Il Procuratore Generale chiede il rinvio alle Assise

Il Procuratore Generale chiede il rinvio alle Assise L'ISTRUTTORIA CONTRO L'EX-ESATTORE ACCATIN0 Il Procuratore Generale chiede il rinvio alle Assise L'entità delle malversazioni: 3.148.495 lire - Dieci imputazioni -- La moglie incolpata di ricettazione L'istruttoria contro Raimondo Accatino, l'ex-esattore astigiano, volge al termine. Dall'Ufficio di Istruzione del Tribunale di Asti, gli atti della complessa e laboriosa istruttoria sono stati trasmessi alla Procura Generale presso la Corte d'Appello, ed il sostituto Procuratore C onerale cornili, Villa, cui è stata affidata l'opera di esame e di vaglio delle risultanze istruttorie, ha presentato ora le sue conclusioni. Avvertimmo già che i reati commessi dall'Accatino, almeno i maggiori, travalicano, nella concretezza dolla loro configurazione giuridica, i limiti entro i quali è consentita l'applicazione della recente amnistia. La richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal P. G. non dà motivo adunque ad alcuna sorpresa. Molto si è detto, in tante riprese, intorno alle gesta dell'ex-esattore, ma la conchiusione dell'indagine consente ora una ricostruzione . esatta e completa della sua attività. Molti aspetti ed episodi della singolare vicenda, rimasti slnora in ombra o avvolti da un alone di dubbio, ottengono dalla ricostruzione che ne ha compiuto 11 Procuratore Generale, evidenza e risalto. Ed ecco, in rapida sintesi, l'eccezionale vicenda, coi suoi colpi di scena, i suoi sviluppi, le sue conseguenze. Con lettera 25 agosto 1931 — ricorda il P. G. nell'intraprendere la narrazione degli avvenimenti — il cav. Paci, raglonlere-capo della Prefettura di Alessandria, denunciava al Procuratore del Re di Asti che l'Accatino. titolare della locale Esattoria e Tesoreria Consorziale, aveva sin dal 19 agosto abbandonato l'ufficio rendendosi, irreperiiuUv dopo di, essersi appropriati i fondi di ufficio per l'ammontare stabilito, da una prima verifica eseguita d'ordine di S. E. il PjarJ fatto di Alessandria-, in tir 1.827.644,65. Con successiva nota del 15 settembre, il rag. Paci, inviando al Procuratore del Re un esemplare del verbale di verifica, avvertiva che l'ammontare delle malversazioni compiute, dall'Accatino doveva farsi ascendere alla somma di L. 3.148.495,90. Come fu preparata la fuga Intanto, l'istruttoria, prontamente iniziata, portava all'accertamento di queste circostanze. L'Accatino, uomo di 36 anni, già condannato, marito di Ada Ponzano e padre di due bambine, era, in virtù di regolare contratto, esattore e tesoriere consorziale di Asti dal 1926. Proprietario di due automobili, una Alfa-Romeo da corsa ed una Lancla-Dilambda a guida Interna, menava un tenore di vita assai dispendioso, superiore, si disse, al redditi dell'ufficio e della sua personale fortuna. Il mattino del 20 agosto 1931, salito sulla macchina da corsa Alfa-Romeo, da lui stesso pilotata, egli si allontanava dicendo che si recava per alcuni giorni alle Terme di Montecatini. Invece si portava ad Aosta e quivi, essendo sprovvisto di passaporto che gli era stato ritirata poco tempo prima, perchè denunciato per truffa, otteneva il rilascio dalla locale Questura della tèssera turistica, affermando di voler compiere una gita al Gran S. Bernardo. Avuta la tessera, raggiungeva in macchina 11 valico ed eludendo, non si sa come, la vigilanza delle due frontiere, passava in Svizzera donde si recava a Parigi. Nel giorni immediatamente prece|denti alfa f e principalmente il 18 e 19 agosto, TÀccatino il era dato at- torno radunare quanti più valori ' u f * t t- ^agibile «l^^gK^J^,^^ A Per. n o l . i è ; : ; ; ; : e ; rarls, marito di una sorella della Ponzano, giungeva ad Alaaslo con la vettura Lancla-Dilambda, di proprietà dell'Accatino e guidata dall'autista Pietro Ricci, e consegnava alla cognata la valigetta