Le arterie di Torino

Le arterie di Torino Le arterie di Torino Torino dell'anno X è, sotto ogni punto- di vista una grande cosa; ed è la sede di un popolo che tende, con ogni sforzo, al conseguimento del massimo ottenibile per la migliore vita cittadina. 11 Podestà ha un'idea alta, nobile, integrale, non solo amministrativa ma spirituale della sua missione. Quando {tno con Lui, ci infervora e ci con-l"vince «che amministrare forino .signi-jnfica anche conoscere intimamente il suo mritmo economico vuol dire « sapere !ricome vive e come potrà vivere la popò-1sagparliamo con L,ui, ci infervora e ci con-|-5lazione di questa grande città subalpina, come potrà nel prossimo avvenire, che il conte di Revel prepara, la città stessa svilupparsi, ampliarsi, comunicare ». Si aveva un tempo la sensazione che Torino asfissiasse e si pensò accortamente di ridarle vita con una nuova circolazione radiale. La cronaca ne ha già ampiamente parlato. Oggi, corso Stupinigi, che pur ieri sembrava non avesse né lieto nè avverso destino dinanzi a sè, è l'arteria magnifica di Pineròlo e del Sestrières; ed è strada naturale e provvidenziale per la visita dei luoghi da Dio posti, per gli italiani, sulle pendici delle Alpi Cozie. Domani corso Regina Margherita che partendo dal ponte omonimo si ar resta ora dinanzi al Martinetto, apparirà come la superba radiale di Francia sulla sinistra della Dora; e con la diramazione per Venaria Reale diverrà anche la principale arteria dello sviluppo cittadino verso le Valli di Lanzo. La radiale Torino-Moncalieri : assicura la necessaria apertura stradale ad un traffico intensissimo; libera in parte una zona che, troppo aggravata andava congestionandosi ed arricchendo di una comunicazione moderna e di primo ordine la via di Asti, di Alessandria, di Genova' e di Savona, direbbesi aver rappresentato quasi un vaticinio per la famosa autocamionabile in costruzione: Genova-Torino e Genova-Milano. Anche alla ridente collina (sulla cui valorizzazione troppo ed invano si è discusso quando l'operare poteva riuscire più facile e certamente meno costoso) l'oculatezza amministrativa fascista dell'ultimo triennio ha saputo provvedere. La strada Superga-Pino non è solo destinata a congiungere fra loro due vette ma riuscirà a valorizzare nel uuc VCLLC Illa impila a. voiuuwaic nei modo più conveniente la nostra intera F„„iu„„» „h o„„™™™ ìi „atrtm™iJ collina e ad accrescere il patrimonio panoramico veramente incantevole di Torino. E' doveroso, da parte del torinesi, •non dimenticare che U Governo Fascista, per la città nostra, non ha mai lesinato: nè cure, nè contributi. Quante volte il Podestà si è presentato per chiedere, ha ottenuto; ed allorché sorgevano le quasi inevitabili difficoltà burocratiche, le troncava l'autorità del Duce, mosso dall'alta stima che nutre per Torino. I sussidi non sono mancati. Se la strada che mena da Torino al Sestrières è una bellissima realizzazione che fa onore alla nostra città ed alla chiaroveggenza del Podestà di Torino, .«a?, anche ricordato che per tale opera di mole non è mancato il concorso del Ministero. ■ E un altro'concorso governativo si è avuto per il ponte sulla Stura sopra il quale passerà quella radiale destinata a congiungere Torino, attraverso il Regio Parco, con Settimo e con Gassino; mentre duecentocinquanta mila lire sono state versate come partecipazione del Governo Nazionale per la costruzione del ponte di Alpignano, elemento della seconda radiale di Francia. Si capisce che citiamo di sfuggita i soli contributi più notevoli, recentemente accordati; e che tralasciamo, per brevità, altri notevoli benefici ottenuti. Con le nuove provvidenze, con le vie aperte e da aprirsi subito, Torino, ove d'altronde il ritmo del lavoro è sempre j intenso, non correrà più il rischio dell'asfissia ma muoverà verso il domani sempre meglio attrezzata. Ed è certamente bello che, mentre una grande opera si sta allestendo nell'ambito perimetrale del Comune, per allacciare fra loro (mediante rescavazione di una galleria che misurerà oltre mezzo chilometro) corso Porto Maurizio e corso Girgenti, si guardi dai torinesi al di là della periferia comunale per aprire vie nuove alla città. Torino non si chiude in se stessa ma, audace, apre dinanzi a sè le necessarie arterie per conquistare nuovi sbocchi, per comunicare, per il flusso e riflusso della sua vita economica. Collocata dalla natura a ridosso dei monti e via d'accesso alle sole Alpi che ci dividono dalla Francia, Torino, in Regime fascista, sta audacemente violando quello che poteva sembrare un decreto del destino pronunciato in suo danno; e con la sua attività instancabile cerca di supplire nel modo migliore alle deficenze naturali della sua situazione topografica. A. CIT. rddstdl'ddtolaggdssèdstracmddcgtsritlasntgpsaamtocrcamscililgdeimhpzefiNlelorinsoadmdilSBdsSgps1l'dcogqpspl2tmpLrsnnmrrr

Persone citate: Duce, Gassino, Revel