L'orologio di S. Carlo nel museo della contessa di S. Bonifacio

L'orologio di S. Carlo nel museo della contessa di S. Bonifacio IL SA LOTTO DEI RICORDI L'orologio di S. Carlo nel museo della contessa di S. Bonifacio Doni regali - La prima esecuzione in Italia della « Valchiria » • Dal Tiepolo al Moncalvo - La spada di San Martino e una bandiera del '48 - Una curiosa battaglia elettorale Non si tratta di un orologio comune: lo rivela il materiale con cui è costruita l'artistica cassa che lo rinserra (tartaruga a riflessi dorati, ebano e bronzo) e il movimento di orologeria] u ■ n esperto riconoscerebbe di costru„_fl_,„_. . ~miù ~,<-i ^tti „ i ="°ne anteriore a quelli, cosi detti a ! catena, e inventati nel '600. Ma ben ai] tri pregi esso possiede: uno di grande \ valore artistico perchè il quadrante — lC0S\ assicura la proprietaria — è stato disegnato e inciso da quell'insuperabile ; £ h f Benvenuto Celimi, ed un k i _ t. t« ,m. ™ii 1 che lo muta in una preziosa relijquia. L'orologio appartenne a San Car11° Borromeo. l*Mrabio delia « B8tta*ia di LeDan,° Su questo punto non possono sussistere dubbi: il puttino che sta sul culmine dell'architettonica costruzione re¬ ca un cartiglio su cui è inciso « Umili-tas» la divisa del Borromeo: al bilan-ciere è fissato un c cammello di bron-jzo » emblema della sua casa e c'è pureI^ raedaSlia d'oro recante l'effigie delÌsanto circondato dalla scritta: <,Carolus8™8 Car,d" ArC" Me/->- NellaPa-lrfte deUa cMsa. fra un rustl?° ifloreale su fondo rosso, spiccano iifloreale su fondo rosso, spiccano in oro, oltre l'aquila bicipite dell'Impero austriaco, le stilizzate figurazioni araldiche dei Borromei. Il perchè dello stemma imperiale si può spiegare per induzione: All'origine il prezioso mobiletto doveva essere un reliquiario: la porticina anteriore, anziché portare il quadrante e il movimento, evidentemen Ite aggiunti più tardi, doveva esser mumlta di un semplice cristallo. Un perno. . . .... . ... iChe si vede nefl'interno della cassa rt-^ a dimostrare che attorno ad esso! ,,„„„„„ 0,„,n^^ ^ „ i^y6™.^^^^ f.^.fguisa di tendina scendeva dietro il cri-Stallo. Niente di strano che un Principe diCaTd^^^ ratore, abbiano fatto dono el Cardinale Arcivescovo di Milano di un reliquia-rio. Come poi questo abbia" potuto trasformarsi in un orologio si spiega col fatto che il Cardinale, facendone a sua un privato, abbia voluto Carattere Ql Utllltarieta.| chissima, vi« fatta risalire a Beren- gario II. E' nell'alloggio della illustre dama che, fra numerosi e prezioslssl-KS^ ^arte' degni d'un «auseo, Ì!>m>mo avuto occasione di vedere l'o-! J"oloffio di S8?, 9ar1.0'questi locali,!benche vastissimi, ci si trova imbaraz- za" a muoversi perche dovunque, in terra o sui mobili vi è un'infinità di co- se fragilissime. Solamente la contessa può aggirarsi sicura in tale labirinto: H frusciar delle sete del suo abito ar- m0 „ »„c°°„q 'a 7, cntnarrano^tori^ mW cbSnKf\tìfnt^senT Fin dri—a! nel" casa Jl Fin da fanciulla, nella casa dei■ ,,pt,ifnr! „ Novara e<un vide l'oroloeio Se»ltoni a Aovara, essa viae 1 orologio|ua ebbe occasione ai avvicinare l'avoideila contessa e lo indusse a seguirlolin Ispagna. L'arcivescovo di. Milano.; che al Rasario era legato da viva amici-di San Carlo e dal padre ne apprese lastoria. Quando Filippo II venne in Ita-ilia ebbe occasione di avvicmare l'avo ^nl7VhP V ^STlw all°ra cne « veccnio Kasario scrisse^=t-iUD orazione rimasta famosa: «La bat |taglia di Lepanto» e il Borromeo gUlinvin iìi Mmhin mipll'ornioffin i-he nnnc^de^^ofen^l^nS conte di ^ .sposa ai come ai oan oonuacio. Echi e ricordi della sfolgorante gioventù! • ,.