coi valori. Ed ecco come la consorte dell'ex-esattore entra in scena: ella afferma di aver trovato nel plico racchiuso nella valigia, oltre al biglietto del marito, 120.000 lire in contanti, 275 cedole di titoli di Stato e alcuni vaglia bancari per circa mezzo milione. Il mattino successivo, ella si affretta ad interrompere il suo soggiorno ad Alassio per far ritorno ad Asti col cognato. In due volte — nel mattino e nel pomeriggio — si reca alla Cassa di Risparmio a vuotare del suo contenuto di argenteria e di valori, una cassetta di sicurezza a lei intestata ed a prelevare un suo fondo di 16.500 lire; poscia, alla Banca d'Italia, esige uno dei vaglia Inviatole dal marito per 92.700 lire ed al Credito Italiano preleva un deposito a suo nome di 60.000 lire. Quindi, sempre colla Dllambda, sulla quale fa caricare le macchine da scrivere e la macchina calcolatrice, nonché alcune valigie, si n.1 roca la sera stessa a Torino, dove pren- ; de alloggio presso la sorella, sposata 5; | al Ferraris. Nei giorni successivi, a Toi rino, la signora deposita presso varie banche ed a nomi fantasiosi, parte del denaro realizzato coll'lncasso degli as- tee&ni ed acquista coi rimanente dei Buonl del Teaoro. gì consulta con av vocati, riceve dal marito due telegram- mi da Parigi, che mostra ai congiunti ed al patroni, avendo però cura di lan- cerare la parte sulla quale è indicata e J la provenienza. Intanto il Giudice e 1 Istruttore di Asti ha spiccato contro di a \ lei il mandato di cattura ed il 26 ago la n one rca le ta so o. sto ella viene arrestata a Torino. Le perquisizioni, egualmente disposte dall'autorità, portp.no al sequestro, nella sua abitazione, di lire 769.804,50 in titoli e danaro. L'addebito fatto alla signora Accalino col mandato di cattura, era quello di concorso nei delitti di peculato e malversazione compiuti dal marito. Ma l'istruttoria non ha accertato alcun elemento che stesse a provare l'attiviti'', delittuosa della signora prima della furapaadbinabilesprcenuindoarl'8chnelaBal'ipestpitrnoegpelainpuriavbusgfaga• lagrdaml'equimzitriesCg40Fdsamdqsozptibcvssdclam3svvptCqfagfCslgcaGddpccmIAprddtczIrcdtsdddczctdlCtggdi1gb à a a l o i d l a l , i , e a e a i - a e l - i - i a e i e a o e o. n a fuga del marito. Perciò venne scarce rata e, con semplice mandato di comparizione, le fu contestato il minore addebito di ricettazione. < Tale addebito — sostiene il P. G. — appare pienamente provato, non essendo attendibile l'affermazione della imputata, non essere essa' a conoscen.-p. della illecita provenienza del danaro c dei valori ricevuti,-di fronte al contegno da lei tenuto e di fronte alla scienza accertata in lei che il marito era incito riparando a Parigi ». Frattanto anche l'ex-esattore veniva arrestato. L'Accatino fu colto a Parigi l'8 ottobre 1031 e, in seguito alle pratiche svolte per ottenerne la estradizione, consegnato il l.o aprile scorso dalla Polizia francese ai Carabinieri di Bardonecchia. La teoria delle accusa Questi gli sviluppi e le- risultanze dell'istruttoria dalla quale sono scaturite per l'ex-esattore dieci imputazioni distinte. Le malversazioni da lui compiute hanno infatti dato luogo ad altrettante ipotesi delittuose quante erano le mansioni in funzione delle quali egli potè operare. La prima accusa di peculato che gli è contestata, riguarda la distrazione di 30.191 lire commessa in danno dello Stato e degli altri enti pubblici formanti il Consorzio esattoriale di Asti. Tale somma l'Accatino avrebbe dovuta versare ai varil contribuenti cui era destinata a titolo di sgravio di imposte; egli se la trattenne facendola tuttavia figurare come pagata. • Le altre cinque imputazioni di peculato continuato riflettono episodi >ptù gravi: la distrazione, commessa con danno rilevante pe: 10 Stato, della sommaci lire 576.513,27, che. era stata dall'ex-esàttorè riscòssa dai Contribuenti