La strage di Almese

La strage di Almese La strage di Almese ! a a ì dalle tare . j l'intelletto e che ne mimano il corpo i Enrico Montatone, di 43 anni, conta.' Non so nulla ; non mi ricordo di nulla . dichiara il colpevole [Corto d'Assise di Torino) Bicndiec ,. • ., . Uccio, pallio, il viso segnato lo» clie ne hanno. aoconroaginato tto e che ne mimano il corpo, Montabone, d'i 43 anni, conta | dino, l'autore della strage di Almese 'è nella gabbia: assente, inerte, come j privo di vita. Egli è avanzato come 1 un automa e ncn appena ha rafrariunto 1 il banco, vi è cascato a sedere: non ; ha vólto intorno lo sguardo; non ha ! avuto nemmeno un gesto, un pailipito per il fratello, che è stato introdotto nella gabbia dopo di lui, e che, dichiarandosi estraneo all delitto, si proclama vittima esli stesso della sua Colle esplosione di viialenza. La folle sparatoria Blsogna riandare gli annali crimina- logici per trovarci di fronte ad unper protagonista "l'individuo che è ora |dinanzi alla Corte. Un omicidio e sei |tentati omicidii: ecco, tradotta nel Un- i episodio di cupa, bestiale, selvaggia i violenza quale quella che ha avuto i .maggio giuridico ccn cui i fatti ven-l configurati nette loro ipotesi de- \lUttuose, la tragica gesta dell amputato. i Ai banchi delle parti lese è la teoria I■ - Civile: li patrocinano gli avvocati NaSi e De Marchi. L'autore della strage, ideile vittime: Innocenza Coletti ved. , 1 Supatto, Timoteo Gunetto, Vittorio lSupatto, Domenica Nicol Supatto, Na-jtale Nicol e Maddalena Supatto. Sono i in lagrime tutti, e fra di loro aleggia il ricordo del padre, Antonio Supatto, vittima prima e maggiore della fonia dello sparatore. Per difenderne la me- moria e per vendicarne la tragica e crudele fine," essi sono costituiti Parte ! ed il di lui fratello, Giovanni Montabone, Si 41 anni, il quale pur non avendo concorso materialmente nel misfatto, è stato mandato a giudizio per risponderne in correità, sono difesi dagli avvocati Barosio, Luigi Durand, Salza e Santacroce. Siede al banco dov'Accusa il P. G- comm. Villa e presiede il conte Marchetti il quale, dando inizio al dibattimento, rievoca le circostanze che diedero luogo ed accompagnarono il compiersi del sinistro "fatto. Fu l'ultimo giorno dell'anno. Attorno ad Antonio ed Innocenza Supatto due vecchi valligiani di Almese o --iera-'no raccolti i figli, i generi, le nuore ediì nip0ti, tutti convenuti nella vecchiaicasa avita — posta in borgata Mala-j trait e contigua a quella dei Montabone : faltro che buoni. Le due famiglie era- no divise, da anni, da rancori e dissen-1 ai scaturiti per il protrarsi e l'esaspe- rarsi di una vertenza possessoria. Le j I proprietà dei Supatto e quella dei Mon-ijtabone erano divise da un piccolo mu-j r0: orbene, sulla legittimità di questo j termine posto ai confini delle due prò-1] prietà erano imperniati appunto i dis-j!sen3i. Gli uni e gli altri asserivano che il muricciolo doveva considerarsi come incluso nella rispettiva proprietà, ed il' 1 vecchio Supatto, il quale era certo del 'suo buon diritto, pochi giorni prima del | fatto aveva dato incarico ad un capo- I mastro del luogo, certo Gatti, di demo lirlo. All'abbattimento del muro si die-; de mano appunto il 31 dicembre scor-, ] a j>arma contro il genero ed un ui- c,m.i|.. rpimntfin <1„noH |oUn0 M Supatto, Timoteo Gunetto e |fta.,0 Nico]_ n prim0 cadde a terra, an-Il tragico bilancio bruciapelo, freddandolo. Poscia lo spa-jratore si allontanava: aveva esaurito li colpi contenuti nel caricatore e cor- : reva in casa a rifornirsi di proiettili, 'Quando riapparve, tragico ed impres- "stonante nell'atteggiamento minaccioso,e spavaldo, intorno ai feriti ed al vec- ,chio Supatto. agonizzante, c'era ressaIdi pietosi che tentavano di porgere«loro i primi soccorsi. Il Montabone appro!fitto di quell'attimo di sorpresa e di sgomento, che serrò ed immobilizzo tut a loro volta, caddero la moglie del Su- patto, Innocenza Coletti e ^figlia, Djj-memea Supatto in Nicol. Un altra fi- ;gliola, Maddalena Supatto in Gunetto, contro cui il Montabone esplose pure1 altri colpi, rimase illesa. Lo sparatore aveva mirato al capo: orbene, ì proiet- tili le sfiorarono i capelli, senza ferirla. ) Compiuta la strage, l'omicida si die-ide ana fuga. Egli vagò a lungo per ie campagne e infine raggiunse la frazio-|ne Novaretto ove vivono dei suoi pa- renti: bussò alla loro casa e sostò qual- ! che ora presso di essi. Bevve, chiacchie- _A _ ............ «. ti... Iinnnt/. Inlrtnrm nlln irò e tacque naturalmente intorno alle1ricerche per le campagne circostanti e: persuaso che non sarebbe riuscito a vendicare i proprii familiari dei senru- si sofferti e patiti per parte dei Supat- to. Intanto l'autorità ordinava 1 arre- sto del fratello del Montabone, Giovan- ni. Contro lui si erano raccolti elementi iali da ingenerare la persuasione che o ' . egli fosse stato il correo morale del fratello. Allorchè il vecchio Supatto aveva incaricato il capomastro Gatti di abbattere il muricciolo conteso, un teste l'aveva udito esclamare : « Se questo muro sarà abbattuto, qualcuno finirà al camposanto! ». Questa espressione ed il fatto che egli presenziò alla Istrase, senza in alcun modo intervenire o XrfaJ. desistere il fratello dalla sparao j £ ri ma quasi vignando, invece — a o, e e e o n a o o a detta di una"deli? vittime -^Ì^Mnpqqnno aspirasse e rae-siuntresse lo snpTratno°reaIl!èr spalle! deSarotó « ~f Iot-„t« i^m.Lnntn oH ^Mr,a^r,r. <lmagistrato inquirente ad ordinarne il rinvio a giudizio. Contro l'accusa, Giovanni Montabone, sin dal primo momento, è insorto vivacemente: concitatamente, egli l'ha respinta anche ieri, al cospetto delle vittime e dei suoi accusatori. L'amnesia dell'omicida Nessuna difesa, nessun accenno che valga a spiegare il turbine cosi dram - , strage. Allorchè il presidente si accin n|ge ad interrogarlo, Enrico Montabone -er fare delle dichiaraziosti"9.mìjc seoncprio.iili a |'~pres!V—il 31 dicembre avete spai | rat0 numerosi colpi di rivoltella contro - —•■ -»-s. *~ ..„„<,.« ..- ..«.^u- maucamente scatenato, si leva invece |dal maggior imputato: l'autore dellaj'a |ai aizai ma per o j ^ sconnesse, st: il vostri vicini: avete ucciso un vecchio;-lec} avete ferito quattro altre persone;(- \^ue aitre contro le quali avete sparag to sono rimaste fortunatamente inco->a I iumi. i , L'accusato schiude gli occhi, come se o lsi risvegliasse dopo un sogno, e di- jo^iara; o i — ^on so nulla, non mi ricordo di a nuna. i pres. : — Ma ricordate che per quo-1 st0 fatto vi hanno messo in carcere? ■ — gono m carcere perchè mi ci han-1 no portato. | ! pres. : .— Ad Almese, abitavate hruna casa attigua a quella della fami- ! na Supatto. Ricordate questo? io — Dev'essere così, ma è tanto che manco da Almese. E l'amnesia dell'accusato non ha limiti, arresti. E' totale ed involge non solo le modalità con cui fu compiuta la strage, ma i precedenti, le causali, i dissensi che dividevano la famiglia di lui e quella dei Supatto. Dopo infiniti e pazienti tentativi, il presidente rinuncia ad interrogarlo. E' la volta di Giovanni Montabone. Se l'Enrico, fisicamente e psichicamente non è che una larva d'uomo, il fratello impersona il tipo op o posto: gagliardo, intelligente, pronto. -Egli protetta contro l'accusa che gli si -iriSni^n 0 rtofinio» n.i„™i™« i» «fl-w -'rivolge e definisce calunniose le after-;dizioni dei suoi accusatori. Quindi rie- aiVoca prolissamente i contrasti insor-1 -jti con la famiglia Supatto a causa del e : muro divisorio, per rievocare poscia la ^-l- che sentii che dall'altra parte comin- -1davano a demolirlo. Caddi anzi a ter-|- ra, a causa dei colpi di piccone che ve j nivano dati. Alla demolizione assisteva -iuno dei Supatto che mi ir giunse di al-jlontanarmi. In quell'attimo, soprago j giunse mio fratello. Egli spianò la ri-1voltella e sparò: non so contro chi, per-j che al primo colpo fuggii, rifugiandomi e in casa. A quello che è accaduto non e ho quindi assistito l' l l - -re qUeat0 -, . Pres.: — Risulta invece che non vi siete allontanato, ma avete agevolato vostro fratello, impedendo che lo si disarmasse. i- Penosa riesce la sfilata delle Darti e lese, le quali espongono la cronistoria n-,dei dissensi insorti cVZt.K S trentotto giorni; eguale durata ha avu-IÌ.°i?^tgS?.^.dei!a_fif?la' Domenica Su-a-, .JÌennero. compiuti accertamentio!psicniaT.nei.ii perito, dottor Bolsi, lo r-! giudico semi-iniermo di mente e sog-i, i getto socialmente pericoloso. Tali con-s- Clusloni saranno illustrate alla Corteo;ne" udienza di oggi

Luoghi citati: Almese, Bicndiec, Torino