Il centenario delle "Mie prigioni,, celebrato a Saluzzo

Il centenario delle "Mie prigioni,, celebrato a Saluzzo Il centenario delle "Mie prigioni,, celebrato a Saluzzo La commemorazione del Pellico alla casa del Fascio e il corteo attraverso la città Saluzzo, 26 mattino, «tra i ' La grande giornata pelllchiana ha avuto ieri il suo fervido svolgimento. Questa storica cittadina, cui i veccni e maestosi edifici carichi di gloriose memorie danno una particolare impronta, di aristocrazia, e le aure, che giungono dalle altezze del Monviso un ampio respiro, ha respirato ieri più profondamente e nobilmente del solito, tutta immersa nell'atmosfera di patriottismo suscitata dall'evocazione del grande commemorato. Saluzzo ha tributato nel passato, alla memoria di Silvio Pellico, altre glorificanti manifestazioni; ma nesuna certamente è stata come quella di ieri complessa, grandiosa ed eloquente. E' stata una giornata di vibrante entusiasmo. La celebrazione del centenario dello « Mie prigioni • il libro tuttora vivo nell'animo degli italiani, ha offerto ancora una volta a Saluzzo l'occasione per dimostrare il suo profondo amore pel grande sfortunato suo figlio. Tutta la popolazione, mossa da orgoglio e da venerazione, si è stretta intorno alle autorità, e la celebrazione ha avuto dall'anima popolare come un anelito, uno slancio commovente e significativo. Le, Autorità Alle 9,S0 sono giunta alla Casa del Fascio le maggiori autorità della Provincia: S. E. il Prefetto Mariano, il Segretario Federale comm. Bonino, il Vescovo mons. Oberti, il Preside della Provincia comm. Toselli, il prof. Silvestri, vice-Podestà di Torino, i senatori Biscaretti di Ruftta e Di Rovasendà, gli on. Berta echi e Viale, il Rettore dell'Università prof. Pivano, il gr. uff. Burgo o l'avv. I. M. Sacco della Deputazione storica, il gr. uff. Scodnik, il marchese Del Carretto, i colonnelli Fiocca, Bruzzone e Sorrentino per le autorità militari, eoe. Erano a ricevere gli illustri ospiti i membri del Comitato per le onoranze pelllchlane, Podestà gr, uff. Minoli, prof. Colombo, del Museo del Risorgimento di Torino, il prof. Collino preside del Liceo, il prof. Vasco, il canonico Savio, il prof. De Luca, il prof. lievi e il prof. Sartorio, nonché altre personalità locali, fra cui il Segretario politico cav. Gatti, il comm. Rossi, il comm. Mirate ecc. Nel teatro della Casa del Fascio suscelunmeviaCaucorl'acgiaitjsLlarcampopsuodeitacran.reafica■dimliarno rirefutun conscìefficonsmteril sprbirtengli a ptesne,la meTne gii so ni Me ramoMain maalll'achre ivei teatro aeiia uasvi uei vuscio —• ,.;-tutta gremita di folla la vasta platea e " ™mente addobbato e costellato di ves- > "siili — si è avuto il discorso ufficiale. 11 Podestà gr. uff. Minoli a nome della città e del Comitato ha detto brevemente e nobilmente della figura del Pellico e degli scopi della manifestazione, cedendo poi la parola all'oratore ufficiale on. Bertacchi. Brillante, acuta e commossa 6 stata la trattazione dell'on. Bertacchi. il quale ha parlato precipuamente del valore politico delle « Mie prigioni ». Prendendo le mosse da Francesca da Rimini, tragedia politica in quanto l'autore vi inserì uno spirito vivacemente patriottico, passando poi al « Conciliatore », il fo- ?:lio azzurro a sfondo patriottico e postico sotto le parvenze della esercitazione letteraria e della difesa del romanticismo, l'oratore viene ad illustrare la immensa, la tremenda impressione, soprattutto politica, suscitata dalla comparsa delle « Mie prigioni 1, e le influenze da queste esercitate -nella formazione delle coscienze italiano in relazione alla susseguente epopea del Risorgimento. Ma l'on. Bertacchi non si è limitato a stare strettamente nel suo assunto. Attorno ad esso egli, perfetto conoscitore dell» vita e dell'opera del Pellico, ha radunato una folla di dati, di episodi, di giudizi, da.ndo al suo tema un respiro ampio e vario. La figura del Saìuzzese è così parsa. Intera 8 fedele, in mezzo al suo mondo felicemente evocalo; e l'oratore le ha dato di suo, nel disegno apologetico, un tono di umanità e di commozione