L'oscuro passato di un agente provocatore

L'oscuro passato di un agente provocatore L'oscuro passato di un agente provocatore tanza d'un enza tratti Steed, parla VIENNA, dicembre, n sign0r Henry Wickham Steed, l quale s'è attirato alcuni fulmini on la scandalosa pubblicazione di n cervellotico piano di riassetto ell'Europa centrale e sud-orientale, orma assieme al signor Seton Waton (o Scotus Viator) la coppia di personaggi inglesi a cui l'Europa del 9i4 era largamente debitrice delle proprie nozioni sulla Monarchia au- tro-ungarica e sui paesi danubiani, n Wickham Steed ed in Seton Waton gli jugoslavi hanno avuto i pa?"™ al fonte battesimale: ce stato 11 Jugoslavia un tempo in cui di Seon Watson si parlava come d un anto, da mettere al fianco di Cirillo di Metodio. Anche la Czeco-Slovac- hia e in larga, in larghissima parte, nvenzione o costruzione dei due pub»llcistl inglesi: ma veramente nel anteguerra essi ignoravano 1 esi- "un popolo czeco-slovacco ino d'unione, e Wickliam Steed, parlando del professor Masa- yk, nel suo notissimo libro La Mo- LJ^fo, degli Absburgo, lo chiama <un crudi£, czeco, 0'piuttosto slovacco :>. Wickham Steed e Seton Watson sono, a farla breve, gli slavofili ai quali dobbiamo le odierne sciagure dell'Europa. E' probabile che Seton Watson abbia agito in buona fede,-'« ne ricaviamo un indizio dalla fran; chezza e dal coraggio dimostrati mettendosi a combattere i serbi che già furono suoi beniamini; della buona fede del signor Wickham Steed;'è nvece lecito dubitare. Sapendo che suoi amici serbi, da Pasic -a Re Alessandro, non hanno mantenuto'i'e promesse fatte, per sedurli, ai croati, agli sloveni ed ai serbi d'AustriaUngheria, ha risolto il suo caso di coscienza con una lettera aperta —sibillina ed ambigua — indirizzata a Re Alessandro nel settembre del 28, per esortarlo a considerare tutti gli jugoslavi uguali davanti alla leg-, *,, riessa, deplorando la strage alla StaMtoa.^chiaro di non avere ne il diritto ne il desiderio di andare, al- a ricerca delle cause del tragico àv- venimento. Come mai? Henry Wickham Steed, uno dei principali-responsabili del conflitto delle nazioni, l'uomo che si spacciò davanti all'Europa per interprete autorizzato e fe- dele dei desiderii delle popolazioni slave del sud, diventa ad un tratto così modesto da dirsi non in diritto d'indagare in merito alle origini di una tragedia jugoslava che ha riempito di orrore il mondo civile? « D signor Steed, ha scritto il genero di Stefano Radio, deputato Augusto Kosutic, probabilmente ha paura di Belgrado e saprà anche perchè ». Se l'eminente collega inglese si fosse considerato in diritto, o avesse provato il desiderio di accertare le cause dell'eccidio alla Skupcina, avrebbp visto sorgere davanti ai proprii occhi lo spettro della sua opera e gli sarebbe toccato recitare il mea culpa. Noi giornalisti della generazione venuta a lavorare in una Vienna repubblicana che nella politica mondiale non ha la decima parte dell'influenza dell'antica, ripensiamo abbasfcwsa epse=o sì e-i41eghi i quali vissero e si fecero un gran nome nella Vienna capitale di un Impero odiato da taluni, mal compreso da altri, ma indubbiamente rispettato e tèmuto. Fra questi colleghi e predeeessori il Wickham Steed occupava un posto di prima linea. Era un per- 'rebbe stato caro un invito al castella Idi Tiszadob. Giulio Andrassy sollcci- sonaggio quasi misterioso, che viveva quasi con più lusso dell'ambasciatore di S. M. britannica e- che anii con gli ambasciatori e con i consoli del suo paese sembrava in un certo antagonismo. Odiava l'Austria-Ungheria, della quale prediceva la prossima morte, simpatizzava per la Russia, e pur non facendo mistero delle sue idee aveva la vanità e l'anibizione di esser ricevuto in ambienti aristocratici e conservatori austriaci. Non vi fu ammesso; qualcuno oggi si chiede se la sua austrofobia non sia stata, per caso, il prodotto di vanità offesa. La società magiara fece a Steed un'accoglienza non diversa: nel momento in cui fra Austria ed Ungheria infieriva il dissenso per la questione militare, Wickham Steed cer: cò di entrare nelle buone grazie di Tisza, che lo tenne a distanza. Steed allora si rivolse al figlio di Lodovico Kossuth, Franz, il quale aveva conosciuto l'esilio, e che alla testa dei Suarantottisti invocava la completa ivisione dall'Austria, per sentire almeno da lui che gli ungheresi pensavano sul serio a romperla' col dualismo. E chiacchierando chiese a Kossuth come si sarebbe comportato se Francesco Giuseppe l'avesse mandato a chiamare. Non preparato alla domanda, l'altro esitò un poco, indi rispose: «Io andrei ». Wickham Steed ne fu indignato: il figlio di Lodovico Kossuth dall'Imperatore austriaco? Il calore delle sue argomentazioni era tale che Franz Kossuth si stupì di avere incontrato un inglese più quarantottista di lui. A Budapest il signor Steed ebbe anche un' altra disavventura. Per mezzo di un fiduciario egli aveva offerto i proprii servigi al conte Giulio Andrassy, facendo sapere che gli sa- tò informazioni dal console generale d'Inghilterra Max-Muller — più tardi ambasciatore a Tokio — amico provato dell'Ungheria e figlio di un professore il quale aveva larghi contatti con scienziati ungheresi, e il !Max-Muller rispose che non si sape bSSB*^^9?^ di # ,a" v^se f St^dL invito a Tisza d°° non f adunque fatto e Andrassy , ebbe cura di ricevere il visitatore so¬ lo in presenza di'testimoni. Lasciando Budapest, quella volta lo Steed pare abbia detto che Andrassy e | l'Ungheria gliel'avrebbero pagata. E allorché Franz Kossuth, nominato ministro del Commercio, introduca un nuovo regolamento ferroviario, eccolo correre a Zagabria per eccita*,