Lo scavo ed i! restauro della "CuriaSena'us,,

Lo scavo ed i! restauro della "CuriaSena'us,, ■ IL PIÙ' SIGNIFICATIVO MONUMENTO ROMANO Lo scavo ed i! restauro della "CuriaSena'us,, Roma, 19 notte, Nel 384 dopo pochi mesi da che eraealito ai trono il quattordicenne Valentiniano II, un'ambasceria del Senato romano presieduta da Simmacovarcò le soglie de! Palazzo Imperiale aMilano, e nella sala del concistoropresentò una celebre memoria; la Ketotio Symmachi, che non si può neppure oggi leggere senza profonda commozione, tanto appare in essa la vocestessa di Roma. Simmaco, parlando per il Senato, chiedeva che fosse restituita all'aula della Curia !a statua della Vittoria consacrata da Augustoe trovò tali accenti di sì profondo dolore, che il consiglio imperiale, pur esondo composto di cristiani oltre che i pagani, stava per cedere ai desidiri della delegazione. « Chi è mai tanto aniicc dei barbari» uisse tra l'altro Simmaco « da non rimpiangere l'altare della Vittoria?... La Vostra Eternità molto deve alla Vittoria e molto più le dovrà in avvenire. Solamente chi non na mai goduto dei suoi favori può detestarne la potenza ». E più oltre: «Se non si aveva più nessun rispetto per la Vittoria, bisognava almeno astenersi dal distruggere gli ornamenti della Curia. Concedete, ve ne scongiuro, che noi vecchi possiamo trasmettere ai nostri figli l'eredità che, fanciulli, ricevemmo dal padri nostri ». Infine nell'immaginazione dell'oratore è Roma stessa che parla : « Lasciatemi vivere a mio modo perchè sono libera. E' proprio questa la religione che sottomise il mondo alle mie leggi; queste le sacre cerimonie che respinsero Annibale dalle mie mura ed i Galli dal Campidoglio. Non per altro io dunque ebbi allora salva la vita, se non per vedermi oltraggiata nella vecchiaia?». Questa relazione è un prezioso documento non soltanto per la passione che vi è contenuta, ma perchè ci fa sapere come già nel quarto secolo la Curia Senatus che Diocleziano aveva completamente ricostruita dopo l'incendio del 283 d. C. fosse già minacciata dalle rappresaglie dei cristiani, furiosi contro quell'ultimo baluardo del morente paganesimo. Ed in verità che l'edificio sia stato tartassato e manomesso nel corso dei secoli con singolare tenacia,10 dimostrano ben chiaramente lo scavo ed il restauro che il professore Alfonso Bartoli conduce ormai da qualche tempo in quel venerando monumento, uno dei più significativi della storia d' Roma; l'aula in cui trovò eroica e stoica morte Papirio con i senatori che attesero l'arrivo dei Galli, in cui certa mente risuonò l'armoniosa voce di Cicerone, l'aula da cui si emanò al mondo la legge di Roma. La chiesa di Sant'Adriano H primo tasto di scavo nella Curie si ebbe intorno al 19C0, quando Giacomo Boni, scavando il Comitium, penetrò quasi di sotterfugio nelle viscere della chiesa di Sant'Adriano non anco ra acquistata dallo Stato, e progredendo per circa un metro in profondità c cinque in larghezza, giunse a vedere ' resti di una specie di gradinata che correva lungo il muro perimetrale. SI fece allora un gran chiasso intorno a quella scoperta, e qualcuno arrivò perfino a dir: che si erano scoperti i seggi dei se natori, ma i lavori furono dovuti interrompere data l'Impossibilità di condurre lo scavo in quelle condizioni. Acquistata finalmente dallo Stato la chiesa ed il convento annesso, il Bartoli pochi mesi fa potè incominciare lo scavo regolare, penetrando dall'alto nell'edificio e praticando alcuni pozzi che gli permisero di raggiungere il muro perimetrale. Oggi la chiesa di Sant'Adriano, con quella sua pretensiosa veste di stucchi settecenteschi, offre un singolare spettacolo. Metà del pavimento è scomparsa, ed una voragine in cui sprofondano gli scanalati pilastri rivestiti di stucco ed innestati sulle colonne della chiesa antichissima, sorta sul luogo della Curia, mostra con palmare evidenza le varie trasformazioni a cui andò soggetto l'edificio durante i secoli. Adattato a chiesa cristiana nel Vìi secolo, senza peraltro modificarne l'architettura, venne più tardi più volte rimaneggiato e finalmente ridotto alla classica forma della chiesa a tre navate, separate da colonne ià trasportate da vari monumenti antichi com'era abituale nell'alto medioevo. Sembra che tino al 1200 la chiesa conservasse il primitivo livello della Curia, e che in quest'epocaessendosi di parecchio innalzato il livello del Foro, si deliberasse di riportare a questo piano il piano delle chiesa, innalzandolo di circa tre metri. Questa operazione fece sì che rimanesse interrato e quindi protetto il pavimento marmoreo della Curia che fino allora aveva servito come pavimento del luogo di culto cristiano. Era stata intanto — sebbene lo scavo non l'abbia ancora mostrato — modificata Certamente l'architettura primitiva; la pianta rettangolare dell'aula era stata trasformata con l'aggiunta dell'absideche si ricavò sfondando il muro posteriore. Più tardi ancora, nel XVI secolo11 piano della chiesa dovette subire un altro innalzamento di circa due metri poiché 11 livello del Foro continuava a salire. L'ultima modificazione del avello si ebbe nel diciasettesimo secoloquando il piano salì di ancora un