Il Piemonte alla Mostra del grano

Il Piemonte alla Mostra del grano Il Piemonte alla Mostra del grano Roma, 5 notte, Alle esposizioni regionali che si am- purano lungo la grande galleria cen-Irale della seconda mostra nazionale del grano, quelle celle sei province pie- montesi sono t.tate in questi giorni fra le più frequentate dal pubblico; a que- sto risultato concorre indubbiamente 10 squisito decoro artistico degli stante, dei quali già scrivemmo, tributando11 dovuto elogio al pittore Mario Bar- beris ma anche, e sopratutto, l'interes- se intrinseco, dei prodotti che sono esposti e la fisionomia che ne risulta all'intera regione, fisionomia di zone veramente esemplari dal lato della at-tività agricola e che ha svolto un'o- pera veramente imponente per la va-!lorizzazione estrema del territorio. La mostra delle province piemontesi è stata preparata con l'intendimento di dimostrare i progressi conseguiti in tutte le varie branche dell'agricoltura delle province. Tali progressi ci sono rappresentati attraverso grafici |e raffigurazioni che più chiaramentej fanno percepire il movimento ascen^sionale del decennio di regime fascista. In provincia di Alessandria la coltivazione del frumento rappresenta, con la vite e il bestiame, un cardine per la economia locale. Basta ricordare come su una superficie agraria-forestale di circa 500 mila ettari, si coltivino a frumento 124 mila ettari, ottenendo una produzione superiore ai due ni'lioni di quintali. Le razze elette sono state introdotte soltanto nel 1922 e nel 1924 hanno cominciato a diffondersi prevalentemente le varietà precoci « Stram pelli ». Nell'annata 1931-32 tali varietà elette e precoci sono state coltivate in ragione del 75 per cento del totale. Tutti i frumenti coltivati appartengono alla categoria dei teneri. Il 1931 rappresentò per la provincia di Alessandria l'annata di massima produzione, mentre nel 1932 per la prolungata 'maturazione protrattasi fino agli ultimi di giugno, il grano è stato danneggiato fortemente dagli attacchi di < ruggine j>. Aosta e Cuneo La provincia di Aosta, per le condi- - e "eli- ! SéhV,aK^érfi^nrev^en^'matiche del suo territorio prevalente■ limite altimetri. d'Europa, r,ppre- Ìstre per eccellenza, vuole esprimere la unanimità dello sforzo compiuto in senta in sintesi quasi tutte le condì zioni agrologiche che si verificano dalla valle del Po alle regioni più settentrionali d'Europa. La decorazione del suo stand è informata al severo stile del '600 valdostano e canavesano. La mostra di questa provincia, alpe- quale ha voluto che la santa battagliacmirasse a dare incremento a tutte le: risorse agrarie della Nazione. La mo- stra granaria della «perla alpina del Littorio» comprende oltre 110 campio- ni di 37 varietà di grano, di 6 di se- gala, di 6 di avena, 1 di orzo; parec- chi campioni di foraggere ed oltre 100 fotografie e grafici che illustrano il ' progresso conseguito in ogni campo dell'agricoltura. La superficie coltivata a grano nel 1931-32 è di ettari-9666, la produzione unitaria di quintali 18,1, la produzione complessiva di quintali 175.149. I frumenti, teneri, coltivati nella provincia sono: varietà locali: rosso canavesano, « piccolo », rosso e bianco delle Alpi, e varietà comuni di altre provenienze per un totale di ettari 3500 e una produ- zione media per ettaro da 9 a 12,5 quin-1tali e una produzione totale di quintali 42.450. Nello « stand » della Provincia di Cuneo, inquadrato nella sala del Piemon- ■ te, è dipinto il panorama della città che si intravede al di là del nuovo, im-jponente ponte ferroviario sulla Stura; sullo sfondo la Bisalta che eleva 'e sue due vette a circa 2400 metri sul li-.veUo del mare Mazzi e cespi dì grano delle migliorivarietà locali ed elette coltivate nellaProvincia, sono discoste in mezzo a diagrammi indicanti le superfici e le produzioni del grano e delle altre col-ture nei periodi precedenti e durante la Battaglia del grano, lo svilunpo delle costruzioni rurali, insieme a fotografie di bestiame piemontese, di macchine da lavoro ecc Mazzetti di snielie e semiSTS^f^-u'ffiu eSsc£ delle prodotto delle industrie ceramiche della provincia. H grano è la coltura principale dellezone di pianura, e di collina