Il commercio dei nostri vini mentre l'America si appresta a bere

Il commercio dei nostri vini mentre l'America si appresta a bere Il commercio dei nostri vini mentre l'America si appresta a bere Impressioni di un torinesi c dsì Canada dove ha reduce dagli Stati Uniti comprato un' inchiesta Tutti salmo chi l'elezione di Roose-velt a presidente degli Stati Uniti, eradata per certa sino dagli inizi della lot-ta e che conseguentemente l'abolizionedel regime secco, prima ancora dellaproclamazione ufficiale dell'esito, costi-tuiva già la più clamorosa anticipalo-ne del nrófframma che l'avversarlo diw^^^S^^^V^SS^^•Hoovei a\rtDDa „«uatom tema di po-ifica economica. Di questa situazioneelettorale, ie cui probabili conseguenzene provinciale fascista del commercio, Recatosi al Canada, per assistere all'applicazione di un sistema di sterilizzazione a freddo da lui escogitato e mercè il quale dall'impiee/o delie mole unite a fermenti di vino, sarebbe possibile ricavare non più un sidro di sapore dolciastro, ma un prodotto non dissimile. . sfasciasse guidare pensando innanzitutto al suo paese. Abbiamo avuto occasione di vederloieri, appena tornato a Torino, dopo es-sere sbarcato a Genova, e eli trascorre-re con lui un'ora in cordiale conversa-zione. -— Alla vigilia dello scrutinio — ciha detto il dottor Dagna — tutta l'A-inerica non vibrava che nella grandeoapettaliva: poter ebere » finalmente inlibertà; ma io penso che non ci sia dafarsi eccessive illusioni. Lo stesso Roo-sevelt, annunciando l'abolizione, non a-veva precisato nè il tempo, nè il modo,l'aspettativa della vigilia elettorale troppe diversità di leggi di costumi e d: temperamento da stato a stato, esistenti nell'intera Unione. I più snettici, in materia erano i funzionari addetti al controllo del proibizionismo. Io mi sono intrattenuto sull'argomento ecn mistere ciò per i troppi ostacoli burocraticiper i troppi interessi occulti, per le"Frost, dello Stato di New York, conforma, ma si sono affrettati a soggiun-gere che ci vorrà del tempo, almeno unanno, prima che essa entri in vigore.D'altra parte non si sono sentiti autoriz-zati a f&re previsioni circa il limite digradaziono da consentirsi alle bevandealcooliche. Ci si arresterà ai sei gradidella birra o si andrà oltre e si lascieràche anche il vino entri a fiotti nel ter-ritorio della Repubb'dca a consolare ibevitori rimasti tanti anni astemi o per-vicacl violatori della legge? Qui sta ilpunto. Dunque, per ora, niente reciso colpo di scure. Ma il nostro informatore, Be pur lo avesse voluto, non avrebbe potuto limitarsi a sentire il solo parere deiftmzionari; la folla da ogni parte emet-tc-va con tanta fermezza e con voce cosìgaglìarda la sentenza di morte per iregime secco, che nessuno, e meno ddi tutti Roosevelt, si attenterebbe ogga tornare indietro; E tutti, dall'Amori-re la via dell'Oceano. VeccMa Europa dilaniata e vituperata, consolati, che almeno gli americani ti apprezzano per il delizioso nettare che fu caro a Noè! Una fa;.;?, antica Negli Stati Uniti — apprendiamo an-cora dal cortese interlocutore — trai vari vini europei, assai pregiati sonoquelli italiani. Intendiamoci. Poiché dcontrabbando dei nostri prodotti non èneppure lontanamente da parlare, le ra-gioni della buona fama goduta dai no-stri vini rimangono tre: la tradizionederivata dall'epoca in cui vigeva il regime alccolìco contrario all'odierno, latestimonianza personale dei viaggiatorvenuti in Italia e la perenne attestazio-ne del nostri emigranti. Insomma, in amerìea, per i nostri vini c'è quello cheri potrebbe definire « lo stato d'animo »del bevitore di domani. Specialmenteper i vini fini: i rossi e l'Asti spumante. Preparandoci già fin d'ora, gli esportatori italiani devono tuttavia ricordare che all'estero si sa bere bene; quando si chiede dell' « Asti *, del barbera, debarolo, del rebioio, bisogna che tali tipsiano non solo genuini, condizione indispensabile per guadagnare i mercatima risultino perfetti per limpidezza e stabilità di qualità intrinseche. L'americano, ad esempio, non beve vino se è velato; lo ama trasparente, cristallino e se nei tipi da pasto dà la preferenza al secco, intende che sia un secco morbido, non duro. Si è parlato delle barriere doganalima al riguardo non si crede in America che la dogana rappresenterà un ostacolo, soprattutto per la differenza che corre tra i vini indigeni della California e gli europei, differenza che torna a enorme vantaggio di questi ultimi. Certo, per ciò che concerne l'esportazione italiana molto dipenderà dai prezzi, oltreché dalle condizioni più sopra accennate. Mentre da un lato si dovrà lottare con j produttori americani, dall'altro un concorrente temibile si troverà nei coltivatori francesi. I nostri vicini d'OltrAlpi