Mattinata a Hollywood

Mattinata a Hollywood ORONACHE PEI-i PARADISO Mattinata a Hollywood -CE» AI* NOSTRO INVIAT O)- i i l e e n : . a o ì e , i e n r è , è o e f. r a i a , e o n à », ei ia n : e, a ei. hollywood, novembre. Il primo ad aprire bottega, ad Hollywood, non è il lattivendolo nè il fornaio. E' il fotografo. Hollywood, vivendo sotto il segno dell'obbiettivo, cadenza tutta la sua giornata secondo un leit-motif che di giorno si chiama fotografia, di notte reclame luminosa. I volti delle pictures sono dunque i primi che si mostrano alle finestre: e sono di una pienezza espressiva die, in quelle ore d'alba e d'aurora, sconcerta. E' uno dei tanti assurdi, incantevoli e insopportabili, di Cinelandia. Come mai nessuna di quelle fronti mostra il fastidio, nessuna di quelle bocche l'amarezza del risveglio? Tutte le gote sono già rosee; tutte le labbra già pronte a schiudersi vive e giulive sul nitore dei denti. Ciò dà un senso di malessere. Alle cinque del mattino, il mondo delle bellezze fotografiche sembra un mondo d'insonni. Si direbbe che si riaffaccino, febbrilmente e volutamente felici, dalla veglia di un'orgia. E si vorrebbe, a quell'ora, scoprire in esse un segno più umano, anche se un poco meno vezzoso, di lassitudine. C'è, lo sapete, una certa mestizia di cigli, un certo logorìo di guancie che non dispiace di trovare nei volti delle ridestate. E' un affaticamento dolce, la prova che in quei sonni sono passati dei sogni; un languore che passerà presto, simile a quello che offusca di qualche velo la faccia del sole risorgente. Al mattino, un sole senza foschìa e una donna senza occhi pesti, non fa neanche piacere di incontrarne. Cani in mutandine C'è a Culver City, poco distante dallo Studio della Metro, uno spaccio di pictures che, riaprendo i battenti, inalbera immediatamente un enorme ritratto di Norma Shearer, dal sorriso un po' convulso, fisso come quello degli idoli Chickasaw Così innalzato e sovraneggiante fa pensare, appunto, ai totem dei pellirosse. Norma Shearer è detta la re gina di Hollywood, per essere la sposa d'Irvìng Thalberg, signore della Metro, la cid anticamera non potrebbe èssere paragonata che a quell'aula della Conciergerie, dove i reclusi si radunavano per essere rimandati liberi, o condannati a morte Santa Norma ha quindi un po' ogni dove degli altari; e poiché si sa quante grazie possa fare quel suo onnipotente sorriso un po' convulso, la prima rispolveratura mattutina dei sagrestani è per la sua immagine, la prima messa degli officianti è per lei... I furgoncini dei fornai s'incontrano solo un po' più tardi, recanti le tartine soffici, le cialde al miele e le losanghe di pan tosto di cui le dive son ghiotte per il breafsteak dei mattino; e così le carriole dei lattivendoli, trainate qualche volta da un cavallino. Qui, dove l'automobile è sovrana, non si vedono a cavallo che tre sorta di persone: i poliziotti, gli accalappiacani, e i lattai. A Pesadena, ch'è la frazione più elegante di Hollywood, fu vista per alcuni anni una carretta da provviste guidata da un moro, e tirata da sei cani pastori, allo stesso modo che si può vedere in alcune cittadine del Belgio. Apparteneva, per l'appunto, a ima signora belga, che così aveva creduto di realizzare una sua nostalgia. Fu la stessa che, sempre per ragioni nostalgiche, credette di potei erigere innanzi alla propria villa, in funzione di fontana e in vista di tut¬ tiBct«nmncascladvtgdziltlmmqbinpfvdDlstcup e e e i n i e o e e l e i e o i e a a e ni a o o, a è e e e ei in è e li ù r ia e el o, a li n t¬ ti, una copia del Mannecken-piss di Bruxelles: ma i puritani del luogo, con a capo Hays, U Censore, scoperto il puttin di marmo che mostrava « qualcoseUina al sole », protestarono « con furor d'inchiostro, con fulmin di paróle » : e il puttino dovette nascondere la sua fontanella innocente. E allora la dama, per irrisione ai pudibondi, mandò in giro quei suoi cani con certe mutandine forate che fecero per un pezzo l'allegria della regione. Neppure più si vede, nei mattini di Maggio, l'asina celebre che recava il suo latte caldo pei bagni mattutini di Pala Negri; e che il maggiordomo di costei, se s'ha da credere alle voci„rivenàeva per un prezzo decuplo ai fans della diva. Non