Il "Rex,, gigante degli oceani inizia il primo viaggio

Il "Rex,, gigante degli oceani inizia il primo viaggio Il "Rex,, gigante degli oceani inizia il primo viaggio Vittoria del genio e del Iav oro italiano - L'intensa attesa della folla e la com» mossa ammirazione degli stranieri - Come una città costruita sul mare Genova, 26 notte. Nessuno avrebbe pensato, nell'anteguerra, che l'Italia sarebbe entrata un giorno da dominatrice nelle grandi competizioni oceaniche, che mettono in gara i colossi della marina mercantile. Pur godendo di un buon « armamento » e sfruttando, dietro gli insegnamenti di una gloriosa tradizione, le grandi strade dei mari, la nostra flotta mercantile non riusciva ancora a competere con i Leviatani oceanici, con i colossi di oltre 50 mila tonnellate sul tipo dei tedeschi Waterland e Bismark (ora trasformati, attraverso le prese di possesso della guerra, nel Leviathan americano e nel Majestic inglese). Ma dopo Vittorio Veneto e la Rivoluzione fascista, un profilo nuovo d'Italia si disegnava, nell'alba di un mondo totalmente diverso. Con Mussolini non era possibile che il piano di una marina mercantile, formida burnente dotata e veloce, imponente nelle linee, perfetta nei congegni, non figurasse fra i grandi valori nazionali, tra i disegni delle costituzioni future. Le navi costituiscono le avanguardie dell'espansione, le aralde delle civiltà. Esse misurano nella loro conchiusa potenza la vitalità di un popolò, il suo genio costruttore, la gittata delle sue forze espansionistiche. Le navi della nuova Italia sono bene, in questo senso, come le immaginò il Duce, le « frecce del mare » non lanciate per colpire, ma per superare le distanze che dividono continente da continente e quindi per avvicinare, non per inimicare i popoli. Questa mi sembra la interpretazione di questo nuovo mito italiano, che sorge dalle favolose acque del Mediterraneo e più precisamente da quella Genova, che dando i natali allo scopritore del Nuovo Mondo, ha dischiuso sulle roccie ciclopiche del suo porto i battenti dell'epoca moderna. Oggi col Rex, questo grande programma italiano, questo primato d'Italia, che già in un crescendo di costruzioni titaniche era andato disegnandosi attraverso schiere di altri giganti del mare, tocca il suo acme. La lotta pacifica Mentre enormi scafi di altri paesi, come il Majestic, il Leviathan, il Berengaria, stanno per abbandonare la lizza degli oceani e per entrare malinconicamente nei cantieri di demoliziotie, la flotta mercantile d'Italia tumenta sempre più la schiera delle sue formidabili prore, le allinea sotto il sole del secolo nuovo, dà una sensazione di volontà, di tuia forza del genio fabbrile e alato di una stirpe. Prende, in parole più crude, l'iniziativa della grande lotta pacifica che si svolge tra potenza e potenza nei mari del mondo. Il « blue rib bon », decorazione suprema delle grandi competizioni oceaniche, nastro ideale teso davanti alla muta dei super-espressi sotto pressione, è an cora in pallio, con una spiccata promessa per noi. E con ogni probabi lità, il 3 ottobre si potrà conclamare che Italia e Stati Uniti d'America so no separate per via oceanica da me no che una settimana di viaggio. Rex non è soltanto un titolo. E' una formula simbolica, nella quale il nome del Re vittorioso si intreccia al nome della Patria immortale, quale essa è riapparsa dal silenzio dei secoli, in tutta la sua grandezza E' impossibile descrivere tutta la folla che nell'imminenza della nostra partenza per New -'ork, si è accalca ta e quasi congestionata sulle banchine del porto, dove l'enorme mole del Rex, coi suoi due giganteschi fumaioli, domina la jungla delle alberature e delle ciminiere, imponendo la sua schiacciante superiorità. — Poiché presso la solita banchina il colosso non poteva stare — commenta, sia pure con ingenua esagerazione, un barcaiolo — si sono dovute fare tutta una banchina e tutta una stazione per lui solo. E' l'avvenimento del giorno. Non si parla in città che del Rex. Le cartoline raffiguranti il nuovo gigante del mare si vendono in tutti i negozi e edicole; e tutti, quando ie occupazioni e i ritagli di tempo lo permettono, si avviano verso la cala dove il