della prosvincia: poco se ne coltiva invece nella montagna dominata da pascoli e bo-echi: perchè anche nelle modeste zone seminabili specialmente, se male espo- ste, esso viene sostituito dalla segala per ragioni di clima. La superficie media, annualmente■ltivata nei tre periodi sopra indicati coltivata nei tre periodi sopra _ e le relative medie produttive globali e per ettaro sono le seguenti: anni 1919-1925: su una superficie di ettari 93.901 un prodotto globale di quintali 1.252.005 pari a quintali 13,33 per ettaro; anni 1026-191.7: su una superficie di ettari 97.554 quintali 1.385.564, pari a quintali 14,20 per ettaro; anni 19281932 : su una superficie di ettari 95.292 quintali 1.468.800, pari a quintali 15,41 per ettaro. L'annata più produttiva si è avuta nel 1931. Nell'annata 1932, decisamente avversa in questa provincia alla coltivazione del grano, la produzione media per ettaro ha toccato tuttavia i 15 quintali. Maggiormente colpiti dalia grandine, dagli allettamenti, dalla ruggine sono stati i grani in pianura. Nel 1931 in provincia si coltivavano prevalentemente varietà di grani locali («rosso» e «bianco: piemontese grano delle Langhe, Salmour) e in sca- ._ j~.ti ;i « ,- Dvi,.^„ _«Cologna», il «Noè», il «Briasca» e>a-.i.a * eil « Rieti ». Successivamente comincia-rono a introdursi e a diffondersi le va-rietà elette, ed i precoci « StrampelliMentana, Villa Glori, Edda, Ardito, Damìano, Rismondo, Fausto*- su una superfide, nel 1932, di ettari 35.300 euna produzione media per ettaro dcirca quintali 20. Le razze elette-precoci « Strampelli » dimostrarono in genere maggiore resistenza all'allettaTrtLZrr. » iiip nitro-ine e furono assamento e alla ruggine Liurono assamono danneggiati dalla grandine. Le massime produzioni unitarie ottenute nel 1932 sono: quintali 41 con i« Damiano Chiesa » a Racconigi ; quintali 45,50 con 1 « Edcia » a Droneroquintali 47 con l'« Ardito » a Savigliano; quintali 35 con il «Virgilio» a Trinità. Novara e Vercelli Nell'allestimento c decorazione dellaMostra provinciale di Novara si è seguito il criterio di fornire la dimostra j zione più completa e documentata pos sibi.e, del progresso che l'agricoltura 'locale ha conseguito nella coltivazione so del frumento e in tutto il complesso sa produttivo dell'azienda agraria dal 1922 d ad oggi. La superficie investita r. gra- !-r no nel 1932 è stata di ettari 16.000 e " la produzione è risultata di quintali n 296.100; pari a quintali 17,8 per ettaro, o La superficie delle vecchie varietà if locali coltivate nel 1932 (« Varesotto, |masoornichzire Rieti, Gentil rosso ») è stata di solo il " per cento della superficie comples siva, e cioè di ettari 500, con una pro duzione unitaria media di quintali 13. II resto della superficie per un totale quindi di ettari 16.100, è stato, ua un decennio a questa parte, via via sostituito dalle razze elette seguenti delle chquali si danno rispettivamente super-1e fici e produzioni unitarie medie: va-l rietà Strampelli: « Ardito », ettari 5700 , gitcon quintali 16 per ettaro; « Villa Glori ettari 5 con quintali 18,5 per et- taro; « Mentana i> ettari 2600 con quin tali 21,5 per ettaro; «Damiano Chiesa» ettari 900 con quintali 20,5 per ettaro; « Carlotta » ettari 500 con quin tali 15,5 per ettaro; « Edda » ettari 700 con quintali 18,5 per ettaro. Varietà Todaro : « inallettabile » ettari 700 con quintali 15,5 per ettaro. Le produzioni unitarie massime rag- pecocotocococoinl'Ilestgiunte nel 1932 sono le seguenti : quin- i butali 49 con il « Mentana »; quintali 47 I S^ _ _ _ _____ ^ tìrrcon l'« Edda », quintali 43 con il « Damiano Chiesa », quintali 42 con il « Villa Glori », quintali 40 con l'« Ardito ». Nella Mostra allestita per la provincia di Torino, la parte decorativa è intonata al carattere severo e sobrio dello stile medioevale del padiglione piemontese. La Mostra, propriamente detta e la parte dimostrativa è sovrastata da una carta della provincia ed è chiusa ai lati da due quadri a colori, rappresentanti rispettivamente le condizioni dell'agricoltura nel 1922 e nel 1932. Nel centro, una grande carta al 50.000 presenta la provincia nelle sue regioni e zone tipiche nelle quali figurano le produzioni granarie ed i mezzi