La funzione direttrice e unificatrice di Roma nello sviluppo della civiltà europea

La funzione direttrice e unificatrice di Roma nello sviluppo della civiltà europeama parlamentare moderato non possa più riuscire a dare una disciplina alle masse, mentre lo Stato fascista, conl'accurata distinzione di ciò che è di pertinenza dello Stato e di ciò che spetta ai singoli, ha saputo coordinare gli interessi di entrambi in quel sistema corporativo che dimostra di essere la soluzione della crisi della moderna civiltà. (Grandi applausi). S. E. il prof. Oristano, intervenendo nella discussione, rileva come le due relazioni, l'ima dal punto di vista geografico l'altra da quello storico, si competano nel concludere la netta distinzione fra le due Europe, marittima e continentale; alla prima dello quali è spettata la possibilità dello sviluppo di una civiltà più avanzata. Il Presidente dà la parola al prof. Chàristopher Dav/son, che illustra la sua relazione su « La cooperazione fra le razze come fattore della civiltà europea ». L'oratore dice che l'assenza di uniformità di razza è uno degli aspetti caratteristici della civiltà europea. L'oratore afferma poi ohe la massima impresa dell'Impero romano non, fu tanto nel suo proprio contributo al!a "j,™? quanto nella sua organizzazio1** »efu clementi eterogenei che incorPor?.m .una umta- L oratore passa inNecessità di collaborazione 11 grande problema della presenteeta c <3I trovare una nuova base perun opera di collaborazione vitale, al fi f"10 di n°" far perdere all'Europa il suornnS'° di coudettiera di civiltà. Ma aNona le: maggiori imprese delle diverseciviltà nazionali. L'Europa attualmente è fronteggiatada altre polena* mondiali che rtannoimparando ad organizzarsi contro diessa, onde è tempo di riaffermare il co-muna ideale spirituale, le comuni tra-dizioni intellettuali e i comuni principiiL , P?"tici„?U1 <3ua!ì c fondata la nostra civi!ta- Compito questo che non può es sere assolto dall'opera di un solo popoloc]i j h richiede la conaDorazlone cli tutti gli e,cmentl (a piausl). 1 " Sulla relazione Dawson nrende la pà-rola S. E. il prof Orestano il cuaieu i,.oi. ure_au.no u qua.emette in particolare evidenza la neces-sita di ben distinguere i limiti entro iquali l'ibridismo è utile e fecondo e ol-tre i quali esso è estremamente nocivo,aonchè il carattere necessariamenteSpir_tuale delle smtes; nazionali. Segue il prof. Emil Brandembur" ilSegue il prof, quale, premesso che tra le Nazioni costituenti l'Europa, esiste una sostanziale unità culturale, spirituale e storica, dice che le Nazioni europee dovrebbero riunirsi per studiare il modo di risolvere d'accordo i loro problemi economici mettendo in evidenza i vantaggi che da tale unione ne deriverebbero. Sul tema «L'Eiirnna oomp unitila irrfrr,™rS!7/SlJS , , S l ^f2^0 , afr descrive le cause dell'attuale crisi eco- nomica e della decadenza della civiltàeuropea ed afferma che nessuna rico- stituzione materiale, politica, economi- i - Ca e sociale potrà essere solida se non corrisponde a una sintesi degli spiriti or specialmente perchè la civiltà europea £Ul nelle sue grandi epoche, il risultato di una sintesi di questo genere. Tradi-,2jone non VU0[ diro ristagno, non vuo aire ripetizione ; tradizione non è il conNiente paneuropa Vomrtessità"sonò"il 7-i-T.e , „ 1 p°PPle8Sita s°no111 carat tere della civiltà europea. Quelli che sognano un'Europa ritagliata sul modellodegli Stati Uniti o anche della Svizze :_e <: L'Europa è il continente nel qualNazioni sono più differenziate cosconcepire un'Europa comc _0 Kcn0i al]a _oro voita> ]e regio;ni e j p-ruPpi nell'interno delle Nazioniì altre differenze che sono di ordine su I periore perchè attinenti alla storia, a costumi, alla lìngua, a tutte le form. della civiltà, e soprattutto alla coscien|zft del concetto che Nazioni. p-rimni : «L'Europa è un piccolo continente:Una penisola che presenta un corpo ma igrò, muscoloso nervoso; una persona'con un suo volto e non una massa dafini vivo mnitn"rd V1VC 1UU1LU za del concetto che Nazioni, gruppi j individui hanno della propria perso nalità. iSf^fiJS £fn^«^L^^ più nel tempo e nel passato che nella estensione. E' un essere