La "nazionale,, italiana cede alla sorte avversa dopo aver fronteggiato vigorosamente i boemi e meritato la vittoria

La "nazionale,, italiana cede alla sorte avversa dopo aver fronteggiato vigorosamente i boemi e meritato la vittoria La "nazionale,, italiana cede alla sorte avversa dopo aver fronteggiato vigorosamente i boemi e meritato la vittoria Cecoslovacchia S (Bradac Nejedly) - Italia 1 (Ferrari) (Dai nostri inviati) n è l a . , i i a a a a , e e e a a e a a a e o i o a o : i, il oa di na a Praga, 28 notte. innami tutto le condizioni d'am- bientc. Si riteneva che in questo in- contro esse avrebbero avuto una im- portanza tale da soverchiare ogni elemento tecnico e da premere in mo- do decisivo anche sul risultato. Le discussioni che avevano preceduto e i commenti che in casa dei nostri av-\versari erano stati fatti in un primo tempo giustificavano pienamente questa supposizione. Alla prova pra- tica non avvenne nulla di cui gli ita-liani possano lamentarsi. Nulla. Du-\rante la giornata di soggiorno degli\« azzurri » a Praga, ambiente sere-\no, cortese interessamento dei diri- genti, indifferenza, quasi, da parte degli sportivi locali, presi ed assor-\biti dalla festa nazionale della Re-'.pubblica. Sul campo, pubblico serio, corret- to, disciplinato, sportivo anche in certi punti. I pochi fischi che accolsero i nostri giuocatori alla loro entrata sul terreno non meritano di es sere rilevati, come non meritano so- verchio peso certe grida di disap-provazione contro i nostri ogni voi-ta che due uomini si incontravanoin modo rude, anche casualmente.ìL'avversario fu duro e poco compli-.mentoso in difesa, leale ed onesto in ogni altro settore della squadra. Sfruttò teatralmente alcune occasio- ni offerte dal giuoco, ma, in com- plesso, fece il suo giuoco in modo lineare. Nessun inconveniente e nes-sun incidente, quindi, ma un am-'^biente in cui gli « azzurri » poterò- no muoversi a loro agio e avrebbero potuto e dovuto anche riportare la vittoria. Disavventure decisive Il risultato, a proposito di possi-)bilità di vittoria, fu un netto deri-vato dei fatti salienti dell' incontro,fatti che furono tutti delle chiare e palesi disavventure degli italiani: due calci di rigore a proprio dannostre tiri che colpiscono il palo, di cui due col portiere tanto battuto da tro-varsi di qualche metro lontano dal-la traiettoria del tiro. Elenchiamo:un primo calcio di rigore nel prime tempo. Bernardini entra in un grovi- glio dì uomini e, allontanando la pai- la, rovescia un avversario. Ciò verso un angolo dell'area di rigore, su una azione che non è per noi soverchia-mente pericolosa e mentre l'avversa- rio non è affatto in condizione nè in posizione di sferrare un tiro. Un secondo calcio di rigore nellaripresa: rapida azione del settoredestro dell'attacco boemo: Gianni para, allunga a un compagno. Dì col-po, a reazione superata, già defini-tivamente superata. Dugoni carica l'uomo con cui sì trovava ancora lan- ciato in corsa. L'avversario fa unapiroetta coreografica e l'arbitro ad-dita al segno bianco dell'area di ri-gore. Primo tempo: azione Meazza-Ferr ari-Or si. Sopra un groviglio di uomini, Orsi spara verso il lontano an- golo della porta. Planicka spicca Hsuo salto, si allunga tutto e non ar-riva. La palla.fila diritta dove npnc'è nessuno, picchia nel palo trasversale e rimbalza in campo. Disdetta. Minuto finale del primo tempo: splendida azione a terra del nostro attacco, la migliore azione costruttiva di tutto l'incontro. La difesa boema è del tutto travolta. Planicka esce di porta ed è