Ritorno all'antico

Ritorno all'antico Ritorno all'antico VIENNA, novembre. — Non sì ricorda, signora, dello prime in questo teatro, tre o quattro anni fa? La sala è piena anche stasera, perchè a certe sensazioni — chiamiamole così — la società non vuole rinunziareperò mancano quelli che tutti cercavano, per ammirarli, invidiarli, o disprez¬*":"' e.a',e in compenso onoravano del«oro saluto pochissima nette. Ai tempo dei pescecani Lei vuol dire, risponde la signora,che mancano i pescicani. — SI e no, signora, sì e no. Pescica-ni dal primo all'ultimo non erano: non tutti avevano messo insieme i quattrini grazie alla guerra, o all'inflazione. Coi pescecani sono scomparsi commercianti, industriali e banchieri che veramente della loro rovina non luinno colpa. E anche i nuovi riccM, che poi sisono goduta la ricchezza per un breve tempo, una funzione sociale Vìi/inno bene assolta: pensi a quanta gente ha vis-Uuto della loro vanità, dell'illusione chete bazza dovesse durare all'infinito...Sarà, fa la signora. Però che vuo-te: no» me ne dolgo. Quo/ndo apadroneggiavano i pascicani — li chiami Schieber, se preferisce — bisognava provare a telefonare alla Schmidt per avere un buon posto per una serata come questa: le poltrone di prima fila erano riservate a clienti i quoti si sarebbero rifiutati di sede-re, magari per unaolta sole, al numero 5 invece che alumero 6 dì sinistra, la seconda fila aoglieva la cateqoria desiderosa di mo-trare che non tenera a mostrarsi, le JMo successive erano accaparrate per ìdirettori generali e i procuratori dellagente seduta in prima e in seconda fila...— Se lo ricorda il banchiere lai? Se-concia fila, poltrotia d'angolo al centro.— Dov'è andato a finire? - E' in Isvizzera da tre anni. Bacambiato aria a tempo; quante noieiioh gli darebbero adesso... -E che fa? ' - acrive. Quando si è tanto ricchi Èfacile scrivere. ,. . ~~ , »°y«'.l*« m cento dei casi,?f»„h *T ff« «°»»-nli di affari che senvoìio le loro memo-rie, o preparano i cataloghi delle loro»wTS^S^Y,lPsi, che per pubblicare un'antobio-Orafia fondò addirittura una, casa edi-t£*-I?T£^.}Zn^^r%? ? *eidepositi st trovarono cataste di cose^. ricordl del vri>lCivale azionista. Poicrollò la banca. C'è stato anche un pro-cesso, mi pare, con una condanna —Pare anche a me. —Lei lo dice così tranquillo. . -7 infatti, signora, se si riflette che^S*^CS^^«^^^Ì^ti^*^l^!ft^~ vien„u> „„,, è piu pMsioi!e Prendere lacosa sul tragico. Un po' d'attenzionevaitirano i furbi che sono riusciti aprendere il largo... . „ . . . , - ^V^' c^ZZrS^Jcodice _ Ehrenfest è a Lisbona e noi andiamo a Londra a supplicare i creditori della Credit Anstalt. — Ehrenfest è a Buenos Aires: il governo portoghese ha dovuto rilasciarlo ^ Ilti ha proseguito pe,- l'Argentina. Hoancora tanti denari, dicono, che può a-, . vX%\ in giro il ila si-oce) che voleva co-(altro abbassameli-todi voce).:. — Già non lo si vede, m che viver ~ Ba un negozio di stoffe; ma nma™aTa "T ' a pnre una nuova banca ~ Questa sente non va mai a fondo ~ Mai' unente, _ Non H v6de ^ in gìro u rlo onora abbassa la voce) che voleva struirsi un palazzo (altro abbassan al suo nome, si capisce. Un altro davoceJorna ad abbassami ha un nego-fixo dl aenen alimentari, intestato al c°9'mto' ™c™ta»°' 11 co'-'nato pagaverso di lui un debito di gratitudine,perchè quando X (il iiome detto a bassai'oce) dieci anni addietro prese una bau-ca, lo fece di colpo direttore... — Di colpo. Sì, di colpo. La carriera di certnostri banchieri i-ussomiglia a quella de™™^™ di Napoleone. E anche la c< comprato una compagnia d'assicurazioni. Curiosa: tutti ì palazzi delle banche e dei ricchi falliti li hanno compratcompagnie di assicurazione e aziendepetrolifere. — O il Comune: socialista ma, riechissimo. — Peròcifuun-pc,iodoincuilebanche facevano sloggiare i caffè. — Postato da un ne~*o- [caffè sono— gassato aa un pe^o. i carri, sonoquasi tutti rientrati nelle antiche sedi,Colpo di gong. Si leva il sipario. ii, Senso della Vita e senso del denaro Al riaccendersi della luce nella salala mia vicina, mentre applaude colorosamente, anziché guardare gli attori supalcoscenico osserva il pubblico Mupoltrone e dei palchi: — Non sia maliguo, mi fa, non cerco nessuno. Vo?e»» soltanto vedere se sono ancora inmolti quelli ohe fingono di battere lemani. — E quanti ne ha scoperti? _ .