Colloquio a 130 all' ora con Learco Guerra

Colloquio a 130 all' ora con Learco GuerraPARLANO I CAMPIONI D'ITALIA Colloquio a 130 all' ora con Learco Guerra A bordo della «due alberi» di Nuvolari -- Vittorie e sconfittte della stagione « Ammirazione per « Dedé » Un chiodo fìsso: il record di Egg Iniziamo opgi una serie di icter. viste con alcuni, e i più popolari, atleti che Lanno coaQUi?;.-To ia mapìia, tricolore per il 1932. Dalia viva voce dei campioni i nc?:ri lettori avranno pennini giudizi, isiprcisioni, proponiti eull'auività che li vede eccellere in canpo nazionale. Diamoil primo coito a Learco Guerra, cani, pione assoluto su strada. Milano, 10 notte. Suonano le 1S alle torri della città . gonzaghesca quando salgo le scale di casa Guerra. Questo, intendiamoci be- ne, non è l'csoi dio di una novena gialla.\se preciso l'ora, vuol dire che. come Te- mie buone ra- del campanello, -- <* f** P'OP™ Min persona, " nostro Learco. E poiché a quesn « scherzi » c'è ormai abituato, capisce [ l U,(l, VltUi Q,.ìe e Coppa, ho ancti'io c le m .4 AU cjiiamata A0\ ffj"'' sit&i/o ti si^Jii/icafo della w'sifa. | I A quest'ora? E' impossibile. Dtr.-c partire in macchina per Miìar. prendo il trevo per Bruxelles.,. — Ma ci sbrighiamo alla s-.^ùrz Vuoisi' — Già; perchè poi succeda c';t \.t non mi spiego bene o lei mi ir.;e«,.ì.z peggio. No, no, creda: sarà per w'cìtra volta. — Im-possibile. A questo punto sento eXe sarebbe ttcaso di tirar fuori la frase celebre: « Ora, o mai più », ma, evidentemente, Guerra non si commuoverebbe per que- sfo. Però, però... — ... e se venissi con lei fino a Milano? — .ABora sarebbe un altro paio di maniche. Si potrebbe parlare più tran- quinamonte. — Guida lei? — No: Nuvolari. Vuol farmi provare [una macchina nuova che mi propone di \ cambiar con la mia. Un affarone, dice !aunque, la faremo m automobile. Ini Jesi? — intesi. A che ora si parte? 1 _ Subit0 Dis0gna essere a Milano • . , ,, j! t ;pMfll^"- ~?."° i , l r n u e e Bene, andiamo. Una « tirata di collo » e una « colia »Andiamo. Nuvolari, al volante dellapo-s©»fe « due alberi fa digi di virtuosismo. Posso: con Guerra, come egli stesso mi ha promesso; ma che proprio parli « tranquillamente-» non dirci. Comunque, l'intervista si fa. E l'essenziale ò questo. Alcampione d'Italia, che è al mio fianco,sparo subito la prima boi-data. — Alcune domande soltanto. Vko.dirmi, in sìntesi, le sue impressioni sitl-r L- ». i-i A,!• to prove di campionato del 1932? spcZdeGMrlulllnffo -"come sTfZsponae wjbtto 'fonico. L-omc se ]os se facile dire qui Uttlo quello che le gare di un einnata sono state per me. Tuttavia con un poco di buona vc~ei — < ",7i ! tonta... Vediamo, per esamino: qual'èe, stata la prova più severa? - —Indubbiamente il Giro di Toscanai .Vo« perchè l'abbia vinto io, ma le «*si- ! rat- i; C0?;(J noco tutti Tant'è vero-; e; — Quale fu la ragione del suo ritiral «élla Tre viso-M onte Grappai a. > Semnlicissìma- le mie precari f ; A u ;if -, insieme a Binda che non an \rjmcavo insieme a tsinaa, cne non anandavo, in quel giorno, mu forte di mee', Ad un certo punto, quando già la batel\taglia si ora scatenata in tèsta e Bert- ; to,li) BeXlandi e Ba - ' Danai comandavano ^«burnente attratto dui"-" *-■»—•«■ "•-—"' * ca\quìndì, ritirarmi ed abbandonare «>!