Rex, già ravvolto in dense chiome di fumo, smagliante in tutta la sua gigantesca sagoma, forbito in tutte le sue finiture ed eleganze, attende l'ora della partenza. Tutti i suoi posti sono esauriti. Un treno con settecento passeggeri è atteso da Napoli in serata. Anche in materia di orario si è fatta una eccezione per luì. Gli altri transatlantici partono con esattezza inappuntabile alle dieci del mattino. Regalmente, invece, il Rex leverà le àncore alle dodici, l'ora d'oro. Mentre una folla più vasta e meno fortunata si accalcava fin da ieri sulle banchine, quasi sotto l'incombente prora del colosso, le Autorità e un'altra folla munita di speciale lasciapassare, hanno potuto visitare il superexpresso, circolando ìlei suoi sontuosi saloni, lungo le sue passeg giate, sulle cui lunghezze si potreb- bero battere dei records di atletica\leggera, mentre i suoi babelici cor- ridoi, risalendo dalle profondità deiì suoi abissi meccanici fino alle aeree bellezze delle piscine e delle verande. Ho visto l'inviato speciale del Times fare il possibile e l'impossibile per ottenere il permesso di visitare il Rex, la sera prima dell' imbarco. Ho voluto fargli da guida e da interprete negli uffici della Società « Italia fpumvcmio„7„ ^rConfesso che non era solo « dovere di ospitali a a spingermi, ma ; mun senso di orgoglio. Ho visto il gwr— nalista anglo-sassone rimane stupefatto, con tutta la capacità della sua bocca spalancata davanti alla eccezionale cubatura degli ambienti, al lusso delle decorazioni, al gusto dell'arredamento, e ai conforti dei servizi. E con lui erano altri giornalisti americani, inglesi, francesi, tedeschi, scandinavi, eccetera. Tra due schiere di valletti in livrea azzurra, che guidavano e informavano i passeggeri e gli invitati, pareva di essere non su di una nave, ma in un gigantesco palazzo degno di rivaleggiare con le grandi reggie del Rinascimento italiano. D'altra parte il lusso appare razionalmente coordinato da un senso di praticità. Il colosso Conoscete già i dati tecnici della neve e la sua velocità, che ha superato nelle prove le ventinove miglia orarie. Un colosso! Vediamo ora le sue fastose comodità. I passeggeri che accedono alla nave, si tro vano subito nel grande vestibolo (entrance hall) del ponte A, punto di orientamento dove si concentrano tutti gli uffici per i passeggeri: informazioni, posta, telegrafo, gobi netti dei commissari, del maitre d'hotel, del bagagliere, del capo alloggi, eccetera. E c'è perfino la ca mera oscura per i dilettanti fotogra fi. Ai lati dell'ufficio informazioni, si aprono due corridoi, che portano alle cabine prodiere. Verso poppa, due grandi cancellate in ferro battuto e cristallo si aprono sul salone da pranzo, nel quale si scende a mezzo di grandi scalee. Il salone ha una superficie di circa ottocento metri quadrati. La decorazione si ispira a motivi architettonici del Settecento, Otto pilastri in marmo verde sorreggono il centro del soffitto chiaro, a cassettoni. Grandi candelabri in bronzo cesellato e coppe luminose in onice ornano due nicchie, ai lati di un grande dipinto decorativo del pittore Meyer. L'illuminazione del salone, come tutto in genere, è a luce indiretta e si effonde dal soffitto: mentre una fila di vetrate decorative luminose corre in alto, nella parete centrale. Un impianto di aria rettificata mantiene costantemente pura l'aria del vastissimo ambiente. Ma il pubblico si spande sovrattutto nel salone delie feste, la cui decorazione è ispirata allo stile barocco italiano. L'ambiente è dipinto in verde chiaro, con tonalità più scure costituite da pannelli in velluto ricamato alle pareti, rialzato dall'oro delle incorniciature in cristallo. Grandi specchiere e uno spletidido arazzo originale completano l'addobbo delle pareti. Il soffitto, a cassettoni chiarissimi, diffondi una intensa luce nell'ambiente. Di vani, poltrone, damaschi, broccati, sono raggruppati con studiate tonalità di colore. C'è un piano Bechstein, a coda, laccato, decorato, con cineserie del Settecento. Dal salone si passa al teatro, un vero teatro, col suo palcoscenico, i camerini e i locali di servizio. Il boccascena è contornato da una larga cornice d'oro e chiuso