La stampa di tutto il mondo riconosce ed ammira il risveglio nazionale operato dal Fascismo

La stampa di tutto il mondo riconosce ed ammira il risveglio nazionale operato dal Fascismo La stampa di tutto il mondo riconosce ed ammira il risveglio nazionale operato dal Fascismo a, t- Berlino, 27 notte, Si duo dire che la stamn» di hpn nn.± ^^I^P^Ì^^-l- sca commemorato in questi giorni Iou- borico avvenimento che dieci anni orr- rendeva un'altra volta grande ee insigne agli occhi del mondo II nome die Roma < Rinascita fflmmA»in£muasLiia Ql un popolo » « Die-m" T^'ffiS&X St^'ZLVTZ eaPDleTSnl^ó nSSlfSi tao cora e più volentieri o Mussolini » e simili, sono a queste ultime settimane sono ricorsi- nelIa stampa tedesca con una frequen-a Iza che denota la sempre più viva e se- guaco attenzione di una pubblica opi-a l^ne e di una pubblica coscienza ver'so a !un.esemP10J e un modello di sviluppo po- -1 ^°che da dieci anni si è definitiva- -'mente.lmP°st? anche in questo paese o incendo le più diverse e opposte condì e zlonl. di ambiente, e trasformando alle - fine in ammirazione incondizionata ano cne le iniziali ostilità e le più prevenute - '■ riserve, è o - Splendido stato di servizio Noi non abbiamo mancato in questi giorni di riferire volta per volta le e - spressionì della stampa tedesca sul > quali riducono al fine le naturali ri- serve riguardanti le lotte interne del .^a « -mini f dl parte all'ultima ridotta — per la U piute, e di numerosi profili dell'eroica volontà che le ha volute e perseguite a mezzo del rinnovamento morale e della ! riorganizzazione spirituale di un popò- lo quasi miracolosamente realizzata in ; | dieci anni. I E queste dimostrazioni di opere non sono apparse soltanto negli organi di destra, simpatizzanti col movimento, o in qualsiasi modo interessati a presen- tare la Rivoluzione italiana come mo- dello al popolo tedesco nell'attuale dif- nelle svolta della sua vita, ma anche ormai negli organi stessi di sinistra e della sinistra più democratica persino, > Quali riducono al fine le naturali ri- 01 parte all'Ultima ridotta — per la 1 s quale invocano anc ;e la testimonianza | Qi un detto di Mussolini stesso — che yil Fascismo cioè non sia un articolo di ' esportazione. 1 Ieri sera però il giornale nazionalso cialista l*« Angriff », che presentava al popolo tedesco lo splendido stato di ser1 vizio di dieci anni di Fascismo, condujdeva così: ì « Quel che soli dieci anni dlzfonata deglM '^S,Ì^2^SJSi2?pi,ai?^\® i^B'ofa^utils». tt zazione sociale e statale della nazione r può ben essere un articolo di esporta- f zione perchè ogni popolo il quale abbia elun grande passato e una srande cultu- Hsds serva a scopo interno che il Fascismo non sia un articolo dl esportazione, e che esso sla in qualche modo condizio nato all'apparizione di un genio come .Mussolini, servono di buona ragione, e come una ragione di più per esporre con Parole di incondizionata ammirazione " un grande passato e una grande cultura da conservare, e la coscienza della ì propria razza, può sempre trovarvi in s£—7 ^ k *• ... . ogni momento 'la fonte' della propria • rsalvezza*. "E sono questa sera fra gli altri due organi democraticissimi ai quali la ri- il bilancio attivo di 10 anni di Fascismo. Opera eroica di un Uomo « Il 28 ottobre 1922 — scrive questa sera il Borsen Curier democratico della più bell'acqua — il mondo e persine l'Italia stessa erano sorpresi dell'avvenimento della Marcia su Roma; chi cosa era