à-1pailiia che per me era completament"\l^Zna^\!mZaXse^bata^ ! \rrnU colte avrei voluto In tutu le aci™'o: 111b' **" ehe vinsi, come in quedi:'" alterna, n..,u quale ini preceautc- * Mara e Binda, stavo benissimo. mi- \Iioma, appunto nel la prova di selezion 'pei 1 campionati del mondo, non cedetal- {davanti atta superiorità dei miei due avo-1 versari> ì)la /H{ piuttosto vittima di ua-.jnliàUmtario danneggiamento di Murani m{ j£ di di dispa- so lamentarmi dell'annata 1932. A«c/ \perchè, accanto a qualche amarezzeuj?>li ha riservotò Za gioia di riconquistr-'e pacioni, cne mi impeairono ai aispr- *«r la volata in condizioni normali. ConImungue — continua Guerra — non poel erntà ie 4 re il titolo di campione d'Italia dopl'ultima vittoria nella Predappio-RomLa riabilitazione di Roma quella. ? Fu una gara molto severa anchretl " ~ " « \° ™f»° invita* J2asi I accontentato di vincere in volata, comg- credo, avevo il diritto di sperare. Le cu renne, invece, perchè, partito col deliberato proposito di riabilitami dopo ia oscura prova del 31 agosto per il titolo mondiale, volli imprimere alla gara un ritmo impetuoso fin dall'inizio, pervenendo cesi ella vittoria con distacco. — Già clfb ha parlato della sua sconfitta ai Campionato del mondo, vuoi illustrarci le sue di quel giornol jdisavventure — Sc-ebbe meglio non parlare —]replica Guerra, che si è rabbuiato in ìvoito. — Perchè quella fu la giornata più disgraziata di iuiia la mia carrìe-\ro. -Y»;i «ito. anzi, a dire che mai io *ono staio in condizioni di battermi ttei\pieno possesso della mia forma come in occasione del sesto campionato mondiale. — Come andò allora che fu costi ;0 a cedere il passo agli altri? — l'uà fatalità, creda. Alla partenti sentivo bene; benissimo, anzi: à che mi ero detto che all'inizia terzo pi''o dei circKi'io, se Binda Scrzon non fossero siati in grado di toccare sitile salite, avrei dato bat-iaaKa io agli stranie, i, sicuro di riu- ■A-e c. distaccarli. L'inizio della garasembro dar ragione ai miei propositi. . ~ . ' . se ben ricorda, nel primo'giro ho ^more condotto in testa ad andatu-ra iostenutissima. Faticai Nemmeno fer aogno. vedevo gli altri, gli atro-nieri, a faticare. « E questo è niente.' — avrei voluto dir loro. — Vedrete in seguito che musica! >. Quando fummo quasi aUn fine del secondo giro, nella discesa mangiai in fretta qualche cosa che Cavanna mi aveva allungato al volo. Poi volli dissetarmi con una bevanda fredda. Mandar giù quell'intruglio e sentirmi mancar le forze fu tutfuno. Cominciai dar freddo, a sentirmi male terribi mente allo stomaco, a non poter piùreggere all'andatura del gruppo. Ladisperazione dì quell'attimo! Nean-che al mio peggior nemico vorrei au-gurarla. Per farla breve, dopo una jvenrina di minuti stavo già meglio eImi ributtai alla riscossa: feci la sa- ! jre mitior tempo di tutti gli altri ifa CTa troppo tardi, ormai. Il Mole 'che nella stagione avvenire difende \re « suo titolo con la serietà che esso Hcnteàe* « EI pover veggei! » Lei ritiene che Binda potrà un l '-.'àicuramente Binda tei nove — a»cttiome»te. mnaa, tei poveAvegget*. com'egli ama autodefinirs ,con molta civetterà, e di quelli tdunlT W°"° cive^teria' \ f qufl ww >da monreii }/„„ potrà certo aver-u co,ainuita abaIoràitiva dei suoi anV* ma u de „iornat ~\™* trmMrb, m allora, se hìp«ò ancora trovarla. E allora, se tnè ■■ , ,.iorìlata si dismtta una 'ara s ntlu^nlZTvenorZ sono Lori pe. S'W9Ue percma0' &0n° *°Ion -•**"«• .... o [tate nell'annata cosa ci può dire? ~~ Molte ePoche cose- E' sto,ia cho\te. Ci tengo, però, a far sapere per me: \zo de La Stampa (non per farle un come^ Pimento, le dichiaro che il giornale a j[quale lei collabora è stato sempre un P»' obbiettivi, specie nei miei n-1 fdi) - „ Milano-San Remo ,guaraiì cne netta muano-aan sterno -ml° Htlro * stato cjiiutifrato da un-Ìolrcostan^a ^pitale. Fuggito Boyet,* saimo tutti, almeno approssxmativamen*« m „„-.