„ + f , — Pochi, evidentemente. Non abbiamo detto che sono tutti scomparsi? Nemc'erano che loro, gli spettatori distintiad applaudire con Ui sordina. E li /mwiai sentiti protestare? No, perchè tro»—'r —; -? ^j-é che di regola non avevano ne c«Kab nÌ Tl° 6 ehe lB mcc?lts,di nM di arte le facevano per poter dire gnauto costassero, o per lasciar morire dalvavano W, cosa non dignitosa. La veritàla rabbia la signora Pollack ola,signora Kohn... Lei è feroce — Per niente. I ricchi del dopoguerra non hanno vissuto che pei- il lordanaro, anzi per mostrarlo. Hanno fatto del bene solo se la sinistra poteva indicare il gesto della destra e dato diecimila in pubblico per negare cinque porte chiuse. E appena i loro milioni ssono ridotti da cento a dieci, o da dieca uno, si sono ritirati dalla circola-.ione, come se la società li avesse privatdel diritto di vivere e come se dieci miMoni o un milione non bastassero a gam.iHre ugualmente un'esistenza più cAcomoda. JSa lei che cosa sia un Minderwertigkeitkomplex? — Credo di averne un'idea «Sbastali-za- chiara. — Bene: lei riscontra questo coni-plesso, questa convinzione magari er-rata, certamente errata, anzi, della pròpria inferiorità, in quasi tutti coloro cheoa H» giorno all'altro, o da uh mese alZ'aJtro, hanno dovuto tenere nella rime*^» un'automobile invece di due odi tr" " "d«rre 11 >mme,° del domestl mai, avranno quello del denaro. E nep pure, che altrimenti non avrebbero de/tuffo bagattelle i milioni di dollari e 'dt tra e ridurre il numero dei domesti ci. Nego nella maniera più recisa che costoro abbiano il senso della vita; se acrebbero saputi conservare. E' una vergogna restare a Vienna d'invernomancando i mezzi per il soggiorno in riviera o a, 3t. Moritz'! E rimanendo Vienna è obbligatorio tenersi tappati in casal — E' un fallo umano, signora, un fatto psicologicamente comprensibile. Gli occhi che ci fanno i conti- addosso sono insopportabili- — Mi lasci in pace con la psicologia, e con i fatti umani di questo genere. Orgoglio umiliato, prestigio perduto, tutte belle cose, lo no. Veda: io d'affari non m'intendo per nulla... — Proprio non dirci: e poi la figlia d'un così famoso banchiere... — Un banchie-rc d'altri tempi: del tempo in cui il denaro s'investiva <ù dupo al tre per cento e si calcolava coi. centesimi, I baAichieri clic ci hanno rovina- tl volevano guadagnare il 15 e il 20. e subito, sa, subito: mica aspettando degli anni. Così gli industriali. Che volevo dire?... Giusto: le banche sono nu¬ , *ff *» "f''ora «K*f grazie al benedett° Prestigio, perchè nessuno Ita voluto rassegnarsi alla svelta alla, realtà e. fare quello die sarebbe stato necessario. Lei dice che sono feroce: le dimostro che sono generosissima, dichiarando che so distìnguere fra la truffa volgare e quella operata dui finanzieri che in nome del prestigio, e sperando che nel frattempo le cose si accomodino, truccano i bilanci e cercano di pagare dividendi. Ma il risultato è lo stesso: che se ne fanno i depositanti dell'intenzione'! Per i singoli, l'ossessione del pre¬ «W*P a *» conseguenze pencolse: ha sentito di Kappa. " Att'ulea di dover lasciare l'uppar- tammt0 messo su quattro anni addirtro Pev andare a vivere in uno più pir- col° con centomila Uve di rendita al- 1'™1* ~ *co centomila, lire - gli * semorato chvU mondo fosse pe,-lm f>**? edf. »lorto * crepacuore. Non par- homo A Erre. ~ S'ftT f £ . — Pelosissimo. Ma siamo U: amor proprio offeso. Riluttanza a vedere nel¬ Vazienda m m„ciario dei creditori. Colpo di gong. Si leva il sipario. Atto Huir,u>. 11 fratell° deil'ultimo im'5eratore Un'ora doy.o, al ristorante — Un passo indietro, signora, non lo aà volentieri nessuno, n venerale haitia- o Telemaco, battuto alla testa dell--. truppe di Faustino I. si ritirò a, Parigi a fare il rosticciere, ma è un episodio di cì'jì abbiamo notizia da Anatole France nello Chat maigrc. Adoro France e ho letto lo Chat iasxsrc, però ho anche letto che la ved'«" Olorloso feldnwresciallo fa a , *~ htyM fo'"'to '° *m":t0 -Eer una comrAca,c(- ~ Al tavolo vmno al nostro, giorni fa c'era il fratello dell'ultimo Impcratore d'Austria e Re d'Ungheria: ha ^T TI modT 6rftT ed ha fumato un sigaro da quattro sol di. Quanti passi avrà dato indietro quello U? E, dato che sì mostra proprio adesso che sono scompai-si quelli chr. avevamo comperato i cavalli del fratello, mi è simpatico. Il padrone del locale, accostatosi per il rituale saluto, è invitato dalla, min implacabile compagna a spiegare in che cosa il pubblico d'oggi differisca dal pubblico di ieri. Il padrone, con mot- to taft0' s™°' ~ JOltnque, insiste la signora, aualc è la. sua migliore clientela'! — L" gente che viene qui da. dieci eventi anni e che ha sempre mangìa*° 6 bevuto in un modo. tonta all'antico, — Il conte Tali viene sempre1! — Sempre: tranne al venerdì. — Il dottor Tivio-? — Mattina e sena. — Ii'avvocato Sempronio'! — Ogni domenica, con la famiglili.. — Il professor Caio-! — A mezzogiorno, regolarmente. La signora mi guarda- trionfante: — Vciìl? — conclude. — Il mondo ri- ITALO ZINGARELLI.

Persone citate: Anatole France, Kohn, Pollack, Schieber, Schmidt