successo? A prima visti niente altro che la vittoria di un ardito colpo di mano di un partito. Si conosceva o si credeva di conoscere l'uomo che aveva condotto questo partito alla vittoria, si sapeva delle lunghe lotte con le quali il Fascismo sotto il segno romano del fascio littorio aveva infranto le organizzazioni del socialismo italiano e si era imposto agli esitanti governi di allora. Ma sul primo momento gli avversari di Mussolini e delle sue Camicie Nere, potevano credere non trattarsi di altro che della ripetizione dl ciò che due o tre anni prima in Germania non erano riusciti a compiere Kapp e gli altri putchlsti. Ma ciò che effettivamente era successo — aggiunge il giornale — dove precisamente gli avvenimenti dovessero portare quale estremo senso i conquistatori di Roma avrebbero dato alla loro vittoria, non lo sapevano nemmeno le stesse Camicie Nere. Quale misura storica l'avvenimento di quel giorno autunnale dovesse avere nessuno poteva allora prevedere *. Il giornale qui tenta una indagine definitoria del Fascismo venendo alla conclusione che esso non sia nè una dottrina messianica, nè un dogma, nè un sistema assolutamente definito bensì la naturale formazione diveniente dl uno stato; il Fascismo nella sua forma odierna, nella sua volontà di potenza e nel suo funzionalismo è — dice — soprattutto l'opera eroica di un uomo: Benito Mussolini. Dove manchi un uomo della stessa misura — aggiunge qui il giornale facendosi riprendere dalle preoccupazioni a uso interno — sarebbe Inutile fare il tentativo di ripetizione delle vicende italiane. E conclude: « E' quest'uomo che ha portato nel suo cervello tutto il piano del nuovo stato, tutta la struttura ideale della sua creazione. L'agitatore si fece organizzatore, l'oratore ha dovuto diventare diplomatico e uomo di Stato, l'infuocato glorificatore della guerra, diventò il politico vero della pace e il propagatore del disarmo anche nella lotta economica fra le nazioni. E soprattutto l'onnipotente Capo ha adoperato la sua potenza alla costruzione di Quello stato corporativo che in ogni caso è un'opera gigantesca di originale pensiero e di volontà creatrice Dieci anni di Fascismo sono il divenire dell'uomo di Stato Mussolini i. L'ora del destino d'Italia Il Berliner Tageblatt è l'altro fra i due organi democratici che questa sera fanno 11 bilancio del dieci anni 01 —tCcpmztdspeeNNsszilOdadtm ! Fascismo, j « Quando il 28 ottobre 1922 — scri ve il democraticissimo organo — Mus solini entrò a Roma, la borghesia italnana lo salutò come il salvatore dalla j baraonda del dopoguerra. Nessuno an^ fnlglièrssrti mènasctMesmlileuEdptinbvsccshndap—dlpmdfGIcora però poteva prevedere che era suonata l'ora del destino d'Italia, come anche fuori nel mondo nessuno poteva indovinare che si era iniziata una grande esperienza di governo e di economia con la quale un giorno tutta 1 l'Europa doveva fare i conti. I giovani che quel £orno prendevano d assalto ^? ziSne deUa tranauillità e dell'ordine; essi miravano a creare una nuova Ita. Uà, e ancora più arditamente un nuovo aMmvtcql^dhacfSitaliano. Già fin da allora — come Sem- d ipre poi — £?B<wèj5lfte*p l0T0 che n. ' mmwf mioi*i»j ai «iììTT "T~ ^- S&?^>o^V»S Io fhissime paludi si trasformassero in or terreni fertilissimi, che sterili colline e |£K°2'I>E5£1? rtav?rdissero, che di p?rti si scavassero e si costruissero £ strade automobilistiche, che una flotta e- .nuova di zecca tmllPD-trlo«.o noi m^ì. ^' I?UoVa" ^zecca--gàHéggiaSI nel Med£ ^ fa^ Ti SSSW fl(°,ta aerea tafefnemme^o ffS^Iffi/SSE si i videnze sociali e dell'igiene, e perfino o i grandi atti.politici come la n- j nemmeno e- ' pa<;? con la Curia Romana, sono bai- ;f'atl °.,dJ J?uestl Pe£?