La Rivoluzione fascista vista da Parigi

La Rivoluzione fascista vista da Parigi La Rivoluzione fascista vista da Parigi Parigi, 27 notte. La Colonia italiana di Parigi, il cui cuore palpita all'unisono con quello di di Milano, la partecipazione entu ca e spontanca della popolazione. Omaggio di riviste wuaggiu ui w tutta Italia. si associerà essa pure, con patriottico fervore alla commemorazio ne del glorioso Decennale della Rivolu- zione fascista. S. E. l'on. Balbino Giu liano, sarà l'oratore ufficiale della ce rimonia che si svolgerà alla sala Wa gram ^ presenza del R. Ambascialtore conte piSnatti Morano di Custoza. I 1 giornali parigini continuano a con sacrare ampi resoconti anche alle ce rimonie di Roma, mettendo in rilievo, come già fecero per quelle di Torino e di Milano, la partecipazione entusiasti un ^traxdno -^l^~mnna^ì»~a^iUv^u-. j zione ed al rjroeresso fascista r^ ^tP nSm»t. m l? Lo scrittore, che frequentemente ci- lta parole di S. E. Mussolini ed articoli cdel <r Popolo d'Italia:, prende le mosse, r* u j. < Vi _ _ _ , strato <f?,vlrrno ^0J^^^C^.^., ' città meravigliosa » che Mussolini ha sognato. |L'importante rivista « Mercure de France» riserva il posto d'onore, nel tprjma ancora che dalla fondazione del s• ... , sprlm0 pasclo di Combattimento nella i"*""" * .. . primo X' ìliLlu ui VjUinudtuincun, ucua «ta oscura dl piazza San Sepolcro dal- l'interventismo del 1915; rievoca la « pattuglia > del movimento fascista introdottasi a Montecitorio in seguito al le elezioni del 1921, che aprivano le porte del Parlamento a Mussolini ed a |HS3 uominl suoi e .j sofferma sull'inuti- '* , . j. r> J_< ™ «lii« "segnare l'inizio della fase gloriosa del [ •pdeFascismo: la Marcia su Roma, e la conquista del potere. L'autore, con una preoccupazione della verità non frequente negli osservatori stranieri, non trascura di evoca- lpLr.qre il martirologio delle Camicie Nere, finsultate, assediate, attaccate, spesso ! pte nella Città Eterna II resto dell'articolo è consacrato all'opera svolta, dopo l'avvento al potere dal Governo fascista, soffermandosi in toria fascista si affermava solennemen partlcoiar modo sull'azione e sulla su nel trasformare senza troppi urti, il vecchio regime in uno Stato fascista « con un talento, si può dire un genio, che non è dato a tutti i Capi rivoluzio- ;ifscì11 Fascismo sa consolidare e protee;erere j 11 suo edificio. Tutto questo costituisce sun^pera di muratura ingegnosa e, prò- pbabllmente, duratura. Mussolini ha pa- lragonato lo Stato fascista « totalità-1 erio », che è opera sua, ad una piramide Dmassiccia sul cui vertice non vi è posto che per un uomo: Lui. L'immagine e giustissima. , . «Lo Stato mussollniano, lo Stato corporativo fascista, lentamente elaborato con una squadra di sottili legisla- algvnarl di avere» Arrpnnato noi all'inane resistenza . L.£„„^iXneirorfanSa-radicale ad lMIopposlz ono social sa ™ic»ie, aa Mun « lamentevo e affare che appunto, perchè minaccio di rovinare la Rivolti- ;dzione fascista, ne accelero 11 corso » 1 e^ tori, i « Solonl della Rivoluzione »*eV scondo il piano generale del Capo, e f or- Dse. dopotutto, la meglio riuscita la più SS3ESnft^LSR&%^& frf ad un Ministro del nostro secondo pImpero, signor De Persigny, il quale rnon temeva nulla più che il vedere «la sautorità messa a saccheggio della li- eberta» i« Come difensore dell'autorità contro '^miuJSS^A «Si"^£Wo^Wu]. d* v-*»" J,. . . c i_ j; sto punto di vista, è una specie di capolavoro ». Grande evento latino caain0 ju più espresse riserve sulla dottri Un altro francese, René Farnier, in pun articolo pieno di lirico entusiasmo npubblicato nella « Nuova Italia » seri- cve che il lO.o anniversario della Mar- Tci«i su Roma è il decennale del risvegllr liatino g« La Marcia su Roma — dice — non csegnò soltanto la rivoluzione dell'Ita-' lio, ma è un evento che conta nella storia della latinità ed è a questo titolo che tutti i latini, anche quelli che fau¬ na e sul metodi