sorpassato in velocità. A porta vuota, col portieredietro la propria schiena, Meazzaspara rapidamente prima che un terzino gli piombi addosso deciso. Il ti-ro colpisce lo spigolo del palo. Perpoco & palla Jn rimbalza in portadalla schiena di Planicka. Prevalenza italiana Quattro fatti che, come ognunopuò calcolare, hanno avuto la virtùdi delineare il risultato della gara in un modo invece che nell'altro, chehanno, anzi, deciso irremediabilmente dell'esito della partita. Sono disgrazie che nel corso del giuoco possono avvenire. Ma, di fronte ad essi, la Cecoslovacchia non può citare una sola disavventura del genere di quelle Ualiane, p di altro tipo, di cui essa sia stata vittima. Non una. Essa, anz\i può rallegrarsi che l'arbitro, così severo verso i suoi oppositori, non abbia colpito con punizioni almeno i due falli — di cui uno molto brutto commesso nel secondo tempo da Burger su Meazza — falli decisivi per le azioni italiane che si stavano dsvolgendo. 'pprtutosepeGciE' stato quello di Praga un incontto. dalle disavventure, dai calci di rigóre, dai pali, dalle debolezze nostre, il risultato pari, alla peggio, non avrebbe dovuto sfuggirci. Il giuoco fu per i tre quinti del tempo in prevalenza degli «.azzurri». Il primo tempo fu, dei due, il più equilibrato, ma la ripresa vide gli italiani premere sulla difesa boema per periodi di una diecina di minuti ogni volta. Vi fu un momento del secondo tro che l'Italia non avrebbe mai dò-\Mvuto perdere. A prescindere da tut-| catempo, anzi, in cui l'intera squadra cecoslovacca venne a trovarsi cTiinsa i\ei dintorni della propria area di ri¬ gore e Monzeglio e Gasperi giuocavano a metà campo, Pi • L- * I ' r lametta e sempre lui j nostri avversari misero in camp0 U7l'unuà salda, energica e tenace \n difesa; una linea mediana in cui i>uomo di centro fu uno dei migliori tecnici della giornata; e un attacco discreto a metà campo, ina incerto e straordinariamente impreciso davanti alla porta. Planicka è sempre ^ui. Non ebbe tiri di difficoltà trascendentale a cui opporsi. Nell'oceasione dei due pali di Orsi e di Meazsa egli fu tagliato fuori e fu battuto mdpmsopIlfupdecelanettamente dalla azione più che dal tiro. Ma una sua parata su tiro di Meazza subito all'inizio dell'incontro, alcuni suoi interventi e le sue respinte alte su calcio d'angolo, stan no a dimostrare che il gran portiere boemo non è ancora giunto al perio do della decadenza, Burger e Ctyroky sono l'energia personificata. Di scrupoli essi ne jlanno pochi : lo sa Meazza, che fu scosso e bistrattato con rudezza dai due uomini. Essi furono fortu nan per n fatto che per lungo tem po j mediani italiani impostarono le azioni con palloni alti. Con la palla a terra i due terzini furono travolti, -gsempio, l'azione veramente bella, gfà sopra citata, che condusse al tiro dì Meazza contro il palo, n centro-mediano Cambal è un tecnico. E' un uomo che riflette e non ag\sce a caso. Egli non commette i>err0re di eseguire passaggi ai suoj attaccanti a parabola. Ogni attacco a fondo tecnico dei boemi parti dal suo piede. E' deficiente in ve j0cità, viceversa: cedette nella prì ma metà della ripresa e non si risolievo che verso la fine. Madelon fu nettamente battuto da Orsi e Krcil avréboe potuto essere battuto deci- samente con relativa facilità da Costantino, come effettivamente a perìodi lo fu, se il nostro giuoco d'attacco avesse avuto la giusta impo- stazione. La Hma Jìnea p0Ssiede un tecni0o da metà campo in Silny, che imposta le azioni e poi , giuoco che si presta a lodi e a enti- scompare in area di