metro, portando quindi l'altezza del pavimento della chiesa a circa sei metrdall'antico livello romano. Da questo livello alla profondità de i piano romano i muri perimetrali si pre'sentano in condizioni che non possonld-rsi Du°ne, ma pur tuttavia si può i- essi riconoscere gran parte della co I struzione romana. Dai sei metri in s t le pareti sono tartassate da mille aper Iture. sfondate in più punti in corrisponiaonza delle cappelle, e la muratura ro : marni vien rintracciata qua e là in pie • eolissime parti completamente som!mcrse rappezzi di ogni tempo. Nonè esagerato dire che questo è uno depiù difiiciii scavi che si sieno presen tati alla saggezza degli archeologi, cerpamente il più dimoile della zona deForo, poiché la massiccia costruziondella Curia, proprio per la sua stessasolidità, ha tentato alle più audaci imprese coloro che la occuparono nel corso dei secoli. La pianta dell'; piena muratura non avevano altra funzione che garantire maggiore stabilitaall'edificio, e vien fatto di pensare aauale mer-ivie-lioln 3t«rjndnvpv*me ho detto rettangolare ma l'edificio,.011.,=! s »' àri. i.v sto dal esterno presenta sui fianchquattro torri angolari che tirate a filodella facciata sporgono invece sui fianchi. Queste torri che erano in origine innquale meraviglioso spettacolo dovevaessere questa massiccia costruzionetemnbassi videro in queste torri la possici-lità di uno sfruttamento, ed a varie altezze irreeolarmente si comin ciarono, 1 -g i . ' 1 i a scavarvi Stanz*., tombe, scale, senzaalta ben trenta metri e fiancheggialaci torri come una fortezza. I temppreoccuparsi di dar sostegni, tanto quella muratura era solida e pareva sfidare qualsiasi attacco. L'affastellarsinoltre di moite aitre costruzioni intorno alla principale, e prima fra tutte iconvento, puntellò per cosi dire l'edificio della Curia, impedendone la rovina, cosa che sarebbe stata più che logica dato il lavorio di tarli che era stato compiuto nell'interno. Sempre in tempi antichi sì tagliarono 1 muri laterali esterni lasciando invece intatta la facciata, e più tardi, quando si costrula volta della chiesa, si. impostarono sui mozziconi dei muri tagliati, i mensoloni che la sorreggono. La disposizione dei seggi senatoriali La parte più interessante in tema di conservazione dell'edificio è naturalmente la facciata, che rimasta fino a pochi mesi fa con le capricciose aperture praticatevi in vari periodi, è stata oggi restaurata ottimamente dal Bartol: che ha saputo ritrovare con assoluta precisione le antiche finestre ed il vano della porta, gli imposti degli «reni di scarico, e che tutto viene ricostituendo con pazienza quasi fratesca. Cosi sulla facciata già si riapre la grande finestra centrale ed è segnato i. luogo dello finestre laterali, mentre più in basso, al di sotto di un arco di scarico ripristinato sugli antichi imposti, si aprirà nuovamente la porta sulle traode della muratura romana. Per l'interno il problema si presenta molto più difficile e potrebbe dirsi per ora senza soluzione. L'accanirsi degli uomini in tutti i tempi contro il venerando edificio, ha .atto si che la sua stabilità ..osse molto minata, al punteche tolti alcuni sostegni rappresentati dalle superfetazioni, si dovette verificare uno strapiombo della facciata pei parecchi centimetri. Ora quello che della chiesa che potremmo dir moderna i rimasto nell'area dell'aula, serve di sostegno ai quattro muri di cui si verreb be a trovar costituita la Curia una volta spogliata di tutte le costruzioni che vi si annidarono. Per di più manca la parete posteriore, demolita come ho già notato, per far posto all'abside della chiesa cristiana, e manca la parte superiore dei muri laterali. Quindi il lavoro nell'interno si è per ora limitato a riempire i vuoti dei muri tartassati, a colmare le grandi aperture praticate nelle torri, a consolidare infine la facciata, mediante alcune catene lunghe ben trenta metri ed appoggiate iulle travature delle navate. Lo scavo procede intanto nelle voragini della chiesa; i gradini intravisti dal Boni, e che diedero luogo a si audaci interpretazioni, ssoL-> ora rivelati chiaramente come piani dei seggi per i senatori. Erano tre per parte, larghi quasi due metri e ri vestiti di giallo antico e di pavanazzet-to, di cui restano parecchi lastroni. lseggi erano mobili ed evidentemente dlegno, dato che non v'è alcuna traccia di impostazione e dati anche certi particolari narrati da non pochi scrittorcirca i tujiulti che si svolgevano neForo ed in cui i seggi senatoriali avevano non piccola parte. La parete dfondo aveva un unico gradino destinato ai banchi della presidenza e le votazioni si dovevano fare probabilmente pealzate e sedute o per passaggi da un lato all'altro della sala. La Curia Senatus, il più significativo monumento della Roma di tutti i tempidalla Repubblica all'Impero, sta dunquper essere restituita all'ammirazione dRoma e del mondo. Non vi troveremla statua della Vittoria che Augustaveva consacrato e che Graziano fectogliere, ma chi, pur se manca il simulacro, non crede oggi nella Vittoria? R. P.

Persone citate: Alfonso Bartoli, Bartoli, Cicerone, Curia, Giacomo Boni, Papirio

Luoghi citati: Roma