggiadria, indispensabile in ogni caso, è desti-\no che le bellissime allo schermo \ indispensabile in ogni caso, c desti-] non riescano per la legge, appunto, che priva l'avvenenza assoluta del-, te sensibilità solo cognita alle difet-\ tese — le stupende escluse nman- gono, adattandosi ad essere almeno, ne1- Paradiso, le figuranti dei bimbi: ! fattnrinp dattlànrafp ouvreuses I janorine, aumiogiaje, ouvreuses, portiere, cameriere; e a guadagna-\ ille dive, cioè an-\ ro qualcosa meno delle dive, cioè an-i cera moltissimo. Questa che mi por-Lte le crema in un balenìo di zaffi- ri suUaneschi, senio dire che ^[tlrmmelrTe SSche\or«S pei mine lire, e queua,cneor uscio ZlMuìZsletha STi nofB USlS^illTrjT™'-un giornalista arcipotente che la vo-^leva per otto giorni, contro mezzo\milione, nel suo harem con eunuchi.\y — e e e i . e o , . a n e e , 1 o i ? negli occhi un trasognamento, che'Oh, creature di sogno, che veramen te sembrano reggere, anziché le michette al sugo d'acero, le zuppe al pepe rosso e l'altre immondizie dél-\le cucina americanu, il panis ange- licus degli elisi, o la lingua di cor- dettino servita sulla foglia di capei-} n,o„0,-oi Ppv pssp smirnitìittn mì\venere! Pei esse, soprattutto, mvsento di essere oggi nell'empireo, Han piccoli piedi, nitide manu le\Principe Azzurro era sull'uscio. Han-\ \duvvero e di melo; e quella cresta] tu\rona. Dee sono un pero anche laro, «serve delle dee: e appunto l'età che ! nmostrano è quella c" del Giove. Qui, o fa tami un nappo: che „. la del nettare in corpo, come il to-\d\di pizzo, credetemi, è come una co-\m** ìnante, benché non si traiti che d'un Ugnobile ginger-ale, è benché Videa \del conto mi faccia tremare, come iCerto a Giove non accadde di fronte \oi giganti. Presto, presto: che la [gran diva è in viaggio; e il megw ìfono annuncia — sett'annì fa, pei 7»* TI „ 7. - - 7 _. . chuj tue sicoMu Pickford, sonavano vita campana'.q]— che sarà qui fra tre minuti: e\p ìattenti bene al rost-beaf, di cui ili pf» gran genio si pasce. I piedi del-n le servette volano. Sotto le crestej« di carta riccia, portair. reme aureo-\p ile, le pure mandorle dei visi mi rì-\L,cordono gli angeli apportanti i cali-';gici nelle Cene secentesche. Sospira-'sa\nOj ai comandi, le boccuccie adole-ìriIscenti; sì sollevano i petti, quel tan \to che a degli angeli è concesso. E \ai comandi, laggiù negli ipogei del-\la trattorìa, rispondono i cuochi, ìn-\n'visibili, sepolti nel Golfo Mistico da'pcui salgono, a raggiungere gli efflusse i a a a e o a r a msc„vii essenziali delle dive, gli odori dei cavoli triti, delle salse all'anilina e delle ostriche bollenti. Oh, famuletta bella: del ginger-ale, ancora,, pei tuoi occhi ancora più sfavillanti dei tuoi zaffiri. Ed Ebe mi riporta dell'ambrosia; mi riporta del pan d'oro, a mezzo dollaro la fetta: ma con ur 'gesto che non è di quaggiù; un ItesburHagesto spiritico, che ha Varia d'igno-\ rarmi, ignorando insieme le cose dtoccate. Infine mi porta anche ilimconto, insieme dìl'ucqua del lavama-\9oino, in una ciotola blu. Non oso guar-\z- dare. D'altra parte, non vedo piàis[nulla. Tutto è naufragato in uno\mo'stesso colore d'azzurro: pupille, zaf- aafiro, lavamano. Sono nell'Olimpo, ueiSono perduto, dissolto nella diurni- -'tà. La cifra dell'addizione è scritta ,'così in piccolo, così in piccolo! La\^r1 scrittura dei serafini, ecco. Allora ca\cifero precipitato am cien. un /iu-i» muletta mette la mano alla cintola.