La città rinnovata

La città rinnovata La città rinnovata ,, , .. ..gila ammirevole coordinazione ditutte le energie, dal vertice alla basede!la piramide, che in tutti i campi del. l'attività distingue il Regime Fascistato passati governi, il rinnovamentodeUe &randi città è u fatto che piùC0lp;Sce- Opere immense il Regime ha com- piuto dal giorno della sua instaura- lione ad ostri, e di tale vastità da ba- stare a tutto un lungo ciclo storico: acquedotti, ferrovie, autostrade, ca- mionabili| re(jenzione e restituzione al- ia coltura di intere plaghe malsane, dispensatrici di malaria, valorizzazio- risollevamento dalla se- ni minerari colare inerzia generatrice di sconso- lata miseria di intere province e re- gioni, ed altro, altro ancora, di cui ogni 28 Ottobre, da dieci anni, ci por- ta l'eco tra i suoni delle fanfare che accompagnano al passo cadenzato lo sfilare delle masse dei lavoratori, l quali, secondo la felice espressione di Edmondo Rossoni, hanno ritrovato la Patria. Tutto ciò riempie di meravi- glia noi stessi che di anno in anno abbiamo seguito le celebrazioni inau- gurali delle opere: tuttavia la cit- tà, forse per la maggior varietà di nteressi e di istituzioni in essa raccol-ti, anche nella graduatoria di ciò che l Regime ha attuato esprime un suo]fascino che soverchia ogni altra sec-|trasformazioni avvenute, che cosa di più suggestivo? L'opera risanatrice Si pensi alla Torino del 1922 e a quella del 1932. Non parliamo dello sbalzo demografico, pure strettamente collegato a quello edilizio; soffermiamoci invece a osservare la città netìa"£a ottura T nesuo fu^otj,omQ„+„ j - sa''lone' Quel ritornare ad essa degliassenti, dopo appena pochi anni, e non riconoscerla più o quasi, per lei* namento urbanistico. La guerra le aveva dato una potenza di créscita che straripava, per cosi dire, da ogni parte. Nuovi e formidabili problemi incalzavano a imprimere all'irrompere delle forze dall'e-, sterno un carattere che suggeriva sem->pre più l'idea del caos. Era il momen-!to decisivo in cui, nella civile e pacifi-|ca emulazione degli altri grandi cen-(tri, con lo sfavore della posizione ap- partata rispetto al nodo delle princi- pali comunicazioni interne, si trattava, !o di mantenersi saldamente nelle linee conquistate e prepararsi a nuove asce-;se, o dì rassegnarsi a un ruolo di se-cond*ordine. !II problema fu compreso dal Regime|ta tutta la sua estensione. Non v'era, all'inlzio, da far altro che asseconda- re il fenomeno della créscita, disci-!plinandone le molteplici manifestazio-lni. Incominciò così la fase ricostrutti-;va, che potè procedere sistematica- 'mente ed evitare il pericolo accenna-.to, appunto grazie allo stile fascinaijijdella rapidità delle decisioni e dell'attuazlone' rese possibili dal tramonto degli org'ani llbera». nei quali un enor- S*^S^Sn& fatt0;.ma poco 0 nulla concretato. Più tardi la UJlità. di comando affidata a! Podestà permetteva di intensificare ancora l'opera rinnovatrice, ma questo non bastava. Per non ricadere nella confusione e nel caos, occorreva arrivare a quella che era stata sino dalle origini della Rivoluzione la concezione urba- natica mussoliniana": fare della città pulsante ma informe, quale il Regime aveva trovato, un organismo moderno, !perfetto, in cui a ogni movimento cor- rlsnondesse una particolare funzione. In !altri termini, la città organica com-!pietà nell'equilibrio dei traffici e deiiservizi pubblici, delle necessità mate^ riali e di quelle dello spirito. La città anche urbanisticamente fascista. Un intervento decisivo Si verifica allora il personale intervento di Mussolini che decide della demolizione e della ricostruzione di via Roma. A colpi d'ascia le vecchie malefiche radici vengono recise e da via Roma l'azione risanatrice si estende a -tutti gli isolati infetti o ingombranti del vecchio centro, venuto meno al suo compito di dominatore di tutta la vita cittadina. Questa, dal perimetro dall'anteguerra si era spinta avanti in direzione delle aree esteriori poco prima ancora destinate a orti, campi e prati. Da! imite dell'antico anello perimetrale, numerosi corsi e vie di nuova formazione si erano staccati, intersecandosi di piazze, con una tendenza sempre più accentuata verso le case alte, sebbene a disciplinarne gli eccessi sorgessero sui medesimi allineamenti infiniti villini e qua e là la vicinanze delle fabbriche inducea.se privati e Comune, que5t'ultimo di iniziativa propria 0 per il tramite dell'Istituto delle Caso popolari, a provvedere alla mancanza di alloggi per i lavoratori con edifici isolati o a gruppi, in tale quantità da arrivare all'esaurimento