storico, lo |credo, in cambio, alla necessità di un i ordine europeo e ancor più all'urgenzaIpee, tale sentimento è molto più popo jlare che non si supponga. Io la trov1molto diffusa tanto in masse che son (rivoluzionarie perchè soffrono quant iin gruppi elevati che sono conservatorjperchè Pensano e hanno coscienza dH^tue^lusE t~nW?n in cui questo giusto sentimento si in camera finalmente in idee giuste, i .giorno in cui queste idee alla loro voi ta si concreteranno in istituzioni, acìcordi e fatti, l'Europa sarà salva. Allo i ra, essa potrà riprendere la sua missio i ne che è di sentirsi responsabile dinnano;zi a Dio del destino umano sulla tera. ntf, ov^ ìJZu r>= «™ « £- ra; ciò che^implica per I Europa il doa vere di diffondere la propria civiltà ^quinci la convinzione che questa civi-.tà è superiore a tutte le altre poiche! possiede un valore assoluto ». - ! Il conte De Reynold termina viva-I ,BiauQito e Dolche nessunipidua.LO e polene nes--uiiù -1 Drende la narola la seduta, viene toltprenae ia parola, la seduta viene tolt.Nella seduta pomeridiana del convegno, presieduto da S. E. ArgetoianuiJ^^^t?^^*-^™^^?31?^^^*^ IX* CONVEGNO VOLTA La funzione direttrice e unificatrice di Roma nello sviluppo della civiltà europea Roma, 15 notte. IQuesta mattina, nella sede della Rea-1le Accademia d'Italia, nella sala del-1 le prospettive, si sono iniziati i lavori del convegno internazionale Volta con la discussione del primo tema: « L'Europa come unita. Caratteri specifici della civiltà europea nella loro formazione storica e nella loro consistenza attualo ». Al banco della presidenza hanno preso posto S. E. il senatore prof. Vittorio Scialoja e il prof. Francesco Orestano, rispettivamente presidente e segretario del convegno. Due Europe Il sen. Scialoja, aprendo la seduta, dà la parola a S. E. l'Accademico prof. Giotto Dainelli, il quale illustra l'argomento della sua relazione su ls ragioni geografiche di una civiltà europea unitaria. Considerata in se stessa per la situazione, per la figura complessiva, per i confini, per il rilievo orografico, per tutti gli elementi climatici, per le condizioni di vegetazione naturale che ne derivano, l'Europa va,distinta in una Europa orientale e con- !lentale ed in una Europa occidentale ie marittima, separate da una zona e;regione di transizione nella quale tutti ! Europe si difi"eren:-:iauo nettamente, per l'economia cemnlessiva risultante già dall'insieme dei fatti umani osser- ; vati, per le forme d'arte, per la reli- jgione, per la lingua e — si può aggiun- \gere — anche, notevolmente, per il li-fvello dell'alfabetismo. E'qui che il geo-: grafo deve concludere affermando che non vi siano ragioni naturali, geogr fiche per uni civiltà europea veramen te unitaria ma soltanto per una civiì " occidentale e che tutti gli elementi fisici ed umani che rientrano nel suo Ncampo di osservazione comprovano |questa sua prima affermazione. I L'oratore conclude che l'Europa oc-|- ----- 'cidentale, nel suo complesso, ha una civiltà veramente unitaria, non solo, ma nobilissima d fronte a quella di qualsiasi altra grande regione terrestre che!si possa culturalmente considerare prcs- ! ao a poco al suo stesso livello. ' :T . .. , . ,. ~ _ ., F ! La detta relazione di s. il prot. Dainelhraccoglie le unanimi approva- adoni dell'assemblea e poiché nessuno ha|domandato la parola, il sen. Scialo.ia prega sir Charles Bstrie di volere riferire sulla sua relazione intorno alla « Unità » fondamentale della civiltà europea ». L'oratore rileva la profonda verità dell'antico motto che «Tutte le strade|conducono a Roma » ed afferma chejnon c'è civiltà che non sia europea nel-lle sue origini e che la base di ogni ci viltà è romana in quanto la stessa eredità della Grecia 6 pervenuta al mondo moderno attraverso Roma. Perciò dobbiamo risalire alla tradizione latina che ha gii. tante volte salvato l'Europa se vogliamo superare le nostre presenti difficoltà. Roma matrice della civiltà « r„ m,„JD'altra parte, la gloria greca fu quasi interamente confinata in una sola città, Atene, e riguardo al tempo in duo seco-li. Quindi, quanta della filosofia sua sa- n rebbe soppravissuta se non fossero sop- prawenuti