importa dire che, vera 0 non vera la leggenda, io non mi sono arrischiato, durante l'intera permanenza californiana, ad assaggiare un formaggino. Gli spazzini, nel Boulevard Montmartre, ch'è un po' la Broadway di questa capitale di numi, non sembrano fare che delle apparizioni istantanee, e in punta di piedi. Vanno, vengono senza rumore: e scompaiono, in meno che non si dica, in fondo a quegli ipogei in cui devono vivere, dato che nessuno può sapere dove, e quali siano le loro dimore. Dove vivono, dunque, i poveri di Hollywood? E' il più fitto di tutti i misteri che ho incontrato laggiù. E intanto il miracolo è questo: che la città è pulitissima, e che non si vede una scopa. C'è un esercito di extra, di comparse disoccupate che dormono, mi vien detto, nei fossi asciutti, dentro i trìfoglietti dì Beverly-Hill's, meno ricoverati di quei cani che recano alla dama belga i panini del breafsteak, di quella somara che porta il suo latte detersivo alle divine membra di Pota. Ma nessuno li vede, al risveglio. Trovano essi forse, nell'ore diurne, dei ricoveri segreti, dei sotterranei da congiura? La vita degli studios ricomincia dalle sette alle otto: talvolta anche prima, quando occorra girare degli esterni in una genuina luce d'aurora, preferibile a quella dei sunlights. E già si vedono in giro gli intervistatori; ma, soprattutto, le intervistatrici, monocolo e carnet alla mano, per cui le ore del mattino hanno i dollari in bocca — e non già V oro — come avverte William Haines, il freddurista locale; poiché V oro in bocca V hanno soltanto le bocche vecchie. e tre uoladisarachtafu—lotiNliptrh—gbrccgccleDgMtaddvl'tlmtivIrmttpHdidndII cannone messo a tacere L'apparizione della luce è saluta ta, sui colli di Beverly, da un <iop upslcmriplla, „_ pio ruggito. Sono i due leopardi dirNils Asther, tenuti in catene d' ar-1 gento entro una gabbia provvista di tutto, e persino d'un grammofono che intona alle belve canzoni dell'Africa lontana, perchè n'abbia conforto la loro eventuale sehnsucht. Una volta il sorgere del sole era invece annunziato da un colpo di cannone, che Paul Bern, il producer esteta mìseramente uccisosi lo ricorso settembre, sparava sull'esempio d'un poeta italiano, di cui aveva letto tutte le opere. Nella terra dove, isvglun po' per rispetto della quiete si- onorile degli ospiti, un po' per noni fdisturbare le camere sensìbilissi- rne dei films sonori, non sono am- messi altri rumors che quelli mela- {arcrforici della pubblicità; nel paese dove la vita ha un andare trasognato c e inamovibile di tapis roulant, la mitraglia non poteva essere consentita; e infatti il signor Bern, per quanto uomo potente, fu pregato di smetterla. Smise; e solo alcuni mesi più tardi un nuovo colpo rintronò nella stes- rìnchvzil'sa casa; ma era si poca cosa, tn pa- ragone alle cannonate d'un tempo, che nessuno diede retta: e solo più tardi sì seppe che Paul Bern s'era fulminato le cervella pei begli occhi — occhi siciliani — di Giannina Bello, detta altrimenti Jean Harlow. Ora, in sul mattino, si potrà sentire la toccata d'organo di Conrad Nagel, oppure il gorgheggio d'uccellino di Lupe Velez, ambedue famosi per essere l'uno il canto sacro, l'altro il canto profano del risveglio hoUiwoodesco. Ma dolcemente canta — la riconoscono tutti, allora, laggiù — anche la vaga, la mite, la blandula Leila Hyams allora che si reca alla mattutina partita di tennis, cui è immancabile pure Clive BrooTcs, che, se vince, intona strofe dell' Inghilterra natia e dei reggimenti di cui è stato capitano; se perde, rincasa cupo e taciturno. Dalle sette alle otto, appunto, è l'ora sportiva Dorothy Mackail va in bicicletta, seguita dai suoi quattro levrieri; Madge Evans cavalca; Marlene Die rymnssirDdrSputcodsdtrich fa, per isnellire, del footing — sallenatore, lo stesso Sternberg che la ddirige in scena —, e Wallace Beery rdell'aviazione; ma ingenuamente, da\'vero appassionato del motore e dell'ala: che in Hollywood, un certo tempo, s'erano moltiplicati certi piloti di occasione, e un po' troppo mattinieri, che volavano sopra le terrazze dei bungalows giusto all'ora in cui le dive, fatto il bagno, facevano in libertà ia loro cura di sole. Immancabilmente, allora, v'imbatterete nel nasone di Will