I prestiti francesi

I prestiti francesi MERCANTI DI CANNONI I prestiti francesi GINEVRA, ottobre. L'articolo ottavo dello Statuto dela Società delle Nazióni prescrive la pubblicazione di ogni notizia relativa alla produzione delle armi, fornia dagli Stati-membri. Fino al preente, dai torchi della Lega non e uscito che un grosso volume sulla Conferenza per il controllo del Commercio internazionale delle armi, munizioni e materiale da guerra, voltasi a Ginevra dal 4 maggio al 7 giugno '25. Ma, nelle sue 808 pagine, non è detta una parola sul fono vivo del problema: la produzione rivata delle armi. Vengono, soltano, sommariamente elencate le varie ase produttrici. Citerò le più imporanti: la Belhlehem Steel Corporaion, il principale « trust » degli armamenti degli Stati Uniti ; il gruppo Mitsui, che controlla le officine belche giapponesi ; la Terni e l'Ansalo, fornitrici dell'Esercito italiano; gruppo Vìckcrs-Armstrong, che omina gli armamenti terrestri, maittimi, aerei dell'impero britannio: infine, la Skoda cecoslovacca e il ruppo Sehneider francese. Da quando il trattato di Versailles ha liberato della concorrenza di Krupp, Sehneider è diventato il niù rande fornitore di cannoni al mono intiero. Una statistica relativa al ommercio e non alla produzione di rmi, pubblicata dalla Società delle Nazioni quale appendice al volume uccitato, informa che l'esportazioe di armi, munizioni, materiale da uerra era, in dollari, la seguente: 1924 1925 1926 7.521.460 55.762.154 58.157.360 La Francia rappresenta, successiamente, il 16,5, il 22,8, il 20,3 per ento delle esportazioni mondiali per n importo in franchi di 150 milioni el '24, 233 nel '25, 183 nel '26. Il 0 per cento delle esportazioni franesi viene fornito dal gruppo Sehneier. Per quanto riguarda i soli .canoni, il Creusot provvede il 58 per ento della cifra mondiale della speialità. Non basta. L'ex-fabbrica austriaa di cannoni Skoda di Pilsen, Vatuale Akciova Spólecnost Drive kodovy Sadovy y Pieni, è sua. Seondo VInformatÀon del 9 febbraio 28, la Skoda fa parte dell'Uniowe uropea industriale e finanziaria, il ui presidente è appunto Eugenio ehneider. I suoi titoli sono quotati lla Borsa di Parigi. D'altra parte, suo Consiglio d'amministrazione a, come vice-presidente, il grande ndustriale francese e come amminitratori: Eugenio Lapebie, presiente della Soc. Met. di Normandia gruppo Sehneider); Aimé Lepércq, mministratore delegato della Soc. Met. delle Terre Rosse del Lussemurgo (gruppo Sehneider), il conte Armando de Rafelis Saint Sauveur. ognato di Sehneider, e Andrea Viaire, direttore generale d'elle officie del Creusot. La Skoda raggiunge in media ì 90 milioni di franchi di esportazioni, il ^, per cento delle esportazioni moniali. Aggiungiamo questo 14 per ento al 20-22 fornito dalla Francia avremo bell'e dimostrato la nostra sserzione: essere Sehneider il più ormidabile produttore di armi. Non tutto. Egli, inoltre, è in stretta reazione d'affari con sir Basilio Zahaoff, l'enigmatico miliardario greco, aturalizzato francese, presidente ella inglese Vìckers-Armstrong. Aleati durante la guerra, Sehneider e aharoff continuarono, malgrado la ne dell'Entente cordiale, gli affari n comune. In modo equo, si suddiviero i mercati: Zaharoff si riservò, i preferenza, le forniture di mitraliatrici e motori di aviazione; ehneider, quelle di cannoni. Nel '28, due industriali vennero ad un acordo per il rifornimento del prospeo mercato cinese: per combattere a concorrenza americana e « girae » l'anglofobia cinese, venne decio che la Francia avrebbe provveduo le armi e l'Inghilterra al loro traporto laggiù. Oltre la Cina, quali sono gli Stati — domanderete — che si forniscono a Sehneider e da Skoda per cifre anto rilevanti, 300 milioni di franhi circa l'anno? Un poco le republiche sud-americane e i paesi scaninavi, molto il Giappone, moltissimo gli Stati della Piccola Intesa. Lò sapete: l'Europa centrale e rientale vive in un rontinuo « chi a là » e in uno stato di semi-anarhia economica. L'Austria soffoca eeli stretti limiti che le vennero asegnati, l'Ungheria non vuole e non uò accettare il trattato del Trianon, a Germania, la pftee di Versailles. Ma la Polonia, la Cecoslovacchia, la ugoslavia, la Rumenia, create o inrandite a spese di tali paesi, vegliao gelosamente su questa pace. Per ivere e resistere, hanno tuttavia biogno di un alleato potente: l'impeialismo francese. In principio, apparirebbe che la rancia si appoggia sui suoi alleati ; n realtà, essi nesano sovra di lei e a trascinano irresistibilmente