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Gli uomini e i mezzi

Gli uomini e i mezzi Risorgerà a Torino un'industria cinematografica ? Gli uomini e i mezzi Primo consuntivo - La parola di Giovanni Pastrone - Il problema dei quadri - Le aspirazioni dei giovani • Per il film italiano a n e o o , , e ano e, au pa. di aai, o a a si oa di isi a ai, rE si n fti n a e m. Sono ormai passati quasi tre anni da quando la fanfara della «Rivista Cines N. 1 » accompagnò la visione sullo schermo dei nuovissimi stabilimenti. Gran nitore di fotografia, a quel sole romano di primavera; sfilavano i capannoni d'un candore abbagliante, tutti nuovi, tutti freschi, come il sorriso dei nuovi attori e delle nuove attrici che ci facevan da guida di quadro in quadro, con l'aria di dirci ad ogni sguardo e ad ogni passo: «L'Ollivùd semo noi ». C'erano il povero Pittaluga e Bottai; nel discorso, lo chiamava per nome : « voi avete osato, commendator Pittaluga » ; e quello s'irrigidiva, sbatteva le palpebre; e anziché in tuba, fra tutte quelle Eccellenze, avrebbe forse preferito, per la commozione che lo prendeva, di essere nel suo studio, con un prospetto di cifre e di cognomi. Era il chiaro sole italiano, quello che finalmente splendeva in quelle visioni; erano parole a noi familiari, quelle che borbottavano gli altoparlanti soliti agli aho e ai yood-bye; il cinema era ricondotto in Italia. Avremmo dato uno scappellotto e anche qualcos'altro al diffidente e al pessimista che ancóra sogghignavano nella penombra. Dopo un triennio Oggi già si può tentare un bilancio, della risorta cinematografia italiana. Pesava allora il ricordo di un troppo glorioso e remoto passato, 11 confronto dei modelli stranieri, le incertezze del nuovissimo * parlato »; e gli errori che si commisero agli inizi furono inevitabili, era forse necessario e benefico che avvenissero. S'augurava ognuno di poter ammirare al più presto autentici e definitivi capolavori cinematografici italiani; nè giustamente si sarebbe potuto pensare perchè mai, anche nel nostro Paese, non dovessero sorgere ed affermarsi artisti dello schermo che avessero la levatura di un Chaplin, o di un Pabst, o di un Clair, o di un Eisenstein, o di un Vidor. Ma era prima indispensabile porre le basi pratiche dell'edificio; porre chi volesse, in Italia, fare del cinematografo, nella pratica possibilità di poterlo fare. Tutto mancava, tranne diffidenze e Umori. Era quasi inevitabile che, per gli attori, ci ai rivolgesse in un primo tempo a quelli del teatro di prosa, che per i direttori si radunassero dapprima le raminghe forze disponibili della vecchia guardia; e che agli inizi ci si limitasse, con tenacia, a raggiungere soddisfacenti affermazioni. Dopo un abbandono quasi decennale il terreno fu cosi dissodato; è soprattutto questo il merito formidabile di un Pittaluga. Il primo periodo fu intessuto d'esperimenti e di tentativi, resi tanto più difficili dall'assillo d'una produzione che doveva essere immediata, e sovente quasi a rime obbligate. Quel primo periodo lo si potrà chiamare d'attrezzatura industriale, durante il quale il pubblico fu talvolta, inevitabilmente chiamato a servire da banco di prova; e si chiuse, or è un anno, dopo aver raggiunto risultati comunque notevoli. Non si rivelarono certo capolavori che abbiano varcato trionfalmente i confini; non si è avuta certo la rivelazione di un nuovo grande interprete, nè di un direttore che tentasse alti voli; si fece della difficile, attenta amministrazione; nè sarebbe forse stato possibile fare altrimenti. Dopo quel periodo iniziale i, rita ura nm e o, ido e, el a,]16- c}nea Puo provvedere a riordinare i r- |LU0* 5u%dn' JP Pon? so"° la SuMa 01 +\^ggE^J^ J^taS he domani dovrebbe darci luminosamente l- i suoi frutti. on | per ora si assiste a una specie di ina-Iterregno: l'interregno del «carino» e g-\de\ «grazioso». Commediole, comme- ul ' diette, teatrino filmato sovente con gar- a, bo ed eleganza, sono le battute d'aspetto 'cne daranno il respiro necessario a più , vaste opere, delle quali qualcuna è pros- —jsima, ed una è già apparsa vittoriosa al mente. Altre case editrici sono sorte o jrisorte accanto alla C'ines, già si assi- ti-Iste persino a tentativi d'imprese indio,|vlduali costituite per girare un solo aZ-jfIm; <?