Rogers, il famoso « sindaco delle barzellette » attore e autore a tempo perso, avviato alla sua partita di polo; o nei capelli bianchì del giardiniere di Anna pusHarding, che porta giù agli ospedali\di Los Angeles, secondo la quotidia-\ila gentilissima volontà della sua pa-\drona, tutti i fiori sbocciati la notte nell'immenso parco della diva, custodito da una flottiglia di cigni, e da una meridiana che tacita avverte-per bocca di un librato cherubino. di\segnar le ore tra le rose. ' ;llì banditore, il cilindro e la fanciulla\_ ,, „ . „ Dalle 10 sino all'ora di pranzo -Uche e il mezzogiorno, sacramentai-,mente, per tutti - la vita ha un ar- Wresto, salvo che negli studios, doveiil lavoro ha ripreso con r**Lpienza e la diligenza inimitabili, che li distinguono da ogni altra scena lei mondo. |\ìVi sono due luoghi, allora, dove re- '... . , , ' r" ' lasla puoonca. ma 1 potremmo bere, di mattina, dove i o . r o , il vermouth non è consentito? Que-st'agra limonata di sapore purgati-^vo, o quel pungicridante ginger ale torcibudella? Meglio l'asta pubblica: dove lo speaker: ci annunzia — e garantisce — degli autografi di Mary Pickford e delle scarpe vellutate di Gloria Swanson. S'è dimenticala di pagare le tasse, la somma Gloria, partendo per l'Eu- - piede di Cenerentola, qualche cosa è ni finita anche qui, in rigatteria, insie me ai giochi di mah-jong - agli orna ti di Strass che non usano più. Ora {aspettiamo si faccia innanzi un Prin- ropa insieme al quarto marito: e poi- che il fisco vorace tutto ha ghermito rii lei, sino ai brevi calzari del suoo cipe Azzurro, ad acquistare lo scarpino minuscolo, lo scarpino celeber- rìmo di cui è conservata l'impronta nel selciato marmoreo del Teatro chinese: e invece l'acquirente è un vaccaro del Middle West per la collezione d'un figliuolo che fa debiti all'Università. — Una giacca di lAonel Bar- rymore! — Uno sweater di Bob Montgomery! — Un reggipetto {eh! eh!) dì... il nome dell'attrice non più giovine è pronunziato, con finta ritrosia, sottovoce. Risata generale. Lo speaker passa ad altro, dopo un ironico gesto di desolazione: — Un pigiama di Fredric March! — Delle pantofole di Mary Dressler! — Un servizio da liquori (eh! eh!) di Mary Nolan... Nuova risata. Mary Nolan, notoriamente, non è per il regime secco. Sono facilmente venduti un vecchio punching-ball di Douglas; l'auto,di un'attrice di nome francese, che sette anni fa andò famosa in una pellicola di guerra, ed ora giace in un ospizio dell'Arizona; e il ritratto con dedica di un'altra illustre, che il possessore di nobiltà marchionale vendette dopo il divorzio per dispregio s intanto che il banditore annunzia d'aver da parte, come pezzo ultra-ra r0 e cl°u della vendita, delle mutande 'H Valentino, una vecchia negra com pera delle giarrettiere di Anita Page; uno studente, una lettera di John Gilbert trovata in un abito smesso d'Ina Claire; un buontempone, un salvadanaio di quel Ronald Coiman {garantito? garantito!) che fra le tante sue doti vanta, prima, la parsimonia; e finalmente, allora ch'è annunziato un cilindro di Adolfo Menjou, concorrenti siamo in tre. Dico « siamo », per ciò: che, anni or sono, a me capitò di conoscere in Trieste una bianca fanciulla di capelli rossi che qualche anno di poi, non avendo nDpstrngefidceirlrpefirlssCtldqglitgzvdd\mcora sPosat° Caterina Career, A\'lolf° Men3™ incontrò in Italia, men\l™ aveva aVVena finito di.girare un film sul lago di Como: e che ora piacerebbe a me, d'avere qualche cosa di smesso da Adolfo Menjou. Natu- -rahnente garantisco anch'io, come il \ba»ditoì-e> « cilind™ * fanciulla: ;questa? ? postutto, assai più fresca le in migliore stato di quella. Ma sono \ìn due> a contendermi il copricapo prezioso: una flapper sui quindici U^ e UR Nerone dalla voce mugu. ,,^ che vuol prima provarsi u Wndro sul testone e se lo Hncaha con im vìnce ,a iecer0. n ,c L, ià -,tato del rest0, fan | to della diva morente in ospedale, t \su questa s'allontana, in quarta ve-ìlocità, mentre il sole ormai avvam- ' sl,i bci cone di Beverly e certe P» Slu °ci colie ai neieriy, e cene [SOrde campanette annunziano il mez- \..oljiornQ. sottovoce, sottovoce, per >" Urbare j fiims'sonori, v„ non^- —• dar fastidio a nessuno. MARCO RAMPERTI. - ■ —- —