Il conflitto nippo - cinese discusso dinanzi alla Lega

Il conflitto nippo - cinese discusso dinanzi alla Lega Il conflitto nippo - cinese discusso dinanzi alla Lega Un colloquio Simon-Von Neurath j Ginevra, 21 notte. , In presenza d'un foltissimo pubblico, tomposto in prevalenza di «truppe di colore », il Presidente in carica del Con- j sigilo societario De Valcra, ha aperto stamane la sessione, per l'esame del rapporto Lytton sulla Manciuria. A lato del Presidente sedevano ira^ presentanti delle varie Potenze che già Mhanno presenziato all'ultima àessìnna !ihaiuio presenziato all'ultima sessione'isocietaria: S. E. Aloisl per l'Italia, Sir John Simon per l'Inghilterra, Paul Bon- acour per la Francia, von Neurath per | sla Germania., ecc. buna diplomatica sono presenti il presidente della Commissione di inchiesta Lord Lytton, il conte Aldovrandi Marescotti, ecc. Ad essi ed ai loro colleghi della Commissione di inchiesta De Valera ha tenuto ad esprimere nel suo discorso presidenziale di apertura un caloroso ringraziamento per l'arduo fCina o Giappone sono rappresentate -rispettivamente del signor Wellington j sKoo edal signor Matsuoka. Nella tri- ,nlctcsngito o le gravi responsabilità as-id; ha quindi la parola il primo rap- dcornpit- Simte; »a 4uuiut 1» i»»»>.-..•- ,■ • •»> La parola del delegato nipponico iLa tesi giapponese è già stata og- 1 v! scommenti da parte nipponica di cui!«abbiamo ieri dato un ampio riassunto. Il lungo discorso del signor Matsuoìta non contiene, in fondo, delle rivelazioni nuove. Egli ha tenuto innanzi tutto a mettere in luce che, se vi sono dei passaggi del rapporto Lytton con i quali il Giappone è d'accordo, è necessario dire con altrettanta franchezza che il rapporto non è stato, nella maggior parte delle sue deduzioni e conclusioni, cosi completo ed adeguato come avrebbe do/uto essere un documento fondato su di uno studio più prolungato del problema. Il Giappone non può condividere l'opinione ottimista e fiduciosa della Commissione Lytton circa la situazione del- ^S:^a^°f'1^±^ °3 I^d8arnrmLpstsccfinmintenso sentimento xenofobo che si è manifestato particolarmente per r :zzo del boicottaggio che Matsuolca qualifica vera e propria guerra insidiosa. Egli domanda al Consiglio di condannare e mettere fuori legge questo procedimento, quando riveste un carattere ufficiale o semi ufficiale. Passando quindi ad esaminare la situazione in Manciuria, il signor Mat- suoka afferma che l'azione xenofoba si | esMla Cina. Il governo nazionale cinese, "secondo Mateuoka, è imbevuto di un B■arr^M7^^c^^Ìi~còniio il 1lappone- 1 ' '„•.,„„,,. rpnuto c,uindi a «riusti-iMatSUOi^a Ila tenUCO CJUinUl .l 01u^l1 Bearsi del fatto che il Giappone non liabbia senz'altro portata la questione davanti alla Lega, invocando al riguardo il sentimento nazionale nipponico, il quale non avrebbe sofferto un intervento straniero in una questione come quella della Manciuria, nè le lunghe tappe che comportava la procedura societaria e che avrebbero compromesso la posizione dei residenti giapponesi. Matsuoka ha quindi parlato a lungo del Manciu-Kuo, affermando che il governo nipponico considera il mantenimento dell'autonomia di questo stato come la sola soluzione possibile in Manciuria. « La responsabilità degli avvenimenti — ha concluso il signor Matsuoka — incombe alla Cina. Noi non abbiamo violato nè il Patto della Società delle Nazioni, nè il Trattato delle nove Potenze, nè il Patto di Parigi. Noi non siamo degli aggressori. Noi desideria- ] mo profondamente e sinceramente il benessere della nostra grande vicina ». |Il rappresentante cinese miAlla ripresa della seduta prende laitroia il rappresentante della Cina, si- parola il rappr gnor Wellington Koo, il quale iniziai con tono nettamente polemico: « Se noi dovessimo accettare tutto quanto ha detto stamane il rappresentante nipponico, ciò significherebbe che il Giappone è un tenero agnello, il quale lotta per la sua esistenza contro l'assalto della belva cinese. Fortunatamente il rapporto della Commissione d'inchieste, ci ha dato una esposizione completa della situazione ». Wellington Koo insiste quindi sul urtinolo «ini ricnnitr. rioi rin iprincipio cardinale del rispetto dei do- cumenti internazionali che hanno codi- |ncata la pace e sui principii supplemcn-: tari che sono le deduzioni logiche delle] osservazioni fatte dalla Commissione id'inchiesta. Il rapporto Lytton dà, se- ! condo Wellington Koo, una immagine I ridarà p romnrensiva della situazione i Sw^^L^^^S.ST si rhn^?^ Uin Manciuria. E venuto il momento, che la Società delle Nazioni adatti una|azione pronta ed efficace. Esitare an-|Cora provocherebbe delle nuove eft'u-1 Sion! di sangue e delle nuove sofferen-1 ze per i 30 milioni di cinesi che "ivonoj in Manciuria- e ouesto inoltre scuote-!m Mammina, e questo inoltre scuote i rebbe irrimediabilmente la fiducia generale nella Società delle Nazioni. * La situazione attuale, conclude il rappresentante cinese, è tale che ci troviamo di fronte non soltanto ad una minaccia all'esistenza della Cina, ,nia ad una vera e propria sfida lan- j ciata alla Società deile Nazioni. Sara soltanto con regolamento rapido ed ef- fettivo di questo conflitto, conforme mente ai principi di giustizia e di chia- ramenti stabiliti negli strumenti mter-, nazionali, che la Cina potrà vedere ri-: parato il torto a lei causato e salva- .guardati gli strumenti della pace nel|mondo*. iIndifferenza olimpica I 4. i -, , , . ; >,on ostante il calore che ha anima-, toi discorsi dei rappresentanti dei due Stati contendenti e particolarmen- ' te quello di Wellington Koo, il Consi-Iglio non sembra volere uscire, almeno per ora, dalla sua olimpica indiffe renza. Centinaia di piccoli occhi fosfo rescenti saettano attraverso le maschere gialle verso il tavolo del Consiglio. De Valera, impassibile, alza il mar- {lello presidenziale: è necessario darei ai membri del Consiglio il tempo per-studiare le dichiarazioni dei rappresen- j tanti della Cina e del Giappone. Un colpo secco: la seduta è tolta e rin- „i„j. _ ,„.„„„,„j. t„ vinta a mercoledì venturo. |Il senso di ansiosa aspettativa che,avrebbe dovuto circondare la ripresa! di contatti fra i rappresentanti delle ÌPotenze interessate alla Conferenza '■ del disarmo e il signor Von Neurath, rappresentante di un paese che ha ab-1bandonata la Conferenza stessa, è ve- inuto un po' a mancare data Vb^ìza che regna attorno alla situazione te si dà un giusto rilievo al colloqui avuti oggi dal delegato tedesco con Sir John Simon e con il rappresentante klegli Stati Uniti Norman Davis. G. T. del Gabinetto tedesco. Ciò non ostan-j