L'America attende il pagamento dei debiti o in dollari o in valute nazionali

L'America attende il pagamento dei debiti o in dollari o in valute nazionaliL'America attende il pagamento dei debiti o in dollari o in valute nazional Malessere e imbarazzo a Londra e a Parigi chiara solidarietà con l opinione -pre Washington. 24 notte. E' da ritenere che alcune Potenze debitrici chiederanno al governo degli Stati Uniti di effettuare i loro pagamenti del dicembre prossimo in moneta nazionale, approfittando così del suggerimento di Hoover, che alcuni ambienti politici ritengono finirà per essere accolto anche dal Congresso. Siffatta modalità di pagamento, nell'opinione dei circoli finanziari, avrà una benefica influenza sui corsi delle valute europee, e impedirà le fluttuazioni immancabili per effetto della domanda di dollari sul mercato internazionale che, in tal modo, verrebbe a mancare. La risposta alla note cecoslovacca e polacca sarà consegnata ai rispettivi rappresentanti diplomatici in serata. L'opinione di Roosevelt in favore di discussioni dirette per le ordinarie vie diplomatiche riduce assai, a quanto si afferma negli ambienti politici della capitale, le probabilità della costituzione della Commissione permanente dei debiti suggerita da Hoover. In generale, poi, la dichiarazione di Roosevelt è definita di netta opposizione al pensiero di Hoover e implicante una valente in seno al Congresso, I capi parlamentari, fra cui i senatori Georges e Harrison e il rappresentante Raney, ancora oggi hanno ripetuto la loro opposizione alla Commissione suddetta, perchè essa significa automaticamente un avviamento a ridurre i debiti delle Potenze europee. E' rilevato che Roosevelt ha taciuto, o è rimasto assai riservato, su altre due proposte di Hoover, e cioè il pagamento donedscvcgSgscGYptetsdsucpnlcrrisrrssssz** ^adenae di dicembre elapro- ruga del trasferimento effettivo deile difese da parte delle Nazioni a valuta deprezzata. Se ne trae la con-1 Seguenza che l'opposizione di Roo- sevelt è specifica per ogni punto del _,;,,.,„ j: jf -, -„*tn- piano di azione di Hoove, e raffor- **« I opposizione del Congresso. Si aggiunge pero che la preferen«« espressa dal Presidente eletto per le trattative diplomatiche dirette non impedisce un riesame a breve sca denza di ogni singolo accordo in rapporto aue condizioni finanziarie; ed economiche generali delle rispet '.. «™ Nazioni. Forse queste potranno giovarsi m proposito di alcune ctr costanze comunicate da Hoover du\rante la campagna elettorale, come quella che una revisione dei debitiÀcon detcrminate modalità, potrebbe] ravvivare i traffici internazionali de- ?: stati unit\ svècie se collegata a 1-' \amencana, < ! una revisione della politica doganale A. R. Indecisione francese Parigi, 24 notte. Anche il Quai d'Orsay ha ricevuto 'la nota americana di risposta al passo : compiuto a Washington dall' Ambascia; tore Claudel, ma nulla ha ancora de- cisonè: cirea 1 a sua pubblicazione nè sull atteggiamento da prendere, quello che oramai non fa più misteropernes-'jjsuno è ii carattere negativo del documento. I giornali sembrano generalmente avere deposto ogni speranza per quanto riguarda il versamento del 15 dicembre e si limitano a riportare le loro esigenze sui pagamenti successivi. L'idea ventilata da Hoover della riuinione di una Commissione internazioi naie per trattare dei debiti in rapporto col problema del disarmo e con quello del rapporti economicipare pere.alcon trario avere incontrata al Quai d Or 3av una forte °PP°slzl0ne- } *™SS tenwno °h* Una^°^S,«re ,V*ridu * .Sff^ESJS art un \*°™ d^ ,'!*SJ2liV2SSSito <tt hsame, ^"5*Tn! fi lattiche essi ?in?oM deb toril„°If-^SSJ? . '3 altri debitori, prova abbastanza .chiaro che. ad onta dei suoi imbarazzi |di bilancio, la Francia sa benissimo di avere ancora oggi la più forte situa-| zione finanziaria del mondo e che, di conseguenza, in nessun modo essa po- ! trebbe illudersi di ottenere dagli Stati IUniti un trattamento di favore. 