Il consenso del mondo alle direttive politiche del Duce

Il consenso del mondo alle direttive politiche del Duce La risonanza internazionale dello storico discorso di Torino Il consenso del mondo alle direttive politiche del Duce e i o e a a a a e Riportiamo per i lettori che non hanno potuto avere le nostre edizioni di ieri il grande discorso che il Duce ha pronunziato domenica dal Palazzo del Governo in piazza Castello, e che è stato ascoltato a mezzo di altoparlanti collocati in varie piazze della città, da una folla di cinquecentomila persone. Camicie Nere! Popolo di Torino! Avevo promesso che non sarebbe trascorso l'anno decimo del Fascismo, senea che io avessi vivitato la vostra città. Ecco che io mantengo la promessa. Sono fiero di essere tra voi e vi dichiaro, con tutta schiettezza, che la vostra accoglienza ardente ed entusiastica ha superato la mia aspettativa. Il Popolo di Torino, che appartiene ad una razza di guerrieri e di lavoratori, mi è venuto incontro con tutti i palpiti di una fede veramente e profondamente sentita. Se nove anni or sono il nostro contatto fu vibrante, la moltitudine che oggi è dinanzi a me mi permette di affermare in faccia all'Italia e in faccia al mondo, che il Piemonte sta per mettersi all'avanguardia del movimento fascista italiano. (Acclamazioni entusiastiche). Come potrebbe essere altrimenti! Torino è una Città romana; non già e non soltanto perchè fu ricostruita da Giulio Cesare, ma è romana per la sua tenacia, e romana per il valore che ha dimostrato durante i secoli, in assedi e battaglie memorabili, è romana perche ha dato la fiamma e il sangue al risorgimento della Patria. (Grandi ovazioni). Qui a Torino lo squadrismo animoso non ha conosciuto limiti al suo sacrificio. Torino ha dato al Fascismo una figura di asceta. Parlo di Mario Gioda. (Si grida: « Presente! »). Ha dato un Ministro e un Quadrumviro, che in pace e in guerra merita, e non per enfasi retorica, l'appellativo di eroe. (Applausi. Si grida : « Viva De Vecchi ! »). Per disperdere ogni dubbio, vi annunzio che d'ora innanzi i contatti fra voi e me saranno più frequenti, anche se meno solenni. (Applausi vivissimi e prolungati). Il contatto morale e la comunione degli spiriti ci sono stati sempre, e posso dire con tranquilla coscienza che nessuno dei problemi che interessano la vostra Città mi ha lasciato indifferente. Io intendo che Torino, città cara al mio cuore, città cara al cuore di tutti gli italiani che non dimenticano, conservi il suo posto, il suo prestigio, il suo rango di grande, industriosa, laboriosa città. (Ovazinne entusiastica). Or è un anno, a Napoli, io tracciai le linee di quella che doveva essere l'azione fascista. Da allora la storia d'Europa ha avuto degli avvenimenti di molto rilievo. Parlai allora della tragica conlabilità della guerra e in due articoli non dimenticati del « Popolo d\talia », affermai successivamente che su questa contabilità era tempo di passare la spugna. La Conferenza di Losanna è una delle poche che hanno avuto una conclusione. Pilotata energicamente dal Primo Ministro inglese, la navicella delle riparazioni e dei debiti è oggi nel porto di Losanna. Vorrà il grande popolo della Repubblica stellata ricacciare in alto mare questa navicella, dove è la speranza e l'ansia di tanti popoli! (Si grida : «No!»). Io vorrei che questo «no» che voi avete pronunciato con voce di tuono, valicasse l'Atlantico e giungesse a toccare il generoso cuore di quel popolo. Una Conferenza che ha interessato tutte le genti del mondo civile è quella del disarmo. Taluno ha pensato che le nostre proposte pratiche e concrete fossero