Il Duce fra i lavoratori

Il Duce fra i lavoratori Il Duce fra i lavoratori La visita alle opere restauratrici e rinnovatrici di Roma millenaria fra nana Veiezta e U Roma, 6 notte. Oggi è stata una di quelle giornate In cui il Duce chiude, per breve ora, la fina stanza a Palazzo Venezia e a piedi, Inatteso, passa per le vie di Roma seguito da un piccolo stuolo di autorità e di funzionari. », Fedele al suo metodo di apprezzare molto i rapporti, i progetti, le descrizioni dei collaboratori, ma di voler sempre vedere le cose con 1 propri! occhi — acuti e incontentabili occhi di organizzatore'' e di Capo — Egli ha compiuto una minuziosa visita ad un gruppo di opere pubbliche che sarà inaugurato il 28 Ottobre nel Decennale della Rivoluzione. Si trattava stamane della vasta t organica sistemazione edilizia del centro della capitale, di quella zona piena di difficoltà e di responsabilità tremende per un rinnovatore, che abbraccia nel suo largo perimetro, monumenti come il Vittoriano, il Campidoglio, il Teatro di Marcello, il Foro di Traiano, il Colosseo e le auguste e millenarie rovine del Foro repubblicano che è quanto dire l'essenza nuova ed antica di Roma. La commovente accoglienza Sul teatro di questa mattutina ispezione del Capo le squadre operaie, un complesso di 4000 lavoratori di ogni regione d'Italia, erano intenti alla loro dura fatica che si è fatta in questi giorni più intonsa con l'approssimarsi della data in cui tutto dovrà essere pronto e compiuto. Nulla era trapelato in precedenza sulla visita che avrebbe stamane onorato e rallegrato lo svolgimento di tanto lavoro e dovunque è stata una viva e confortante sorpresa. A mano a mano che la figura del Duce era individuata al centro del piccolo gruppo di autorità, che entrato all'improvviso nel recinto degli assiti, si aggirava tra ì marmi, le armature, le pozzanghere e il cumulo di mattoni e di pietrisco, tutto cercando e tutto osservando, erano scene pittoresche e commoventi che testimoniavano ancora una volta del prestigio che circonda Mussolini e dell'amore impetuoso e schietto che il popolo gli porta. Indocili a qualsiasi richiamo alla disciplina, gli operai irrompevano sui suoi passi agitando in alto in segno di saluto festoso le zappe e i badili, lo cercavano tumultuosamente, si accalcavano intorno alla sua persona, sfiorandogli l'abito fino a lasciarvi sopra bianche impronte di calcina. Il Duce, lungi dal rifuggire da questo contatto, arrestava per un attimo quel suo passo fermo e sicuro abituato a procedere sui muricciuoli e sui pontili, sulle tavole traballanti e sugli orli dei fossi con una perizia spesso orgogliosamente affermata dì antico manovale, e indugiava in mezzo al popolo festante fermandosi ad interrogare i più vicini passando il braccio sulla spalla dei più vecchi, sorridendo a coloro che si spingevano a rudi gomitate fino a Lui, lanciando una parola, un grido, un calala» fervido di passione. Lo spettacolo sempre uguale e sem pre vario, metteva una nota di una pit toresca vivacità sullo sfondo più glo ri oso che mai abbia avuto dimostrazione di folle; e la festa degli operai scamiciati che si stringevano intorno al Duce tra l'Altare della Patria, l'Arca capitolina, il Colosseo parevano assur< gere veramente ad un significato simbolico. Era ad un tempo celebrazione del lavoro, omaggio alla romanità, esaltazione del Fascismo, del Fascismo che ha saputo segnare la sua impronta indelebile sul volto immortale di Roma, senza nulla distruggere dell'antico splendore; che ha saputo contemperare il vecchio ed il nuovo, restaurare e modernizzare, contentando gli uomini ansiosi di luce, di spazio, di vita e quelli giustamente gelosi di tante storiche testimonianze di un passato glorioso. La visita si è iniziata alle 8,30 ora in cui il Duce accompagnato dal Governatore di Roma, Principe Boncompagni Ludovlsi, si è recato in via San Marco ove sono pressoché compiute le opere per l'allargamento a 20 metri secondo il piano regolatore di quell'arteria che costituisce l'inizio dell'ampliamento di tutta la Via delle Botteghe Oscure fino a Via Arenula. Erano ad attendere il Duce il