-, - *— ^ravamo nmasti nel gruppo di testa Bina *"» Pocht alt.rl ed. %0, Poiché tutti f° ;cJeZt'ascesa d'i Capo Berta, aUorohe m«• " * , tubolare aveva cedutel^TLl*t\é' come awìw> prevl*i0' di°dB ^agU* ì *»* *»™»° 0 ™ P4» Nopiù nulla da fare, e allora, anchl-,lg mie condizioni di forma aoj/jj,^ di stagione non erano perfettA■ - ^JL,. aA utui 1^», atte , & particolarissiviti:ill<ila<:°rà„rr l'anno venturo no» v-\ — Sarà per lanno venturo, no. n a u. dovetti rinunciare ad una battaglia alLa minaccia dei giovani Spariamolo. La Milano-San Remincubo. Pensi ctratti invernait- ver l'America, appunto per prepararma, -"•» completamente alla gara di tvpea-l{Mm' u- ~ «™ o-sta diventando il mio ine s- il0" no accettato i cont po — Lei prevede che il 1933 sarà inta. lessante per lo sport ciclistico , . , . . — Lo credo per certo. I giovani, ohe mai, hanno imparato ad andar fortesanno star a puri con i campioni p,,.„.,*,.« ai,, li it..ii.. «.).. „n>Lc »? **± f°lf'^!*e, una fioritura imponente di nuovi cou- 'ridori che vogliono... la nostra pelle, — Quali sono, secondo lei, gli uomini migliori in campo internazionale t — Astrazione fatta 'per gli italiani, che, presi in blocco e anche individualmente, possono vantare titoli di netta superiorità su, tutti, ritengo che tra gli stranieri l'uomo più completo sia ancojrn Leducq. Non si lutò non essere degli assi » e vincere, come lui ha fatto, duo Gin di Francia in tre anni, e sta- ] 6«»'c dei rocords su distanze da mezzo ìfondista. Certo, anche per <zDedé» la «»»facile. In Francia corrono \uomiM olle sanno il fatto loro: i Pelis- >lfr> » Magno, i Bieronski, gli Aerts, gli \Baomerlynk sono campioni di gran <~ ^^che M "^-^.' l^™Jil^^J^^J^^m^nfa noi italiani, in campo internazionale i urbba venire dai « pivelli » dell'ultimajicua. Vedesse, per esempio, Archamwaud, che corridore è! A proposito di Archambaud, cosa dice dei suoi tentativi di record? 1 — Dico \framose non ha avuto dalla sua la -\f°rtttaui. Un uomo die marcia sul pas- \ s° fc0»}e lu} (ed io l'ho visto andar a\f°rUssìm? Oran Premio delle. 1,1 c»4 mi Presenta^ senza un \ vai twolarp, nllenamenta. Anìn o \PO-rticolare allenamento, dato vhe sta-'vo cimandomi per la Prcdapplo-Roo Imu" .mi Premeva immensamente -|*f!w)JwJS,° lu%ll"? °^<<,i"Penso al record dell'ora .' e o o a a r r ù I naghen oltre cento chilometri a più a di -il ali'oi-a, mi ero detto che potevo n- '.arrischiare la prova. Pensavo di pn-eu- I pararmi d::ranie l'allenamento per la a [prova, di campionato a cronometro. Se el>'°'ic'lè> comc o3n ricorda, la prova aa- Icronometro venne tolta dal calendario i. :ed i0 non ebbi, così, il tempo mate' riale (fra corse in strada e riunionche il giovane corridore— Giusto: perchè non si decide atcntarla, lei'! — E crede che non ci abbia mainare ed anclie aver superato il record di Egg. Badi che si tratta di un'impresa atletica eccezionale. le per sempre"! — No: penso ancora al record dell'ora, ma non mi nascondo (oltre ae- !