sulla hina della guerra. Ma, se tale siuazione può allarmare il pubblico rancese — e l'accoglienza fredda riervata al recente progetto di Tarieu sugli Stati danubiani è lì a dimostrarlo —, torna tutta a vantagio dei mercanti di cannoni. Fanno utto l'interesse, costoro, a che !o tato di inquietudine e di allarme ersista. Più vi saranno frizioni Fraj tato e Stato, più vi saranno rancoi, oifi vi saranno pericoli di guerra di conseguenza, più l'industria deli armamenti ootrà prosperare. • La stampa siderurgica non ha mai mancato di dare grande importanza gli incidenti suscettibili di accrescee l'irrequietudine dell'Europa "cenro-orientale per minimi che essi ossero. Gli armamenti segreti della ermania e dell'Ungheria. VAnschùss. la « prepotenza italiana », il orridoio polacco, la Slesia, Danzica ostituirono, volta a volta, eccellen cavalli di battaglia. Il migliore, uttavia, si dimostrò essere la Rusa, la Russia Soviettica, che, d'acordo con la Germania, fabbrica gas sf'sa'anti e aeroplani a Trotsk. Il Comìté dea forrjes odia i Sovieti orr-fi U diavolo l'acaua santa. La ÉUiMria Karistri era un'ottima cliente I ei merennti di cannonile costoro a-1 f»inn impiagato laggiù forti capi-j ali. pon i Soviet.!, nerdettcro e \i lientela e i capital'. Non meravi-, )ig*evi, niiindi, tue, di tanto in tanto, «stazioni radio soviettichc ricordao al mondo essere la Francia la lo¬ ro implacabile nemica e ne accusano il governo di avere formulato la politica di guerra della Polonia e della Rumenia .e i banchieri francesi di avere fornito loro i capitali per armarsi. Benché l'Unione dei Sovieti e ìa Polonia siano in pace dal 1920, la Russia considera il nuovo Stato come il suo peggiore nemico, dopo la Francia. I polacchi non lo negano e, per ogni eventualità, si armano. Secondo i calcoli di Mosca, il 60-70 per cento del bilancio nazionale polacco viene consacrato alle spese militari che ogni anno aumentano progressivamente. Nel 1928, il bilancio della guerra era di 2250 milioni di franchi, nel '29 saliva a 2300 milioni, nel 30 a 2350 e nel '31 a 2375 milioni. Un buon quinto di queste spese passa in Francia per forniture di cannoni, aeroplani, mitragliatrici, senzacontare che 22 officine con circa 60 mila operai lavorano alla produzione di materiale da guerra su brevetti e, in gran parte, sotto il controllo degli Sehneider. Identica situazione in Rumenia. Tra i Sovieti e lo Stato balcanico non esistono trattati nè vi sono scambi commerciali o relazioni diplomatiche. La Russia non ha mai riconosciuto l'annessione della Bessarabia e disprezza completamente le sanzioni del Trattato di Versailles al riguardo. Il bilancio della Rumenia, nel '31, era di 1600 milioni, proporzionalmente quindi superiore a quelo polacco. L'aviazione militare, per non far menzione che di un solo ramo di armamenti, ha assunto prò; porzioni colossali per un paese così piccolo: da 60 aeroplani nel '23, oggi la Rumenia ne conta 210. Inoltre, e noto, esiste un accordo fra la Rumenia e la Francia, accordo, secondo il quale, in caso di guerra contro a Russia, il governo francese fornirebbe all'alleata balcanica una nuova armata aerea, tanks, cannoni, mitragliatrici. D'altra parte, è interessante conoscere le relazioni fra la Skoda e i due Stati. In un volume commemorativo del decennale della rinascita della Cecoslovacchia, si legge: « Nel 1926 grandi interessi sono stati acquisiti dalle Officine Skoda n Polonia, d'accordo con gli organismi governativi, soprattutto in seno alla Società Francopol di Varsavia, che, sotto la loro direzione, divenne la Skoda polacca (Polskie Zaklady Skody), fabbrica di motori d'aviuzione. Verso la fine del '27, questa officina cominciò a funzionare normalmente. La sua attività si è talmente accresciuta che, alla produzione primitiva, vennero aggiunti altri rami industriali. Inoltre, l 50 per cento delle azioni della fabbrica di mitragliatrici di Rembertov presso Varsavia è proprietà dele nostre officine. L'altro 50 per cento appartiene allo Stato polacco. Nel 27, venne pure acquisita la maggioranza delle azioni delle Ueìnele Me-talurgice di Poesti, nelle vicinanze di Bucarest. Le officine^ furono riorganizzate per la produzióne' di 'materiae bellico e, ora, lavorar o in pieno. Possiamo, infine, aggiungere che fra e Officine Skoda e il governo romeno esistono ottime relazioni d'affari ». Alla Jugoslavia, i mercanti di cannoni non possono prospettare lo spauracchio russo, uè la minaccia edesca. Ma discreti accenni alla « prepotenza italiana », alla questione macedone, agli