l'Impero romano, la Chiesa • ■• •- — • • — »»-«- cristiana e il Papato che Tommaso Hob bes riconobbe essere «.Niente altro cne lo spirito del cessato Impero romano, assiso con la chierica in capo sul pro-prio sepolcro a ? Bisogna .quindi rico- quella inglese, francese, spagnola e portoghese, deriva da Roma. gio nel campo politico, gli italiani con- frollavano i destini del mondo e ne for-° mavano il gusto L'oratore, ricollegandosi alla sua pri- si è sviluppato ed affermato attraverso principii che sono passibili di universa- le applicazione giacche il a ascismo nonè che la restaurazione, in moderna ter-cuore la sacra causa dell umanità oeo-bono salutare nell'Italia e nel suo vigo- roso Condottiero, Mussolini, il Paese cl'Uomo che per primi, nei tempi mo-derni, abbiano saputo proclamare ilconcetto re, essa passato, cioè a quella romana virtùsenza la cui pratica essa dovrà inevita-bilmente ricadere nel caos. Il compito di oggi, infatti è infinita-bbiano saputo proclamare 1, che se TEuropa deve progredì-deve prima di tutto rifarsi alfu^'ttnT^m^ per coloro che furono chiamati a eh-fendere la Roma della Repubblica e de;Cesari. A loro tempo, i barbari erano aldi là delle frontiere, mentre oggi ne so-gni Paese, eccezione fatta dell'Italia fa-scista. Lo stato di disintegrazione dell'Orien-te ha cominciato ad infettare l'Occiden-te e questo assalto all'Europa è moltoaiutato dalla debolezza della difesa. Leforze disgregatrici sono organizzate Hternazionalmente, onde occorre che an-che la resistenza a tali forze sia inter-inazionale. Fu la coalizione delle legionidi Ezio che salvò il mondo a Chàlonsfu l'unione che ricacciò gli Unni, men-tre fu la disunione che permise ai Tur-chi di battere due volte alle porte diVienna. L'èra attuale richiede un altroEzio, un secondo Sobieski c tale salva-tore può unicamente ravvisarsi nellapersona dl Mussolini. Sir Betrie non vuole vagliare le con-ouiste del Fascismo; ma considerando levie oer le quali il Fascismo ha dimo-vie pe. ie iiuau ^strato, una volta accora, la immutabilità di quei principii che sono la più grande eredità di Roma nel mondo moderno, mette in evidenza come il .siste- l Segretario del congresso, prof. Ore-:mstano, riferendosi ai discorsi di questa cmattina, spiega che la Reale Accade- tmia d'Italia, fissando i temi del con- pgresso, non ha inteso di limitare le di- sscussioni ai temi stessi, cosicché è con- ssentito l'apporto di altri particolari ar- vgomenti. -mII visconte di Fontenay illustra la ssua relazione sul problema dell'Europa Itall'esame dell'Accademia diplomatica sinternazionale, mettendo in evidenza il \ lavoro che essa compie per l'unione ldell'Europa, sulla base degli elementi jrdella civiltà europea. ! cH. Brugmans riferisce quindi sulla j dquestione europea lumeggiata storica-1 mente. Il prof. Rebelliau espone i con- ; cetti informativi della sua relazione; « L'unione europea e il compito degli ', intellettuali » concludendo che non sarebbe inutile un'inchiesta che potesse discriminare le incompatibilità invinci- abili e le affinità latenti. ImS. E. Coppola, rilevando che il prof, eRebelliau ha affermato il suo orrore per dla parola unità, dice che egli e fra qu'el- : li che l'hanno usata non quale program-lsma ma nel campo della diagnosi pcr^cercare se nella storia europea è mai lesistita e quale. Il prof. Carcopino illu- ! èstra la sua relazione su « Impero Roma- nno ed Europa», affermando che. se è,lesagerazione e forse errore il ritenere ; chegil passato si ripeta in modo identico : fnell'avvenire, è d altra parie assurdo critenere anche che i principii che assi- ! qcurarono altre volte il benessere allh mondo non contengano ancora oggiunchè di utile per noi. S. E. Parirova che la brillante esposizione rof. Carcopino non ha bisogno di tificazione. E' esatto che la storia i ripete e non si riproduce identicero che l'antico aforisma «histmagistra vitae » ha avuto molte dole smentite, ma poco forse si è rifuto che la colpa non è stata del mtro ma degli scolari sordi ed ignora Infine il prof. Zieiinski, polacco, paudo in corretto italiano, svolge la elazione su «Il genio latino ed il ontributo alla formazione intellettell'Europa s>.