Calci, risaie, aria fredda e... freddure

Calci, risaie, aria fredda e... freddure « TIFOSI » GRANATA E BIANCO -NERI SI BATTONO AD ASTI Calci, risaie, aria fredda e... freddure e e a d , i a a r , i i a e 3 i e o r a a l » i o a o r a e a, l nnao e o sdi a a sa lario i rhe 2. aré ngo mAsti, 28 notte. I clienti di una nota pasticceria sita ad Asti, in corso Alfieri, solevano da < ualche settimana accapigliarsi a base di vermuth al seltz, per le sorti della « Juventus » o per quelle del « Torino ». Naturalmente da queste zuffe ad armi cortesi, le sorti delle due massime società calcistiche torinesi ne uscivano immutate; mutavano invece quelle di qualche stoviglia o di qualche portamonete di tifoso cne doveva vuotarsi per pagare questa o quella scommessa perduta. La lotta tra 1 granata e i juventini ha raggiunto il diapason nella settimana scorsa, e si è acuita a un punto tale che anche la parte non tifosa della cittadinanza ha cominciato a preoccuparsi per la salute pubblica. La disfatta dei tifosi Se il tifo di quei signori •— mormorava qualcuno — attacca anche a noi, finiremo per vedere Asti divisa in due fazioni che si divoreranno a vicenda a totale benefizio delle squadre torinesi. Qui bisogna finirla — diceva un altro — altrimenti ci andremo di mezzo noi. Inutile aggiungere che questo « noi » era il proprietario della pasticceria ove accadevano le quotidiane tenzoni. Per finirla non c'è che un mezzo — concludeva un tifoso cronico —: indire una partita tra tifosi. Invece di star qui a bere e a darla a bere, ventidue tifosi scendano in campo: undici per il Torino, undici per la Juventus, e invece di consumare le scarpe sul selciato di corso Alfieri, le consumino sul cuoio della palla, all'A. C. Astigiana. Ad Asti le « trovate », quando sono geniali, hanno sempre dei seguaci. Questa ha avuto runanimìtà dei consensi e immediata attuazione. Ed i tifosi, dopo una breve prova generale, svoltasi sabato alla chetichella, si sono scontrati ieri nel campo di football, dinanzi ad una folla se non strabocchevole, certo elegante e fragorosa di allegria. Elegante perchè ingentilita dall'elemento femminile accorso in abbondanza (anche perchè le signore e le signorine avevano l'ingresso gratuito), allegra perchè l'eccezionale partita sì è svolta fra continue risate. Un primo successo d'ilarità aveva ottenuto il manifesto col quale era stato chiamato C pubblico alla curiosa e nuovissima giornata calcistica. E' uno spettacolo giallo? rosso^ verdolino? V'invitiamo a vederlo da vicino. v E il manifesto continuava annunciando che si sarebbero visti « tifosi granata contro tifosi zebrati — gli uni contro gli altri armati... ». E ancora : « ...L'uruguaian Almagro Nasito, la « freccia d'oro placcato » trascinerà all'agognata vittoria gli indomiti tifosi juventini, mentre il poderoso aitante Elio detto « l'espresso della mezzanotte e cinque » sarà l'uomo di punta della compagine dei torelli granata... ». E il manifesto proseguiva con i seguenti versi danteschi .forse perchè, per recarsi al campo astigiano, si passa in corso Dante. (Del resto la metrica e il foot-ball hanno questo di comune : che ambedue si fanno coi piedi) : « Prodezze di vecchi campioni, valori quasi spenti, — virtuosismi di giovani che son ancor sui venti, — tante cose vedrete, e di tutti i colori, — amabili donzelle, egregi signori ». E nel timore che il pubblico, sbalordito dalla meraviglia, non sapesse come esprimere la sua contentezza, ecco il manifesto suggerire l'elogio. « Vinca la zebra, vinca il torello, certo è uno spettacolo molto bello Uno spettacolo mai visto E lo spettacolo è stato degno del manifesto. Dapprima al vedere schierati undici giocatori in maglia granata contro undici in maglia bianca e nera, si poteva credere di assistere, per una illusione ottica, a una partita tra la « Juventus » e il « Torino », partita assolutamente fuori programma. Ma bastava osservare le prime mosse, per convincersi che anche la palla era più « fuori » che dentro, e che i giocatori erano tutti fuori classe. Gli spettatori poi erano tutti fuori di sè (dalla contentezza). La giornata era grigio-perlacea. Il sole dava appena qualche tono giallo all'atmosfera ricca di tifo al cento per cento. Un gruppo (ma che gruppo!... una ghirlanda fiorita) di signorine saettavano con le « lorgnettes » (una nuova... moda settecentesca che ritorna!) le membra atletiche dei robusti campioni (studenti, impiegati, bravi giovanotti, che nella vita normale non darebbero nemmeno un calcio ad un cane, per tutto l'oro del mondo!). Due o tre macchine cinematografiche da presa (ma è una presa... in giro) lavorano disperatamente; e una radio umana, il signor Bassignana, armato di megafono, descrive alla folla ansiosa, che esterrefatta da ciò che accade sul campo non può credere ai suoi occhi, le fasi di