La Francia accorderebbe alla Germania la parità di diritto ma non di fatto

La Francia accorderebbe alla Germania la parità di diritto ma non di fatto PRESSIONI INGLESI A PARIGI La Francia accorderebbe alla Germania la parità di diritto ma non di fatto | meno categorico di prima. Ora, l'cspe rienza di questi anni ci ha insegnato che le resistenze della Francia sulle questioni successivamente maturatesi furono sempre molto più diffìcili da vincere sulle questioni di principio che non sui'e questioni di fatto, L'accordo sulla teoria è, in politica estera, come la punta di quel famoso dito che, una volta messo nell'in-gra naggio, si tira dietro la mano e poi il braccio. Non vogliamo dire, ben inteso, | con questo che Herriot sia già d'ac cordo con MacDonald sulla necessità di trovare una formula atta ad acconten tare la Germania: siamo ancora ben ,lontani da ciò; ma gì sembra che in !mezzo alle esitazioni ed al dubbi giu stificati o meno che travagliano Ja j Francia, il Capo del suo Governo, pur :seguitando a rassicurare l'opinione na|zi0nale che la Germania non riarme rà, cominci a mostrarsi preoccupato della convenienza di non creare sover ni. anche a giudizio di questo scrittore i più che contro la questione teorica j contro il principio in sè, la Francia .insorge contro gli aspetti pratici che quello assume o può assumere. Non •? 'un progresso notevole; ma è un pro gresso. chi ostacoli al tentativo che il Governo di Londra, con la collaborazione amichevole di quello di Roma, è disposto a fare affinchè i contatti con la Germania non vengano rotti neppure sulla questione del disarmo, dove essi risultano più che mai necessari. L'atteggiamento italiano Anche l'atteggiamento italiano nella questione è visibilmente apprezzato oggi, qui, con una minore ostilità che non quattro giorni addietro. Tornando sull'articolo di Mussolini, che di tale atteggiamento ha fornito al pubblico la formula esatta, lo stesso « Temps », in un articolo di Wladimir D'Ormesson, osserva: « Come giustamente scrisse il Capo del Governo italiano, in realtà nessuno |può affermarsi insensibile alla rivendi- cazione tedesca della parità ^ diritti eje che, anzi, nessun francese la respiri-1gerebbe se essa fosse presentata da una Germania calma e pacifica ». Ma, quello che allarma la Francia, secondo Wladimir D'Ormesson, è il fatto che essa venga presentata, viceversa, « con stile da ultimatum, e da un regime militare instaurato in un Paese In piena effervescenza »; in altri termi- Sennonchè, quello che sembra allarmare più di tutto la Francia per l'offerta di mediazione britannica, è il timore o, piuttosto, la certezza che il corrispet ; tlvo all'Impegno morale preso dalla Germania di non valersi subito della jfacoltà astratta eventualmente rlconoe sciutale, verrà cercato dall'Inghilterra j nella adozione del Piano Hoover sul di I sarmo. Non è impossibile che Lord | Tyrrel abbia sin da oggi prospettato ;al suo interlocutore la convenienza di cercare in questa direzione, con tutti i temperamenti del caso, la soddisfazione da dare alla Germania, per indurla a tenere in sospeso l'applicazione del diritto di riarmare da essa rivendicato. Il piano Hoover Certo è che Herriot, toccando questo punto nella sua esposizione alla Commissione degli esteri e rispondendo a Blum che gli rimproverava la sua ostilità al Piano Hoover, ha creduto oggi di giustificarsi sostenendo che anche l'Italia, dapprima totalmente favorevole al piano americano, avrebbe in un secondo tempo ammesso qualche riserva in proposito. Non sappiamo fino a qual punto la frase attribuita al Capo del Governo francese sia esatta, ma, quello che ci sembra difficilmente credibile, è che il signor Herriot possa avere pensato sul serio a cercare delle attenuanti nella opposizione da lui-fatta contro il piano americano, proprio nella politica d'un Paese che fu sostanzialmente propugnatore strenuissimo della proposta Hoover, e che tuttora si batte per la riduzione degli armamenti nella sua torma più sincera e radicale. Evidentemente, il ritorno a concezioni coraggiose in materia di disarmo, è la pedina essenziale della partita che sta per essere impegnata per comporre le divergenze sulla « Gleichberechtigung ». La Francia non si inganna prevedendolo; ma nulla è lecito sperare di buono circa il secondo punto finché nessun progresso sia stato conseguito circa il primo. E non pare, sino a questo momento, che l'atteggiamento della Francia dischiuda al riguardo prospettive molto confortanti. La Commissione degli esteri, avendo trovato non abbastanza esauriente l'esposizione odierna di Herriot, ha chiesto ed ottenuto che il Capo del Governo sia sentito di nuovo quanto prima sulle stesse questioni, la cui fisonomia subisce del resto da un giorno all'altro modificazioni incessanti. C. P. a Parigi, 17 notte. | La giornata diplomatica si è inizia- ta con la visita dell'Ambasciatore di Germania a Herriot. Non è stata an- cora la visita di congedo, ma sì trat- tava della comunicazione ufficiale del trasferimento, ed è difficile immagl- nare che — date le circostanze — il barone von Hoesch abbia potuto in- trattenersi utilmente col suo interlo- cutore dell'argomento del giorno, l'at- teggiamento tedesco nella questione del disarmo, atteggiamento