ìe difficoltà di ordine tecnico ed so \atlo*lc° c,ie es"° presenta e che potre \ anche superare n trascurando tutti er l~miei i'npc"'."') gU °sta<loU d'aUra '.laeru che mi impediscono un tentativsi \Hmilg_ Dove vuol che vada a metterln |in eseeu^one'ì Non r'* «^«**«[purtroppo, in Italia. w re \ , , ;/ n-\Punr0PP0' " , , _ „t ' - *™e> si era parlato <fo quella *h,:Roìna- — Già, 7iia c ormai smontata e sttn\ su' — GM, ma è ormai smontata e ste" i« vedere se e dove la rimetteranno su Pensi che Egg stabili il suo record i una giornata climatericamente Meal he I : m- al no n- il » na * la di Roma venisse montata in un reen- cinto adatto, come potrebbe essere a ; > . esempio, VArena di Milano, per ginnzere alla grande impresa. Ma - rgf*2 — Disonna farsi illusioni Ldifficolta sono tante e le probabilitdi riuscire sono certo di meno! Se utentativo si presenterà possibile, quest'anno o l'anno venturo, creda purI che non mi lascerò sfuggire l'occasion- j „e Bisogm av0T /retta< in queste cof°-\se. Specie nei miei riguardi. Non somi' — urtme, aunque, lei ai essere m Hto ìclinoT * - Noooa! - fa Guerra con tanUaìd'occhl. - Mi sÀto benone, anzi. VNo» »Uo dire so,tanto che gli sforzi «annche[dasali adeguatamente. Tanto più, p al- tche l'anno venturo non avrò certo quette, ila che si può chiamare una « stagione atta nvoso >. vio. i I alla : riposo ■». — Quante gare dovrà disputare, lnel 1933? Tutte te classiche italiane, il Gid'Italia, il Giro di Francia e — se mmo manderanno — il campionato del moche-do a Monthlery. nali I _ spero bene che non vorrà vincerrmi \ tutte! erte- Farò il Giro d'Italia — Erco: la volontà ci sarebbe, e csu\ma! Stia pur certo che non partirò m or per onore di firma soltanto, io. Non l'nai fatto E, poiché si era parlato e e una mìa probabile diserzione al Gipiù I d'Italia, aggiunga, oltre a quello che >.-,\i,., ,,..:,.„.,.,„ „,.„»„ „«„ „,!«„,^!**\*> ™\? Vninalche anelo alla vittorioi Un guelta gara, tanto più che essa mie, 'sfuggita gli ultimi due anni in circ'sfuggita gli ultimi due anni in circ sfanse ben disgraziate. Ricorda il Giro [mar non lare II <i:oco aaiu stranieri. S?L 'J„,lo noi di anello del 1931 che Ao" parliamo po. m queua oci xj.ti., cite dei 19327 Dopo Napoli fui costretto a [mordere iì freno ed a non attaccare più „0)[ jarc u y-oeo det/H stranieri. ianto. Propositi? Tanti, e volontà a prova di bomba. Se la fortuna farà il resto e non mi si metterà proprio contro, vedrà che ne sentiremo di belle ancora sul mio conio. Guerra ha detto queste ultime parole tranquillamente, con serietà pacata e senza atteggiamenti di presunzione, dai quali ha sempre rifuggito. Se quest'uomo promette che anche nel 1933 sarà all'altezza della sua fama, c'è da credergli sulla parola. La manterrà fino in fondo. Pizzighettone, Lodi, Casalpusterlcngo... La macchina, scito il polso d'acciaio di Nuvlari, divora gli ultimi chilometri della bella strada che la pìog I "ia recente ha patinato di incidi rifics ! s'- Guardo il segnalatore fissato sul cru scotto: 130 chilometri all'ora. Tazio, che fin qui non ha detto nemmeno amen, i for-4 ancora l'andatura Vilaaai e ca- tiorba anco,a la.taatuia. vuaggi e ca iemali sfilano in nuda turbinosa, da , a vanti ai cristalli della vettura bassa. Parla così, lui. Con la voce della macchina e col rombo sonoro del motore. Siamo a Milano. Scendiamo; ed il congedo è lieto. — In bocca al lupo, Learco! — irrido strijiffeità'o la mano al campione d'Italia, che morda sul treno in partenza per Bruxelles. Anche Nuvolari, finalmente, si decide a parlare. Guarda il compagno fraterno che, come lui, tiene alto il nome, della piccola terra comune nel campo degli sport, sorride dai jiiccf/Zi occ?i! metàllici, scopre i denti d'ascaro, bianchissimi, tende la destra: — Ciao. Ed è tutto. Non una sillaba di più. — Tanto — dice quando torniamo — lo sa che gli voglio bene. FRANCESCO CARLI.