In San Paolo, isolata dal mondo

In San Paolo, isolata dal mondo LA GUERRA CIVILE NEL BRASILE In San Paolo, isolata dal mondo Come è scoppiato il moto rivoluzionario - Dal colpo di mano alla guerra guerreggiata Centomila volontari - Amare delusioni e tenaci propositi - La guerra come una festa nochstUn nio man ina ciò che resse. nano non noti-anno \»'\-\direuse,taro vivissimo ime-' [Nazsan paolo del bra<?n p \mocauri paolo del brasile. |pafl. ' mellQuesto piroscafo nazionale che,{denproventenle da Rio, ci è annunciatoUanal porto di Santos, bloccato dalla]finamarina da guerra del Governo Federale appare a noi che siamo, da oltre venti giorni separati dal mondo, proprio come uno spiraglio di luce a chi sta in una prigione. Esso porta a San Paolo coloro che la rivoluzione aveva fermati a Rio e alla Capitale federale coloro che la atessa rivoluzione aveva trattenuti a San Paolo. Ci porta anche notizie del mondo e particolarmente d'Italia, più precise e sicure di quelle che, con incredibili sforzi, siamo riusciti, sin qui, a strappare, dimezzate, alle radio di Buenos Aires? Potrà riportare nostre notitie a coloro che in Italia avranno avuto chi sa come e chi sa quale conoscenza degli avvenimenti che da più di venti giorni si vanno svolgendo in Brasile e ci pensano esposti a chi sa quali pericoli? Mentre scrivo non lo sappiamo ancora! Isolamento fulmineo L'isolamento di San Paolo dal inondo è stata questione di cinque minuti. Non appena i rivoluzionari hanno deciso il colpo e noi ne abbiamo avuto notizia, tutti gli uffici postali e telegrafici della città e dei paesi vicini sono stati occupati dalle milizie ribelli. Dalla mezzanotte di sabato 9 luglio, soldati e mitragliatrici ne guardavano l'accesso. Per tutta la domenica e per buona parte del lunedì non è stato possibile spedire una lettera o un telegramma. Soltanto la sera di lunedì si e potuto ottenere una eccezione per i telegrammi, purché debitamente censurati. Ma allora il Governo' "Federaleaveva'già ~3énunciato San Paolo come Stato ribelle, facendolo escludere dai benefici delle comunicazioni postali e telegrafiche con le altre parti del mondo! Siamo rimasti così isolati completamente dal mondo! Con tutto l'amore che portiamo al Brasile, al quale, di vero cuore vorremmo risparmiare le guerre e le rivoluzioni e qualsiasi di quei turbamenti sociali che, danneggiando la vita economica e finanziaria e commerciale dei paesi, in un paese quale è il Brasile ci riguardano da vicino, per il doveroso riserbo che noi stranieri dobbiamo tenere, questo isolamento dal mondo, e particolarmente, dall'Italia, è siato il disturbo maggiore che db biamo avuto, la preoccupazione più assillante. I paùlistani, invece, non vi hanno neppure fatto caso. Dalla mezzanotte del 9 luglio tutto il mondo è stato per loro San Paolo. Che mirabile e veramente commovente entusiasmo! Naturalmente il movimento è scoppiato la notte del 9 luglio, Ma era stato preparato da prima: quantunque non tanto prima come a qualcuno potrebbe sembrare. Appena qualche giorno avanti. Certo è che nel pomeriggio del sabato i congiurati — chiamiamoli così — si erano dati convegno nel Palazzo del Governatore dello Stato di San Paolo e alla presenza dell'Inter ventare Federale, vale a dire del rap presentante del Capo del Governò Federale, avevano deciso il da farsi: proclamazione della rivoluzione, nomina a capo delle forze rivoluzionarie del generale Isidoro Diaz Lopez, già capo della famosa rivoluzione del 1924, dimissioni da Interventore Federale del dott. Pedro De Toledo e sua nomina a Governatore dello Stato dì San Paolo. Probabilmente nello stesso pomeriggio era stato sleso ed approvato il testo del messaggio che illa mezzanotte, firmato dal generale Isidoro, fu