che, mentre rivelava in lui il grande amore per il suo soggetto trovava nel pubblico la più felici! e completa risii""denza. Perciò la bella orazione. Interrotta più volte da vivi segni di approvazione, è stata alla fine coronata da un luhtro vibrante unanime applauso. In seguito le autorità si sono recate a inaugurare la Mostra dei cimeli pelliehiani, allestita nelle vicine Scuole Elementari di piazza XX Settembre. Hanno fatto da guida al giro inaugurale della raccolta il prof. Colombo e 11 prof. Collino, che ne sono stati gli ordinatori. E' questa certamente la parte più importante e singolare delle odierne celebrazioni, e prima le autorità e poi il pubblico non hanno potuto, nella, loro visita, che ammirarla e plaudire alla felice iniziativa. Alle autorità sono stati distribuiti il catalogo della Mostra e il pregevolissimo numero unico stampato a cura del Municipio. La Mostra La Mostra, che rimarrà aperta sino a domenica prossima, e. radunata in una grande sala a terreno ed è cortamente la maggiore e più completa raccolta di documenti e cimeli pellicniani che sia mai stata ordinata. Con essa Saluzzo dimostra ancora una volta il suo profondo e commovente amore per il grande e sventurato suo figlio. Ancora la notte prima hanno qui vegliato, intenti all'ultimo riordino delle bacheche, dello vetrine e del tavoli, il prof. Colombo e 11 prof. Collino, artefici instancabili ed entusiasti della Mostra, coadiuvati dal piccolo ma operoso gruppo di studiosi del luogo, che completano il Comitato. Ora la raccolta allinea tutti i suol oggetti, in bell'ordine, richiama da ogni punto della sala la curiosità del visitatore, suscita memorie ad ogni passo, che ognuno dei suoi trecento oggetti dice una parola diversa, e. nell'insieme crea una singolare atmosfera di devoto raccoglimento e di pacata mestizia, in cui 6orge e grandeggia la figura indimenticabile del Saìuzzese ner .suoi vari aspetti: patriota, cospiratore, e letterato romantico, prigioniero rassegnato e timido amante, sognatore delicato e schivo e fervido credente. simpodeUditchneponeil e dgrpopapobramluttitSterbiafigVedarosi al l'AertadiPrdepalaritre"44grPBveI tuMnopuzail gichnononociluOOIlODLBMtrscqscztailSpzasctcaPncelPerchè riuscisse cosi vasta e compie-'cta molti sono stati gli Enti ed i pn-Irvati che hanno inviato i loro preziosi scontributi: il Municipio di Saluzzo, Icche ha qui trasportata l'Intera raccolta; iallogata nella famosa cinquecentesca aCasa Cavassa, il Museo del Risorgi-zlmento di Torino, di Milano, la Iìiblio-ttteca Civica di Torino, l'Archivio dilStato di Torino, l'Opera Pia Barolo, I Ce, fra i privati, il colonnello Angelini, m11 prof. Collino, lo scultore Soma, la Ipmaestra. Paschetta. il geometra Borda, pil canonico Amerio, il canonico Dal-|cbesio, il tipografo Bovo e altri ancora Il Museo del Risorgimento di Torino ha inviato il documento maggiore, cioè l'unico antOKrafo esistente delle « Mie prigioni ». quello che servi alla prima edizione, stampata nel novembre 1832 dalla tipografia Bocca di Torino, e che porta perciò il visto dplla censura. Nella sua veste manoscritta l'opera famosa reca poche correzioni. Nata da un tormento decennale, tisico e morale, si direbbe si sia formata senza tormenti, facile e corrente, come ignara delle grandiose conseguenze che doveva avere. Non si direbbe, questo ds7f anquillo manoscritto, il libro che Ha <ii ' i ] :i 111 t m 11 r vputu in rvin mi limi i '., >, _ scitato tempesto in più ui una Canlleria di staio eu ha avuto echi in nto il mondo. E si pensa all'autore, entre u> vergava ìieii'auoggetio ui a uarburoux iti, in Tonno, col suo udillo uoiure ui superatile, forse anra uubiioso dell'opportuniià ani suo cconto, pur essenuune stato incoragato ua molti, e uai suo stesso coussore. Libro veramente e totalmente singore! Auto senza pretese, quasi umimente, doveva essere il più letto e polare fra tutti 1 libri u'italia. Al o apparire, doveva riscuotere le iodi i liuemli, che vedevano in esso una cita ina tremenda sforzata alla tinnide dell'autocrazia, e quelle dei azionari, elio vi trovavano la gloriazione dello