\n- E' per cercarvi un plettro, per in- Stonarmi una laude angelica? No: è n per dare il resto al mio biglietto da -imille. Il mio compagno mi tira la o giacca. Bisogna lasciare tre Oollarì idi mancia all'angioletto. E' l'usan- 'l*0, DoP° di chB> senea ringraziare, \il cherubino se ne va: e mentre fa ccpdf;\il suo ingresso, in un brusìo d'apo-' eìteosi, la gran diva annunziata dal ', ". . , , . „ ; c\megafono, io mi lavo le mani nella a-. ciotola blu: gesto pilatesco con citili [m'illudo d'assolvermi del delitto, compiuto, tra ambrosia e pandoro, contro la vigilata amministrazione* ddel mio innocente giornale. c,,„3 •„_,„ J:„„.v- uarganuno digestivo lsAprosegue l'informatore ■ e ! ¬ o: — Questo c Gilbert Roland —\e quello èlè,<Don Alvarado. Vedete come sl somi-\a, gliano nei buffetti. Purtroppo, non' -\c'è altn o \ Attento. E' entrata la zia di Anita [-] c'e altro uegno di riconoscimento.] o, Page. E il fratello — qualcuno diceìl-, « figlio: ma non ci credete — diìt-\ Gloria Swanson. Sentite Moijca, clie\n- parte cubano; e Irene Dunn, l'in-\o, telleituale, che conversa con la sua; : ! lettrice s I 6"™ce"- , , , s, Quattro parole all'orecchio. in-\a-\ traducibili; poi: n-\ tt..„ m 7..-» x »_ *.» ». >•- ...» \n-i _ t}na'Mérhel è la bionda là nel- ! r-L ff £^SS^S&o %\i- Jgg°f^™>SSS^ffl^Xo^l^[^^^^S^^^iìS acanto a Nedo Nudi ! o apada c aito u io~vio di /e.j. ! B Urlate Peggy SKaS° sono i ì™'-P!» hecJli omeri di Hollyicood. Elo-^Jnh^J lo\J?hnnjl WeissmUttcr che va w«,-ii.\franao a JSODDe Arndt, la mogliet|he'sempre n ial l-\fln9ere d! salvarlo... e- Ammiro tutto. Sono capace, anr- coro, di ammirare, malgrado il sa- ballerinu da cui non divorzierà, i\morsi avuti delle scimmie mentre [queste, girandosi Tarzan, dovevano]i-} lasso atroce del conto. Mi sento de- mì\ali occhi lu-idi andmnAn Uni Irseli mvgn occhi luciai, amando da: jusoli o, di June Vlasek che oggi ha una.e\gonna trasparente, agli omeri di\n-\ ne Gibson, del succo di mandarino. Iintenta, da quell'inielleU ie tuale che e, alla, sua lettrice. Am- jfcr«» (Iran frullo di riso, col suo -passo1 nervoso e il suo aspro guardare, cosi Imdegnazione, e che non vi nomino per-!Rum^ro Tallulah Bankhead, entrata in1 !cchè odiosa. Ammiro, molto di ptòJ? un lindo e mite signore chìnese'cui^j j.. , , . , r.. latuth guardano le mani; e infatti ,ae un pedicure. Qui, tra il caffè ela\\.Asigaretta, vorrei raccontare al mio ' escompagno ome andò che stamattina,. quale pubbli-cista, mi scambiaronojyeper attore in cerca d'impiego — im prova che, in fondo, un po' fotoge-'mnko sono anch'io — e come, indotti m« spiegarsi, mi trovassero un %o ]apmtiosto french, francese, ira Max\\\ Linder e Menjou. — Eh, eh! — sog-\\\ ghigna il mio compagno. — E' pos-ldasibile. Ma usciamo: perchè in Ante-'' terica, purtroppo, a tavola non si H- annel riattraversare la sala fra i cap-\t pettini illuminanti, due piccole delu-^sioni mi attendono: la lettura di\ Vmane. Pagata l'addizione, infatti, 7eie,servette angeliche hanno l'aria di\Slconsidei-arcì degli intrusi. AlzaticiJsP„_t .... i i.. .