senatore Corrado Ricci, il Capo dell'Ufficio Stampa, onorevole Polverelli, il Segretario Federale dell'Urbe comm. D'Aroma, il Segretario Generale del Governatorato, Prefetto Petroni, il Direttore dei servizi tecnici, ing. Salatino, il prof. Munoz, l'architetto De Vico, ed altri tecnici del Governatorato preposti alla esecuzione dei lavori. Il Capo del Governo si è soffermato ad ammirare la sistemazione della nuova strada. Il problema che qui era stato segnato dal piano regolatore consisteva sostanzialmente nel togliere alla Via delle Botteghe Oscure — larga appena 6 metri — la buia e angosciosa attualità del suo nome e i valorosi tecnici del Governatorato l'hanno risolto con un'opera solo in apparenza semplice. Una via non più oscura Due grandi palazzi barocchi, due monumentali e massicci palazzi della Roma settecentesca, quello del Gesù a destra di chi guarda verso piazza Venezia e quello della Fabbrica di San Pietro a sinistra, sono stati cortesemente ma fermamente invitati ad arretrarsi di alcuni metri ammainando un po' del loro orgoglio invadente dinanzi alla necessità del traffico cittadino. Dopo l'operazione che in gergo ginnastico si direbbe c allinearsi un passo Indietro» le nuove fronti degli edifici sono state ricostruite nella loro pristina fisionomia. La nuova facciata del Palazzo del Gesù appare già completa infatti con gli stessi elementi architettonici e perfino con gli stessi materiali della facciata demolita; il che non è stato piccolo successo della mo. dernissiana chirurgia edilizia; e anche l'edificio prospiciente nulla accusa della grave operazione subita ed ergela sua" nuova facciata di sobria archi- via, cosi ampliata, scopre nuove vi- msuall di suggestiva bellezza con lo | ao e i e a n e i o l d i l e l l i l e a a n o o i l a e . e a e sfondo dei Vittoriano, della Colonna Tradana, della Torre delle Milizie, e delle cupole delle Chiese di Santa Maria di Loreto e del Nome di Maria. Seguito dagli « alala » degli operai, il Duce esce in Piazza Venezia e si dirige là dove fervono 1 lavori per la sistemazione del braccio occidentale dell'Esedra arborea di Piazza Venezia. Egli sale sui grandi blocchi di travertino che formeranno gli ampi quattro gradini dell'esedra, e indugia ad ammirare l'aspetto dell'insieme. Qui si prepara al romani per il 28 ottobre, quando le alte palizzate che recingono i. cantieri saranno abbattute, una delle ••sorprese più gradite che riserba 0 Decennale: il Vittoriano estollendo alfine 1 suoi fianchi totalmente liberati dalla fungaia di casupole che erano sorte ad opprimerli con la caotica arbitrarietà delle vegetazioni parassitarie, apparirà assiso tra un duplice colonnato di Italici pini tra cui correranno siepi di alloro e biancheggeranno blocchi marmorei. Prima di lasciare l'Esedra, Mussolini dà direttive per le opere di giardinaggio che completeranno a tergo la decorazione dell'opera, opera che egli giudica degna di inquadrare l'Altare della Patria. Egli si ferma anche ad ammirare i piloni destinati a sorreggere le antenne delle bandiere e si interessa vivamente alla tecnica dei lavori. Per l'Aracoeli, dove molta folla si è raccolta e applaude, si passa a visitare la zona del Teatro di Marcello. Anche qui un romano assentatosi dalla capitale in questi ultimi tempi, stenterebbe a riconoscere i connotati dei luoghi. Le demoUzioni testé compiute delle case sulla vecchia Piazza Montanara, hanno scoperto un altro vasto tratto delle pendici occidentali del colle capitolino in corso di sistemazione con alberature ed opere di giardinaggio analoghe a quelle del precedente tratto della Rupe Tarpea. Con la sistemazione che si sta completando, la via Tor de' Specchi si dirama in due bràcci l'uno ampio trenta metri proseguente per via Bocca della Verità destinata ad essere parimenti allargata in un secondo tempo; l'altro degradante fino alla base del Teatro Marcello completamente Isolato. Dal primo di essi si diparte la-nuova via larga venti metri che raggiùnge il Lungotevere Plerleonl e la Piazza di Monte Savello ampliata e sistemata a giardino. Al margine della grandiosa via. dal lato verso il colle