diffuso dalle stasimi'di Radio. E subito dopo investito della carica di Governatore dello Stato di San Paolo — investitura avvenuta il pomeriggio della domenica — Peiro de Toledo irradiava un manifesto al popolo brasiliano. La democrazia nell'imbarazzo Nei due manifesti e condensata^ la tesi sostenuta dai paùlistani. E' anche accennata la storia del movimento. In molti punti essa ha un interesse molto relativo per chi non sia costretto a vivere la vita locale dei partiti. Fondamentalmente e idealmente essa si polarizza intorno al regime che deve governare il Brasile. La rivoluzione dell'ottobre 1930 fu fatta in nome della democrazia ^promossa da un aggruppamento di ■ partiti che avevano precisamente assunto la denominazione di « Allean za Democratica ». La forma di Co cedvutMane Conti qDpo le deldi rio ferdeltamda revCosaveess'j. se PaedeidelIgircorlemno rezdensorcolnhdasi, madivpropanonoctel'afacvaelaegsitte mauspiùtossarcilTarenochmvcprcosttecizicomlastchspsclatanaticalidszFtzcstpspfnfenzivtba et tornente responsabili del GoverProvvìsorìo. Nel manifesto alla zione col quale 1'« Alleanza De- cratica » aveva iniziata la camflnfl[ cftc sarebbe stuia vittoriosa l'otiobre con la rivoluzione, era nunciato tutto lo sfacelo non solnto politico, ina amministrativo e anziario prodotto dai Governi pre- denti: la rivoluzione avrebbe doto dare un nuovo ordine politico. a non doveva dare anche un ordi amministrativo e finanziario? n quali criteri e su quali basi tutquesti ordini? Di qui la ragione del prender tem del Governo Provvisorio a fare elezioni. Di qui, altresì, l'origine le discussioni e delle polemiche carattere economico e finanzia — non sempre esenti dall'interrenza di interessi particolari ■— e lle discussioni di carattere pretmente ideale sul regime migliore darsi al Brasile, non eludendo la visione o la trasformazione della stituzione, poiché nei giovani che evano o fatta la rivoluzione o ad sa avevano aderito, all'ardore sen programma specìfico che non fos quello di trasformare la vita del ese, era sottentrata la coscienza i problemi più vivi ed immanenti lla vita politica contemporanea. Il dissìdio ideale non poteva sfugre ad alcuno: tanto più che nel rso delle discussioni e delle pomiche i termini di esso si andava precisando con sufficiente chiazza. Non sfuggiva, per prove evinti, al Capo del Governo Provvirio e al suo più diretto e vicino llaboratore, il dott. Oswaldo Araa. Il loro orientamento ideale anva ogni giorno più manifestando mentre il bisogno di nuove afferazioni politiche veniva colto nelle verse elaborazioni di partiti e di ogrammi idealmente mutuati da rtiti e da programmi europei. Se n che l'opera del Capo del Govero Provvisorio era turbata dalla essa-quaUtà-à^lamaggiomnza-cheaveva portato al potere, di questa cendo parte tutti coloro che anda ano suddividendosi nelle diverse aborazioni teoriche e pratiche. Ed gli, forse pur persuaso della neces ta di improntare di distinta e for personalità un movimento riforatore, si è trovato costretto ad sare i metodi democratici: girare il ù che sia possibile le posizioni piutsto che prenderle di fronte, smusare le inevitabili angolosità, conliare le evidenti divergenze. Sembrava buono il suo metodo. anto è vero che tra le diverse corenti delineantesi nei diversi Stati on è mai avvenuto quello scontro he sembrava ad ogni momento, imminente. Ultimamente sembrava acr vinto, quando, dopo non essersi reoccupato dell'abbandono dei suoi ollaboratori provenienti dallo Stato tesso del quale era stato Presidene, Rio Grande do Sul, aveva laniato l'ultimo suo manifesto alla Naione annunciando la convocazione omìzi per la Costituente per i primi del maggio del 1933. La data e a forma della convocazione erano