Hindenburg respinge le condizioni di Hitler e affida al capo del Centro l'incarico di formare il Ministero

Hindenburg respinge le condizioni di Hitler e affida al capo del Centro l'incarico di formare il Ministero Hindenburg respinge le condizioni di Hitler e affida al capo del Centro l'incarico di formare il Ministero i a e e o r e n Berlino, 24 notte. Lo « scambio di note » che teneva da quattro giorni sospesa l'ansia di tutta la Germania fra i due poli del suo destino rappresentati dai due uomini di fronte fra il Kaiserhoff e la Cancelleria Vecchia si è oggi concluso, e si è concluso con la rottura. Rottura netta e senza equivoci. Chi aveva sperato che questo 24 novembre potesse con una storica decisione riparare la rottura del 13 di agosto che aveva, senza utilità per nessuno, di tanto approfondita la divisione degli animi e aumentato il distacco tra la vecchia e la nuova Germania, deve oggi registrare che la data odierna riassumente quattro intere giornate di vicendevoli assaggi e spiegazioni non ha potuto se non pienamente confermare, per ora almeno, l'impossibilità di una intesa; e se mai ha soltanto servito a rinforzare di ragioni o piuttosto di argomentazioni il freddo e quasi tacito scontro di allora. Come conclusione di tutto : la crisi di governo, scartata ancora una volta la soluzione nazional-socialista, si risolverà ora il più rapidamente possibile in poche ore per una delle vie consuete e forse già preparate; ma la «risi politica, la crisi di stato del la Germania, continua: essa non è e non può essere che rimandata. II controprogetto Hitler La spasmodica attesa di una soluzione era stata dopo il controprogetto di ieri fatto pervenire dà Hitler alla Cancelleria estremamente acuita per 24 ore, poiché solo stassera alle 17 si ha- pubblica notizia che il Presidente ha rifiutato il controprogetto del capo dei nazional-socialisti. Il fatto che il Presidente, di cui è nota la ponderatezza in ogni suo atto e decisione, ci pensasse tante ore unito con le notizie che si erano diffuse di consultazioni e colloqui che alla Cancelleria si svolgevano, avevano non diciamo già fatto concepire delle speranze ma acuito indubbiamente il senso vivo della gravità delle decisioni e delle responsabilità che alla Cancelleria si stavano assumendo e preparando. D'altro canto che appigli di discussione e di continuazione di trattative ci fossero o ci potessero essere veniva fuori da un comunicato e da particolari a spizzico che di ora in ora venivano diramati sul contenuto preciso dei documenti precedenti, e più specialmente del controprogetto di Hitler. Da queste precisioni e particolari si veniva accertando che in sostanza il contro-progetto con cui Hitler aveva accompagnato il suo rifiuto di condurre trattative per un Gabinetto parlamentare non era di formare necessariamente e incondizionatamente un Gabinetto « presidenziale » per forza autoritario e dittatoriale; era invece di formare un Gabinetto al quale il Presidente nella previsione della difficoltà e impossibilità per ora di una maggioranza accordasse come già aveva accordato ai precedenti, vale a dire a Brùning e a Von Papen, di poter lavorare con l'articolo 48, di mettergli cioè a disposizione niente altro che i suoi poteri costituzionali. Il che non escludeva naturalmente che questo Gabinetto col procedere del tempo e soprattutto colla prova della sua opera questa vipmaggioranza potesse formarsela e servirsene e funzionare alla fine come un Gabinetto parlamentare. Che più? Era niente altro che quello che già per due Gabinetti il Presidente aveva fatto non solo, ma a cui aveva finito per tenere tanto da farne una condizione assoluta del suo modo di governare che egli compendiava con la formula « Gabinetto presidenziale ». Circa le riserve o i cinque punti del Presidente dei quali era stato affermato che i capi dei partiti nelle loro conversazioni col Presidente le avessero preventivamente accettati, da parte nazional-socialista si teneva a precisare che la cosa non era affatto vera. La notizia del resto era smentita anche direttamen te da alcuni dei partiti stessi porta-ti in causa: il centro bavarese peresempio smentiva in un comunicatoufficiale che il suo capo fosse statointerpellato su quei _punti special-mente sull'articolo 48, come anchesulla, questione del dualismo fraPrussia e Reich Noi avevamo giadetto essere imam inverosimile cnequesti partiti e specialmente i due partiti cattolici avessero così facilmente fatto gettito di questi punti di vista che erano per essi dei caposaldi. Ma la notizia era stata tendenzio-- |samentc diffusa per addossare pre- - ìventivnmante tutte le responsabilità I guerra del fallimento possibile delle trattati-lve al capo nazional-socialista mentre j sostanzialmente è proprio stato il fatto di queste cinque riserve presi-!denziali che la maggioranza dei par-!titi non avrebbe accettato e non a-ivrebbe potuto accettare quello che rendeva contradditoria la pretesa presidenziale di un Gabinetto a un tempo parlamentare e condizionato a quei cinque punti ; e perciò rendeva impossibile il successo dell'incarico di Hitler. Per concludere su questo punto Hitler proponeva insomma un Gabinetto presidenziale che non escludesse però l'appello al Parlamento ; niente altro, formalmente, se non quello che chiede ogni capo di parti Il « no » del Presidente to incaricato del potere in seguito ajdesignazione popolare di poter cioè presentarsi al giudizio del Parlamen-i to col suo programma o con la sua;opera. I\La risposta di Hindenburg, dopo 24 ore di meditazione, è