II riserbo delle cancellerie sulla realizzazione dell'iniziativa inglese

II riserbo delle cancellerie sulla realizzazione dell'iniziativa inglese La parità di diritto II riserbo delle cancellerie sulla realizzazione dell'iniziativa inglese Londra, 5 notte. Il Foreign Office pubblica un comunicato che dice: « II governo britannico è stato in comunicazione coi governi italiano, francese e tedesco allo scopo di assicurarsi se le difficoltà che sono sórte a causa del ritiro della Germania dalla Conferenza del disarmo avrebbero potuto essere oggetto di uno scambio di vedute fra i governi slessi. La questione è ancora allo studio. ^%?Tt^amiÌ<? apere che se questo modo di procedu- ra è attuabile e generalmente approvato, esso sarà disposto ad organizsare una riunione a questo scopo a Londra ». Norman Davis a Parigi Parigi, 5 notte. Un lungo consiglio dei Ministri si 6 occupato questa mattina della proposta britannica di Conferenza, e si è sciolto senza fare alla stampa la menomatdichiarazione. I giornali ministeriali cercano di inscenare una campagna tendenziosa per provare alla pubblica opinione che le successive dichiarazioni ufficiali e ufficiose del Reich tradiscono il proposito di mandare a monte la Conferenza di Londra, e che solo a tale cattiva volontà sarà dovuto l'eventuale insuccesso del tentativo di MacDonald. Il « Temps », dando il tono a tale campagna, scrive che il contegno di Berlino verso il progetto inglese è «nettamente ostile », e finge di meravigliarsene mettendolo in rapporto con la «situazione senza uscita, e con l'isolamento diplomatico in cui la Germania si è cacciata»; «l'inquietudine che si manifesta in molti ambienti tedeschi circa l'isolamento diplomatico del Reich indica abbastanza chiaro che, oltre Reno, si comincia a rendersi conto delle conseguenze degli errori commessi sotto la pressione del generale von Schleicher. Ma se le cose sono oggi al punto morto la responsabilità è del Reich >, Manovre parigine I lettori italiani, informati delle autentiche reazioni del governo di Berlino, sanno già che il quadro della situazione tracciato dal « Temps » non risponde al vero, e che il Reich non ha punto detto di non voler recarsi a Londra, ma ha semplicemente chiesto certe garanzie prima di dare il proprio consenso. I circoli francesi non rinunciano tuttavia alla speranza che una mossa troppo dura dell'avversario possa rendere la Conferenza impossibile e fanno del loro meglio per provocarlo pur guardandosi bene nei negoziati con il Foreign Office di dare prova di una intransigenza atta a scontentare troppo MacDonald. Come avvertivamo ieri sera, più che su quello che si deve fare alla Confe-jrenza la difficoltà consiste oggi nella 'possibilità preventiva di creare unoistato di cose che permetta alla Confe-1 renza di riunirsi. Lo stesso silenzio os- servato da Herriot con i giornalisti dopo il consiglio dei ministri di oggi j prova il vivo desiderio della Francia di camminare con i piedi di piombo. II Gabinetto deve tener conto, d'altronde, anche degli umori della sua maggioranza, i quali ricominciano ajpesare sulla bilancia se teniamo pre- sente che pare sia stato deciso oggi di convocare la Camera per il 25 ottobre. Proprio stamane Blum, a nome deiisocialisti, è intervenuto di nuovo nella jpolemica per ricordare al capo del go- Verno Che l'appoggio del SUO partito |... _ f *nn° nn£ i. Vt«t,M«S di frannnSe H^.,„h . Httn J aSPS!ostacoli a tutto quanto gli altri paes mettono in opera per spingere innanziIi lavori del disarmo. « Ogni giorno, ogni ora contano, scri- ve il « leader » dei socialisti, ed ecco _ percnè\ina"specie"di anstetà si estende e si aggrava di momento in momento. Quando Herriot prende la parola — egli'lo ha fatto per quattro volte la scor-1 sa settimana — non si cerca nel suo|^denio^TentEnenti ^"defZòÌllnguaggio: si cerca febbrilmente se contiene — infine — dopo tutti gli altri l'annunclo, la promessa, il disegno, il progetto dell'atto atteso. Si è disillusi molto meno per quello che contiene Dotuto0scoprire" a sillusi una volta di Phì cf si pFeÒccupa poco HenOmenU e di frasiT Come lo stesso Herriot ha detto: «Il dovere si compie non con delle parole ma con degli atti ». A lun- go andare la gente invece si desola e si irrita nel vedere consumare in parole un tempo di cui si sa il valore s>. Intrighi radicali ■ E facendosi volutamente minaccioso Blum conclude: « A tre riprese il gruppo socialista ha assicurato o preservato la vita del governo: il giorno della sua presentazione davanti alla Camera, il giorno del voto sul Buoni del Tesoro, la notte del voto suU emendamento Monnet. Esso lo ha fatto cerche si e attaccato nati- lo ha fatto perchè si è attaccato osti