posseggono un'attrezzatura commarciale di cui sarebbe stolto non tenere il dovuto conto; ma, in più, sondotati di ima scaltrezza che se talvoltconfina con il bluff, non per ciò è dessi meno sfoggiata quando lo ritengono utile allo scopo che si prefiggono di raggiungere. Anche per gli indùstriali vinicoli francesi il fine giustifici mezzi. Concorrenza e bluff Il dottor Dagna ci spiega a che cosintenda riferirsi: Nfm >. Sfotto vfirn «r'J TKwls^^^:^it„J^w,a^Ì^Ìche gli americani abbiano già com prato vini in Francia. La notizia è corsa su tutti i giornali del mondo. Ma un « canard »: una manovra tendente determinare un aumento dei prezzi ad accaparrarsi preventivamente i mercati, a tutto danno, non c'è bisogno ddirlo, degli altri produttori europei, in prima linea gli italiani. Ove non bastassero le dicMarazioni avute in proposito da autorevoli americani, a dimostrare la tendenziosità di tale informazione sarebbe sufficiente la cor siderazione che, come ho già rilevilo«siste ancora incertezza sia per la data dell'inaugurazione del regime umido, sia per la fissazione dei gradi alcoolici. Fra le Ipotesi che ho udito forìnula» negli Stati Uniti, vi e quella i, i cui Sta- ibizionismo cioè, la vendita del negli spacci nubblici icho la Casa Biseca pcssa introdurre a'il sistema in uso nel Canada ti hanno adettato un prcì relativo, vietando vino e dei liquori negli spacci nubblici L ammettendone invece il consumo nel L cose r noi ritrovi privati Senonch" • j .',.„™< „oc-ioncu„ H S°v?rni . oo^»1 tono 12331 stessi proVveditori delle bevande alcooliche .attraverso il «Liquor Control Board ; vnrfr.-mn statata di acemistn invnn»in i regime di monopolio. Ora che cosa av. verrebbe il giorno in cui le ditte de<ni Stati Uniti con i oresunti contratti giàfin d'ora <?timila<ì con "li eir,ort"*rri fln dora suptila.l con gli esportatori francasi si trovassero m presenza oiuna analoga disposizione del loro go- verno? Evidentemente lo Stato mono- | c.6| ;nvecei forse bisogno di incita- re ancora g\\ esportatori italiani a\mantenersi vigili e preparati. Ncn fcs.-3e cne per mandare il vino prodotto ; su$ colli aeija Fatria lontana ai nostri ; connazionali viventi nella Repubblica | d'oltre Atlantico, il gioco varrebbe la candela: e il proverbio, neanche a farlo (apposta, è proprio ci marca francese. ; * Del resto gli Stati Uniti, a malgrado del peso che esercitano con la loro economia e con la loro politica su tut Ito l'emisfero, circa il collocamento del-lia nostra produzione vinìcola non so- ! no tutta l'America. Nel corso della 1 conversazione ci coipisce il sistema dei | Canada. Regime di monopolio e di con- SUmo privato, non significa regime di]proibizione importatrice. Degli ottoStati che comDongcno l'Unione Ca-nadess, il nostro concittadino ha vi-sitato più a fondo il British Colum- bia, sul Pacifico, il cui ministro delleFinanze, mister Johus, ed il capo delLiquor Control Board ?, mister Kcn . nedy, io hanno assicurato sulla possi- . nadà il mercato è tenuto dal vino sec-|co francese, dai vini australiani c dal- ha produzione dell'Ontario, nella zona j del Niagara. produzione locale che i , canadesi non amano troppo a causa .del suo sapore, che ricorda certi ibri- [m^ risultanti da incroci tra viti ameri- j cane e nostrane. L'Italia è presente j con n CManti, che si trova in tutti gli I stati e con il vermouth di una grande 1 e nota ditta torinese, ' e i Anche al Canada, i migliori propa-gandi^ti dei vini italiani sono i nostriconnazionali emigrati colà pure in for-te numero. Il signor Johns ha parla- to al dottor Dogna con la più grandecompetenza dei nostri prodotti, dagli -i spumanti oggi assommati nell'« Asti », lai nebioli, ai baroli, ai Gattinara dellali regione piemontese, ai più densi dellei I zone meridionali. Il Canada conta og-ijgi dieci milioni di abitanti con un con--ìsumo annuo di oltre un milione di et-a al solo Stato di British Columbia, po-trebbe in seguito invadere tutto il Ca-nadà fino a raggiungere un terzo del consumo, come ci ha affermato il dot-tor Dagna con una fede chc del resto : costituisce già un buon incentivo per- ; vincere, è forse fidare troppo sulle no-aistre forze presenti. o; n ministro canadese è rimasto adi;ogni modo su un terreno realistico: è i egli ba chiesto l'invio di camnior.i ai-; nostro connazionale, indicando per le-1 future eventualità la linea marittima e j italiana che collega Trieste a Van-ì couver, sul Pacifico, di cui ò il secona i do porlo dooo San Francisco. La linea i | fa scalo a" Genova, sbocco naturale - dei vini piemontesi, - e discutere problemi cesi vitali per e ; n0i, può già essere un buon indizio » ! per il domani, e I FRANCESCO ODDONE.

Persone citate: Dagna, Francesco Oddone, Frost, Johns, Noè, Roosevelt