Una provincia che muore

Una provincia che muoreLo spopolamento della Francia Una provincia che muore Moulint, 14 notte. Una mano spalancata, dipinta in ros- so sovra un cartello indicatore, mi fa\segno di arrestarmi. Fretto e leggo: «Trévol, Km. 5 - Villaggio da vendere in blocco o in parte ». ' Una freccia ite segna la direzione. Confesso, non ho affatto l'intenzionedi trattare l'affare, tuttavia, lasciando to strada nazionale, seauo la frécciarossa. In dieci minuti, _ Trévo'. ? Un'agglomerazione di case bas-ise, quasi schiacciate sotto larghi tetti■spioventi, quelle piccole case, che han-no le finestre con intelaiature guernitc di carta, i balconi sporgenti e i muri rattoppati coti intonachi dì calce fra^musclà verdognoli. ìNe attraverso la strada principale. 1Tutto è silenzio. Non un'anima in giro, non un monello che corra dietro l'automobile, non un mendicante che chieda l'elemosina, non una donna che si affacci, curiosa, alla finestra. Le porte chiusa, le finestre chiuse. Permei B'erm<5!, dappertutto: sulle botteglte, -iulla chiesa, sul municipio e persino 8uV.'uf-\ficio dell'agente dette imposte. Qui, uncartello spiega : « L'ufficio delle contribuzioni dirette è trasferito^, Moulins». Piti in là, un altro cartello avverte: <i Per contrattazioni e offerte, rivolgersi al signor Leclercq a Moutina». « Villaggio da vendere » Peccato! Desidererai tanto conoscere U prezzo globale di vendita di Trévo!. Avanzare magari qualche offerta. Soprattutto, desidererei sapere perchè gli abitanti se ne sono andati, e vogliono disfarsi, come di un oggetto qualsiasi, del villaggio che li ha visti nascere. Lo saprò più tardi. Se ne sono andati, attratti dal fenomeno dell'urbanesimo. Adesso colpiti dalla crisi, invece di ritornare, cercano di realizzare i loro poveri beni. Trévol «oh sarà un caso isolato. Altri « villaggi da vendere » ne i»contrerò parecchi durante ti mio viaggio nel Borbonneso, la provincia che muore. La strada che da Parigi conduce nel Borbonneso passa, fino ad Orléans, fra fila di alberi allineati e severi, come soldati che rendono gli onori, fila nerso mète lontane, ritardata da villaggi o da cittadine raggruppate attorno ad una piazza, o, ad una chiesa, si ingarbuglia in piccole vie strette, prima di partire'verso altri orizzonti, verso altri villaggi. In generale, è larga, piana, permette lo grandi velociti. Dopo Or- Massiccio Centrate e l'antica provincia del Borbonneso. Dopo una cinquantina di chilometri da Orléans, diventa tutta anduleggiante, si issa al sommo di pendii, si ingolfa in discese, salta ponti, si urta al fondo di vallate ed offre, ad ogni svolta, un paesaggio' nuovo, singolare pittoresco, perche, il Borbonneso è indubbiamente una dette più beUe Provincie francesi. Ma, ahimè!, si possono percorrere chilometri e chilometri delle sue strade senza incontrare anima viva, che il Bor- bonneso, la cui capitale è Moulins, è la provincia francese che soffre maggior-mente il fenomeno dello spopolamento. I suoi villaggi sia che si trovino issati in vetta ad un colle o accovacciati a fianco della montagna o dispersi nelle vallate deU'Allier, della Limogne, del Tannai, danno tutti senza distinzione l'impressione nettissima del più grande abbandono. E' un'impressione dolorosa, grave, che il contrasto fra la bellezza pittoresca dei luoghi e l'abbandono squallido dei villaggi rende, appunto, quasi tragica. Molti villaggi sono in vendita come Trévolt. Lo sono da anni. E non trovano compratori, neppure a prezzi di liquidazione. La crisi delle campagne francesi è incominciata da tempo, molto prima di quella economica-. E più grave ed angosciosa : è una crisi di spopolamento. Le campagne francesi sì spopolano ad un ritmo, che ha, relativamente,qualcosa di vertiginoso. Sessantanni addietro, la popolazione rurale mppre- . ., „_ i j ,7 sentava il 75 per cento della popolazionetotale della Francia. All'ora pre- se,i^ » ar sto era dovuto alla diminuzione lenta, ma costante dalla popolazione (in media il 2,-3 per cento), allo stato di benessere generale del contadino, che, óHueittato ricco, preferiva andare nelle città a godersi i risparmi; allo sviluppo estremamente rapido dell'industria, che attirava specialmente i giovani. A questi fattori, che agiscono in modo permanente, si è aggiunta, nel dopo- te rappresenta appena il 45. Que-„t ,« j. spopolamento nell'anteguerra, A Parigi, il pericolo era stato in-travvisto fin dal 1900 e si era cercato capacità totale al lavoro. L'immigrazione straniera di rimediarvi con