da tendaggi di velluto verde e damasco oro-vecchio. La sala è fornita di un perfetto impianto di cinema sonoro per rappresentazioni quotidiane. Altra meraviglia è il Giardino d'Inverno, dotato di grandissime luminose vetrate a murate, si da formare un tutto unico col salone delle feste, quando le numerose porte di comunicazione sono aperte. La sua ricca decorazione è intonata a quella del salone che lo circonda. Le piante vi sono a profusione, i mobili comodissimi. Il bar, artisticamente decorato, è munito di soda-fountain. C'è la bottega (shop), rivestita di legni preziosi con profusione di vetrine di cristalli di luci. Ci sono saledi scrittura e di lettura in stile molto sobrio: — radice alle pareti e soffitto laccato, chiarissimo, analogo a quello della galleria. Nella sala di lettura vi è un circolo di comode poltrone in pelle e un ampio tavolo cen trote in mogano, oltre a tavoli late rali. Non manca una ben fornita biblioteca, che in una apposita vetrina decorata, custodisce una copia della Divina Commedia illustrata dal pittore Nattini. La sala di scrittura è arredata con piccoli tavolini separati. Il salone dei fumatori ha amplissime porte e finestre; c decorato in stile settecentesco, con mogani lucidati e pannelli in radica. Il Lido Anche qui c'è un grande bar, con iDf amplissime porte vetrate nella parte popvicra, che dònno sulla festosa e inedita veranda-caffè, aperta, la quale a sua volta, dà sul Lido. C'è in- LacsndhmldedrldMLlAtptd fatti anche un Lido, o per essere più precisi un ponte-lido. Si tratta di una grande piscina di circa cento metri quadrati di superficie, con rivestimenti policromi, in ceramica, contornata da una balaustra di marmo nero e verde e da una cancellata ir. ferro battuto. L'insieme della ve- randa-caffè, della piscina con i min. . H . £ te_Kdo deco, mto £ 9. ? sfarzosameCnte — illuminato da tubi fluorescenti, producenti un aspetto gaio e attraente. Due lunghe passeggiate scoperte fancheggiano la nave e comunicano c. prua con una veranda chiusa da amplissime vetrate, dalle quali si gode la vista dell'Oceano. Non dimentichiamo la sala di gioco per i bambini, decorata in acero lucido e con pannelli decorativi a vivaci colori; il ponte degli sports, amplissimo, che offre ogni facilità per i giochi all'aperto e gli esercizi sportivi; c'è un'ampia, fornitissima palestra, c'è un campo di tennis, una sala di ginnastica, un tiro a segno. Una novità interessantissima è poi costituita dall'impianto per le cure fisioterapiche. Una serie di gabinetti, forniti di impianti modernissimi, permettono durante il viaggio, le più complete cure fisioterapiche, dirette da apposito personale sanitario. Accanto al profano, infine, il sacro. Ecco la Cappella, dolcemente decollata e illuminata; zona di silenzio e di raccoglimento nel grande fremito della nave. Ma sia nel complesso che nei particolari, dalle architetture e dalle immagini degli artisti, dalle macchine agli ascensori, dai tessuti ai legni lavorati, dagli arredamenti di Ducrot alle architetture di Giannini, dalle cristalleria di Murano ai vermouth torinesi, dai vini del Piemonte e della Toscana alla birra Cervisia, che è genovese, tutto è di marchio italiano, perfettamente italiano. Nella imminente vigilia della partenza, questo titano degli oceani appare, soprattutto, come un formidabile modello di una tecnica insuperabile, come il grandioso prodotto del lavoro italiano. In questo senso, fuori dei programmi di un paradossale sovversivismo e dei clamori comizieschi, ma unito in fascio, mente e cuore, il popolo lavoratore d'Italia celebra, con questa partenza, la sua grande festa. E' una conquista ideale, che nel 1920 sarebbe stato folle sperare. Mentre la sirena del Rex muggirà poderosamente il segnale di partenza, un netto significato balzerà da questa mole dedalea, che leva le ancore, e dalla folla acclamante. Si inizia la celebrazione del decennale : questo meraviglioso gigante, che si avvia verso le pacifiche conquide degli oceani, non è forse una delle più tangibili affermazioni del Regime, una delle sue più formidabili conquiste? CURIO M0RTARI

Persone citate: Bismark, Duce, Ducrot, Giannini, Meyer, Murano, Mussolini, Waterland