quella che (con incredibile coraggio sportivo) osiamo chiamare partita. E qui ci permettiamo di tramandare ai posteri i nomi finora ignorati dei nuovi calciatori delle due squadre: Juventus: Marchia; Annaratone, Bologna; Luccotti, Ferreccio, Ecclesia; Dapino, Zo I, Zo II, Zo III, Cerrato. Torino: Bertolli; Cerrato, Bertolino; BBssMrpì'pcdslampucmvOaapnlrsgd«cgntongu a e ì o C a i a i e a , e o i a , a a r ù ri i o » e i, o ). e ao o oe cie aei e, a; o; Balma I e II, Ghiggi; Ercole, Foa, Braggia, Doprè. Mentre il primo tempo della partita si inizia, raccolgo, alcune informazioni sui giocatori e sui loro passati trionfi... M'accorgo subito che le maggiori speranze dei sostenitori del Torino si appuntano sul .campione Foa, detto ì'« espresso della mezzanotte e cinque» per la sua velocità e per essere sempre con la palla al piede. — Forza Foa!... Bravo Foa! — gridano gli spettatori. Ma il campione non sente niente e non si muove. Ha la palla al piede, lui, e non si muove nemmeno con una palla in testa. La « Juventus » ha in compenso Dapino, detto la « freccia d'oro placcato », un giocatore fulmine: tanto fulmine, che la palla quando lo vede, fugge come una saetta. E tra fulmine e saetta vanno d'accordo. Cinque minuti di riposo Il primo tempo si svolge lentamente. Ogni tanto i giocatori sembra vadano a passeggio dietro la palla, che rotola a prendere il fresco in giro per il campo. E allora lo « speaker » annuncia: — Cinque minuti di riposo. Si pregano le famiglie dei giocatori di porgere loro i soprabiti per salvarli dalle correnti d'aria. Ma, a poco a poco, la partita si riscalda. Dopo venti minuti sembra che gli zebrati siano in condizioni migliori dei granata. Si sente parlare di un «corner», ma nessuno l'ha visto. Ciò che si vede è la palla sovente fuori gioco. I giocatori danno prova di un tenace amore alla tèrra astigiana; infatti li vediamo distesi al suolo quasi a ogni pie' sospinto. E i « pie' sospinti » nel foot-ball sono all'ordine del giorno. Ora tutti sono attorno alla palla e lo «speaker» commenta: — Il momento è emozionante. E' un groviglio umano. Chi sa che goal ne uscirà! Ne esce, Invece, un fallo tra l'ilarità generale. E la voce del megafono: ■— Si prega il calciatore Zo I, se vuol far carriera, di allacciarsi le scarpe! Siamo quasi alla fine del primo tempo e la palla continua ad andare a zonzo sui piedi, sulle teste, persino sulle mani dei giocatori, tanto che lo «speaker» grida: — Si pregano i giocatori di tenere le mani in tasca . . La partita continua sempre più rapida. Vi partecipa persino un cane foxterrier, che fa gare di velocità con «l'espresso della mezzanotte e cinque». Ma a un tratto quest'ultimo — come dice lo speaker — mentre sta per raggiungere la palla, inciampa in un quadrifoglio, e... intanto finisce il primo tempo, con 0 a 0. I giocatori che hanno sudato e faticato assai sono attorniati da amici e da parenti, che li complimentano vivamente. « Freccia d'oro placcato » viene fotografato in libertà. L'ora di finirla Nel secondo tempo i giocatori si rianimano : un soffio epico passa sul campo. (Qualcuno dice che è un soffio di aria fredda, ma non importa). Tutti tremano al punto che la voce ironica del megafono grida: — Portate un termosifone, perchè i calciatori hanno freddo ai piedi! Ed è forse per questo che i bianconeri segnano un goal accolto da un subisso d'applausi. — I granata alla riscossa! — grida il megafono. E il pubblico: — Forza Torino! E il Torino, reagendo come un sol uomo (si dice un sol uomo, ma sono undici), riesce poco dopo a segnare alla sua volta un goal. Da questo memento la partita diventa interessante, e il pubblico e i giocatori (a parte gli scherzi, c'è qualcuno, tra questi, che ha dimostrato di possedere veramente- buone qualità: cosi mi hanno eletto quelli che se n'intendono) incominciano a fare sul serio. Ciascuna delle due squadre fanno l'impossibile per arrivare ai due goal. Ma la voce del megafono grida: — Attenti! La freccia d'oro tenta corrompere l'arbitro... In quello stesso istante l'arbitro dr. il segno della fine della partita. Si è poi saputo che la frase corruttrice del giocatore all'arbitro era questa : — Che ora è? Dopo la quale l'arbitro ha guardato l'orologio, e si è accorto che era ora di finirla. Il risultato pari della partita non ha però fatto raggiungere l'altro risultato di placare, dinanzi alla famosa pasticceria, le discussioni tra zebrati e granata. Stasera si parlava persino di defezioni. Si era visto infatti un zebrato entrare nel caffè, ordinando ad alta voce: — Una granatina al seltz! Ora non ci sarà poi pericolo che un granata entri nello stesso caffè, e ordini una zebra al seltz? GIOVANNI CORVETTO. sonoali gealSdicogil vinvlavtemvlavmddqppmqncpareteavc1ptpasngblssStdnsstffpvcriavuattcpltmrsdPRnsn

Luoghi citati: Asti, Bologna, Torino