tate accettate dai gruppi politiche la reclamavano come contenuto pecìfico dei loro programmi. Tradizione paulista Come mai, allora, la rivoluzione coppiata la notte del 9 di luglio para di costituzionalizzuzione e di bataglia pel ritorno alla /vita ■costituzioale? Nella questione generale poliica si inscriva, per San Paolo, un aso specifico, il cosidetto caso pauista che è sorto, si può dire, subitdopo la rivoluzione dell'ottobre scorso. San Paolo sente ed ha la coscienza di essere il più forte Stato dellFederazione. Non perde, un momento solo, il contatto con la sua tra'di zione che si ingemma dei fatti picaratteristici della vita politica bra siliana, dalle gesta dei « bandeirantes » alla proclamazione della Repubblica, dei nomi più gloriosi dellstoria del Brasile moderno. Tutti paùlistani, dai primi anni della lorfanciullezza nelle scuole primarie fno agli ultimi nelle Università, nellfamiglie, nelle aziende commerciae industriali, nei pubblici uffici, sono educati al culto di questa tradzione, San Paolo ha nel suo stemmil motto « Non ducor sed duco » ... __ . -, .7 vece, guidarlo Un insanabile contrasto non poteva per questo noVinto, nella rivoluzione dell'ottobre, la rivoluzione pretendeva, wProvvisorio ha cercato di conciliarle esigenze della rivoluzione vittorisa con le esigenze dell'anima paulsta, applicando lo stesso criterio addolcimento dei contrasti, delle cocessioni graduali, degli arresti e dele riprese. San Paolo era riuscito aavere il Governo che voleva e nsuo Governo in carica alla vigilia del'ultimo movimento rivoluzionariancora in corso, non c'era un sonon paùlistano. Non era dunque risolto il scaso ? La domanda c'è qualcuno che La separazione, infatti, di SanatenePaolo dalla Federazione non è una.ne ccosa che si possa improvvisare e nep-\rabipure inserire di straforo, in un movi- e a e^ a e d d l . i o i i o e e o ci o e rtoin uo rnla ni iù a nela i ro file ali odima nento che non sia da lungo tempo preparato e allo scopo specifico di riuscire. E' una questione di enorme complessità e responsabilità. Molto più veridicamente si può riscontrare nell'attuale' movimento una controrivoluzione. Approfittando delle divergenze ideali degli stessi partecipanti alla rivoluzione dell'ottobre 1930, approfittando delle legittime suscettibilità dei paulisti, condivise dagli stessi rivoluzionari del 1930, gli uomini dei passati governi hanno agito nel loro interesse e per una loro ripresa. Dall'« Alleanza Democratica » sono usciti coloro che non sono mai stati democratici: i giovani che nel 1924 si batterono per una trasformazione del Brasile e, vinti, se ne andarono profughi per le altre terre dell'America del Sud, gli altri che non sono rimasti insensibili ai movimenti di idee delineatisi nel mondo e aspirano a dare a se stessi e al Brasile una coscienza politica maturata, che non sono più disposti ad accogliere, senza beneficio di inventario, i dogmi della democrazia che sembra, nel. suo fallimento europeo, cercare rifugio nella generosità di questi popoli sud-americani. Il loro posto è stato preso dagli uomini dei vecchi governi. Naturalmente; poiché questi erano anche loro e tutti democratici! Previsioni fallite Econodellstanra sne ddemvintsionargucontche fincnonnellton Il GdichnilaQuali si siano le ragioni specifiche, il fatto è questo: da quasi un mese siamo in ìstato di guerra. Di autentica guerra. Nella notte del 9 se si chiedeva a qualcuno dei responsabili della rivoluzione: che cosa succedei — Andiamo a Rio, vi rispmdeva, a deporre il Governo Provvisorio. — E pareva che non mett-assc tfa(bfrio~gìc;ws---#Sj8—ooltanio sulla possibilità della cosa, ma sulla sua sollecita esecuzione. E infatti: le truppe federali di stanza a San Paolo aderenti, la