armamenti segreti dell'Ungheria, bastano: la Jugoslavia non ha bisogno di consigli per armarsi. Gli armamenti segreti del'Ungheria servono piuttosto nei riguardi della Cecoslovacchia. Fino ad un anno fa (spiegherò, in seguito, come le cose siano cambiate) era classico, a Parigi, rappresentare lo stato magiaro come uno dei paesi più nquieti e inquietanti d'Europa. Durante la discussione dell'ultimo prestito di mezzo milione di franchi alla Cecoslovacchia, il sen. gen. Bourgeois fece al senato rivelazioni che produssero un'emozione, reale o fitizia non so, ma, certo, rumorosa nella stampa di destra. « In caso di guerra — proclamò il sen. Bourgeois — l'Ungheria è in grado di inquadrare contro i nostri amici cecoslovacchi 300 mila uomini, perfettamente armati ». Il prestito, malgrado la crisi e il bilancio in deficit, venne subito votato. Parigi fu sempre molto gentile verso gli stati satelliti : dal 1919 ad oggi, affinchè essi possano difendersi dalle nazioni nemiche, ha messo a loro disposizione oltre cinque miiardi di franchi. I mercanti di cannoni (De Wendel è reggente tfella Banca di Francia, c Sehneider membro del consiglio di amministrazione di una mezza dozzina di banche) si mostrarono oltremodo attivi per fae loro concedere questi graziosi prestiti. I maligni .insinua no che i miiardi collocati all'estero dalla Francia, in realtà non sarebbero usciti dal paese. Sarebbero oassati, semplicemente, dalle bas de laìne dei risparmiatori in quelle d'acciaio dei mercanti di cannoni. Certo, una reazione immutabile, come relazione di causa, ed effetto, è esistita sempre fra i prestiti emessi in Francia a favore di altri naesi e le ordinazioni di armi da parte di questi paesi. Con e delegazioni finanziarie incaricate di discutere il prestito, solevano arrivare delegazioni militari, che si arrestavano al Creusot. visitavano le officine, ne ammiravano la oroduzione. e, appena firmato a Parigi il pretito, ordinavano armi. La Rumenia, tuttavia, giocò, due anni addietro, un tiro birbone a Sehneider- si servì di un prestito di un miliardo di lei. ottenuto per il ramite della Banci dell'Unione Parigina, per pagare le forniture di un oncorrente estero, meno caro del proprietario del Creusot. Le. più ocuate misure sono, ora, preso, perchè o scherzo non si linei;:. Alla Banca di Francia si sta studiando, in questo momento, un nuovo prestito di re miliardi di lei e già dà due mesi una missione militare rumena si trova al Creusot. E' indiscutibile: ordinare cannoni presso Sehneider e C, è la conditi:: ine qua non per ottone; prestili dalla finanza francese. Vi fu una ecezione. Il prestito concesso all'Ungheria nel gennaio del '35.' non ebbe ! corollario della fornii ito bellica. La stampa siderurgica usò. insolitamente, parole lusinghiere per l'Ungheria e per il suo popolo. S: voleva forse attirare lo Stato magiaro nell'orbita dell' imperialismo francese ? Lo si voleva armare contro le disposizioni del Trattato del Trianon? Affatto. Filantropia, allora? Neppure. Si trattava, semplicemente, di venire in soccorso ad un istituto bancario pericolante, la Banca Generale di Credito Ungherese. Più tardi, si seppe che la Banca Generale di Credito Ungherese è controllata dall'Unione europea industriale e finanziaria, controllata, a sua volta, dalla Banca dell'Unione Parigina, emanazione del gruppo Sehneider e C. Il prestito ungherese venne sfruttato a lungo dai partiti di Sinistra e suscitò un vivo malumore nel pubblico. In Francia, si comincia a riconoscere che la politica nell' Europa centrale a base di mance e di prestiti non può continuare. Durante la discussione alla Camera del progetto di legge per il prestito di seicento milioni alla Cecoslovacchia, parecchi deputati rimproveravano al Presidente del Consiglio la mancanza di sicurezza per i prestiti francesi nell'Europa centrale. E, come a conferma di queste preoccupazioni, il Governo jugoslavo sospese recentemente il pagamento degli interessi dei prestiti esteri. Purché la storia dell'anteguerra non si ripeta ! La Francia aveva collocato in Russia, in Brasile, in Cina, nel Messico e in altri Paesi, quaranta miliardi di franchi oro. Quanti ne sono rientrati in casa, Pochi: forse due, forse due e mezzo. Gli altri? Perdati. Nel caso della Bulgaria e della Turchia., invece del loro denaro, i risparmiatori francesi ricevettero di ritorno gli obici fabbricati al Creusot con i loro stessi miliardi. 4* *p lEnnqnlvzlspgclnsMsfp

Persone citate: Andrea Viaire, Banci, Basilio Zahaoff, Bourgeois, Eugenio Lapebie, Krupp