Tramonto di Rothschild

Tramonto di Rothschild Tramonto di Rothschild VIENNA, ottobre. Il nome Rothschild brillava a lettere di fuoco sopra una vetta inaccessibile: la luce sembrava non si dovesse mai spegnere, la montagna pareva risoluta a negare il passaggio a profanatori. Quel nome era un mito: simbolizzava ricchezza, sicurezza, potenza. Su monti vicini avevano incominciato a brillare i nomi dei cavalieri dell'inflazione, ma tutti su vette più basse: nessuno riusciva a portarsi all'altezza di Rothschild, nò Rothschild si degnava di scendere sino ai minori. Miliardari quanto aves- serò voluto, geniali manipolatori d'affa- ri quanto avessero potuto, Rothschild non li conosceva: la loro ricchezza era dì data troppo recente, la loro genialità non si era sperimentata per oltre un se-colo. Neppure erano nobili: il tempo incui quelle ricchezze erano sorte era de-mocratico, e quattrini so ne potevano mettere assieme tanti, mentre titoli non se ne potevano ottenere, essendo abo- liti. Sicché Rothschild ignorava i nuovi ricchi, non l'invitava, non ne frequenta-va i palazzi, ostentava freddezza nel rispondere ai saluti. Non c'era mo- tivo di stringere amicizia con persone le quali, prima o poi, avrebbero perso il patrimonio, 1 palazzi e la bona. Lui, per contro, sarebbe rimasto. E invece i Rothschild d'Austria ora tramontano. Dall'albero che verso la fine del diciottesimo secolo aveva posto radici vigorose nel ghetto di Francoforte s'erano dipartiti quattro rami: uno s'era spinto a Napoli, l'altro a Londra, il terzo a Parigi e il quarto a Vienna. Il ramo di Napoli non prese piede, e fu tagliato che son più di cento anni, la casa madre di Francoforte ha vissuto sino al 1901. Quando i Rothschild viennesi, terminata la liquidazione della CreditAnstalt, si saranno ritirati dagli affari, il peso della tradizione di Francoforte graverà su N. M. Rothschild and Sons, di Londra, e Rotschild Frères, di Pa-ngi. Fondata nel 1812 da Salomon Me-yer Rothschild, morto nel 1855, conso-lidata da suo figlio Albert, morto nel1892, la casa austriaca viene chiusa dalA.IJ. .1: A lt.n.1- T ....li. il nn« figlio di Albert, Louis, il quale non è riuscito a smentire il pregiudizio che per le grandi aziende sorte nello scorso secolo lo scoglio più difficile a superare sia quello della terza generazione. Alla terza generazione hanno fatto naufragio pure i Pollaci:-Parnegg, fra prima e seconda generazione diventati i fornitori di prodotti tessili di mezzo mondo.Mezzo miliardo in fumo Il crollo delle grandi fortune è un fenomeno della nostra epoca non accompagnato dalla formazione di fortune nuove: la distruzione dei vecchi patrimoni' non si riduce, in altri termini, ad un trapasso di beni dalle mani di gente inetta in quelle di gente più capace, salva l'ipotesi che il trapasso avviene, si, ma in maniera per il momento in-visibile. O s'è spenta la razza dei Bonaparte delia finanza, o assistiamo ad una radicale trasformazione della nostra economia. E l'ultima generazione dei Rothschild austriaci nè ha prodotto un Bonaparte della finanza, nè s'è accorta che qualche cosa, nel mondo, avveniva. La stirpe ha forse perduto l'antica vitalità e genialità? è forse veramente un male contare nel proprio albero genealogico, fra otto avi paterni e materni, sei Rothschild? Se è vero che i matrimonii fra consanguinei determinano decadenza o addirittura degenerazione, bisognerà riconoscere che la vecchia aristocrazia austriaca e gli Absburgo, alla cui sorte si ama adesso paragonare la sorte dei Rothschild, hanno opposto all'inesorabile legge una resistenza assai più lunga. Non potevano sopravvivere agli Absburgo ed alla Monarchia danubiana, si dice, perchè, dinastia anch'essi, avevano anch'essi conferito alla loro organizzazione finanziaria una struttura troppo calcata su quella dell'Impero. Alio smembrarsi dell'Impero ci sarebbe voluto, fra i Rothschild viennesi, un degno erede del capostipite Meyer Amschol — colui che venendo a morte esortò i cinque figliuoli a non dividersi, a non convertirsi e a non sposare che parenti stretti —, ma ia terza generazione s'era raffinata sino a provare il disgusto del danaro e si sentiva, sebbene la sua baronia fosse di fresca data, più nobile dei marchesi c dei conti che di casa Rothschild apprezzavano le bellissime feste e i generosi anticipi. La terza generazione, in realtà, s'era dedicata al signorile godimento dei frutti, anziché alla savia amministrazione del capitale, per ultimo avvenuta quasi senza controllo da parto sua. Dieci e cento teste dì direttori e procuratori si divisero compiti che gli antenati dei padroni mai più avrebbero affidati a terzi. Fra le dicci c cento teste, mentre si rifaceva la carta dell'Europa centrale e sud-orientale, non una giudicò lucidamente il presente e l'avvenire e parecchie, invece, spinsero i capi verso combinazioni di carattere speculativo: la serie fu inaugurata con una banca fondata in Olanda per stornare dall'Austria quella parte della fortuna liquida dei Rothschild che qui sarebbe finita o nelle mani dell'avido Governo, o ne! vortice dell'inflazione. Credo che il barone