l'immigrazione atra- mera. Nel 1911, si contavano in Fran- eia 1.142.6B0 stranieri, che, almeno in grande parte, servire a mettere in ■valore le terre dei dipartimenti ^bando-nati, come quello del Lot, cheIta perduto in venfanni il 23 per centofri-trinati dal torrentetrascinati aai correntegeneralo deli esodo verso le orna e,siccome erano relativamente piit li-lux-; p iinn attaccati al suolo, spesso,« L, LS,,r* i„ ««« Api non attendevano -neppure la fine dei deia sua popolazione, a* Gè™**, ne ha perduto il 18, e della Garomieche ne ha perduto il 17. Ma il teniamo di popolare cmt gentestraniera i villaggi, %n massima, è fai-lito perché ali stranieri, appena arri- vati, vennero *a torrentecontratto collettivo di lavoro. Per popolare il Borbonneso, il <?o- vento francese aveva fatto venire itti- merosi immigrati, italiani, polacchi e persino tunisini e marocchini, ha vi- cinanza del Creusot, di Saint-Etienne, di Clcrmont-Fcrrand li ha fatti fug-gire dopo pochi mesi. Regione cscliir sitamente agricola, il Borbonneso sof-fri, dunque, più d'ogni altro dello spo- po1am.enio. Nel solo dipartimento del- VAUÌer> la Popolazione è caduta da424-382 abitanii nel 1878 a 354.693 nel 20. Lo spopolamento è incominciato » alcuni dipartimenti prima che ini/» alcuni comuni, per esempio, rimìe al 1S50' A Partire dal ISSO, Ilmovimenta si generalizza e si estende mente, è lento, quasi insensibile, im- possibile a determinarsi. Ma, poco a\P™0' aumenta di intensità, come miaipietra lanciata da una china, che acquista, man mano che discende, va-1 ocita- Dal 1911 al 1921 perdeva] 5-534 abitanti, dal 1921 al 1931,137.S94, jIl pericolo che minaccia il Borbon- jneso si estende da-ppertutto, con un'an- idatura davvero catastrofica. La crisi ieconomica non l'ha arginato. Si po- !irebbe anzi dire che l'abbia aumen-\ato. Infatti, se molti contadini erano (ancora trattenuti nelle campagne dalla [possibilità di forti guadagni, adesso, ■che i prodotti agricoli, malgrado ì ccii- ! tingentamenti delle importazioni, re- stano a zero, preferiscono andarsene j'ielle città, dove, se non altro, per la loro qualità di francesi, possono aspi rare ed ottenere posti occupati da stranieri. Cosi le fattorie si vuotano, i vii lag gì agoni-.za.no. I campanili delle chiese sono vacillanti, le case dive» tano> inutile attesa di eompra- tori, vecchie e inabitabili. Le poche. *»* c,:i eomignoli si eleva ancora un i?0' <li f"mo> c,lc taK*W ancora le [porte e le persiane aperte, sono abi tate, in generale, da vecchi. Fra quatche anno, >ra Poc,n anni> quando qn indino e l'abbandono distenderanno snUe campagne del Borbonneso il lorolensuolo di morte. ., anno scomparsi, la soli- , , è delle lì regno dei topi sitato Moulins, Monilucon, Brouges. Ncvers. Erano, or non è molto, belle IMa, se la diserzione delle campagne'.arave è naualmcnte arane niella''gì ave,^ ugnante grave quella \regione. uo vi-:cittadina della ittà. pione di vigore e di slancio. Ora,\ ■ —<, • tutte letargiche e fredde. Sion j prendo di inazione. I E il pericolo, qui, è ancora mag->giorc : la. rovina deV.e cittadine pro- vlnciali fa aumentare, in progressio- i ne geometrica, la rovina delle cani j pugne, perchè i contadini itoli possono nemmeno più trovare nelle prime le comodità, le distrazioni, che, di tanto in tanto, venivano a cercarvi. Cosi, le città dot Borbonneso, come le campagne e i villaggi., respirano appena, il loro cuore non ha più che battiti appena percettibili. Quando \ viene la sera, sembrano svenire: sof-j to la luce di alcuni lampioni tremolanti, che han tutta l'aria di ceri funebri, dormono fredde e inanimate. Il Borbomneso muore. Per le strade .dei suoi villaggi e dsUc s-ue ritta, si : vedono, di tanto in tanto, dei giovani, j ala basta sentirli parla , . , * , ., clic essi hanno una sola idea desiderio: partire. Appena possono, appena per sapere ! . I ini so(oiandare a Parigi. |luiww:qui.;-' ri n„,i. affascinai ■< miraggio della grande metropoli, lasciano le > loro case, l'aria, il sole, per venire ai chi„d.Crp la la™ «et«f»»~y. fra n<icTle:. Mfon.eitóteruafra <J««'e caserme civili, che sono gli immobili moderni del Municipio di Parigi. .Con la crisi economica, la vita, nella lcapifale' 6 fVentata carissima. Molta | ., ff,e"fÌ.^ falIa f WOna, se ne v«- atonia al proprio paese? No. Va a m"a> a Marsiglia, a.L.o.i-, a BorPAOLO ZAPPA. deaux, dove, si dice, che la vita sia pl" " &,<0'1 mercato, nF

Persone citate: Borbon, Leclercq

Luoghi citati: Francia, Ilmovimenta, Isso, Marsiglia, Orléans, Parigi