ispirate da calcoli di machiavellismo. Niente di più falso. C'era un mezzo molto semplice per saggiare la nostra sincerità: mètftsrci alla prova. (Bene). Cra gli uomini in buona fede devono aprire le orecchie, e soprattutto devono spalancarle quelli che sono in malafede. (Bene). Da questa città di frontiera che non ha mai temuto la guerra, (si grida : « No ! »), io dichiaro, perchè tutti intendano, che l'Italia segue una politica di pace, di vera pace che non può essere dissociata dalla giustizia, di quella pace che deve ridare l'equilibrio all'Europa, di quella pace che deve scendere nel cuore, come una speranza e una fedel Eppure, oltre le frontiere, ci sono dei farneticanti i quali non perdonano all'Italia fascista di essere in piedi. (Applausi vivissimi e prolungati). Per questi residui o residuati di tutte le logge, è veramente uno scandalo inaudito che ci sia l'Italia fascista, perchè essa rappresenta umi irrisione documentata ai loro principii, che il tempo ha superato. Essi hanno inventato il popolo, non già per andargli incontro alla nostra franca'maniera, ma lo hanno inventata per mistificarlo, per dargli dèi bisogni immaginari e dei diritti illusori. Costoro non sarebbero alieni dal considerare quella che si potrebbe chiamare una guerra di dottrina tra principii opposti, poiché nessuno è nemico peggiore della pace di colui che fa di professione il panciafichista o il pacifondaio. (Applausi, ilarità). Ebbene, se questa ipotesi dovesse verificarsi, la partita è decisa sin dall'inizio, poiché tra i principii che sorgono e si affermano e i principii che declinano, la vittoria è per i primi, è per noi! (Fragorosi applausi). Un voto del Gran Consiglia ha suscitato l'interesse di tutti ì Paesi: rimanere ancora nella Società delle Nazioni? Ora io vi dichiaro che noi rimarremo ancora nella Società delle Nazioni. Specialmente oggi che essa è straordinariamente malata non bisogna abbandonarne il capezzale. Alla Società delle Nazioni, troppo universalistica, accade che le sue istruzioni perdono di efficacia con l'aumentare delle distanze. E se essa può avere qualche efficacia nelle vicende europee, quando siamo nell'Estremo Oriente e nell'America Meridionale le parole restano parole, senza senso e senza significato. Vi sono dei tentativi per disincagliare l'Europa da questa costruzione troppo universalistica. Ma io penso che se domani, sulla base della giustizia, sulla base del riconoscimento dei nostri sacrosanti diritti, consacrati dal sangue di tante giovani generazioni italiane, si realizzassero le premesse necessarie e sufficienti per una collaborazione delle quattro Grandi Potenze occidentali, l'Europa sarebbe tranquilla dal punto livpstpMcltfqmpsètccndcienassggcdqgV di vista politico e forse la crisi \economica, che ci attanaglia, an- \i- (Bene!). drebbe verso la fine Vi è un'altra questione, quella \che concerne la domanda tedesca di parhà. Anche qui il Fascismo ha avuto delle idee e delle direttive precise. La domanda tedesca della parità giuridica è pienamente giustificata. Bisogna rico !noscerlo quanto più presto, tanlo\meglio! Nello stesso tempo, finche \dura la Conferenza del disarmo,]7 Ji. ~L~~t„1Z. ...a j- la Germania non può chiedere di\riarmarsi in nessuna misura. Ma\SQu Ilw!f" "Zmt inUn"' statato negativo, allora la Ger- Mmania non potrà rimanere nella \Società delle Nazioni se questo?divario chel'ha diminuita sin qm>non viene annullato. (Applausi). ,„ ,-. . . „ \! Non voghino egemonie m Eu-\ropa. (tsene.j. 