Autunno sul Piave

Autunno sul Piave Autunno sul Piave NERVESA, ottobre. Ogni anno scendendo alla stazionei Susegana — che è una piccola eaia stazicne della guerra, tutta fioritaì geranel — si ha l'impressione d'in-entrare la stessa gente'che si è vistan'altra volta. . Non e che una illusione. Talora — dopo tanto tempo! — èa stessa gente che cerca. Colfosco si trova un po' più avanti,l di qua del Ponte della Priula, get-ato sulla corrente fra le due rive ce-edotte sulle quali i giovanetti wmo bando ricevettero la seconda acqua .„ ult_ ;„„ i,ìJustrale, ma, subito dopo, al primo bi io, un sentiero quar;l selvaggio correotto il greto e si alza a Falzò. I treanti di bronzo dello statuario de! fiume sotto il ciclo, quasi aerei, nell'arore e nell'angoscia della corsa, ripeono la minaccia e ridicono il giuramento; armati o disarmati sembrano e «figure» reali dell'Italia rifatta nel agrificio e nel sangue. La gente che cerca » sa dove trovarli. Sale sul ciglio un po' diruto della strada, oppure rriva di sotto il fiume che, nell'arco, i questa stagione, è sempre asciutto; ivede i suoi tre soldati della guerra anciati dallo stesso piedestallo versoazzurro infinicodena^cnTòstra de1'de-1 e, subito dopo, si avvia al taberna-olo di Sant'Anna. Scioglie un pegno. Era dell'annocorso, sarà dell'anno venturo, Se tu laguri nel pallido volto ca-pisci che, di questa terra d'Italia, noni dimenticher'-. J'enza nome e senzaumero, fuori dal cancelli e dai murettidei cimiteri, la gente « che cerea » haa figliuolo, un fratello, un marito ca-uto quassù. L'impeto della battaglia,rima che fossero scardinati i pilastridi Sernaglia, ha travolto i morti e Iivi. La terra clemente e stata stesa so-pra e nessuno conosce il luogo dellaepoltura se un altro — o il suo de-tino — non l'accompagni per mano, L'oratorio nella roccia L'oratorio nella roccia non è lonta- , no. Vi si arriva per una strada in dol-e pendìo Ma, anche prima del bivio,l viandante è assai todall odor tagl.en-te degli ul imi fiori. Questa e la terra/JSrn^ lo stesso spettacolo primavenle, dai « , ..... j , alconi che son tutti a cuore, dalle al- , , , .,, ... T ane, dalle verande, dalle ringhiere. Le~ase più povere li hanno allineati suiavai_aU in lievi sporti di ferro. Ta-ora i gUciui scendono dai tetti e met-ono sul muro un dolce tappeto di lillahe fa ombra alle gabbie dei canarini deue capinere — Dove trovate tutti questi fiori? Nessuno li trova. Son le vecchieementi dei nostri nonni. Nei tempirutti la terra li serba nel suo grembo,D'un subito la stessa terra li offre.Nessuna terra è migliore di questa lun-o gli argini del Piave. Si ricorda de»morti e de: vivi, fiori per le tombe,ane per chi lavora... Loratorio di Sant Anna e ■ ella roccia. scavatoPrima della guerra era di legno. La gente che scendeva al mercato dalle borgate di Treviso, di Conegliano, di Vittorio, pregava, cosi, di fronte al olto stupito della Vergine. Più tardi una mano fedele ha riacceso ogni sera a lampada. La donna veniva da Susegahu*T*(*3a e pèrduta:"Adesso il taber* nacolo è nel ventre della montagnadentro la roccia, scavato da una granata. La gran Santa oscilla nel ventoH lume è fluttuante. Non si spegne piùOppure è un'altra mano invisibilequella di un erede, che rinnova il prodigio. Ecco, tutta