• 'InIrene Dunn, l'intellettuale, è soltan- i dte una detective-story; e la béllis- j vsima Vlasek, mìramda sinfonia di':cobianchi e rosa, si fa innanzi a fuittjgun gargarismo, un piccolo garga-^[rismo digestivo che le ha ordinato iZ t seHottnrp qaonore. m [nL albo degli dei j a\ , A}1 **» l\ mah-ah! stri- «dente delle Chrysler rimesse in imoto> * marmocchi assediatiti le so-, \9lw non p'1 lasciano il passo. Bor-Ì \za9e> subito riconosciuto, deve rila isclar? una dozzina d'autografi. A\ \me> incognito, si domanda se sono attore, e se sono celebre, con appena un poco di diffidenza: JN — You> star? 'eg Guardo il compagno. Evasivo,\co\^rnione, il compagno fa un gesto t che potrebbe^ essere^ d'incoraggia- ci»'»»«»»',«• » uao.iub-»i.i.» - , «..^(.«i. \nie l'hanno trovato... p — You, star? c E' la domanda rituale. E se an-\Sch'io iono o mi tento da tanto Itcito sono, o mi senio, au rf""0;isposso anch'io firmare neh albo degli i mdei. Un breve esame di coscienza. Si Cuna ripassatina ai buffetti che, in] fin dei conti, si potrebbero confon-\rj„ -..-,7.- -j. />.-77.^-t>„7....j „ il n't-L 2- n i 7 I l aere con quelli d. Gilbert Roland, o;m' di. Don Alvarado, unico loro segno di'.u riconoscimento. Che fare? Firmare N ; . - . „ .n n - li anch' io, fra i Numi? 0 rassegnarmi^la non essere proprio 'nessuno, qui c, dove tutta la mia letteratura conta 'le meno, purtroppo, ed è più ìgnota I a* dell' ultima delle' comparse ? Decidoì^ di firmare: di risalire, Lucifero pre-; potente, qrsl cielo di tutte le glorie ; q ll1n ,„; ,., parso poo> a)leì di sen..ltare. Ma appena ho ap- S 1 ••-•••--«-- »-- :p—\tirmi precipitare. Ma appena ho «p- Wlprontato là stilo, per soddisfare in- g\sieme alla mìa vanità satanica, l'im- .v- - - 'd' macolata fede dei fanciulli, che la a [raggiunge; e lì, sulla soglia, al co-, tcolata fede dei fanciulli, che '« j "] servettina dagli occhi di cielo mi feìspeito dei mortali, reggendo stillai iìmano ingioiellata vn dollaro wio«o,lWe\assic-.ra esserle venuto da me, e fe-\pretende che glie lo cambi. Non è o; vero! Io non ebbi mai in tuscu di'n miesti aèttoni rfi stanno Ma non c'è g , questi gettoni di scagno. Ma non10 eMg-\da discutere. Gli Dei sono infallibili; a e così pure Ebe coppiera degli Dei. t \nm ti /7/».n»n #1» «nmtefo anreihhe on. s ! Ora il danno di moneta sarebbe an- s%\omn tollerabile: venti lire, anzi di^lo««^ « settanta, da conglobare ì^ conto del mio Amministratore ! Valentissimo. Imparabile, invece . ! e il danno morale: ora che 1 fan- i ìcim, « cari fanciulli in cerca d'au- LEliografo, hanno capito chi sono, da c lciò che nel ristorante Broivn Derby,,m-iZ^^'^lìet|; .;»™^J^",l"„f T^Z! ^!^i\dUo nemmeno per un dolluro, cioè ge [pel valore di quindici olive, per giro]estremi spiccioli d'un quartale. SMARCO RAMPERTI. m

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