'I Noi saremo contro l'afferma-lzione di qualsiasi egemonia, spe-^'cialmente se essa vuole cristal-[ a o l , l e a e l . i , ! a ì a a a n e a o e e . a l i r o o lizzare una posizione di patente ingiustizia. Quanto. alla . politica interna, voi sapete che il Partito ha riaperto le sue porte. Il bravo Gastaldi mi dice che le domande dei torinesi ammontano alla cifra imponente di ventimila. Superbo! Ma a costoro e a tutti debbo ricordare che l'organizzazione politica del Regime si chiama Partito, perchè è'il Partito che ha fatto la Rivoluzione. Tuttavia questa parola non ha niente di compne.;cpn .il óQnpèttc> dei vecchi partiti. Il Partitq : -Nazionale Fascista è un esercito, o, se volete, è un ordine. In esso si entra soltanto per servire e 'per obbedire. (Applausi prolungati). Altra bussola che ci guida nel cammino: la collaborazione delle classi. In questa città, che ha così numerose maestranze, mi piace di solennemente affermare che le classi lavoratrici^hanno compiuto vnil loro dovere dinanzi alla crisi, e si sono caricate le spalle dell'inevitabile fardello. Debbo ancora aggiungere che le classi industriali italiane si muovono in questa atmosfera di concordia: tengono duro nell'attesa di tempi migliori. Se la collaborazione è necessaria nei tempi facili, è indispensabile ìlei tempi difficili quando ogni dispersione di energia, ogni controversia è un vero e proprio tradimento consumato ai danni della Patria. (Applausi). Torino è stata meravigliosa nell'opera di assistenza. Ci siamo già sganciati dal concetto troppo limitato di filantropia per arrivare al concetto più vasto e più profondo di assistenza. Dobbiamo fare ancora un passo inanzi : dalla assistenza dobbiamo arrivare all'attuazione piena della solidarietà nazionale. (Vivi applausi). Siamo contrari al sistema dei sussidi. Coloro che leggono le cronache di questi giorni vedono che essi non risolvono nulla. Siamo anche contrari a tutte le misure oblique, a tutti i suggerimenti di alterare il valore della moneta che io considero la bandiera intangibile della Nazione. (Calorosi applausi). Là dove essa è stata tosata non si sono migliorate affatto le condizioni del popolo, se è vero che proprio in V questo giorno, mentre siamo riu- i \nm jn questa piazza, da molti - \pUnti della Gran Bretagna muovono vers0 Londra le masse aumentate dei disoccupati. a a o a o Finalmente, Torino deve avere lavoro per le sue maestranze. E tutto quello che è stato creato dal coraggio, dalla tenacia e dalla ! genialità dei torinesi, deve rimanere a Torino! (Vivissimi, entu- o\SÌSLStici e prolungati applausi). e \ „ , ' „ ° „r,„ ^ m o,] Qualcuno pensa che noi ci pre- occupiamo dell'inverno dal punto di\di fif polìtico. E' falso. Dal a\"?, Y*s2? Jsta colitico votrebbero ' grigi sema che nulla accada, r- M più che dopo gli inverni a \ rìa- Lrranno — a vremiare il o?^ coraggio - le primavere m>dl benessc^ e deìla gHloria. ). . , , , ... r . \ Ma e dal punto di vista umano u-\he io mi preoccupo, perchè il 'solo pensiero di una famiglia a-lsenza il necessario per vivere mi e-^dà una acuta sofferenza fisica. Io l-[so, per averlo provato, che cosa sto titolo pongono la maggior parte dei vuol dirn la casa deserta e il desco nudo. (Grande ovazione). Camerati torinesi! Questa veramente magnifica comunione di spiriti, per cui noi in questo momento siamo un solo cuora e una sola anima, (si grida: « Sì »), non potrebbe chiudersi senza rivolgere un pensiero pieno di profonda devozione alla Maestà del Re, (scroscianti applàusi) che rappresenta la continuità, la vitalità, la santità della Patria (Grande ovazione). .Quale dunque è la parola d'or? dine per il nuovo decennio, verso il quale noi andiamo incontro con l'anima dei vent'anni? La parola è questa : camminare, costruire, e, se è necessario, combàttere e vincere. Diplomazia aperta Londra, 24 notte. « Mussolini conquista Torino », que- o o l o i l e o l a i o a giornali sui telegrammi dei loro corrispondenti da Torino e sui resoconti ec cezionalmente ampi e particolareggiati della visita del Duce e del suo discorso. L'inviato speciale del Times descrive vivamente la gloriosa domenica torinese del Duce rilevando le accO' glienze trionfali preparategli dalla po polazione e l'entusiasmo della moltitudine che gremiva l'immensa Piazza Ca stello. Il giornalista rileva anche che la città era tutta un immenso pavese di bandiere, tanto che fin da sabato sere la provvista di bandiere era esaurita e non vi erano disponibili che delle ban dierine di carta. Egli osserva anche che le ovazioni irrefrenabili della moltitu dine impedirono per vari minuti che il Duce incominciasse a parlare con la sua ben nota voce alta e vibrante, e i suoi gesti energici che scolpiscono le frasi più incisive. Risoluta presa di posizione Riportando poi un largo riassunto del discorso, il Times mette in partico lare rilievo la definizione della politica italiana per il disarmo e sulla questione della parità dei diritti, la risoluta presa di posizione dell'Italia contro ogni egemonia europea, l'appello agli Stati Uniti per i debiti di guerra, e l'elogio al signor MacDonald per la parte da lui avuta nella Conferenza che por tò al Patto di Losanna, nonché l'assicurazione che l'Italia rimarrà al capezzale della Lega delle Nazioni e l'affermazione che se fosse possibile una col laborazione effettiva tra le quattro Grandi Potenze occidentali l'Europa sa rebbe tranquilla dal punto di vista politico, e la ripresa economica sarebbe meno difficile. Infine conclude riprodu cendo la parola d'ordine del Duce per il secondo decennio de! Regime nazionaie: «Marciare, costruire e, se neces sario, combattere e vincere ». I punti del discorso messi in particolare risalto dal Daily Telegraph sono i seguenti: Lega delle Nazioni, deprezzamento della sterlina, questione della parità dei diritti, dichiarazione contro le egemonie, necessità di collaborazione fra le quattro Grandi Potenze, appello agli Stati Uniti per i debiti di guerra. II redattore diplomatico del Daily Telegraph fa seguire al riassunto del discorso di Torino il seguente commento : « Il discorso di Torino viene accolto calorosamente negli ambienti ufficisi! britannici. Esso infatti lumeggic, an- stzreLtrdltpcora più chiaramente dei precedenti discorsi del Duce, l'intima identità divedute tra la Gran Bretagna e l'Italia renza medesima è particolarmente sod- disfacente. Esso dimostra che alle pri- me reazioni dell'opinione pubblica ita- liana ai risultati dì quella Conferenza Lg"™ col Primo Ministro britannico circa la sui problemi fondamentali dell'Europa di oggi. Il tributo del Duce all'energia dimostrata dal sig. MacDonald alla Conferenza di Losanna e agli importanti risultati conseguiti dalla Confe- pportunità di Indire una Conferenza,deelle quattro Potenze per discutere la j inomanda tedesca per l'eguaglianza deijji iritti rispetto alla Conferenza del disrmo. A Roma come a Londra si è : ronti ad appoggiare quella domanda : nou basi di giustizia e di solidarietà e, diooperazione internazionale. Ma anche finui d'accordo con Londra il sig. Mus- diolini deprecherebbe ogni pretesa tede- : frca di riarmarsi ». ! so_ . ... I viIl Daily News dedica alla visita ] din commento editoriale intitolato « Di-1 talomazia aperta » nel quale afferma: « L'intero discorso del Duce è un ineressante e stimolante esempio di dilomazia aperta messa in pratica. La