fascisti, dovrebbero associarsi alla commemorazione del Decennale. Io non posso per parte mia, perchè sono profondamente latino, dimenticare quello che la latinità deve a Mussolini: è lui che nel 1922 l'ha salvata dal più grave pericolo che essa abbia mal corso, dopo le invasioni bar- barì"ch'e";~è ìuTche,"'con"uno sforzo incessante di 10 anni, le ha dato uno straordinarlo risveglio dl vitalità, « Infatti, è inutile dissimularlo, la ss^iraa^aws Lo scrittore ricorda C"6.4"^.0*"1 nn suo viaggio a Firenze 1 Musei erano chiusi per tema di attentati torreristi. Alcuni estremisti non si erano forse vantati che speravano un gior- no di distruggere le « Vergini » di Rat TsnmLqcsD■PPDcgf aello e di Bottìcelli, che per quei bar- dmdt - bari costituivano la testimonianza di- ««m tuautuiviiao ia testimonianza c ^ .^f^ione di tempi arretrati? - « Quel pericolo — prosegue René- £^nierf ~>a farcia su Roma l'ha al-~ lo sufflefente^f'à ques^ U? T,"" vo sufficiente perché, non soltanto i la-a «ni, ma tutte le genti civilizzate, non si^, ^interessassero" dei" lst^P,?»lt,« ^ussol,.nl ha ac"ui- al£rl-ti-to-U-aUa riconoscenza.Egli non si è infatti limitato a salvare dalla barbarie il più bello e ricco ci tro dell'attività latina, ma 6 riu anche -a fendere vibrante la latinità. Per lui il passato latino non è stato sol- . 5f r« « i= 1"»° l^Si rivivere. Lo splen SVer™1 *°ma- sono sfati SS^X*?580 1 <iuau la sua azione si è tan.t° 11 bel ricordo d'una gloria morta: egli ha voluto farla rivivere. Lo splen-e la maestà di Roma sono stati i i ver— jòrFentata e' permesso o^ei ift anni rinnn io IMarcia su Roma rendersi conto dei Iprogressi compiuti: essi sono formida- jbili e sotto alcuni punti, paragonabili 'S?* Prodigiosa trasformazione politi- ^«^"«a ed amministrativa del-r.tS» hK«S » „mM-^ ì la^?" ?"*1?, deJ ,mondo. e che di là è partita la pm bella e la più gloriosa delle civiltà. E questo orgoglio latino stra- ripa dai confini d'Italia. Grazie a Mus- —, ^ - La più grande rinascita nazionale Dieci anni or sono la latinità era «h-?Ia corti), una parola PieBa di prestigio ma distro quella oarola non vi era niu una realtà vivente. La Francia clie durante parecchi secoli era stata JJi brillante campione della latinità rinnegava sempre più le sue tradizioni, proclamava la sua ammirazione per la avuta anglosassone, confessava apertamente la sua credenza in un irrimediabile declino della latinità. Si giungeva a Parigi sino a diaprezzarc e car>Ur^rf le ?r(*l?cl« di Francia piùt^*to££S5* ]atuie- La parola latinoera avventata una specie di peggiora- uvn Moio--^" i« __„,*'=.= . . tivo. Malgrado le glorie militari i la uni in tutti i paesi del mondo si facevano un'animo da vinti. Ed ecco che da Roma parte un movimento che galvanizza tutto un popolo. Sotto il segno ael Littorio sono 1 discendenti dei tigli della Lupa che operano la più grande rinascita nazionale che un popolo abbia mai conosciuto. Sono essi che sulle rovine di un vieto parlamen- tarismo di origine britannica restau rano quei regime .corporativo che è ?*va McTxm riZto» siati S fatto una nazione salda e forte che deve essere ascoltata nel concerto eu-i ropeo. Ed ecco ad un tratto .a latini- tà riabilitata nel mondo. Nel tempo! solini noi abbiamo imparato ad es-Tsere ner[ al essere latini. Hj Z^T^T^'J^. »» fjnvprnn h^iX 1 * q Mistral ohe il Governo fascista "a onorato a Roma meglio di quello,'« Nella Roma magnifica trasformata •per opera sua nessuno-di coloro che della Roma imperiale si sente estraneo*. E rievocando due versi di Mistral. _ —i* . _ ■ I I«Rialzate la razza latina sotto la Iluce del sole. Il voto del divino poeta .provenzale è qegì in parte realizzato, La razza luminosa e immortale si è-rialzata. Dall'alto del Campidoglio in quest'anno del Decennale essa può af- fermarsi alta e chiara di fronte alle pazzie slave, alle_brut_ahtà_germani- o di Francia, associarmi ai miei io latino fratelli d'Italia > C. P.

Persone citate: Mistral, Moio, Morano, Mussolini, René Farnier