natamente a una speranza perchè cercava di animare questa speranza con tutto il suo ardore e con tutta la sua fede perchè non voleva rinunciare a nessuna particella di probabilità. Io non voglio considerare il giorno in cui l'evidenza dei fatti rendesse la sua disillusione irreparabile ». Il consiglio di sottrarsi alla tentazione della resistenza passiva, viene impartito ad Herriot — strare a dirsi — anche dal redattore capo del « Petit Parisien » in un editoriale il cui senso è press'a poco quello che la Francia non deve esporsi al rischio di farsi rimproverare di eludere gli impegni del Trattato di Versaglia in materia di disarmo, giacchè sarebbe questo il modo più sicuro di provocare il riarmamento della Germania. Il capo del governo, che non ignora gli intrighi messi in opera da certi ambienti radicali di sinistra per dargli lo sgambetto, deve dunque, o poco o tanto, tenere conto anche di queste rpressioiùinterne. e la cosa gli fofnisceiune ragione di più per non assumere 'posizioni estreme, ma cercare invece di ' giocare alla «carambola», manovran-1do per linee oblique. H lavoro di resistenza alla Conferenza di Londra, viene fatto per via in- diretta affidandolo agli ambienti ami-1ci di Ginevra, dove un intenso lavo- rio è condotto da Benes e da Polltisin seno alla Lega, per creare l'impres-sione che la proposta di MacDonaldcostituisca una violazione alle prerogative della Conferenza del disarmo, uno sgarbo per Henderson ed i piani da questi penosamente imbastiti e, finalmente, un procedimento poco riguardoso verso i governi polacco, belga e cecoslovacco i quali, nella loro qualità di vicini della Germania, avrebbero il diritto di interloquire nella questione della parità di diritti l'altro le intenzioni e la tattica france A cristallizzare in un senso o nel-Uro le intenzioni e la tattica france-se interverrà verosimilmente domani i delegato americano Norman Davis 11cui arrivo è annunziato per domattl-na alle 7. Davis sarà ricevuto da Her-not prima di mezzogiorno e grazie aquesto colloquio il governo francese fa* a no Donald. C. P. terpretazioni affrettatamente apparse sin da ieri in certa parte della stampa, si spiega ufficiosamente che la Germania non pone naturalmente affatto come condizione per la sua partecipazione alla Conferenza ciò che per sua natura non dovrebbe essere se noncalcolo di accertarsi del grado di as-egnamento che gli e lecito fare sui-appoggio americano alla conferenzaa cinque e quindi delle possibilità om,no di arrende™ all'invito di Mac-La Germania rinvia ia rispostaBerlino, 5 notte. All'invito ufficiale consegnato ieri dall'incaricato di affari inglese consigliere di ambasciata Newton alla Wilhelmstrasse per la partecipazione della Germania a una Conferenza a cinque che dovrebbe aver luogo al più presto a Londra, il governo del Reich ha per ora risposto immediatamente allo stesso incaricato che si riserva di rispondere dopo avere esaminato le possibilità che gli si offrono di aderire o meno alla Conferenza proposta. Nessuna comunicazione ufficiale sussiste finora, e nulla si sa nemmeno del contenuto preciso dell'invito stesso: il ministro degli Esteri von Neurath è fra l'altro momentaneamente assente da Berlino, cosicché una vera e propria presa di posizione formale del governo del Reich, dopo il ricevimento dell'invito, non si ha propriamente ancora sebbene già preventivamente sin da ieri alla prima notizia della proposta, l'atteggiamento della Wilhelmstrasse sia stato consegnato all'ufficiosa Agenzia Conti e da essa pubblicamente formulato. Domanda di garanzie Tale punto di vista, quale esso viene nuovamente confermato questa sera da tutta la stampa in base a evidenti rinnovate spiegazioni da parte competente, consiste in sostanza nel condizionare la partecipazione della Germania all'assicurazione che l'esito della Conferenza non sia già pregiudicato da prestabiliti atteggiamenti, e che la Germania non finisca col trovarsi a Londra davanti a un fronte unico contrario. A chiarimento di ciò, e a confutazio ne di false e piuttosto interessate in l risultato della Conferenza stessa, cioè il riconoscimento del principio dela parità di diritto. Già riconosciuto questo, la Conferenza sarebbe senzaji.ro inutile, mentre è invece appunto a conferenza stessa che dovrà chiarire definitivamente se saranno accolte 0 meno ie richieste che la Germania pone a premea3a per ia sua riapparizione alla conferenza del disarmo, Prlraa della Conferenza di Londra, e„ PnniUvArm* rl»lln mia ngrtooin^nnpa condizione della sua partecipazioneH essa' la Germania cWede soltantoaloune garanzie le quali materialmente rendano possibile di parteciparvi. La~ ... T _ Germania non può andare a Londrase