capitolino sono stati scoperti importanti resti del Foro olitorio che rimangono in luce opportunamente restaurati presso una casetta medioevale emersa dalle demolizioni la quale con dei restauri viene conservata nel quadro della suggestiva sistemazione di quel tratto delle pendici capitoline. Sul Colle Capitolino Gli ultimi scavi a ridosso del Teatro di Marcello hanno rivelato nuovi importanti resti sia del Foro olitorio, sia della scena dello stesso Teatro. Il Duce osserva tutta la zona, sale a mezza costa sul colle capitolino che si erge ora in tutta la sua maestosa bellezza sullo splendido panorama, sosta a capo di una rampa, già verdeggiante di lauri e di mirti, su una specie di belvedere e qui si ferma a godere lo spettacolo veramente superbo nella mattinata limpida e pura dopo una nottata di piogge torrenziali. Poi discende, supera molte siepi, vive di braccia rese e di occhi accesi e si reca p veliere gli avanzi ben conservati del Foro olitorio, per tanti secoli celato alla vista da un agglomerato di casupole. Le finestre tutto intorno sono costellate di grappoli umani da cui partono fremiti di « alala » e di « evviva », ed altra folla entusiasta si accalca nella piazza. Nel quadro pieno di festosa animazione, l'attenzione di Mussolini è richiamata da un gruppo di bimbi che pare capeggiare la manifestazione. Il Duce si avvicina e si mescola sorridendo ai piccoli plaudenti, ed ecco subito le mamme far ressa per la presentazione: « Quello, Duce, è 11 mio. E' Balilla. E ce ne ho altri cinque Avanguardisti e Giovani Italiane. Mio marito è fascista ed è stato combattente ». Un'altra spinge avanti il proprio figlio rimasto chiuso nella ressa e proclama: «Anche il mio è Balilla!». Ostentano cosi i loro gioielli, come l'antica dama romana e hanno un gran luccicore negli occhi: care e buone mamme del popolo! Sulla porta della chiesetta di San Nicola sono ad attendere il parroco e 11 vice-parroco: il Capo del Governo muove verso di loro, li saluta ed entra. La chiesa è una delle più antiche di Roma, ma il prof. Munoz informa che ha avuto parecchi restauri successivi tra cui uno nel secolo scorso. Il Duce vuole visitare la chicca di cui ammira il bel soffitto a cassettoni riccamente dorato. Si compiace col parroco che lo informa che, nonostante le demolizioni, la parrocchia conserva un notevole numero di « anime ». Passando a visitare il restaurato Teatro di Marcello, Mussolini dà alcune direttive suggerendo, ad esempio, che il Teatro sia di notte illuminato con discrezione per dare al monumento un raccolto e austero aspetto. Qui lo avvicina un foltissimo gruppo di operai festanti, uno dei quali, mentre la dimostrazione si svolge con vibrante intensità, intercede perchè gli sia restituita la tessera del Partito sospesagli per una lieve colpa disciplinare di cui si dice pentito e mortificato. E' subito esaudito. L'ultima parte della visita è quella dtfclccnqlzrdnfdscdsfsasnnmnelact2lnsmtt11rsche ci rlserba le sorprese più belle. Dal Teatro di Marcello,. Mussolini si reca direttamente al Foro Traiano donde, dopo avere ammirato i lavori per la costruzior- dell'altro braccio dell'Esedra e per 11 restauro della Basilica tripla si inoltra con 11 suo passo fermo - per la nuova Via dei Colli, Avanziamo mento e qui abbiamo veramente la ml aura della straordinaria sensibilità e- a a e l . . n 1 o . i e i e a e o , e o , o i a e i a dllizia con cui essa è stata cominciata ed attuata, sensibilità che avrebbe fatto onore a Sisto V. Tutti 1 magnifici dati prospettici che i costruttori del la mediocre Roma dell'800 avevano con un» n,™ m „„H„,,.Hn..attgscon una cura che sapeva di ostinazio ne ignorati, trascurati, cancellati, sono questa volta utilizzati e valorizzati all'estremo. Il Vittoriano, Palazzo Venezia, il Campidoglio, i Fori imperlale o repubblicano, le chiese di San Martino, di San Luca, dei Santi Cosma e Damiano, il Palatino, il Colosseo, il Cello e in fondo, in distanza, l'ondulato profilo dei Colli albani, ecco il panorama, lo scenario incomparabile, la splendida cornice in cui è tagliato, in cui si inquadra ampio rettilineo, luminoso questa