rigore, e due buone ali in Junek e in Puc. Essa è, in complesso, tenue, priva di carattere, sprovvista di slancio e imprecisa all'estremo I progressi della « nazionale » Gli «azzurri*. Essi svolsero un che nello stesso tempo. La loro attività nell'incontro di Praga fu di un dilo superiore a quanto e dato di sedcndrfudtuabreticgpmmddrqsgmpatgOpdndspdcmMitmsto inizio di stagione. Prendendo per base il campionato stesso e ricordando le due sedute di allenamento che precedettero questo primo incontro Ynt6Tnazl0naJ? stagione, il progresso e costante ed evidente. La squadra nostra palesa deficiew ze, ma gioca, ora: non si tratta più , rg?tcdlelemttfa«ttrblcpci-sse, ma yiuvu,£ -|u* Ma™}}™ in cui ^c°fjJ^jMdi distinguere, ma di un'attività che\Mpresenta, se inai, lati deboli indivi-\dduabili insieme ad aspetti confortanti. La difesa fu, in complesso, salda. Gianni toccò, non potò fermare il rd di campionato, costituirono una cop-\pia di terzini energici e sicuri. (^l^primo calcio di rigore. Avrebbe potuto fermare il tiro del secondo punto boemo, ma parò, in compenso, il secondo « rigore » su tiro a bruciapelo di discreta forza. Monzeglio e Gasperi, senza raggiungere V effi- d - ,-■ jnsi/Mifoi lcienza e la sicurezza di celti incontri,Utri fu più volitivo ^Isuoeo^ MP di linea, che fu duramente toc cato nel primo tempo. La mediana ebbe un buon inizio, ma girò a vuoto per un certo periodo della ripresa. Dugoni fu, forse, il più combattivo e continuativo dei tre',mediani. Nella marcaiura dell'avver-\sorto la linea non fu sempre felice, particolarmente sul suo lato destro. Il difetto principale dei tre uomini fu, però, quello di ricorrere con troppa frequenza all'impostazione alla del gioco, anche nei servizi al trio centrale, e di dimenticare le ali nella- distribuzione della palla. Succes „, ,. .._„..„. j)„7„ „•„,„.„„„' se cfie gli uomini nostri d ala, invecei] di essere chiamati all' opera a meta fcampo e all'inizio delle avanzate, vé- nivano spesso interpellati nell' area di rigore, di urgenza e quasi come ripiego. Poco, quindi, si vide di quello che fu il gioco pratico, ordinato, meto dico e penetrativo della nostra « na-,ionale» di questi ultimi anni. Vir-''tuosìsmi sciolti, azioni sporadiche,\avanzate centrali che, urtando in unt baluardo difensivo nell'area di rigore avversaria, sì allargavano costretti ai lati, invece di attacchi veloci che spostassero gli uomini e allargassero le maglie della difesa per approfittarne al momento opportuno a mezzo degli clementi del centro. Mancata coesione La mancanza di collaborazione fra mediani e attaccanti fu data anche dal fatto che nel primo tempo, quando i primi funzionarono, i secondi furono incolori, e alla ripresa, quando questi ultimi si mostrarono più incisivi, i primi cedettero. Degli attaccanti, Ferrari fu il migliore. Il suo secondo tempo fu ottimo: egli si fabbricò quasi da solo ù punto che diede il pareggio all'Italia a dieci minuti dalla ripresa, e costituì con Orsi una coppia che diede grossi grattacapi alla difesa boema. Orsi fu servito con parsimonia nel primo tempo, con maggiore abbonda aveva una piccola questione pernamente ragione di quel Nejedly con dui aveva una piccola questione personale. Sansone ebbe un buon primo tempo, calò verso la fine. Non è uomo da area di rigore nemmeno lui. Egli, come quasi tutta la linea d'attacco, mancò di aggressività e di slancio. Meazza pure non fu eccessivamente incisivo, ma alcuni fra i suoi tentativi del primo tempo furono da uomo di classe. Il gioco alto non favo w ù risce Meazza, favorisce il