•«.—, i Mentre la contessa parla il nostro "T aad un motivo deUa corao, accenna aa un motivo aulabiondi 1 capelli, il collo ornato da unvezzo di perle; unico ornamento chescende sul niveo petto sbocciante fragtc^ttS? irrPientamoao impressionante ia compiantaRegina Margherita. La contessa, a cui non e sfuggitala nostra attenzione, ci dice che quelloè un suo antico ritratto. Avvicinatasiintanto al pianoforte essa trae un ac- TlJr: .._£._„ „^ .._ salone, la vecchia signora è scompar-sa; è la giovanissima e affascinantecreatura del medaglione che si animae rivive, in mezzo a quel mondo diantiche cose. Si ha la precisa illu sione di ritrovarci d'un tratto in uno degli aristocratici, salotti dell'800; ed in questa illusione ci mantiene il can- to della signora. Nella sua casa a Ve- rona essa soleva deliziare gli o?pitimitando le grandi artiste del suo tem-po: la Stolz, la WaWaaaan, la Gaietti. Qualche altra damigella cantava senti-mentali romanze del Tosti, allora invoga, ed il conte giuocava a braigdt con gli amici o discuteva di caccie o di cavalli. Quest'ultima sua passione testimonia un magnifico e variopinto trofeo posto in un angolo del salone quasi un centinaio di bandiere vinte n cento e cento gare dai cavalli della sua scuderia. Anche il pianoforte ha una storia, u di esso Beligand, il famoso ciamboriano del Re di Baviera, suono ne salotto della contessa, 2 per la prima volta in Italia, la Valchiria. Dalle pa- reti spiccano quadri die rivelano ilgusto dell'aristocrazia dell'800 chiamava circondarsi di tante cose d'ar-e: un bozzetto della Santa Cecilia d?l TiepC'io- una testa ad olio di Mose Bianchi'; pastelli del Biondi che godeva ama del primo pastellista d'Italia, bassoriUevifrutti e fiori dei Bonzanigo, rinomato artista del '70O Lim «~,f»iu.->rnt. _n » i .... altri dei fratelli Moia, gli scultori che adornarono l'arco di trionfo di M'- _ lano stonroe minratr- m^lrci « «v=>„ ì^t ' eTu^aPserio T^oSdì^otoeràff." . • 0 Vi? sen?. a\ veocl«e xotograli ^ <«W dtìle quali ricónróctemo un"Ma Scagnl po„0 iu chc ventenne_ T mrVhilì ervr»« ,1. ; j. L„i i- ÌZ?T, * ■ cg" ! so dell'epoca del Borromeo, e due Iir.™ ! armadi sono * _ j,„r;. ' s , ,. e iran U d^&S^; 1 nR„< rr\ar.nnnaal r> r> ZTZ?Z '^JnT^ ra con mciso "«.versetto del Corano. : La bandiera tessuta a Novara nel '48 ', Cinaue Diorn te » 13 monB" Umque Giornate e la moneta delie Cinque Giornate Le cose pregevoli qui raccolte non si contano; la storia di molti di quei iclmeU è rimasta impressa nella mente della contessa fin dall'epoca in cui bambina, otteneva per nremio dalla mamma, di poter andare in salotto « spolveraVlL Anche wa essa Anche ora essasi è riser-i ata tale deucata operazione che la fa gli anni deua fanciullezza. Vi Te?J*^l: ^a fU del frattìI° che a ft Ì^J^^l^^ll glia d'argento- un'alt™" rioi | mÌ^i? S ' u"altradel manto, ed | un'altra ancora del padrer f»*»*™ I ialo dalle signore ^ Novara " venl". dalia contessa offerta In orna^ir. » Re umberto. ssl° a diuITuaTdla" nazi^lT'ì', Sf10 I na^Tche nT'^fu t^su'to Sfc lalo dalle sltrnorp M Kr„„0„ * „ Fra tante cose vecchie, spicca per giovinezza::autògrafa, de) ^?1 Umberto di Piemonte. Il non-,no della contessa dirigeva la Stampe- d„„,„ js ° .. ria Reale m Novara, e a lei perciòrimasero copie di antichi nmciarm j..".!:., T T . c?' proclami, ^^ di v/lore storico' di alcuni T^l^to'Sral Princi-^t^U^ C0nt?88a tamente legata a quei cimeli che essa non si disfarebbe di alcuna cosa, an- che se le venisse pagata principesca- mente. solamente ai Sovrani ed ai Tn «5^™,! «li , in queste magnifiche sale, a ri- Duce, quando venne la prima volta aT0rin0j la contessa volle fare un nre- sente ó eii invio una rari„im. „' !v^£ € TTr= deUe cinque Giornate di Milano; glo- rioso avvenimento storico: che si ri- connette con la storia della sua fami- gìià< perchè la Biccocca, dove avven- nero j cruenti combattimenti era an- nunto di nronrietà dei Ra<sarU pu?10 01 P.r°Pneta ael Kasario. vi sono una dozzina di orologi; ma no- nostante la loro presenza non ci accor- giamo di passare quattro ore in que> sto salone ottocentesco ad ascoltare le rievocazioni della contessa. Essa hasvolto le più svariate attività; non so-lamente ha deliziato col suo canto i salotti e i teatri, in occasione di serate di beneficenza; ma' ha scritto in versi e in prosa forbita: au alcuni giornali comparivano articolctti letterari a firma « Celestina s, ma la signora aveva anche un altro pseudonimo: «Mefistofele», sotto il quale ha combattuto una battaglia politica. Il cognato della contessa si portava candidato al col- legio di Verona, e nessuno immaginava, e tanto meno i famigliari, che a combattere con accanimento la sua elezione era lei. Ancora oggi — ricordando quell'episodio — la nobil donna sorride argutamente quando dice compiaciuta della propria opera: « Sono riuscita a demolirlo completamente; non ha avuto che due voti: quelli dei suoi camerieri! ». Non l'astio verso il congiunto, ma il fascino di quel misterioso giuoco l'ave dtPrIvbtcpiosrTva sPinta alla battaglia. Come tutto ciò 0 in armonia con la vita di quell epoca! La morte del cardellino J distmse fu n,elle 1Jlul'atfure:. In 9uel RS,™ i^S?™ lo provano i diplomi di medaglia doro da lei guadagnati in numerose dcPlstt„.,„ _j ,lMa dove la, contessa grandementeisl gèrrngsp•s' ctmpcsguada Esposizioni di Parigi e in Italia; di lei parla anche il De Gubernatis annoverandola fra gli artisti di vaglia: In queste sale vi sono, compreso quel primo medaglione cui abbiamo accennato, numerosi altri saggi della sua bravura. La contessa che nel periodo bellico diede la sua maggiore attività, unitamente ad altre dame, per la guerra; che notte e giorno fu presente ai po sti 01 s°ccorso alle nostre stazioni do- ìQve feriti e malati' conduce SQra ^ ^ ritiratissima. Ma non per | squesto si annoia, se non bastassero le jsorezlose cose che la circondano a ri- v PFB25ÌUSC WOU :u Ulvuuuouu a 11- | cordarle interessanti periodi della suajena ^t che .m?t^c^^te', • ^^s giovanetto, poi da sposa, e quindi da |eUgjjyg le sue ^pressioni sulla giorna. ta - ci Promette di rammentare anche oSplsi alza e da un fondo d'oro balza un trucceUjno dalIe penne vari0pinte; assai ; ™più piccolo del più piccolo colibrì, che;« muove e greggia come un usi- S?nuoi0. E. un gioiello di meccanica; P fabbricato chissà "dove per la delizia I ldi una giovane donna dell'8Ó0, 't. E' l'unico che mi rallegri col suol&canto quando lo desidero e a cui gli anni non offuscarono la voce. Fino ad oggi ne avevo un altro. Per 16 anni ne ho. avuto la più grande cura; ma 18 anni sono molti per un uccellino. Questo mattina l'ho trovato stecchito -colo! E la contessa ci mostra un piccolo ^^ » « d'un foglietto di carta. ~ °hi COme me n°^^ pii? fcSL^S? " " U P " un dolore &randc! U. P.