°P° ™eno dl tre annija cinema«MgT» ^bWcoTacco^ c-\coa mdubbio calore. §y faclle così c£m. g-jprendere come altre energie siano in e-,dotte ad accostarsi allo schermo, come si-1 altre imprese si possano delineare. Esidiin dì o, upel in Apchponudapufabilchbapuspsuvoai doprdavotemsasepacóunstenrevosadenonie dipusomgemunqustriperedipie scmpogei affdocotovamfavenmquautofucHrtrstmssicicgrimpmnbaterrsctnsqlistono persino dati collaudati e sicuri. Un film medio, che voglia vivere soltanto nell'ambito del mercato nazionale, non deve superare il costo di settecentomila lire; e un film del genere, e di quel costo, ebbe recentemente a raggiungere un reddito del mille per cento. a be a*, to, p Colloqui con Pastrone Ma se li momento è propizio a più numerose imprese, il problema fondamentale rimane pur sempre quello dei quadri. Esistono direttari italiani capaci e non ancóra assorbiti dalle attività italiane esistenti? Esistono attori cine- no- ; matograflcl in queste stesse condizioni? se-,®, se non esistono che in parte (per 1 ■- direttori ricorderemo il nome di un Ge- bU-,^ che da ar do me formarli al ugo e anni lavora all'estero), co- al più presto? to-. n„„f. j»__0„^ i queste domande abbiamo rivolto so e,vente a GiovMml Pa3txaa<;, l'indimenticabile « Piero Fosco » di Cabiria e de II fuoco, tra i fondatori dell'/tato. Il del baen- lla ere za> en- .„ tto liti dei a bace^ on'ava fit la an ni, vacar lo , Pasturane abbandonò 11 oittiemia noi 1917, già disgustato di certi sistemi che si profilavano, e ohe pochi anni dopo dovevano deteorotaare il crollilo delia ctaematografia Mattana ■ E' stato un pioniere e un maestro. Giunse a disegnare nuovi appareaclii di ripresa e di proiezione, trovò nuovi procedimenti per la perforazione della pellicola, scoprì nuovi sistemi di sovrapposizione delle immagini, dieci anni prima degii ameri-oani scoprì ed usò il campefllo mobile; diresse un migliaio di film. («Un film non è mai troppo caro, quando vate più di quel che è costato»: ecco il principio economico che sempre ispirò la sua attività). Il Pastrone fu un immediato avversario del cinema sonoro, come allora si diceva, ai cento per cento; e te più chiare risate le abbiamo vedute pronompere sul suo mobilissimo volto quando gli giungeva l'annuncio dl un altro progetto di portare suiUo schermo un melodramma. Ai primi saggi del « sonoro », quando te folle erano entusiaste del nuovissimo giocattolo (e lo furono per sei mesi), lo udimmo affermare : •.- Da oggi comincia la vera erisi del cinema, perchè da oggi lo se-herI90 jriauacja SA eaasro ictoematogirafQ, $. cptvfbfvttcòsgclqqdvmrdrctcgc pprezzava te move e lSimàtate irtsonse he un adeguato commento sonoro oteva offrire alla visione; ma il ri* unciaare volontariamente alle fonaft abiilS sintesi vfaive che l'obbiettiva uò campiere, per indiugiarsi Invece a ar vedere aHouine ombre quasi immoili, che parlano e pariano, con voci he talvolta sembrano uscire da un arile, e che non hanno quasi mal, se si uò dir cosi, una giustificata «prò pettava sonora », gli pareva un asurdo tecnico e artìstico, un tagfliora olontairiazneinte al cinemategratfo qua, tutte te sue possibilità; e i fatti ovevamo dargli irapidarajenite ragiona, I giovani L'ultima volta lo vedemmo a una roiezione privata di Cabiria. L'aveva a poco sonorizzata a sue sgpese, laorando pensmnataeiite, in brevissimo empo impadroneiDidosi deffla nuovissima tecnica. Ogni tanto nel buio della ala, dove filtrava la luce del mattino, e la prendeva con 1 « pugni » dell'altoarlante; e poi, a visione ultimata, anóra una volta ci affermava che perchè n vero clima cinematografico possa ritabilirsi in Italia occorre che nuova nergie vengano istruite, guidate, sorette, fin quando non possano