Forza Pubblica disciplinata, il GovcrrwjdeUo_Stato non soltanto consenziente ma promotore, altri due grandi Stati della Federazione, Minas e Rio Grande do Sul, insieme. Chi restava a difendere il Governo Provvisorio"! La guarnigione militare del Distretto Federale sulla quale poteva influire l'atteggiamento di quella di San Paolo, la Forza Pubblica dello stesso Distretto, il Partito anticostituzionalista rappresentato dal Club 3 di Ottobre travagliato ancora da una crisi interna che l'aveva privato dì parecchi elementi di importanza, i piccoli Stati del Nord lontani giornate di cammino o dì navigazione. No; il Governo Provvisorio non avrebbe potuto resistere più di ventiquattro ore e, nella impossibilità di resistere, avrebbe ceduto subito il potere. Sembra che questi siano stati i calcoli degli organizzatori della nuova rivoluzione, la quale non avrebbe dovuto essere che una semplice insurrezione. Sembra pure che assicurazioni di sollecita ed immediata conclusione abbiano dato agli ufficiali della guarnigione per finire di vincere la riluttanza di alcuni. Dopo quasi un mese siamo invece in piena guerra! Interrotte tutte le comunicazioni con e da San Paolo, marittime, terrestri, postali, telegrafiche e telefoniche, esse sono state sostituite dalla Radio: forse il primo esperimento fatto per saggiare le sue possibilità in materia. Tanto a San Paolo quanto a Rio la Radio serve per incoraggiare, esaltare, irreggimentare, incuorare alla resistenza. I normali programmi musicali sono, sì può dire, scomparsi. Sono stati sostituiti da programmi più adatti. Periodicamente si succèdono al microfono oratori ed oratrici che spiegano i finì della guerra, salutano i combattenti, invitano i cittadini a dare la loro col laborazione; e dopo ogni discorso si suona immancabilmente l'inno na zionale, mentre tutto il resto del programma è prevalentemente composto di musica dall'andamento guerriero. Fino a qualche giorno fa, qui a San Paolo, è stata tale l'offerta di oratori che i dirigenti hanno sen¬ tii fEBdi Spresche purfronunamardertos largbarsonun colpropflotfaccheBalsti neimeplato lo-^volsersongeno MasecLane,guchinoAsi lazstadagioassseddaunpemebisvefurodi nocivle nive« fnacinoStmqugesezetoRvibumzipira~.\E"nfiadtito il bisogno di regolare la mate-,9 | filli LUlLt/U, U-t &gwr(vvnui u wum-tmuL n-;. . regolare la successione, on." '„ ' s*n Paolo „uanto a Rio\tro-^ ¥c>è una acommìssione ^pw-j" ' ata di esaminare le domande e\ch'pre ioli di on-, elad nel elio, olo uo giornali di Rio; qui hanno fatto lo stesso per ì giornali di San Paolo, debitamente censurati dall'una e dall'altra parte. La Radio ha sostituito i giornali e i venditori di Radio non hanno mai fatti tanti affari come adesso. Naturalmente anche le Radio sono controllate dai rispettivi Governi; vale a dire forniscono notizie debitamente autorizzate. Ma il pubblico non trova che ci sia grande differenza tra un giornale controllato dalla censura e un apparecchio di Radio controllato; si capisce il pub se blìco che può permettersi il lusso di decsutvcscshqc guerra, per mane-re alto il morale della popolazioche la deve affiancare serve miilmente! Aeroplani e moschetti E' pure attraverso la Radio che noi osciamo i propositi, di resistenza 'una e dell'altra parte. I paùlini, persuasi di combattere la guersanta per la Costituzionalizzaziodel Brasile e per i diritti della mocrazia — un tantino anche conti che sia loro affidata una misne storica nel mondo moderno, ad uire da alcune battute polemiche tro le dittature — dichiarano non desisteranno dalla battaglia ché il dott. Getulio Vargas, che n è trattato meglio del deposto l'ottobre del 1930 dott. Washing Luiz, non avrà lasciato il potere. Governo Provvisorio, a sua