delle richieste. Da solo, l'Istituto, della Marcia su Roma in poi riuscì ad allestire circa settemila tracamere effettive e locali per negozi. Ciò esigeva l'estensione dei pubblici servizi: trams, illuminazione, g'as, condutture del sottosuolo. Necessitàmateriali. Accanto ad esse le necessitàspirituali: le scuole. Insieme con quo-ste. le esigenze della salute. E nói il collegamento delle snonde de- fiumi Haiquali ormai ù? cltteT*trRVe^ Il Regime provvide a tutto. A taceredegli altri servizi la rete tramviaria èRivenuta tra le più estese; gli edificiscolastici, grandiosi, bene arieggiati dah con nu padiglioni e culminati ne] imponente costruzione delle Moli- Eette| phe riassume da sé tutta la ge-n«rosa pratica ormai millenaria dei. s opere create a Torino r-er l'assistenza 1 Abbelliti i nuovi quartieri ^"^"Sri ù"S"SiJ..™°¥.^zf~yponti di superba costruzione. Arriccili- ta con condutture non meno grandiose la dotazione di acqua potabile; create fontane, rialzati i marciapiedi, asfalta- te le vie, eliminandone quasi totalmen- te la polvere con incalcolabile vantag¬ rjer l'igiene * 6 per „jj 0nerai e ner il PODolo ■ < ! n„JLL , ,„ Ancora. Il Comune fu presente e in qualche m0l1n partcdnò o contribuì alla erezione delle nuove caserme, all'ab- bassamente del piano della ferrovia che iderò la citt"! dai passaggi a livello e at* altre opere statali o provinciali, emattazione, del resto, tutte quante del Re.Time.cio5 della politica ricostruttri- co di Mussolini. Per conto del Comune s°no tuttavia altresì da ricordarsi — e che formuliamo a memoria è utt'altro che completo — lavori arditi come il « tunnel *> di corso Girgenti sot-o la e Fiat »; la riorganizzazione dei mercati, improntata al criterio di gio-vare al consumatore e aiutare la piccola borghesia, gli operai e in genere la gene minuta del popolo, a superare la crisi; la creazione del grande mercato deia verdura pure nei pressi di corso Girgenti: lo spostamento dei capolinea deie tramvie intercomunali: la costruzione di riuovi uffici por i servizi municiPali, tra i quali la bella sede della Biblioteca civica; la restaurazione di Paazzo Madama; il riordinamento dei Musei; l'estensione della cultura proessionale. Dal suo ingrandimento la città non poteva ricavare la forma dedalea di i esigeva comunicazioni rapide e direte da un punto all'altro per il trasporo delle merci e delle derrate, senza arecare ingombro al movimento consueudinario. Rd ecco la radiale, l'arteria principe conduttrice e smistatrice. l'ulima espressione urbanistica per il funionamento della metropoli, quella che, nche se è destinata a mezzi di tra3- ^ frazione mista^ si potrebbe chia mare l'autostrada dell'alimentazione ittadina. un infinito snodarsi all'interno dì corsi e vie. Ciò avrebbe finito per condurre all'ingorgo. Il problema dei rifornimenForza irresistibile I borghi del Po, al di là del fiume, ivevano come avulsi dal resto della ltta- A valorizzarli, a metterli in luce; ontribuì 11 problema della collina. Queta Pure non era che una immensa ditesa di valli malamente intercomuniarjti. Sospiro dei torinesi e mèta delle oro &ite festive, la collina, pur così a ortata degli abitanti della riva sinitra del Po> era lontana per la deficlena delle comunicazioni. Sul fiume venero gettati altri ponti monumentali; le elazioni fra le due rive si strinsero, i borgm' r,ifi°rirono di nuova vita, si este?.ro a lor° Y°lta' .Ebbero scuole- ml" iramenti stradali, estensione di tut1 'servìzi. Alle loro spalle la collina, 0"0 ,a Pressione del piano regolatore, ubl una trasformazione totale. Argiato e in Parte coPerto il rio di Valsa- ce, una superba rete di strade nuove " collegamento con le vecchie porto il ombe delle automobìli in tutti i recesi e le alture collinari, fino al Parco ella Rimembranza e. più in alto, alla nea di vetta e a Superga, la cui straa, allargata con il suo continuato Belvedere, è divenuta una delle arterie iù attraenti. Oggi il Regime ha fatto ella collina il più grande e più meraiglioso parco, a carattere unitario, ella città. Domani esso sarà uno dei iù potenti strumenti dello sviluppo tuistico locale. Così attrezzata, e così voluta da Musolini il quale da Roma ne ha sempre ."► eguito, lo sviluppo e incitata liascesa, a metropoli piemontese può attendere i suo domani. Sullo sfondo della suatn,,:tlIra urbanistica razionale che ne a uno dei centri ltallan1 meglio orga izzati e funzionanti, la fitta siepe del e sue officine, capeggiate dal colosso dell'automobile, sta a rappresentare a sua forza e la sua funzione che non t

Persone citate: Edmondo Rossoni, Mussolini

Luoghi citati: Roma, Torino