circa il| quale è del resto una pia illusione pa- vigina ritenere che von Hoesch nutra idee effettivamente diverse da quelle del suo Governo. ,Chi si è occupato, e abbastanza a!lungo, dell'argomento è stato invece l'Ambasciatore d'Inghilterra lord Tyr-j rei, venuto da Herriot nel pomeriggio:per esporgli le vedute del proprio Go-|verno intorno al delicato problema, ve- dute che — come è noto — faranno oggetto domani di una comunicazione del Foreign Office ai rappresentanti della stampa. La comunicazione britannica Posteriormente a tale seconda visita, Herriot si è recato davanti alla Commissione degli Esteri convocata per udire le sue spiegazioni sulla situazione internazionalq. La comunicazione dell'Ambasciatore britannico ha fatto le spese di buona parte della riunione a palazzo Borbone, e naturalmente gli elementi di Destra hanno còlto l'occasione per deplorare ancora una volta l'inanità del Patto consultivo e la costante tendenza del Governo di Londra a farsi a Parigi patrocinatore dell'accoglimento, almeno parziale, delle tesi germaniche. Ma le Destre non rappresentano in seno alla Commissione degli Esteri, come in seno alla Camera, se non una piccola minoranza, e sembra che all'incontro dei loro desideri il Governo non abbia celato la propria soddisfazione di vedere che Londra si prepara a mettere ancora una volta i propri! buoni uffici in ,una circostanza in cui la divergenza franco-tedesca si dimostra in procìnto di risolversi in una antinomia irriducibile. Interpellato coni vivacità dal sen. Béranger intorno agli j armamenti clandestini del Reich, e in-.torno al terzo incrociatore corazzato che il Governo di Berlino decise di'mettere in cantiere, Herriot avrebbe risposto di non avere ancora potuto preparare una esposizione sistematica di tutti gli elementi raccolti sull'argomento, ma avrebbe finito col tro- social-radicali della Commissione sul proprio fermo proposito di fare ogni sforzo per evitare il fallimento della Conferenza del disarmo alla quale parteciperà di nuovo a cominciare da mercoledì prossimo, ma per tenersi poi al centro e ai moderati ha soggiunto che sulla questione della parità giuridica la sua risposta alla Germania sarà sempre negativa, non potendo egli consentire al riarmamento dì una Potenza nel momento stesso in cui tut> te le altre si danno tanto da fere per disarmare. Da questi pochi, e Insufficientissimi lumi distribuiti in serata dalle solite lanterne ufficiose il sole sintomo serio che sia dato di ricavare* consiste nel persistere dell'esitazione e dell'incertezza alimentate in Herriot dal doppio timore di alienarsi l'opinione del radicalismo e del liberalismo patrioti e di lanciarsi a capo fitto in una avventura nella quale l'Inghilterra non potrebbe seguirlo. Un contrassegno interessante di tale indecisione ufficiale lo troviamo nel linguaggio del Temps questa sera notevolmente meno reciso di Ieri sulla accoglienza da fare alla domanda tedesca di parità giuridica. Ricerca di una formula Innanzi tutto l'organo ufficioso riconosce, a differenza della stampa nazionalista, la perfetta legittimità della messa in cantiere a Wilhelmashafen del terzo incrociatore corazzato cui la Germania è autorizzata dall'articolo 181 del Trattato di Versailles, spingendosi fino ad ammettere che la cosa non è in contrasto neppure con la tregua degli armamenti in vigore fino al primo novembre prossimo, visto e considerato che la tregua non vale per i programmi navali già formulati all'epoca della sua adesione, come del resto ha ampiamente sostenuto e dimostrato per proprio conto la stessa Francia. In secondo luogo, alludendo direttamente alIe ldee attribuite al governo britannico' e delle ^ual1 31 suPPone che lord Tyrrel si sia fatto oggi interpre varsi d'accordo con gli Interpellanti; sull'Impossibilità per la Francia di passare sotto silenzio quanto si fa dal-ji'altro lato del Reno in opposizione con le disposizioni del Trattato di j Versailles. I H Capo del Governo ha insistito per | non suscitare le collere dei membri;te presso Herriot, l'organo del Quay d'Orsay osserva che il progetto di accordare alla Germania una parità militare astratta statutaria, destinata a restare sulla carta almeno fino allo scio£lime?t° felice o infelice della Con gerenza del disarmo, non sarebbe in sostanza inaccettabile, a patto che esi- 3tesse u? mezf° p,!i* P.rnourar31 la ga- ranzla chef?CD° rlcevuta non Yer; rà sfruttata dal Reich per riarmarsi ef- tt^g*Sfwa formula dovesse venire presa in considerazione bisognerei) ^e cominciare col precisarne i termini, PgmssgFmcgmcscdlcvmnalszang7acchè tal quale é essa sembra piut-1 Vtosto pericolosa. Kiconoseere alla Ger- j sui—mania l'uguaglianza statutaria in materia militare equivarrebbe — in pratica — a fare tabula rasa delia oarte quinta del Trattato di Versailles'; ma quando si aggiunge che tale eguaglian- r—-■■- . r- - h„„„hho t™„t> nza statutaria non dovrebbe implicare;,per il Reich la facoltà di riarmare,'ognuno ha il diritto di chiedersi oové hsarà la garanzia assolutamente sicura.mche il riconoscimento de principio non. erà seguito dal riarmamento effettivo sde»a Germania, eventualità che tutti\msono f^J^SLSS^^St] fiuto francese sembra oggi, dopo la vita di Lord Tyrrel al Quai d'Orsay, dg