colà non si volesse che trattare suquel terreno che i due memoriali fran-oese e inglese avevano già cercato dicreare, e ciò per il fatto che allorasi verrebbe a costituire già una anU-cipazione dei risultati della Conferen-za 3tessa nel senso opposto al caso diP^a. e la Conferenza sarebbe perquesto altro verso inutile. Perchè la Germania possa partecipare alla Conerenza di Londra bisogna che le si assicuri che colà si ricomincierà la di- scussione un'altra volta « ex novo » co- me 9uei due «memorandum» non ossero esistiti, perchè altrimenti Her-riot e Simon potrebbero riferirsi ad essi e obiettare a von Neurath che eglistesso sapeva benissimo quale era il uo atteggiamento, e interpretare laua partecipazione come preventiva adesione a porsi su quel terreno di discussione. Un tale stato di cose, che porrebbe la Germania in presenza di un fronte unico di Potenze contrarie, renderebbe impossibile al Governo del Reich di parteciparvi. Chi parteciperà alla Conferenza Il punto di vista tedesco quale è pro- t&t0 questa sera da queste espres BV . ? , * sionl di stampa evidentemente ispirate si estende poi a un altro lato della questione, e cioè all'asserito desiderio della .Francia di allargare la Conferenza ammettendovi o in qualche modo inserendovi i paesi minori e cioè la Polonia, il Belgio, la Cecoslovacchia e il fatto che — come qualche giorna- r]; aovtA-na erih iar* cara l'in. e crede di sapere — già ieri sera l'incaricato di Affari inglese trasmettendo l'invito al segretario di Stato von Btllow abbia fatto formale accenno al Patto consultivo parrebbe contenere una allusione a questo desiderio francese, o piuttosto alla possibilità che esso trovi, o abbia già trovato — co- me qualche giornale accenna infatti da Londra — favorevole accoglienza in seno al governo britannico. r^T-oa nnp-sto desiderio a Berlino siCirca queste. aesiamo a penino sidichiara che non vi si farebbe formale opposizione; si obbietta solo che, inal caso, la Conferenza cambierebbe notevolmente aspetto, e che quanto più essa sarebbe estesa tanto più si ren-derebbe necessario una maggior chla- rezza circa il programma. Se la Con-ferenza si limitasse alle cinque Poten- ze del progetto del primo momento al. ^™'^JL infinitnmente niù far-ilp ora sarebbe m^itamente più tacile e sicuro limitarsi alla questione della parità di diritto; allargata invece a un numero maggiore di Potenze, si ren-m ! dorebbo probabilmente inevitabile, o ; necessario, di mettere sul tappeto tor' mente contr0 d, che coga a governo in. gl d u memorandum consegna to A £Qn d- ttare alla Ger. mnni„ 6 v v ms.ni3 « Non è p03SÌb}Ie _ scrive la Dmt. sc7lc Attaemeine zeitung — vedere su quale argomento i signori MacDonald e Simon basino la speranza di poter ricondurre a mezzo della Conferenza di Losanna la Germania alla Confe renz? di, Ginevra. Non è certo la Ger. ffi t^WiWto cese ^ &H & britannici se tutta la questione del disarmo, si renderebbe cioè inevitabile domandare anche a quelle altre Potenze come es- se intendono procedere al proprio di-'sarmo. La Conferenza insomma oltre-jpasserebbe il limite confidenziale del.quadro disegnato inizialmente, e ne rl-jsulterebbe effettivamente niente altro;che una piccola Conferenza del dlsar. mo anticipata. In concreto i giornali jmostrano poi di non rendersi piena- jdovrebbero convincere di abbandonare la sua condotta giuridicamente c moralmente indifendibile sulla questione della parità di diritto ». Scetticismo generale Completamente scettici per quanto riguarda la possibilità che la Francia ceda si dimostrano del resto tutti i giornali tedeschi. Secondo il Borsen Zeitung la Francia non cederà di un pollice : « E' addirittura . _ grottesco che la'Francia — scrive il medesimo giorna- le — per non trovarsi isolata insista nell avere con sò alla Conferenza an- 'che Io piccole Potenza satelliti. Questi montatori di trappole pare dovrebbe- ro avere l'incarico di proporre alla;Germania di obbligarsi in compenso della parità di diritto ottenuta in via !di principio a e decisioni maggiorità- ne ispirate dalla influenza francesa II riconoscimento in via di principio del- la parità dovrebbe dunque: essere nien- /te altro che il mezzo di attirare laGer-mania nei lacciuoli della Conferenza del ■ disarmo, nella quale il blocco di Ver. sailles — in maniera definitiva — determinerebbe fino a quale misura la Germania sarebbe autorizzata a fare uso della ottenuta autorizzazione. Tutta questa commedia è troppo grossolana per non esere subito avvertita. Per il governo tedesco non vi è nessu-:na possibilità di cedere, nemmeno di imi iHro-nii rini minto rii viqta t*là :una. virgola, dai punto ai vista gia,espresso nel suo memoriale : G. P.