I Quadrumvini commemorano a Ferrara i caduti nell'imboscata di Castello Estense

I Quadrumvini commemorano a Ferrara i caduti nell'imboscata di Castello Estense I Quadrumvini commemorano a Ferrara i caduti nell'imboscata di Castello Estense La cittadinanza onora ria a S. E. De Vecchi Ferrara, 20 notte. La città c la provincia di Ferrara hanno oggi commemorato solennemente il sacrificio dei tre martiri Franco Gozzi, Natalino Magnani e Giorgio Pagnoni, che il 15 dicembre del 1920 caddero sotto i colpi dei comunisti annidati nella loggetta del Castello Estense, prospiciente il corso Roma. La celebrazione ha assunto carattere di solennità particolare per l'intervento alla cerimonia dei Quadrumviri della Rivoluzione e del Capo di Stato Maggiore della Milizia, S. E. Teruzzi. Il Segretario del Partito, S. E. Starace, aveva inviato a S. E. Balbo il seguente telegramma: «Se non fossi sicuro del mio spirito di squadrista, reso più saldo dalle prove affrontate e dalVaspirazimxe ardente di essere chiamato ad affrontarne ancora quali che stano, non chiederei, cerne chiedo, di essere considerato presente fra le Camìcie Nere /orraresi che onorano oggi la memoria dei loro valorosi caduti. Prego te di rappresentarmi e di rappresentare anche il Direttorio Nazionale. Pregati disporre corone alla memoria del sacrificio dei camerati Franco Gozzi, Natalino Magnani, Giorgio Paglioni. - STARACE ». Molte, poi, le adesioni pervenute telegraficamente. I muri sono tappezzati di manifesti con scritte inneggianti ai Gerarchi e al Regime ed ogni finestra ha una bandiera. Attorno alla loggetta del Castello dove avvenne l'eccidio, sono appese 17 corone di alloro recante ognuna il nome di un caduto fascista. La lapide affissa al muro del teatro comunale è circondata*da ani- fasciame verde ornato di bacche dorate e di un nastro recante i colori del comune di Ferrara. Storica rievocazione La temperatura è freddissima e una nebbia densa grava sulla città. Non ostante le condizioni climateriche sfavorevoli, le rappresentanze di tutte le organizzazioni del Regime sono giunte anche dai più lontani centri della provincia, da Copparo, da Codigoro, da Cento, con treni speciali delle ferrovie secondarle e dai comuni verso il mare, da Mesola, da Serravalle, servendosi di autocarri. Fra i vari! raggruppamenti si notano molti fascisti che indossano quella stessa divisa che vestivano nelle fatidiche giornate precedenti la Rivoluzione. La Federazione fascista aveva all'uopo invitato 1 camerati a riprendere tale divisa appunto per conferire carat -ere di rievocazione storica all'awenl mento. Le LL. EE. i Quadrumviri e il Capo di Stato Maggiore della Milizia sono giunti da Roma con treno speciale nella' mattinata. Verso le 10, le piazze e le cerimonia circa 50 mila persone. I ge- Provenendo da viale Cavour, Pesano in rassegna le truppe armate, te associazioni giovanili e combatten- tistiche schierate sul lato superiore del Castello Estense, in corso Roma e in WJ* Al loro passaggio, cCne??la "saluto alla voce, mentre le musiche intonano gli inni patriottici, AHe 11, l'ora fissata per la messa al campo, giunge S. E. l'Arcivescovo della diocesi, mons. Ruggero Bovelli, che as sistÀto ^ alcual canonlci e da cappe]la. ni deiia Milizia, celebra la messa sul- j l'altare eretto nel luogo stesso dove do- |dfei armi or sono furono raccolti i ca- ^ ^ara^tXf aK; Lore SoolinT^'f ' ? natorf trampolini: S. E. Panunzio, il | console generale Elti di Roseano, coimandante il 10.o Gruppo di Venezia, il ; console Larocca, comandante la 52.a < Legione di Ravenna, il console generale ^°"tagnan?1 di Vef°na' 11 «en' ^g'" dl A^oona' u console generale Maresca 1,1 « Sperale Grassi di Ro- b il generale Pellegrini, 11 generale1 Todeschini, 1 generale Eocchio di Udi- ne. Ai lati dell'aitare un selva di bandiere e di gagliardetti; e dietro un quadruplice