*i°na- o I^^^SjpM^di*"^0 o- mare vanima italiana*. a- | « Atalia — continua il giornale più e i sotto — in questi dieci anni è dlven ì |tata forse meno romantica di prima- ma è diventata più maschia, senza tut tavia cadere in alcuna esagerazione. L'ascendente spirituale che è in Mussolini ha guadagnato infine anche se guari fra quegli intellettuali che ne primi tempi erano restii, senza par- e e i l lare della gioventù studentesca che oggi disegna fasci littori sui propri quaderni ». « Se pure dieci anni di vita di un pocontlnua l'articolo — non sia- non appena la crisi mondiale gli per- d metterà di respirare più liberamente, c f^n-&tt&£ZET33Ì\ Uni fatica » invece è rimasto vivo e capace . a deroso di sviluppo. Sempre più, dopo a i primi anni di ondeggiamento, si vana no cristallizzando i suol punti fermi. - }l su° ^renl0f?W?rf»v« è-Stat0fSIÌn n ; ]? % ™~fSJjSSS f=S!l^o • ra«5S?n e la Milizia il Sud e il Nord, la cw" n sa e lo Stato, la città e la campagna, z tutti questi elementi uno per uno sono l stati cementati dalla volontà di uni- r «esazione del Duce; e qui bisogna men- g ?,1°tna,rne iL?" a„JT^Hoèrlefla lotta dì lt gj*»% te^toteuìrtóòne della totona I comunità di lavoro fra l'operalo e s l'imprenditore. Tutto fa prevedere che r Mussolini — conclude l'articolista — c non appena laijcrisj mondiale _gh^ per- d 1 sua "fatica » | ■ e alla fine l'articolo dice che mal yitalia potrà ormai più cancellare dal u ' tt.'tMÌfMoldr da. Ronut_ W. CS. " .1^ Stàtn.. '^ r,r0vatissimo amico del nostro Paese, z f„™ \!f^J»,r,pr,tr^nn^r-intn 1101-1 e che ha lungamente conosciuto llta Ha di prima come 1 Italia di dopo. ltè nel d._i suo ricordo quello che ha imparato sdalla forte mano di Mussolini, a cui <spetta il titolo di Magìster Italiae. La Nazione scudo a se stessa Particolarmente importante, fra ^csFì « U Fascismo — egli scrive — e suo pieno diritto se oggi può rivolge- p ii_ ;i c~,,„wi~ », • • re con orgoglio il suo sguardo su ciò p",v,° hn •■««ritinta» » an ciò che ha crea- i"— --CT-o—— — ; , _ ptCohe e* Yeago?gf f^ «centinaia dfmigliaia di operai, dì rap-.lpresentanti dell'Industria e del com- «mercio, la Milizia e l'Esercito, la scien- tza e l'arte si stringono intorno al crea- ltore della loro pace sociale, a cui essi pdebbono il ferreo ordine con cui Pos-.Ssono compiere il loro lavoro e il bene- , Lo scrittore definisce poi, con alata sparola, faustesca l'opera di Mussolini e non meno fausteschi i risultati da essa raggiunti. Della sicurezza della Nazione, la Nazione è ora lo scudo. La Nazione è diventata una famìglia, co-, sì come la concezione fascista riconosce nella famìglia la cellula della Nazione. « Prima — dice quindi — le masse italiane si muovevano in direzione dal l'interno verso l'internazionalismo FcdvrinOra, col Fascismo, la forza naturale tdelle masse è posta al servizio dei più I altl fini nazionali e statali. Nella Carta l'del Lavoro il Fascismo realizza l'uni- dttà politica ed economica della Nazione pmento giuridico del libero giuoco delle nv«c1111ubrrmcgcrforze produttive, queste sono armonizzate con la sovranità dello Stato; le corporazioni fasciste, elementi legali del nuovo ordine, acquistano qua- 'nlità di enti giuridici, la cui attività