ragica ironia di esso, per un democraico, è tuttavia che il mondo ha dovuto attendere un dittatore per dare l'esemio di una riforma richiesta dai demoratici durante un'intera generazione ». Il Duce ha espresso pubblicamente, affermano questo e altri giornali, e on nettezza assoluta di parole, ciò che gli statisti delle altre nazioni prefericono sussurrare soltanto a mezza voce. « L'atmosfera europea — dice ancora il Daily News •— può risultare mmensamente chiarita dalle dichiarazioni fatte dall'on. Mussolini specie per ciò che riguarda il problema degli armamenti tedeschi. E' utile di avere, in questo momento, l'assicurazione che 'Italia rimarrà nella Lega delle Nazioni e in una forma così netta e decisiva. Tanto la dichiarazione quanto l'avvertimento alla Germania, che l'accompagna, contribuiranno probabilmente a chiarire l'atmosfera d'imbrogli e di ilusioni che circonda l'intera controversia ». Lezione alla democrazia Il News Chronicle, dopo avere riprodotto largamente il testo del discorso, scrive nel suo articolo di fondo « L'on. Mussolini ha fatto almeno tre dichiarazioni di grande importan za nel suo memorabile discorso di To rino. La sua dichiarazione ben chiara e risoluta che l'Italia rimarrà nella Lega delle Nazioni smentisce una volta per sempre talune voci che non furono mai degne di molta fede, secon do cui il futuro atteggiamento dell'Italia verso la Lega sarebbe stato incerto. Non vi è incertezza di sorta. Nel suo appoggio alla domanda tedesca per l'eguaglianza dei diritti 11 Duce non ha fatto che .esprimere con grande chiarezza ad alta voce quello che si sapeva da qualche tempo essere l'opinione dell'Italia. Ma è molto utile avere ricevuto questa assicurazione in forma così decisiva. E tanto la dichiarazione quanto il monito alla Germania che 1 accompagna gioveranno probabilmente a spazzare via l'atmosfera di confussione e di equivoco che ha circondato finora la intera controversia. « Quanto all'eloquente appello agli Stati Uniti perchè aiutino 1 Europa a completare con un definitivo colpo di spugna l'opera di Losanna, anche su questo le parole dell'on. Mussolini, benché non contengano nulla di nuovo, sono evidentemente tempestive. L'onorevole Mussolini ha detto ad alta voce quello che le altre Potenze preferivano mormorare sottovoce, e può darsi che la sua sia stata una saggia ispirazione. « Dopo Losanna molte cose sono avvenute; ciò che non si poteva dire ad alta voce senza pericolo poche settimane fa, oggi può certamente essere proclamato fino dai tetti delle case senza molto rischio... Tutto il discorso di Torino è un esempio interessante e stimolatore d! diplomazia all'aria aperta. Per noi democratici, conclude l'organo liberale, vi é una tragica ironia nel fatto che il mondo abbia proprio dovuto aspettare da Mussolini l'esempio di una riforma invocata da una generazione in qua da tutti i democratici ». L'inviato speciale a Torino del Daily linpuinreesmtinapideinQdncPtuacPUfdadmDscppdtalpnpdLidlfMncrtptrrzcpdclGnExpress parla della magnifica dimo- j strazione di eloquenza e di coraggio ! personale del Duce ed insiste sull'entu- siasmo addirittura delirante delle ac-lcoglienze fatte al Duce a Torino. L'en- tusiasmo, egli scrive, è stato stupendo,! e le grida di «viva il Duce!» risuo-;na vano su tutte le labbra. Il laburista Daily Herald, in un dispaccio da Ro-I ma, riassume anch'esso il discorso di Torino rilevando che esso fu applau- dito con entusiasmo da una folla di centinaia di migliaia di fascisti. , T i„„„„/i«,.,ti ^ ,s . , .'I corrispondenti dei giornali inglesi recatisi a Torino sono unanimi nel ri- conoscere, come