1 Un punto su cui i commenti insi- concordemente è quello della con- =„.. . ne Washington sarebbe di-sposta a fare per evitare il crollo delle monete ossia l'effettuazione dei ver-!ces ^'amenti neUe" divèrse VaTute" nazionali.e in attesa che i trasferimenti in dollari ! possano venire effettuati senza perico--\\o. Senonchè anche questa facilitazione TAé egli certo che nel pensiero di Hoover à applicarsi alla Francia? Il testo della n0ta americana dice semplice- mente: «Io non pretendo con ciò che, se'circostanze eccezionali, quali 11 de»iprezzamento della moneta e la dima-. {;uzion enei.a,e del commuto inter-toffiffiS-o^^ ^ ffite cl^& |m^inéi^ &» dollari^iS P"dita d* ambo le parti, il no-^^^ governo debba rifiutare il versa-u mento a nostro conto della prossimap,mento a nostro conto della prossimaì in moneta °3U"ra>>- - 11 fatto che Hoover Parlì di « talune e non * tutti 1 d?bitori' 3i--nifie.n che ne"° sPirit" -a,mencano anche £iuest!l -ldcve es!lers accordata a chinei ha efi : attivo b:sogno, e non a tutti indin stintamente. I giornali francesi, rilei vata immediatamente 1 incertezza reo gnante su questo punto, si affrettano ,;a mascherarla piallando atto della con-|cessione cnme di una concessione n- volta alla Francia, e sopprimendo nen ;°ro commenti la frase «talune nazio- ni »• Ma in un modo o nell'altro siaci arovernoconcessioneno cioè dollari o siano franchi, il tono di quanto si scrive a Parigi permette oramai di rendersi conto che Herriot non ha più la menoma speranza di evitare il versamento di 19 milioni di dollari il 15 dicembre. In quanto al problema della revisione dell'accordo Mellon-Berenger, che nulla nota americana non si trova abbastanza esplicitamente posto, la campagna continua vivacissima pigliando come leva la tesi che se gli Stati Uniti rifiutassero di ridurre largamente 1 loro crediti, la Francia considererebbe come non avvenuti gli accordi di Losanna e richiamerebbe la Germania all'osservanza del Piano Young. « Non lamentiamoci — scrive in proposito il Temps — noi vogliamo al contrario evitare di Invocare argomenti di elementare equità che si impongono naturalmente allo spirito davanti alla risposta di Washington ai passi di Londra, di Parigi e di Bruxelles, ma che sarebbero di natura tale da complicare una controversia che si annunzia particolarmente delicata. CI rimettiamo semplicemente a constatare i fatti e a trarne le conseguenze logiche ed inevitabili. Se nessun regolamento dei debiti, accettabile in coscienza da tutti gli interessati dovesse intervenire in seguito al rifiuto degli Stati Uniti di studiare una soluzione equa, bisognerebbe considerare che il Governo americano assumerà deliberatamente la pesante responsabilità di distruggere tutto ciò che è stato compiuto da due anni con l'assentimento, e più sovente su iniziativa del Presidente degli Stati Uniti. t Sarebbe la fine dell'accordo di Losanna e il ritorno al Piano Young, con tutte le conseguenze che possono comportare la leale interpretazione e la sincera applicazione delle sue clausole; sarebbe lo scacco certo della Conferenza del disarmo che non può finire" praticamente che in mezzo ad una atmosfera di fiducia e cooperazione internazionale; sarebbe infine l'aborto del progetto di Conferenza economica mondiale da cui gli americani attendono vantaggi consideravo* per rimediare efficacemente alla crisi che li prova cosi duramente ». Giova notare ad ogni modo che per situazione gli Sy^ggJrTC»Sta0^H»W 1 nare i loro commenti con una parola di fiducia, dichiarandosi intimamente persuasi che gli Stati Uniti finiranno per intendere la ragione, e che una nuova crisi internazionale, sarà evitata. C. P.