strada destinata a sbaragliare, al confronto, tutte le vie di Roma, e ad essere veramente la grande e maestosa arteria della nuova capitale! Passando sulle orme del Duce, dinanzi alle visioni che la nuova strada ci offre come nel più allucinante dei film, prestiamo attenzione ai tecnici che ci illustrano con dati la fatica compiuta. Sintesi della storia di Roma Fatica, anche come mole, imponente e, può dirsi che si sia dato l'assalto alla geografia, perchè un' intera collina alta diciotto metri — la Velia — che chiudeva il cammino al Colosseo, è stata rapidamente spianata. Dal giorno 20 agosto, data d'inizio dei lavori, millecinquecento operai specializzati hanno lavorato giorno e notte, alternandosi in due turni continui; centinaia di migliaia di metri cubi di terra sono stati rimossi e gli scavi sono stati talmen te profondi che hanno portato alla luce 10 scheletro di un elefante preistorico. La strada che, unendo il Colosseo — 11 più maestoso dei monumenti della romanità — all' Altare della Patria, sembrerà sintetizzare la storia millenaria di Roma e riassumere il faticoso cammino della stirpe, sarà fiancheggiata da vasti giardini verso il Foro di Cesare e le chiese di San Luca e di San Adriano: larga, per tutto 11 suo trac ciato, trenta metri, si dilaterà in una piazza ampia diecimila metri quadrati allo sbocco della via Cavour, verso il Foro romano ove una nuova recinzione, intonata alla nobiltà dell'ambiente, lascierà completamente Ubere, a chi percorra la monumentale nuova via, le visuali verso le zone archeologiche adiacenti. Subito oltre la via Cavour, la nuova strada rasenta la monumentale basilica di Massenzio, già restaurata: attraverso i riaperti formici della basilica, in una visione di bellezza si presentano i resti delle costruzioni imperiali del Palatino, nella loro austera cornice di verde, Nell' esecuzione dell'opera, ci spiega uno del tecnici presenti, nulla è stato rinvenuto che meritasse di essere conservato, per importanza storica ed archeologica, nella parte destinata a sede stradale, ciò che del resto era risultato da precedenti assaggi fatti nello scorso anno. Invece, dal lato destro della strada, è stata rivelata e restatirata l'abside della basilica di Massen zio, insieme alle strutture veramente Importanti di epoca imperiale ad essa adiacenti Tra la basilica ed il Colosseo, le zone a lato della strada vengono sistemate con terrazzi e rampe di accesso, opportunamente studiate ed in modo da lasciare libere le più importanti visuali verso la chiesa di Santa Francesca romana, 11 tempio di Venere e Roma, l'Arco di Costantino ed 11 Colle Oppio, Due rapide decisioni La visita del Duce, che si sofferma spesso ad ammirare i particolari della grandiosa opera, è piena di episodi : quando passa dinanzi al Foro di Cesare, nota che la statua di Cesare non si vede, n Duce ne parla con 11 governatore e con gli Ingegneri, dai quali apprende che la si dovrà spostare per trovare la sua definitiva sistemazione. Sotto le volte della basilica di Massenzio, il governatore spiega che non si è ancora potuto conseguire un definitivo accordo con la Direzione generale delle Belle Arti e la Direzione del Co losseo, circa 1' opportunità o meno di chiudere l'accesso, di lasciarlo libero o di limitare e disciplinare l'accesso al pubblico. Ma il Duce, che non ama le procedure troppo oompllcate e quando può recide con un colpo 1 nodi gordiani del' le questioni burocratiche, debberà seduta stante. La basilica di Massenzio resterà aperta al pubblico. Le risoluzioni di Mussolini non possono che essere le più favorevoli al popolo. Poi, si volge ancora una volta ad ammirare la via per la quale 11 28 ottobre sfileranno 15 mila mutilati di tutte le regioni d'Italia Ancora un breve tratto di marcia (non per nulla gli operai vedendolo" passare a quell'andatura travolgente rivedono in lui 11 bersagliere e come tale lo salutano: «Viva il primo bersagliere d'Italia! »); poi Mussolini si reca a visitare la nuova via che dipartendosi da San Gregorio al Celio raggiunge 11 piazzale alto del Colosseo costituendo cosi, intorno all'anfiteatro Flavio, con la rampa