alla lor olta assumere intere le nuove responabilità. Il problema, meno grave è quello egli attori. Basta saper scegliere. Ma on tanto tra le quinte dei palcosceici: nella vita che ci attornia, ricca; mutevole. Ha affermato un grand* irettore cinematografico: « Ognuno, uò interpretare perfettamente se steso dinanzi all'obbiettivo». Uscire dal mondo dei bistri e dei fondali, iuteìlientemente cercare nella viva realtà, miniera inesauribile. Anche da noi, per, n film ideato di Pirandello, si sta ili uesti giorni tentando di attuare queti criteri: tra gli operai delle acciaieie di Temi pare che si siano rivelati, er interpretare figure di operai, paecchi ottimi attori. Fra questa massa i « artisti » quasi inconsci, presa nei iù vari ambienti, si riveleranno poi nuovi interpreti autonomi, le nuova autentiche personalità d'arte; ma la celta di questi elementi non deve limitarsi ad avere per orizzonte il cuolino del suggeritore, n cinema esie uno stile di recitazione tutto suo; migliori attori di prosa che ai sono ffermati anche sullo schermo, hanno, ovuto e saputo ricominciare da capo. Per i direttori il problema è ptft omplesso. Oggi ò di moda, soprattuto fra 1 giovani scrittori e fra i gioani pittori, atteggiarsi a genio cinematografico in incognito, A lasciarli are si promuoverebbero direttori in entiquattriore. Sono « tifosi » del cinema, hanno scritto di cinema, hanno magari fatto qualche bozzetto per qualche scenografia; e già A sentono autorizzati a tutto affermare e a tuto promettere. Joseph von Sternberg u per .anni tappezziere, elettricista, capo-elettricista negli stabilimenti di Hollywood, prima di riuscire a dirigere il suo film. Non è certo la stessa rafila che debba essere imposta ai notri nuovi aspiranti; ma il temperamento artistico, dato che esista, la toffa senza la quale nè si taglia nè i cuce alcun abito, ha bisogno, per il cinema, di tutta un'esperienza tecnia, ecco la brutta parola, che ogni giorno si fa più vasta e più necessaria. Si aprano le porte degli stabilimenti ai giovani che hanno seri propositi e che siano disposti a subire magari anni di un sacrificato tirocinio prima di poter tentare con probabilità di successo qualche personale affermazione; siano sorvegliati i loro; emperamenti e indirizzati da altri direttori ricchi di sensibilità e d'esperienza; non si conceda loro di farà salti nel buio, dannosi anche economicamente, che il più modesto esperimento cinematografico può costare centinaia di migliaia di lire: ecco quanto si deve affrontare per rinsanguare I quadri, perchè la cinematografia ita» iana possa rigogliosamente fiorire, Stile italiano Tornare a un'autentica espressione cinematografica in un chiaro e consapevole equilibrio; bandire risolutamente ogni improvvisazione; educare nuovi elementi; non mai compiacersi di' fare il film più o meno americano o berlinese: questo attende chi voglia fruttuosamente iniziare in Italia nuove imprese cinematografiche. E per tali imprese, se vi si dovessero concretare, Torino offrirà un ambiente pacato e raccolto, tenace e fattivo, che ò il vanto e la fisionomia di questa nostra città industriale. Torino, come, già un tempo, può dare un grand* contributo a un più vivo rigoglio dell'industria cinematografica italiana, la quale può legittimamente collocarsi fra quelle della radio e della moda, facendosi di quest'ultima la più efficace divulgatrice. Una nuova industria cinei matografica torinese sarà un'altra garanzia e un altro stimolo. E' soltanto dall'emulazione che può sorgere una gara feconda. Ma se si vuole che la nostra cinematografia possa in breve salire vette sempre più alte, occorre soprattutto: che si raggiunga uno stile cinematografico veramente italiano con opere che possano varcare i confini, e che rechino l'impronta più viva e profonda della nostra civiltà e della nostra "loria, della nostra vita, del nostro respiro. Allora gli schermi che già dominammo torneranno ad essere in nostro dominio. MARIO CROMO.

Luoghi citati: Hollywood, Italia, Torino