spirito leligtoso. Cosi messo e umile, il libro doveva avere rtita vinta persino presso il Gover e la Corte d'Austria. Al suo appae l'Imperatore ne ordinò una contazione, e questa venne commessa a allo l'Uiizionario di Polizia. Ma la nfutazione, fatta .0 rifatta, non riuì — ne lo poteva — sufficientemente icace, c si lini per rinunciarvi, acntentandosi di timide e incerte mentite nei giornali dell'Impero. Metrmeli, che senti subito e per intero tremendo peso morale di quell'ineresso aito uaccusa, si affretto a proire il libro nel Lombardo-Veneto, a ntare di proibirlo in Toscana e nei Stati pontifici, legati all'Austria, ed protestare presso il Governo piemonse per il permesso alla pubblicazio, Ma era fatica sprecata, che quel famosa battaglia era irrimediabilente perduta... Testimonianza della enorme diffusio del libricino, sono qui, a decine, i esemplari delle edizioni che di es si sono stampate in tutte le Nazio d'Europa, Molle sono qui le lettere del Pellico, alcune pochissimo conosciute e di to pregio, perchè si riferiscono a omenti culminanti nella vita dei artire. Tuie è una lettera inviuta il ottobre 18-Jti — cioè tre giorni pria dell'arresto — dal lago di Como la sua amata Gegia. Le comunicava arresto di Maroncelli, avvenuto poi giorni prima a Milano, e, per svia i sospetti della Polizia, figura di --nvtirlini'àl nmltn ripirurroittri non™"M °M SuSòncàM «S un «io*. "?.. „„if,,Vì„i „ii„ »mi.n.. vi., gmscdtaiCvmagsdgddpDmili attitudini alla violenza... Ma oco dopo ancli'egli cadeva in mano gli sbirri. Un' altra lettera, probabilmente ineta. t< indirizzata ad Lllsabetta Marhionni, sorella di Carlotta, da Udie, il 27 marzo 1822, cioè un mese doo la sentenza di Venezia, mentre viee trasferito allo Spielberg. Essa reca visto del commissario di Polizia, dice: «Carissima sig.ra Bettina, Una razia sommai Si compiaccia, di far orre alla posta l'unita lettera per mio adre, sborsando qualche soldo alla osta per la dovuta affrancatura. L'abraccio, mia rispettabile signora ed mica. Abbraccio Carlotta, Gegia, sato tutta la compagnia. La mia gratudine 6 infinita ». Una lettera dalla prigionìa Slmilmente e qui esposta l'unica letra che il padre di Silvio Pellico aba ricevuto durante la prigionia dèi glio. Essa fu scritta dai Piombi di enezia. Le non poche lettere inviate al prigioniero alla famiglia non iuouo mai inoltrate. Di esse, anzi, qua si ignorava l'esistenza, e spettava l Chiattone di ritrovarle nel 1903, nelArchivio di Brunii, in Moravia, ove rano finite e dormivano da circa otanta anni... Altre quattro lettere ineite sono quelle indirizzate al conte ralormo, Ambasciatore del Re di Saregna a Vienna, in ringraziamento del atrocinio accordato alle pratiche dela sua liberazione. Fra la corrispondenza che non si ferisce alla prigionia, sono notevoli re lettere mandate al Gioberti nel 4-,45, la prima delle quali per rinraziarlo di avergli dedicato il suo rimato degli Italiani, La Pinacotecaiblioteca di Forlì ha mandato una entina di lettere in cui si assomma utta, la corrispondenza fra Pellico e Maroncelli dopo la prigionia. Non meo interessanti sono diciotto lettere, ure posteriori allo Spielberg, indirizate a Pietro Santarosa dal Saìuzzese, quale gli rendeva conto dei suoi sogiorni presso le ville di parenti nobili he ve lo avevano invitato. In esse soo interessanti notizie sull'ambiente obiliare e intellettuale dell'epoca. In un grosso volume di poesie maoscritte una ve n'è, composta di ben inquantadue terzine, in onore di Sauzzo. Comincia cosi : Oh di Saluzzo antiche, amate mura! Oh città ove a riso apersi io prima l core, e a lutto, e a speme ed a paura! Oh dolci colli! Oh maestosa cima Del Monte Viso, cui da luvgc ammira La subalpina immensa valle opima. E cosi termina: Breve soggiorno or fo, in tue mura [amate. Ma dovunque io m'aggiri appo te vivo! Accanto al poeta elegiaco, il poeta ragico. Lo rappresentano i tre manocritti della Francesca da lìimini e quelli di alcune altre tragedie. Una cena di tragedia è scritta su un pezo di carta grossolana, specie di cara da imballo, che il vecchio Schiller, l burbero e