già esistente ora ampliata verso il colle Oppio, un anello di spaziose arterie per la viabilità nella zona. Con questo la visita è finita. Il Duce manifesta al Governatore la sua soddisfazione per questo imponente complesso di opere che, nella ricorrenza del Decennale della Rivoluzione daranno una rinnovata impronta di bellezza alla capitale; quindi sale sulla sua macchina, saluta romanamente e si allontana. l j Su', vastissimo piazzale dominato dalla a mole dell'anfiteatro Flavio, un'enorme , a o o folla il cui nucleo centrale è costituito dagli operai del cantiere applaude ancora, agita ancora le mani, i fazzoletti 1 cappelli le zappe e 1 badili, prorompe ancora nel grido entusiastico: «Duce! Duce! », i iltPdpScngCDcCBrimtdgcèunaspttltcavlguad Poligono di tiro a segno uapo aei uoyerno. andava avvicinandosi l'ora Roma, 6 notte. I tiratori della gara straordinaria di tiro a segno del Decennale hanno avuto stamane al loro giungere al Poligono la graditissima notizia della visita del Capo del Governo. Via via che , i e e a i a e d a o e a e e i , annunziata. i tiratori andavano accalcandosi dietro il recinto centrale dell'immensa tettoia. Poco dopo le 9 ecco giungere al Poligono il generale Gazzera ministro della guerra, n ministro è ricevuto dal presidente dell'Unione Italiana Tiro a Segno, Salvi, e dal segretario general, comm. Battlstoni. Quasi contemporaneamente al ministro della guerra ecco giungere S. E. Gaggia, comandante del Corpo d'Armata di Roma, il generale Delbecchi ispettore di mobilitazione, il colonnello Geloso capo di S. M. del Corpo d'Armata di Roma, il comm. Bertotti rappresentante per l'U. I. Tiro a Segno al Ministero della guerra, il luogotenente generale Ragioni comandante del terzo Raggruppamento truppe celeri, il console Giua comandante la 112.a Legione dell'Urbe. Il Duce fa il suo ingresso al Poli gono di tiro della Farnesina dal can cello d'onore, all'Ingresso centrale ed è per questo che lì presso è schierato un plotone del primo reggimento granatieri. Alle 10 tre squilli di tromba annunciano l'arrivo del Duce che è ossequiato dal ministro della guerra, dal presidente dell'Unione Salvi, dal segretario generale comm. Battlstoni e da tutte le altre autorità. Quando Mussolini giunge sotto la tettoia di tiro l'entusiasmo non ha limiti. I tiratori, accalcati più verso 11 centro, gridano e acclamano al Duce. Il Capo del Governo si avvia verso la piazzola centrale e, impugnato subito un fucile che gli viene porto dall'onorevole Salvi un caricatore dal comm. Battistoni, si accinge a sparare i primi colpi. Uno dopo l'altro il Duce scarica sul bersaglio distante 200 metri ben due cari, catori. B suo polso è fermo; la posizione di tiro regolarissima, l'occhio Infallibile. Ed è per questo che i colpi del Duce vanno a collocarsi tutti sul bersaglio e in maggioranza nel centro. La serie compiuta e che è stata segnalata dal direttore di tiro ai fossati è perfetta. Eccone i risultati: 10, 0, i, 5, 5, 4, 5, 3, 3, 7, 8, 4. Ma il Duce vuole che anche gli altri Oratori presenti in tettola sparino con lui. I tiratori non desiderano di meglio; prendono posto nelle piazzole e pochi secondi dopo-tutta la tettola della Farnesina risuona di colpi serrati di 150 tiratori. L'entusiasmo cresce. Il Capo del Governo lascia dieci minuti dopo la piazzola e si avvia verso l'uscita mentre i tiratori acclamano ancora a gran voce. Prima di lasciare la Farnesina Mussolini esprime all'onorevole Salvi il suo compiacimento per la perfetta organizzazione della manifestazione. Quindi il Duce sale in automobile nuòvamente e ripetutamente acclamato dai tiratori. Stamane alla Farnesina hanno avuto inizio i campionati italiani delle tre armi: fucile, pistola e carabinetta. Le gare della giornata sono riservate aJ fuori classe e seniores. Gli juniores spareranno invece domani. Tutti i migliori tiratori italiani a iscrizioni chiuse appaiono nell'immenso quadro di esse. Sono presenti pure i sei olimpionici: Moriggi, Boninsegni, Matteucci, Zorzi, Bruni, Cantelli oltreché Calderaro e tutti gli altri che hanno, partecipato alle preolimpioniche. pterqdgrtRmdrsisescpfl