terzino che grZi sta di contro. Costantino compZe-?. , _,„,,„■ to con cose buone e con qualche «i-certezza il settore della nostra squa-dra che mag(7Ìon«ente risentì di quei-le che si ritenevano dovessero^ le condizioni d'ambiente; settore a momenti tecnico, a momenti mal pra- tico, ma restìo quasi sempre a gei- tarsi a fondo nella lotta. Questa prova degli « azzurri » ri- flette con precisioni una quantità di aspetti di quel campionato di cui la« nazionaZe » è una filiazione diretta: dall'impostazione del gioco di attacco ai sistemi da usare in area di rigore. Ma essa dovrebbe pur contribuire a risolvere problemi che, e nella loro origine e nella loro estrinsecazione finale, sono di capitale importanza per il gioco nostro. In un incontro in cui il gioco — che, sia detto tra parentesi, non ju infiorato da nessun grave incidente-fu di levatura tecnica norleecej-sa, gli «azzurri» si mostrarono ai-|una iìnea superiori agli avversari.^jMoralmente e'ssi si portarono in mo- e\Moralmente essisi Vortaro -\do. fregio; contegno cortese ejor- retto, ma fermo e maschio, come la diffìcile circostanza esigeva. VITTORIO POZZO. uori ed ai disopra tìelìé vicende poli ^^^^^Xf^.Pyj!:?^^?1^.^-^^. Le vicende delia partita Praga, 28 notte. L'inaugurazione del nuovo campo ello Sparta è avvenuto in un'atmofera di festosità e di serenità. La ettela della giornata di festa nazio- 3Xe s,. trasfusa nel cuori e_ alrin_ ngresso in campo accompagnati dai dirigenti! I 30.000 spettatori, fra cui gioatori rappresentanti la Nazione itaiana. Gli « azzurri » acclamati Quanto caloroso è stato l'applauso he ha salutato gli « azzurri » al loro moltissimi stranieri," convenuti con gni mezzo (il parco delle auto era etteralmente gremito) sono scattati n un lungo fervido battimani. L'acoglienza è stata particolarmente tocante per tutti i nostri connazionali, he hanno voluto sostenere gli « azurri» nell'ultima prova per la Coppa nternazionale, e per i nostri giocaori. Nella notte e stamattina ha piovuto un poco. n tempo è coperto /la mi. faccia di pioggia non è scongiurata. Nonostante tutto il terreno si presene a in condizioni abbastanza buone. Nella tribuna delle Autorità sono presenti il Ministro d'Italia, S. E. Rocco, e l'addetto militare colonnello Cadorna. Alle 15,15 l'arbitro tedesco Bauwens fischia l'inizio. Ecco lo schieramento elle due nazionali: ItaUa- Gianni; Monzeglio Gasperi; Ferraris, Bernardini, Dugoni; CostanSansone, Meazza, Ferrari, Orsi. Cecoslovacchia : Planicka; Burger, Ctyroky; Madelon, Cambal, Krcil; Junek, Silny, Nejedly, Bradae, Puc. Il pallone è ai cechi, che partono ubito all'attacco; Meazza, sfruttando un fallo di Burger, riesce a portare il pallone sotto la rete del portiere ceco, al cjuale si impone un miracolo di abilità per parare un tiro quanto mai difficile. Cambal, coadiuvato da Bradac, con una discesa fulminea si impossessa del pallone e tira sfiorando l palo di destra. C'è un po' di nervoismo in entrambe le squadre. Bradac tira una seconda volta ma senza esito. L'azione langue. Puc si incarica di ridarle vita. Al 3' Madelon passa la palla a Junek. Dugoni sventa però il pericolo. La difesa italiana non accenna ancora a funzionare Al 10' Cambal minaccia da vicino a rete di Gianni poi Silny e Bradac con un'abile discesa ritornano alla ca.rica. Fallo di Bernardini e calcio di punizione da venti metri. Al 12' Cambal passa a. Njedly, che tira a campanile. Bradac ha uno scontro al 13' con Bernardini ed esce dal campo. Un minuto dopo Costantino tira a vuoto. Azioni senza conclusione a metà campò si