dice uno di essi, che.il Duce ha parlato «alla più ampia ed!entusiastica folla che si sia mai vista inella città dei Savoia ». R. P. Limpida coerenza ,Berlino, 24 notte. Tutti i giornali dedicano abbondante spazio al discorso di Torino del quale riportano larghi estratti seguiti da coiti- menti. Tutti i punti salienti del discor so per quanto riguarda la politica estc- ra vengono messi in rilievo in tali estratti e commenti; ma, come è na- turale, il punto sul quale più la stani- pa tedesca si diffonde è quello che ri- guarda la parità, in funzione della qua- 1 , le la Germania fa in questo momento tutta la sua politica estera, lutti ì gior- nali poi seguono con estremo interesse le ripercussioni che il discorso ha in Francia e in Inghilterra, di cui si fan- no trasmettere dai loro corrispondenti da Parigi e da Londra larghi commenti di stampa. Nei commenti proprii la Istampa di Berlino mette la nuova ma- inifestazionc de) Capo del Governo ita- ;liano in rapporto a tutta la massiccia a coerenza dei precedenti mussoliniani. ■II Bór.-e» Curier a questo riguardo ' rileva la vigorosa chiarezza del nuovo - discorso, viàrorosa chiarezza che si era - o-ia manifestata nell'ormai celebre ar- a g , mussoliniano che il giornale van- * aver potuto pubblicare qualche settimana fa sull argomento appuntoa a Viijorosa chiarezza della parità di diritti della Germania, ndi il giornale, accennando all'eco che i discorso ha in Francia, così scriver « Il giustificato desiderio del Duce di non lasciare arenare la Conferenza del disarmo, e anche di portarla a buon fine, gli ha consigliato alcune cautele diplomatiche che però da alcune parti rancesi sono state interpretate in senso ottimistico proprio per il punto di vista francese, il che vuol dire che il discorso è stato da questa parte artaamente malinteso. Ma ciò che Musso- ini dice — aggiunge il giornale — non può essere frainteso. La sua parola è nequivocabile. Finché dura la Conferenza vi è ancora una speranza, e deve essere certamente tentato il pareggio a mezzo del disarmo delle Potenze armatissime; se la Conferenza però dovesse naufragare, allora la Germania non ha più motivo di rimanere nella Società delle Nazioni, ed è in diritto di trovarsi n maniera autonoma una soluzione. Questa concezione della situazione tedesca è, del resto, — aggiunge il giornale — pienamente parallela con ciò che il Duce sostiene per la sua propria Patria. Anche l'Italia, secondo le ripetute manifestazioni del Duce, è disposta a qualsiasi grado e forma di disarmo che gli altri impongano a se stessi. Un Paese che prende così sul serio l'effet. Uva parità di diritti ha tanto più profonda comprensione per la richiesta della Germania del principio di parità; ambedue i Paesi con la loro difesa del diritto dei popoli di vivere mirano alla medesima cosa : servire cioè alla pace », Quest'ultima nota tocca anche la Deutsclie Allgemeine Zeitung la quale scrive: « Il significato del discorso noi lo ri. conosciamo nella chiara f"si di una pace basata sulla giustiz.^. che oggi potrebbe essere preparata a mezzo della Conferenza delle quattro Potenze ». A questo punto il giornale, dopo avere rilevato il precedente parallelismo della politica italiana e inglese, parallelismo che secondo il giornale negli ultimi tempi aveva ceduto il posto a una certa riserva da parta dell'Italia, così scrive: « Ora il nuovo discorso del Capo del Lroveroo italiano significa che rltalla intende riprendere la funzione non solo di appoggiare l'Inghjlteiira in una politica di soluzione del conflitto tedesccC francese, ma anche di spingerla in avanti nell'interesse della