nettamente negativa. Un comunicato ufficiale il quale preannuncia imminente la pubblicazione di tutto il « libro » dello scambio di note di questi quattro giorni, anticipa l'essenziale della risposta del Capo dello Stato. Il comunicato dice: « Nella sua lettera di ieri 23 novembre il signor Adolfo Hitler ha declinato l'incarico datogli di constatare la possibilità della formazione di una maggioranza parlamentare a un governo da lui diretto; e ha dal canto suo proposto al signor Presidente Reich di incaricarlo, senza riserve e senza preventiva constatazione di una maggioranza al Reichstag, della formazione di un governo a cui il Presidente metta a disposizione i suol poteri presidenziali. « Il Presidente ha declinato questa proposta ritenendo di non potersi assumere dinnanzi al popolo tedesco la responsabilità di consentire i suoi poteri presidenziali al capo di un partito che ha sempre sottolineato il suo- spirito 'due^totalitario, dovendo il Presidente rite- nere che un Gabinetto presidenziale condotto dal signor Hitler significa inevitabilmente una dittatura di partito con tutte le conseguenze di uno straordinario aggravamento dei con¬ trasti nel popolo tedesco che il Presidente non si sente davanti alla propria coscienza, e davanti al giuramento dato, di poter determinare ». Dalla risposta presidenziale la quale non consiste in una lettera del Presidente ma in una lettera del suo Segretario di Stato Meissner si rileva poi che Hitler già fin dal primo colloquio col Presidente aveva chiesto il potere senza riserve, e che in un colloquio avuto ieri sera col Ministro della Reichswehr Schleicher ha anche preventivamente negato ogni appoggio a qualunque altra soluzione della crisi, ragione per cui il Presidente fa dichiarare che non crede ulteriormente utile consultarlo per la prosecuzione della crisi. Appena resa di pubblica ragione la risposta del Presidente l'ufficio stampa del partito nazional-socialista ha convocato al Kaiserhoff la stampa estera alla quale il deputato Goering ha fatto alcune dichiarazioni che consistono in una messa a fuoco dei punti di vista nazionalsocialisti e in una dichiarazione dia a l o i i e a l Goering ha sostanzialmente affermato dinnanzi alla stampa tre punti : 1) che tutto lo svolgimento della crisi ha confermato nel campo nazional-socialista la convinzione che si trattasse di niente altro che di una grossa manovra intesa, fin da principio, al prestabilito fine di consolidare il regime o piuttosto il sistema Von Papen da cui si spera la salvezza ; 2) che qualunque sia per essere il Gabinetto nuovo e il suo Cancelliere il nazional-socialismo passerà all'opposizione più netta e più irriducibile ; 3) che come ha detto Schacht nella sua intervista se Hitler non ha ora preso il potere lo prenderà fra- <lua"ro mesl r! Hitler nega o ,. o d aver chiesto la dittatura - m tardi infine si apprende chee:HiHp , „ià contro-risnn<?tn"kl "ri a ffird^pMeSte c^Sna £ova a!lettera diretta al ^eterioe di stato Meissner. U na comunicazio-e i - - ne ufficiale nazional-socialista ne rende noto il testo: la lettera che è scritta in tono ed a parole rispettose per il Presidente fa una serie di constatazioni: Hitler fermamente con à'creduta affatto impossibile in sé. ma3tata che la maggioranza parlamentarc che gli si chiedeva egli non l'ha lessa è stata resa impossibile a cauj sa delle cinque riserve postegli dal Presidente; in quanto alla contro-, !proposta da lui fatta Hitler constata ; che essa controproposta non era pre cisamente quella che si intende sot to il termine di Gabinetto presiden ziale (egli accenna alla possibilità che lasciava aperta di adire le vie parlamentari) ed ha anzi rilevato la necessità dell'appoggio sulla rappresentanza popolare. « Non ho chiesto, dice, nessuna dittatura di partito, ma ero disposto a collaborare con tutti i partiti. Ma le trattative che avrei fatto dovevano rimanere senza risultato perchè sussisteva già preventivamente l'intenzione di mantenere a ogni costo il Gabinetto jVon Papen come Gabinetto presiden-1 *ale>. ■i In questo Gabinetto egli non vede i;una forza costruttiva e si rifiuta per- Iciò di appoggiarlo. Egli non porrà il \\movimento da lui creato a disposi-, zione di altri interessi che non siano ; quelli del popolo tedesco. : Dopo ciò alla Cancelleria è stato immediatamente ripreso il corso del-!la crisi. Secondo il previsto si com-|pie immediatamente il ciclo di tutti\i tentativi «parlamentari», e corneigià è stato preannunciato è stato ri-1cevuto questa sera a consultazione il2^JèX±JSL ^°capo del senza la minima prospettiva di riu-scita, anche se egli ottenesse l'ap-poggio dei socialdemocratici, poiché basterebbe la sola ostilità dei nazic-nal-socialisti e dei comunisti per ren-dergli impossibile ogni maggioranza,jil capo del Centro, considerato so-prattutto che passi parlamentari da Hitler non sono stati nemmeno ten- tati, ha accettato di fare il tentativoe si è riservato di rispondere domani. Intanto sono stati ricevuti, nonpersonalmente dal Presidente rna dalsegretario di Stato Meissner, altri ca-pi dei partiti per nuove consultazioni: così Hugenberg per i tedesco-nazionali, Dingeldey per i populisti. Schaeffer per il Centro bavarese. Si [prevede imminente la soluzione del 1 la crisi e la formazione del nuovoGabinetto per cui si fanno come Can-celliere i nomi già noti di Bracht, Goerdeler e del barone Von Luenink presidente della Camera agricola del- la Renania, ma rinasce insistente- mente il nome di Von Papen. 0. P.

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