susseguono e Costantino ha nuovamente il pallone, ma ancora una volta tira sfuocato. Cambal passa a Njedly, il quale a sua volta passa a Puc, che è tardo a centrare, per cui la nostra difesa riesce a sventare l'insidia. Al 16' l'Italia subisce un calcio d'angolo. Tira Cambal senza effetto. Gli italiani sono per la seconda volta in corner. Rientra intanto Bradac, che si porta immediatamente e con efficacia nella mischia. Calcio d'angolo a favore degli « azzurri » al 20'. Silny, Bradac e Njedly abbozzano una discesa, che viene neutralizzata dai nostri con grande difficoltà. Al 21' si effettua uno spostamento nel binomio ceco Bradac e Junek, poiché il primo passa all'ala e il secondo alla mezz'ala. Al 22' Gasperi ori- nno ppuzgpFGrctseèlAsdittsdfqlslscctiltcatrisgina un calcio d'angolo a nostro dann°- Tira Puc: nulla di fatto. Orsi e Co- stantino si prodigano, ma sen-r. riu- scire ad essere pericolosi. Meazza è a terra. Al 23', in area di rigore, Bernardini, allontanando il pallone, at- ^^ltf£5taS?% ì $ mo ,,oai ceco, fra l'entusiasmo delirante del pubblico. Segue una imme^^^J^l^^ ^ tano il pericolo di un tiro abbastanza preciso di Sjlny. Al 31' un tiro diffig'eslèrarc^ edisp^0mdaa £«g deg)i « azzurri > in questo momento è manifesta, ma essi stentano ancora a ritrovarsi.^ ^ M 1(j che cade dolorante. Bradac scatta al 43', Planicka one urta il palo di destra. I cechi, che hanno continuamente mantenuto una leggera superiorità, accennano ora a calare. Due goals in quattro minuti Da questo momento si nota una decisa ripresa degli « azzurri ». Sansone giunge solo sotto la rete del portiere boemo, che però para con difficoltà; sopraggiunge Costantino, che tira nuovamente, ma anche questa seconda volta senza risultato. La superiorità ma. si trova di fronte a Gasperi il qua le riesce a sventare la discesa eh, che aveva tutte le probabilità di terminare con un goal. Al 44', su rimando di Dugoni, Cambal impegna Gianni. Una successiva bellissima discesa italiana non sorte purtroppo alcun esito; Ferrari passa a Meazza che tira, ma il a n o i n . à a a a a r e n , n o , o - pallone batte sul palo. Il primo tempo ha così termine. La ripresa rivela nelle due squadre una maggiore velleità aggressiva, senza tuttavia che dalla accentuata energia di gioco ne derivino fasi degne di particolare rilievo. Al 2', su un fallo di Ferrari, tira Bradac, costringendo Gianni in corner. Segue una fuga irruente di Orsi che, però, non viene rao colta. A11'8' azione boema senza risultato; quindi ripresa, con mischia insi stente sul fondo e corner, che si con elude in una reazione italiana. Meazza è pronto sul pallone, ma il fischio dell'arbitro lo ferma per « fuori gioco ». Al 9' Meazza passa a Ferrari, auesti a Orsi, che allunga in profondità; Ferrari raccoglie e con flemma imperturbabile segna da circa otto metri. Al 13' Silny lancia a Nejedly, mentre le nostre retroguardie si lasciano sorprendere, permettendo cosi a Nejedly di aprirsi un passaggio e di segnare. Vana pressione italiana Al 16' una fuga improvvisa di Orsi fa trattenere il respiro alla folla, la quale vede già la rete di Planicka violata; senonchè un tafferuglio impedisce agli « azzurri » la realizzazione dei loro disegni. Gli italiani premono, ma, sebbene appaiano ora i migliori in campo, non giungono a nessuna conclusione. Sansone avrebbe al 19' un'ottima possibilità di segnare : ma Cambal interviene e rimanda alto. Al 20' fallo, di Ferrari nei pressi dell'area di rigore; la punizione non porta tuttavia al goal che i cecoslovacchi cervano faticosamente di