tecnici del 1922 e del 1932. grGdeturaposcantuiUn diagramma rappresenta la superficie,delle varie colture praticate nella 'SoP™7111018- un Profil° della Produzione tagranaria unitaria dal 1922 ai 1932 e 3 co^^Sf £ «BoiS? £g ^Provincia inquadrano, nella parte Inf^iannore, la Mostra. |neNel 1932 ia superficie destinata a ,tagrano nella provincia di Torino risulta 111 d' 6ttta,rÌ S5S°i0n0n°n Pr°^ZÌ°ne toquintali 881.000; la produzione media la di quintali 17,62. Le varietà locali più pr coltivate sono: « Cologna » o « Pado- il ci quintali 14,50 per ettaro. S Le razze più elette diffuse sono tutte gevarietà « Strampelli » e cioè Mentana, zaVilla Glori, Damiano Chiesa, Edda e coFausto per il 40 per cento della super- deficie con una produzione media di quin- ^tali 22,30 per ettaro. Le produzioni ^unitarie massime raggiunte nella prò- ija"; vincia sono state di quintali 54 per et- sataro con il Damiano Chiesa e il Villa paGlori. sitLa provincia di Vercelli è sempre ststata coltivata prevalentemente a riso S^n.pr,tro in .r.iHV.^m» Hoi a™™ fi„„ dimentre la coltivazione del grano, fino ,, a qualche anno fa, ha sempre avuto guuna importanza assai relativa ed oc- Zacupava una superficie uguale a circa mun terzo di quella dedicata al riso. Og- Scgi però anche questa provincia può es- tesere considerata fra quelle che apporta- ! no uno dei maggiori contributi' alla au■Rnttniriia rìol rs™™ <5ia npr VnnmPTitn diiSi! £.JLJiÌ._r .,"„^7,„m °, scdella superficie, sia per il graduale au- mento della produzione unitaria gra- cinaria. La superficie destinata & fru-j mento nel 1932 (ettari 20.400) e arri- pevata quasi alla metà di quella desti- gr nata a riso (ettari 46.250). La produ- ri zione granaria totale della Provincia | è giunta a quintali 374.000 e la prò- de durione unitaria a quintali 18,35 al-1™ l'ettaro, Mentre nel 1927 i grani di razze elette occupavano nella Provincia circa 11 7 Per cento della superficie granaria totale ed il 93 per cento era dato da altre varietà, nella campagna 1931-32 ra tal1 proporzioni si sono letteralmente ]e capovolte e cioè si sono coltivate le va- m "età dette con pereferenza assoluta al-1 n le precoci « Strampelli » in proporzione m del%2 per cento mentre solo l'8 per te cento e dovuto ad altre varietà quasi .n tutte a maturazione normale. \^ Ancne m questa provincia non Ssarono e non mancano «punte» assai n rilevanti della produzione granaria. Fra diU premiati del Concorso provinciale sii sa ebbero le seguenti produzioni unitarie: Primo premio della prima categoria quintali 46,20 per ettaro; primo prò- mio della seconda categoria, quintali e la'51.01 per ettaro; primo premio della : terza categoria, quintali 46,40 per et-, nItaro 1 praLa Mostra della VflfctaiSVisitala dal Segretario del Partito Roma, 5 notte. rIl Segretario del Partito ha oggi ^visitato la Mostra della Rivoluzione. ffTTerH orci anpnnnnafnatn rial Vice-Se- rLa Mostra del Bersagliere 1visitata da S. E. De Vecchij Roma 5 notte. LS. E. l'ambasciatore d'Italia presso ?la Santa Sede, conte 1~>° ir__i »Cismon, si è recato stra del bersagliere n ano te.,.„.,, _ . l_ . « _!____-___ _i i iad attendere l'illustre ospite l'on. Mei- F• di Pe>i è trattenuto circa un'ora e mezza ve si e trattenuto circa uuura e mezza v- \ ad ammirare le pregevoli opere d'arte r- retrospettiva e d'attualità attraverso M, le quali rivive nei suoi molteplici s- aspetti la storia gloriosa delle « fiam- -,me cremisi». Al momento di lasciare ve'la mostra S. E. De Vecchi ha espres- pi so all'on. Melchiori ed al prof. Cera- m- gioii il vivo compiacimento per lori- c- crinale e simpatica manifestazione ar- c- Ustica, così brillantemente realizzata. Pai- ___ rai _ t « . ripll'A-pivpcPoif-i rii <Jinnar- USI IdbC.iO Dei! rtiG!¥GS>GDVJ 01 Òl8na cil aiìe Gpere Assistenziali fasciste v- aìena 5 notte. c; | I} defunto Arcivescovo di questa d- città, mons. Prospero Scaccia, che già l- aveva d&'o numerose manifestazioni p— pdi simpatia per il Partito fascista, nel suo testamento ha Voluto destinare un lascito speciale per le Onere assistei.- ziali della Federazióne provinciale fa- a scjsta. La morte del benemerito Arci- - vescovo ha lasciato largo rimpianto -' jn tutti i ceti della popolazione. I