benefico secondino dello Spielberg, consegnava in soprappiù al poeta, e che, convenientemente e pa zientemente trattata, era resa adatta alla scrittura, senza che l'Inchiostro vi si spandesse eccessivamente. Lungo la fila delle vetrine, altri documenti interessanti rermano il visiatore. Ecco una delle poche raccolte complete del Conciliatore, e, accanto ad essa, le bozze di uno scritto del Pellico, destinato al Conciliatore ma non pubblicate perchè la Polizia troncava le pubblicazioni del settimanale e poco dopo arrestava i principali collaboratori. Molte sono pure le cose curiose, che eamspmrfmtNbfnblodigvgctdpmfTlmclmscsRmtsndsesldpapiDrtpflcci rivelano il Pellico pressoché ignorato, intento a umili e prosaiche bisogne. C'è, ad esempio, un registro in cui sono diligentemente annotati gli incassi della Compagnia Reale Sarda, al tempo delle trionfali rappresentaloni delia Francesca, e la natura contabile del quaderno fa un curioso pe7ilani al famoso libro della spesa di Casa Barolo. Un fasclcoletto insegna minutamente il giuoco dei tarocchi « a permesso ». Un altro contiene ricette per la guarigione di alcuni mali, fra cui il male degli occhi e le piaghedei piedi. Una poesia in francese presenta, le Béglcs pour bien vlvre. Minu7ie del vivere quotidiano, alle qualfa da contrasto, nell'ora e nel pensieo solenne della morte, l'alta e commovente spiritualità del testamentoeh» qui non poteva certamente mancare, Dopo l'inaugurazione della Mostrasi è formato un Imponente corteo, cheha portato al monumento del Pellicoin piazza fiaribaldi, una corona dquercia e alloro con un nastro tricolore recante la scritta: «A Silvio Pellieo, Saluzzo memore»; ed una secon da corona ha recato alla casa natale i de! poeta, con là dedica: «Al figlio immortale la città natia». Un altra austera e commovente ce-'rimonia ha poi avuto luogo al Girimi- sio, ove è stata scoperta una lapide in|memoria del prof. Domenico Chintto-ine, saìuzzese di elezione, che fu un fervente estimatore del Pellico, ricor- caf-ore appassionato e fortunato di do- conienti che servissero a sempre me- glio far rifulgere la gloria del recluso dello Spielberg. La lapide porta la seguente epigrafe: a In ricordo — di Domenico Chiattone — in questo Ginnasio scolaro e maestro — che alle antiche memorie cittadine — alla gloria dolorosa di Silvio Pellico — dedicò intera — la feivente giovine vita — aprile 1878. luglio 1906 ». Del vivido ingegno e della singolare attività del Chiattone, che negli studi storici avrebbe portato cospicui fratti se la. morie non lo avesse stroncato giovane ancora, dissero degnamente il Podestà gr. uff. Minoli 0 il Preside del Ginnasio prof. Sartorio, fra la commozione degli astanti e alla presenza dei congiunti del commemorato. Nel pomeriggio, allo 15, nella Casa del Fascio, ha avuto inizio il convegno ìdi studi pellichiani, presieduto <jaliprof. Collino. Interessanti relazioni so-1 no state svolte, dopo che il prof. Sar torio ebbe commemorato Domenico Chiattone. 11 can. Savio trattò la poli- tiea del Pellico dopo le «Mie prigio ni »; il prof. Colombo parlò caldeggiando una riedizione dell'epistolario dei saìuzzese; il prof. Pivano presentò una relazione del sen. Cian, che dà notizia di un dramma intitolato « Sil vio Pellico •, rappresentato a Londra al Teatro del Re, nel 183-i, cioè appe- n*.,trinti p santo pa • y' na due anni dopo le « Mie prigioni », da un gruppo d'i gentiluomini inglesi che, sotto il patrocinio di Giuseppe Mazzini, davano l'opera loro a beneficio degli esiliati politici italiani; Federico Garello tratteggiò la figura dell'abate Giordano, parroco di San Rocco in Torino, amico e consigliere del Pellico; il gr. uff. Scodnick diede no: tizia del piccolo museo dei carcerati italiani istituito nella fortezza dello Spielberg; l'avv. Maurizio Prove illustrò la vita di Silvio Pellico in Barolo; e infine Masino Prever, a degno suggello della fervida, indimenticabile giornata, iparlò della venerazione di Saluzzo per il Pellico, di quello che ha fatto e di ciò che ancora intende fare per la memoria del suo 1-iglio U. L. Vcndsumpcectosstddnpp