elaborare. Le azioni si susseguono blande sotto la rete di Planicka, ma terminano in « fuori gioco»; quindi fuga di Junek, che impegna Gianni a terra. Al 23' mischia sotto la porta avversaria. Belle azioni di Orsi, Meazza é Ferrari, le quali, però, finiscono fuori. Al 26' Orsi, su fallo di Nejedly, tira da 20 metri, ma fallisce; Silny, intercettando un pallone inviatogli da Krcil, lo fa saettare verso Gianni, che risponde con una spettacolosa parata. Al 28Gasperi tira; Junek si precipita contro ed ha la peggio; calcio di punizione di Junek, che va, però, distante dal segnoAl 32' Bradac ha un'altra collisione ed è a terra : esce quindi definitivamente. Al 33' si vede Orsi in fuga e pene-trare nell'area boema; a questo puntola nressionfi italijm« si fn nifi fr.w-o ^- - a - $ ^ a è a e , e e e ; a à e o . ; l la pressione italiana si fa più forte ed il portiere ceco fatica a sventare le ripetute insidie dei nostri. Su di un rimando del portiere boemo, Junek fugge con il pallone e viene spostato da Dugoni in area: calcio di rigore, che Giani para. Al 38' Meazza è preso in « sandwick » in area di rigore, ma l'arbitro sembra non accorgersene. Al 39' discesa di Costantino: i cecoslovacchi sono in corner; tira Orsi, che fallisce; quattro minuti dopo i nostri sono in corner. Ormai la partita volge alla finemanca un minuto: un fallo ceio presso l'area di rigore origina un calcio dpunizione; è, però, tale da lasciare indifferente l'ottimo Planicka, ormai soddisfatto del buon lavoro fornito. Il parere di Meisl Fra le varie autorità cecoslovacche italiane e straniere presenti all'incontro c'era anche Meisl. Egli seg-uiva con evidente interesse l'incontro sul quale più tardi si esprimeva con queste parole: «Gl'italiani, quantunque minorati dalle fatiche del campionato avrebbero dovuto vincere. Nella ripresa, sopratutto, quando le sorti della partita pareva dovessero volgere a loro favore, sono venuti meno all'attesa. MI piacque Orsi, ma anch'egli sa generalmente rendere di più. L'attacco in generale si è prodigato spesso con bel risultato: gli mancava, però, quella coesione che, cosi temuta prima dell'incontro dai cechi, è rimasta invece in parte latente. I boemi conviene giudicarli con benevolenza. Essi attraversano un periodo scialbo e segnano il passo. C'è chi assicura conrlpondere 11 punteggio al rendimento delle due squadre; secondo me, sopra tutto nella ripresa, gl'italiani erano in vantaggio».Termina, così, questa movimentatissima e tuttavia attraente competizione, dove, con alterna fortuna, gli italiani hanno chiaramente provato, se ce ne fosse ancora bisogno, di non essere secondi a nessuno nell'agone calcistico europeo. Gli urti verificatisi fra pubblico e giocatori, se assunsero talvolta forme spiacevoli e che sarebbe bene non avvenissero per la stessa serietà dello sport, non furono, però tali da giustificare l'alzata di scudi di coloro, pochi invero, i quali definirono la coppa un vero vaso di Pandora Stasera infatti! rappresentanti ufficiali delle due Federazioni, riunitisi a banchetto coi giocatori e varie autorita, hanno riconosciuto l'opportunità di siffatta manifestazione internazionale, e, riferendosi ai recenti contrasti avvenuti a Praga e a Torino si sono dichiarati lieti di vederli superati, rientrando cosi le buone relazionidel calcio italiano e cecoslovacco noi l'alveo della normalità. nel"La squadra è partita stasera -iijore 22, salutata alla stazione dai mom bri della Delegazione d'Italia da va rie personalità e seguita con benevolacuriosità dal pubblico presentp aMARIO GIULI