quale pagamento della quarta rata di imposta per l'esercizio 193: ; la distrazione di lire 8.055,30 riscosse da contribuenti in forza di deleghe di altri esattori; l'appropriazione in danno dei Comuni di Asti (lire 1.031.762), Mongardintf' (lire 43.002), Revigliasco (lire 40.760) e Settime llire 4:517,70), della Fondazione avv. Ufro Rossi (L. 16.812), della Congregazione di Carità di Sessant (lire 1.890), della Società Mandamentale di Tiro a Segno (lire 5.302,46), del fondi di pertinenza di tali ènti e del quali egli aveva la custodia quale Tesoriere consorziale di Asti; l'appropriazione, con danno di rilevante gravità per 1 Comuni eli Asti, Revigliasco, Settime e Vigliano, di litoli di Debito pubblico al portatore del valore nominale complessivo di 212 mila lire, di cui aveva la custodia o.uale tesoriere; la distrazione, compiuta durante il primo semestre 1931, degli introiti giornalieri del Civico mattai jìo per imposta di consumo sui capi di bestiame macellati, per tassa di frigorifero, ecc., ammontanti complessivamente a circa 350 mila lire. Con queste, quattro altre imputazioni sono contestate all'ex-esattore: malversazione continuata a. danno di privati (art. 81-315 C. P.) per essersi appropriato di 215.844 lire, importo di anticipazioni fatte da contribuenti del Consorzio esattoriale di Asti per la quinta e sesta rata di imposta del 1931; falso continuato in atto pubblico per avere il 3 marzo, il 20 aprile e il 30 giugno 1931, nell'esercizio delle sue funzioni di esattore e di tesoriere del Comune di Asti, formato, in parte, falsi verbali di verifica di cassa, celando la situazione di tesoreria relativa alla gestione del Mattatoio civico; espatrio clandestino, per avere espatriato, il 20 agosto 1931, attraverso il Colle del Gran S. Bernardo senza essere munito di passaporto; truffa, infine, a danno del cognati, Dante ed Ernesto Ponzano, per l'episodio relativo ai dodici effetti cambiari che si era fatto consegnare con raggiri e dei quali si valse per intimare al cognati dei precetti immobi Ilari. Due reati estinti dall'amnistia L'accusa mossa alla signora Ada Accatino Ponzano è unica. Ella è incolpata di ricettazione continuata per ave re, senza essere concorsa nei delitti addebitati al marito, ricevuto da questi denaro, valori e titoli per un ammontare complessivo di oltre 634 mila lire conoscendone la delittuosa provenienza, Come si 6 detto, per il grosso delle Imputazioni elevate contro l'ex-esattore, l'amnistia non è applicabile. Il de creto del 5 novembre non stronca che due delle imputazioni: quelle,di espatrio clandestino e di truffa. E per queste, il P. G. comm. Villa conclude chiedendo al Giudice Istruttore di Asti di dichiarare estinti i reati che le hanno determinate. Per tutte le altre, il P. G. chiede il rinvio dell'Accatino al giudizio della Corte di Asside di Asti. La competenza della Corte d'Assise scaturisce dalla figura giuridica che i reati di peculato continuato commessi dall'Accatino in danno dello Stato e del Comuni partecipanti al Consorzio esattoriale, vengono ad assumere per l'aggravante del valore rilevante. Tale aggravante caratterizza il reato in guisa da spostare da tre ad oltre cinque anni il limite minimo della sanzione con cui 11 reato di peculato è punito. Conseguentemente, la competenza che sarebbe stata del Tribunale, passa<alla Corte d'Assise. E alla Corte d'AssiBe, ove 11 Giudice Istruttore non decida difformemente dalle conclusioni del P. G., Bara rinviata pure la signora Accatino, data la connessione del fatto a lei attribuito con quelli di cui deve rispondere il marito. La decisione del Giudice Istruttore che coronerà la laboriosa Istruttoria sarà emanata senza altri Indugi, cosici che il processo contro l'ex-esattore non tarderà ad essere portato all'udienza, donasipasuvrdichnoposcgemitimdi in mste31Il coficfepara19decimdtrl'lecoiinu—