la gente che arriva appena cade l'estate chiede alla Santa il miracolo. Che la terra restituisca qualche cosa della creatura che non c'è piùLato sotto Faìze"dT pTav^ orai set-Umeuia ri^ S5^3^K^^SiwaSte^i5l^ca» quaicne cosa c-ic appartenne aa unoldato, senza abbandonarne il nomeo il numero La relìquia Talora non sono che umiii cose manella stessa umiltà, è quasi la gloria; vestiti sciupati, elmetti sfonelati, cinurini, anche meno, reliquie irriconocibili, o soltanto lembi di vestito. Non mporta. E' quel che resta della bat-Non troppo lontano da Sant'Anna e dal bivio di Falzè di Piave, la strada i snoda lungo gli argini di un ruscello veloce. Prima del ponte la strada si faaglia. Quel che si trova, oppure quelhe la bontà stupenda della terra riona. E' raccolto con pure mani, riordinato, deposto in luogo sicuro, visitao da tutti, esaminato, pesato, valutao;, non si sa esattamente di chi sia, e uttavia sembra che aia d'imo solo, dquel che è più vicino al nostro cuore. più dura. Sale a Earbisano dove i Pa-nieral lavorano i vim-.m che poi man-dano per tutto il mondo, e a Earbisa-nello dove la villa della si-nora Totx^Il tm eeiifiziÒdiscute aperte__Ti__«alunga musica aDal Monte rassomiglia omano con un parco u quattro lati e una lung ondini... ,%Quando le rondini non cantano pùanta la piccola Maria, la figliuola, laondine che da qui si muove con la suamamma coni primi freddi di dicembreDove la strada, è dolce auasi di Dianura rorteria della guérrf senza nnura, 1 Ooteria della guerra, ^enza m ìetricordi della guerra son pubblicatsul muro. La piova di tutti questi Inverni non li ha cancellati. Sono eterniSe vuoi sapere qualche cosa di più, u_vecchio ti racconta la storia. Questa è'Italia meno moderna, meno alla mo da, più poetica, patetica e sentimcnta le. Se il vecchio della pieve racconta nessuno fiata; gh' si metton attorno lo stanno a sentire. Quando egli tace si ode appena la sinfonia bassa che fl'acqua che gocciola nei serbatoi e, lontano lontano, dalla basilica di Pieve d Soligo, quella più vasta del torrent che, fuori dalle saracinesche, si romp suile dighe e s'attorciglia al piloni de ponti, || fondaco _,,,„ e„n_„ _i0-,„ „„„„ s „_,L^A'gKS ffS^tìS ,. J*" f.. „„„,,„ „,,„ „bianche e polite, quella che corre all^°rlaf° _L__?^ „_?___?-T.;..1_»_?I^chiesa di Rupolo, quella che mena che, attraverso la campagna vanno dritte al castello di Cison di Valmarine alla riviera delle rose, Refrontoloadagiata sul declivio come un monilscappato fuori da una corona preziosa. E fondaco del vecchio tagliapietr— il padre dello statuario GiovannPossamai che ha collocato nelle piazzdi tutti questi paesi un monumentdella vittoria — è a mezza via fra Pieve di Soligo e Solighetto, quasi allsvolto della strada che fra due siepi drobinie va fino a Follina, il chiostr meraviglioso che è un cimelio di splen dorl e di silenzi. 