non 1 è più rivolta contro lo stato, bensì si Lrivolge al servizio di esso. Così 11 Fa- Mscismo — conclude l'articolista e que- usto punto, citando un detto di Rossoni pha ridato agli operai la patria». zore passa quindi alla conside- ^razione terna i tedeschi non debbano ciecamente e meccanicamente imitare il Fascismo, è pure certo che da esso possono infinitamente imparare ». E viene quindi ai punti di contatto fra la politica estera tedesca e quella italiana e a ciò che gli pare essere il punto culminante della politica europea e mondiale di Mussolini, e dice che « per avere Egli elevata la sua potente voce contro la squalifica morale e politica della Germania, per avere caratterizzata la politica francese del Trattato di Versailles come il massimo impedimento di una vera pace fra i popoli, per avere Egli osato di scuotere l'allucinazione dei confini irremovibili, questo costante pericolo per la pace, la figura spirituale del Capo del Governo italiano ingigantisce fino a diventare 11 simbolo del destino europeo. Come già più volte nella loro storia, anche oergi la storia della Germania e dell'Italia recano lineamenti affini. Come in Italia, così in Germania, circa 10 anni or sono, cioè quasi contemporaneamente, ha avuto inizio un movimento nazionale che però, per tragica situazione di cose, non ha potuto finora portare alla riunione di tutte le energie del popolo tedesco. Per tutti coloro, però — conclude Stein — che sono animati dalla buona volontà di porre mano all'opera di unificazione della Germania, può essere modello e severo ammonimento il Decennale fascista risplendente dl grandi fatt?. e soprattutto la fatica del suo jrrande Capo ». E l'autore conclude col dire che la Germania è grate per i sentimenti tocsSSrImnab^* spamichevoli tante volte manifestati da|nupvciaslircnscpmMvaMussolini tn atti e In parole, ed espri me a lui e alla sua opera il suo fervido augurio. Il miracolo di 10 anni Anche la Deutsche Allgemeìne Zeitung reca questa sera un lungo arti- bcolo dl due colonne sul Decennale, nel cquale rievoca la storia e le opere rea- olizzato dalla Rivoluzione fascista. ^%£&£A ni questi s £t sdei quau,atuttlv1a? F^Kf "uatoò hanno dovuto servire esclusivamente ai consolidamento del Regime; e ape- nciale stima Incute tutto ciò che è stato nfatto nel campo della dottrina dello rStato». foL'articoliata enumera quindi le opere n dal Fasciamo compiute p iniziate elen- f he cand0 1,aUar&amento e la fertilizza- ~.—" —**—»6!»"'tohi e •■>=» i.ui*uxi- S S^ZS^S^'J^ .in 5",,° ™f* f.errj?J-f. e " e™»*»- ne ™L f*5i ret?„?t?d2? 1 tf¥for- he 2?f^i?S T't ^ ~ ro dlce — che il Fascismo le ha impres- ta so il suo stampo, così come nessuna ì. p^f^r,^, a. ... £ , Fotraza-flno^IvWrpiù^ttoTo^, a Papi nel perito b^°- E tutte que- lE fe ~ ~ """" o se"?* spiritualità; non sono una mec- a ! canizzazione morta, ma sono animate aa- ^0 ù n a- t e. - dalla vitalità di un popolo laborioso e ricco di energie spirituali. Dovunque operose si muovono" e si applicano ai . formidabili compiti che Mussolini pone ai ».n r^r.ìZT r i.o,.t™~ „,vnni„/i= e °a saputo evitare e deve esserle grata i « questi insegnamenti *. si costruisce, dovunque milioni di mani <»~.Q ci —„ -! —_« , al suo popolo». E l'autore conclude jdicendo che «il fatale collegamento fra i paesi IMdelle Alpi e i paesi del Sud deve far I^J^T? con I*0'8 ^ tedeschi l'ascesa jnnro^HoirrflS ^HSSSK^y'SJ^ìl'Sparare dall Italia fascista opere compiute, sia ner G. P.