cordone di truppa, la folla. Mentre S. E. l'Arcivescovo celebra la messa, una musica, dalla loggetta del Castello Estense, intona l'inno del Fiavo, che viene alternato con le note di « Giovinezza i. Da tutti i volti tra¬spare una viva commozione. Dalla Torre della Littoria, la campana con- I rmtooÌhf 1 |suo1 rae3U r^occni. o i o a La sfilata Terminata la funzione religiosa, il segretario federale console Chierici, chiama per nome ad aita voce, i 17 Caduti fascisti della provincia. Ad ogni nome, la folla rispon-Je: i Presente ì. I Quadrumviri si portano al cortile del Castello Estense; quindi proseguono fino aila Casa del Fascioper una visita all'edificio maestosoinauguratosi ne! marzo scorso, al ritorno di Italo Balbo dalla crociera atlantica. I Quadrumviri vi si trattengono mezz'ora. Fuori, intanto, lungo. -li viale Cavour, la folla si stipa die-[tro 1 cordoni che hanno sbarrato il e e a o e i l e i i i a a e . o e n i a n e e a e , i i o e a e o o a' e - , , - l n ■passaggio dovendosi svolgere la sfilata di circa sei mila uomini. Sul palco prendono posto prima S. E. Devecchi, poi S. E. De Bono e S. E. Balbo. Passa, in capo, la musica della Legione ferroviaria di Bologna, che si pone dl fronte al paleo. Il comando di tutte le truppe è affidato al console generale GaggioU. Sfilano nell'ordine, le rappresentanze dell'esercito, dell'aviazione, la Legione dei Mutilati, due legioni della Milizia, la 75.a e la 76.a, con alla tosta i labari, che sono salutati dagli applausi della folla, il battaglione ciclisti e tutti i gagliardetti dei Fasci giovanili della Provincia che sono oltre un centinaio; poi la legione del Giovani fascisti e quella degli Avanguardisti; passa la Legione Marinara, che saluta alla voce, e un battaglione di avanguardisti, che sfila marcando il passo di parata. Al termine della sfilata, che si è protratta per circa un'ora, i gerarchi e il seguito si recano a visitare il refettorio dei Balilla, alla Casa dell'associazione stessa, in via Savonarola, assistondo all'inaugurazione dei refettori scolastici e alla distribuzione del rancio a parecchie centinaia di fanciulli poveri della città. E quindi passano, per cerimonie analoghe, nel sobborgo di San Luna. L'animazione in città, rallentatasi verso le 13, riprende intensamente verso le 15, quando si svolgono le cerimonie del pomeriggio, consistenti nell'inaugurazione nel salone centrale della Casa del Fascio, dei busti del tre -Martiri, opere degli scultori Fabbri, Nenci e De Virgili. I tre busti sono di fila, sul lato di fondo della sala, poggianti su erme con una corona di alloro ognuna. Dopo l'inaugurazione del busti con un breve discorso di Italo Balbo, seguito dall'appello dei Caduti, al Quadrumviro De Vecchi di Val CIsmon è stata conferita la cittadinanza onoraria di Ferrara, cittadinanza già conferita anni or sono, a S. E. De Bono. La cerimonia si è svolta nella sala stessa, alla presenza delle gerarchie. La deliberazione era stata presa, con alta motivazione, dal podestà, il 15 scorso. La pergamena relativa, finemente decorata e miniata, simboleggia la città di Ferrara, che pone la corona di alloro sul capo del concittadini. Da un lato, è riprodotto lo scorcio del Castello Estense, dall'altro un tripode fiammante. L'epigrafe dettata da Nello Quilici, è la seguente: « Vìncolo Indissolubile — alla memoria all'orgoglio della fede comune — la cittadinanza onoraria — Ferrara fascista decreta a Cesare Maria De Vecchi di Val CIsmon — nella Guerra combattuta e vinta prode fra i prodi — nella Rivoluzione rlnnovatrice anima tore intrepido ferreo Quadrumviro. — 15 dicembre 1032-XI ». Il podestà consegna al Quadrumviro la pergamena, con acconce parole; e S. E. De Vecchi risponde, ringraziando e affermandosi orgoglioso della cittadinanza ricevuta. bnrocofucSddFinnDthbcepwfoPaPccgmnintepmèlasppclosCnCsgwlaEmnpFtvsSnSilgmu