11 tagliapietra è un artista di gravalere. Piccolo, arguto ed astuto, comoscitore della vita per esser vissut 1» ogni parte, del mondo egU saett « la atona della guerra », ridotta e adottata agli abitanti di queste terre Ma non vuol saperne di raccontarlaE' restato, durante l'invasione. Ha soff"ta la fame, la sete, tutte le priva rioni immaginabili, ma dice che non vero, — Come non è vero ? Noi conosciamo il nome di quell'ufficiale boemo ch ha fatto il vostro ritratto... Gli piace dir di no. Ma se uno insiste, racconta che a Dio non chiese chUna g:razia- La cWese- PieSand0 ]e &1nocchia di fronte a Sant'Anna; che suoi due figli tornassero. Son tornatda]Je trmce| msaingu,.nat=. Non ha ! qualche cosa da ^e. Apre la porta de? d immenso bazar di calchL, , ^ marmJ di bronzi m^11 «Me * brac» ^elle lraa _•„. TT„„ «_ ,,.„ „__«_, , _ gini. Una. in alto, dove nessuno la oosJ* ' .„ ' ., „' ' sa vedere, il gesso di suo figlio Giovan_" . ... . ni « quand'era piccolo piccolo », una co * »E« Zt il^,,™-n^a da ntiente che ^u riemPle le-pupill a Plant0- Il miracolo Tutta la gente che arriva fra ottobre e dicembre passa per i cimiteri chson collooati a breve distanza dal fiu me, a Co! San Martino, a Tarso, a Revine, a Pieve di Soligo, cerca San Vigilio, la chiesetta che sembra una spc c0la dalla quale si possa veder la piaz za di Farra, tocca la porta di musc. m porta di musc di Follina, rilegge il saluto ai mortpubblicato nel camposanto di Ben» glia, qualche volta si spinge fino ad—< a - *fe>v * quadrato selvaggio di Tovena di dovparte la strada nuovissima che arrivlino a San Boldo e, dall'altro versanteal Passo delle Donne, ma' non lascerquesta terra beata dove il dono è nellquiete diffusa fra le brevi torri rossche metton fuori delle bifore-le campane che furon raccolte dalle stessmacerie^ senza cercare,, al di là del'Osteffa efeì « Falcone », fuori del portico, la « punta di san Gallo > dove ueremita distribuisce fresca acqua dpozzo e latte genuino. Il Santo che per la prima volta veniva quassù dalla Svizzera era povere solo. Non aveva che la sua fede. Non credeva che al suo cuore. Quando desiderava tornar alla sua terra compresper la prima volta, che era necessari: restgre ?er convertire alla fede gli e ^ Nesslm male affliggeva gli abitan, camDaene? Uno soltanto m «^llac^pagne? uno "£nelle case sparse fra le callaie, fino a.,_ . A, . „„„n.„ ', una certa età — i quattro o 1 cinquanni — eran condannati <:ad espiarle colpe dei padri », a non prender sonno. Cosi, per tutta la valle, dal cadedel sole all'aurora, non si udivano chpianti, grida disperate, singhiozzi, inli Santo fece il miracolo. Levando un braccio al cielo c abbassando gli occhi per domandare lp!età del Signore, per notti e notchiuse gli occhi, al piccoli e, da qugiorno, basta chieder la grazia per oIvocazioni per le quali gli uomini no| avevano nè conforti, né sollievi. Scendendo dal colle, la campagninpresenta lo stesso spettacolo di grandezza. I soldati dormono dentro le mura Uu;ri"àtó^a_c*elli""Ì nòstri" e "gii" altri D ottobre dicembre le mamme d r>;„,,_ ...,:.„„ , r.nr, j„: n-in-rt;ni P Plave tagliano i fiori dei giardini e iP°rtano «a tutte le fosse, dei figli chihanno nutrlti del loro san^ue e dl tuU gIi altrl- i Ierf alcune aon giunte da lontan|Ogni anno avviene la stessa cosa, , « staglonei dana Boemia, da]1.Au _. . .„,, -,'_„.„ T „ „„„„ l st*»;_ ,da"a i*strame^* trovan0 le torabe "^t ;por mcanto- pia tardi da Susegana a Pieve |sbHg0i dal Ponte de]la Priula al Pon ì?^',le cas.e a,,\c- 1 impania, sui «Mancai, quasi gelidi. ! A-»°ra non si ode che la musica d|P1ave. fra le due sponde, da Colfosc|a Nervesa. G. 0. GALLO.

Persone citate: Soligo