ragioneMussolini interviene, e si inserisce nuovamente nel senso di una politica consimile a quella che già l'Italia ha ratto a Locarno, anzi ancora più attiva. Il grande obiettivo dell'Italia è il pareggio delle forze in Europa. Ciò determina la sua condotta di fronte alla richiesta tedesca della parità di diritto; il che già include la dichiarazione di lotta alla egemonia francese che si presenta sotto la maschera di pacifismo e corre dietro al fantasma dell'assoluta sicurezza della Francia, col solo risultato di aumentare fino all'insopportabile la tensione fra le Grandi Potenze ». Avvenimento fondamentale Un importante commento ha poi la Deutsche Tages Zeitung. « Il grande discorso di Mussolini a Torino, scrive l'autorevole organo di destra, è risentito in tutto il mondo come un importante e fondamentale avvenimento di politica estera destinato a precisare linee direttive; e ciò è comprovato, anche indirettamente, dalla eccitazione della stampa francese, nonché dal consenso della pubblica opinione inglese. Ciò che il Duce ieri ha detto — scrive il giornale — è di valore assolutamente positivo, anche per quanto riguarda il punto di vista dell'interesse tedesco. E' chiaro a chi Mussolini abbia inteso alludere parlando di una egemonia che intende j eternare una posizione di evidente in ! giustizia. Egli ha riconosciuto che « ja^^tice ffi"SKSrS ldella tensione europea», ,, . , ..... ! 11 Somale quindi nota come in ac;cordo con 11 pensiero inglese, Mussoli ni pensi che la Germania non possa — I finché dura la Conferenza del disarmo — chiedere il riarmamento, ma rilevaS « A differenza dell'atteggiamento in glese, il Capo del Governo italiano ha , piena comprensione per il fatto che la 'Germania, nel caso di un risultato ne- tivo delIa Conferenza del disarmo, debba lasciare la Conferenza del disare.mo stessa, ciò che (e questo secondo d!il giornale si legge tra le linee) e iquivale a dire che essa sarebbe costret- ta a riprendere la sua libertà di azione. Ma — osserva — bisogna notare che l'Italia si attende da Ginevra una cosa diversa da quella che si attende la Germania. Già da anni noi abbiamo espresso la convinzione che nel caso di ,una incondizionata partecipazione della Germania alla Conferenza del disarmo e assai diffìcile ne sarebbe poi il ritiro; e sarà anzi quasi impossibile constatare - con precisione il momento giusto in cui la Conferenza debba essere considerata come fallita. Già questa difficoltà da- rehbe ag.H avversari della Germania la i possibilità di procrastinare la Confe- renza per molti anni senza risultato per - impedire a noi qualsiasi decisione auto- noma. Per questa ragione la Germania - ?on vuò^°^dÌ^J,Tle «^ìffi ?V hi sua ripresa di liberta la fine ufficiale o conferenza. Piuttosto sarà dove- ro del governo del Reich di provocare e con la massima celerità una decisione n con la quale sia finalmente realizzato il - nostro d'ritto alla sicurezza in un tonii P° prossimo ». i II giornale conclude attribuendo q^ca sto punto di minore coincidenza fra il - punto di vista delle due Nazioni al con- tatto diplomaticamente indebolito negli a ultimi tempi sia —' dice — « a causa delle grandi speranze che il Cancelliere aveva posto sulla Francia sia in con■seguenza di un contatto troppo attenuato fra l'Ambasciatore tedesco a Roo ma e il Capo del Governo italiano ». E o ne trae motivo per rilevare che tanto a P4'"1 gravi e urgenti saranno 1 compiti - del nuovo Ambasciatore tedesco a Ro- ma von Hassel che in questi giorni as^ e sume la sua carica, oG. P. I dI ddapscqssu[ptpttapcI ac'gs(vizcmqlnTmgclv II 3D-u.ce :peiss£l' in ri-vista, 1© tr-u.p>p>©