Louis Rothschild, gran signore, cacciatore appassionato,giocatore di polo dei più entusiasti, ab-bia incominciato a sapere qualche cosadi concreto sulla gestione della sua ban-ca olandese allorché gli confidarono chefalliva, mentre la catastrofica situazio-ne della Credit Anstalt, da lui presie-duta, deve essersi delineata davanti aisuoi occhi soltanto il giorno in cui i di-rettori gli consigliarono di chiedere alGoverno di ricambiare il favore fattonel 1929, assorbendo, senza neppure guardare i bilanci, la Eoden Credit Anstalt. La cortesia sollecitata dal Cancelliere Schober era costata al barone Louis, in contanti, trenta milioni dscellini, più di ottanta milioni di liredisturbato mentre era a caccia, non aveva saputo opporre un rifiuto. Diede il consenso, sborsò i quattrini. Fece, insomma, un bel gesto, del quale oggiperò, non si ricorda nessuno: e, anzisiccome socialisti e comunisti non la smettevano di domandare il sequestro della fortuna di Rothschild per risarci re i creditori e gli azionisti della ere dit Anstalt. il Gabinetto Dollfuss ha fi -nalmente deciso, mediante un'ordinan za, di ricorrere a tale misura nei con fronti dei maggiori responsabili della rovina dell' istituto, soprattutto perchè hanno percepito dividendi mentre la banca risultava già in crisi, n barone Louis Rclli.sthild salverà ifra di venti milioni di scellini. Nel frattempo il crollo della Credit Anstalt ècostato ai Rothschild viennesi, che nesuo patrimonio dalla confisca, soltan to nel caso che si accetti la tesi che per ia Credit Anstalt egli ha pagatoulm somma Infinitamente superiore adividendi illecitamente percepiti. Tut ti assieme — cioè a dire fra quelli verLati a Rothschild e quelli versati ad al tri _ ; alviden& rappresentano una ci erano fortissimi azionisti, qualche cosacome duecento milioni Ui scellini, più di mezzo miliardo di lire. I cugini d'oltre Manica Si: come Rockfèller rimane un riccone pure dopo che il suo patrimonio s'è ridotto ad appena .75(1 milioni di dollari, anche ai Rothschild austriaci resterà il necessario per continuare a vivere in agiatezza. Ma la gloria è finitaè finito il fasto, è svanito il fascinoRothschild fa economia: e già un anno che ha licenziato trenta impiegati deil'amministrazione privata "e settantafra camerieri e giard'nieri I suoi do- mesticì Ri contano ormai sulle" atta, in cucina non c'è più il cuoco ch'era aVienna un personaggio leggendario I . . ' ' oellissimi giardini e le serre che lo zio Nathanicl aveva fatto sorgere sulla Hohe-Warte staralo per rimpicciolirsi o per sparire : la terza generazione vend19.000 metri quadrati di terreno a imprese che intendono costruirvi ville e casette per una famiglia. Per accederai giardini si pagava una tassa che andava a beneficio della società di pronto soccorso e in aprile si potevano ammirare grappoli d'uva superba, pere e fragole coltivate nelle serre. Di là venivano le più belle camelie, le più belle orchidee, i più bei fiori... La vecchia Vienna ne era orgogliosa e le guide consigliavano ai forestieri di visitare queparco inglese dalle aiuole ben curatericco d'alberi esotici e disposto in maniera da permettere una deliziosa vistaII ramo austriaco della dinastia Rothschild si atrofizza, anche perchè i parenti di Londra e di Parigi hanno imposto al barone Louis, al cugino chdal salone presidenziale della CrediAnstalt sembrava governasse l'Austriadi ritirarsi dagli affari: un po' tardi cugini si sono accorti che la terza generazione austriaca di affari non s'intendeva. La scoperta l'ha fatta il cugino Lyonel. che - - vacillando la CrediAnstalt — piombò qui da Londra peverificare i libri di cassa con una pedanteria che al cugino Louis deve avere cagionato molta sorpresa. Terminata la verifica il capo della N. M. Rothschild and Sons pose la condizione indicata ed altre ancora, dichiarando che altrimenti fondi indispensabili per fare onoragl'impegni dirotti della casa austriaca non sarebbero stati approntati. I membri della casa austriaca avrebbero molto saggiamente agito riflettendo sull'opportunità di trasferirsi in Inghilterra o in Francia, però dopo di avere liquidato al meglio i palazzi, le ville e le tenute di caccia c quanto altro non produce danaro ma ne consuma. Il tempo del lusso è finito: i signori cugini hanno da economizzare. Il barone Lyonel era già rientrato nella sede londinese della N. M. Rothschild and Son.-. allorché comparversulla piazza di Vienna dei periti di Duveen. Non conoscete Duveen? I! grande, il celebre antiquario inglese'.' L'antiquario dei principi e dei miliardariGli anliquarii viennesi, per riuscire ad appurare di quale aggetto Duveen si interessasse, organizzarono — come asolito — il pedinamento dsi periti, chpe furono visti entrare nel palazzo Rothschild. Cosi, grazie ad indiscrezioni, s'saputo che il ramo austriaco dei discendenti di Meyer Anischel ha dovuto darai rami francese o inglese delle garanzie per i prestiti ricevuti e che il raminglese aveva desiderato far stimare lcollezioni artisti) ho del ramo austriacoDa ciò potremmo ledurre esse del ramo inglese incora sana. ITALO ZINGARI-!.LI la linf