volta, hiara di non poter lasciare impu llntirqeviirptpcaSSpsmna Za ribellione e che andrà fino\lfondo. E i giorni passano cosi! Bisogna riconoscere che al popolo San Paolo non importa. E' così so dalla ossessione della guerra, e sì direbbe non importargli nepre delle notizie che vengono dal nte. C'è stata, nei primi giorni, a certa apprensione. Quando la rina da guerra del Governo ferale ha bloccato in porto di San e le prime navi sono apparse al go hanno pensato: adesso bomrdano la città marinara! Le navi no, invece, al loro posto da quasi mese e non hanno sparato un sol po. Poi è stata la volta degli aeplani. Il Governo Federale ha una tta aerea abbastanza numerosa, cendo parte di essa i Savoia-Maretti della traversata atlantica di lbo dei quali si è parlato, in que giorni, quasi quanto se ne parlò i giorni del glorioso e riuscito ciento. E' bastato che qualche aero ano della flotta federale sia venu a fare una evoluzione su San Pao ^si^hè—si-sia-detto: adesso è la lta di San Paolo, destinata ad esre bombardata! Gli aeroplani si no, invece, fino ad ora limitati a ttare alcune bombe, che non han fatto gran male, sul Campo di arte della città. Per due sabati con cutivi hanno volato su San Paolo. a popolazione vi ha- fatto l'abitudi, ormai. Li guarda venire, ne seue il volo, li accompagna con l'ocio fin che può, quando se ne van: sa che nm vogliono farle male! Anche un'altra preoccupazione è. può dire, scomparsa nella popòzime di San Paolo: quella di reare vittima della battaglia dei sol ati. Buona parte di essa ricorda le ornate del 1924. Le truppe ribelli serragliate in città. Le truppe asdiarti, le legaliste, a pochi metri alla città. Un fuoco di fila che ad na determinata ora incominciava er finire quando Dio voleva. In ezzo la popolazione che aveva piùsogno di muoversi, ma non si muoeva per paura di fare le spese delle ucilate dei militari. Giornate di terore, dicono coloro che le ricordano! Questa volta le truppe sono a più i cento chilometri da San Paolo e on c'è pericolo di interferenza tra vili e militari. La popolazime civi se n'è persuasa. Dal giorno dell'iizio della controrivoluzione il Goerno di San Paolo ha decretato un feriado » che tutti ritengono destiato a rinnovarsi periodicamente. La ttà assume, in alcune ore del gioro, veramente l'aspetto festivo. trade piene di gente, caffè relativamente affollati, cinematografi freuentati fino al limite concesso dalla ente che è rimasta a casa o che è enza eccessive preoccupazioni, piaze dove si adunano a sentire gli aloparlanti coloro che non hanno la Radio in casa. Ogni timore di essere ittima è scomparso! Soluzione incerta Sbaglierebbe, tuttavia, chi attriuisse a questa sicurezza di incolumità l'ardore che non si arresta, ani sembra aumentare ogni giorno diù, nella organizzazione per la guera che si va compiendo a San PuoloEsso non può non avere delle origii molto più profonde e delle giustiicazìoni molto più ideali. Abituatad un concetto della nazionalità ri°rosamente unitario noi stentiamoro gli altri, uomini della stessa terpiuttosto a comprendere che possahiamarsi causa nazionale quellaper la quale si armano, gli uni con*di una causa nazionale: magnifice mirabile ed esemplare. Si può dirche non c'è un solo cittadino che nosia mobilitato. Fin dal primo giornun giornale stampò che San Paolotra esercito regolare e volontari avrebbe potuto mobilitare circa duecentomila uomini. La cifra era forse esagerata. Ma ì volontari soncertamente sui centomila. Tutte lscuole superiori, tutte le prof essimhanno formato i loro battaglioni qualcuno è già stato provalo al /«oco. I più piccoli delle scuole vann intorno a raccogliere o offerte o doni per i soldati. Le donne che non lavorano nelle fabbri-che, lavorano in appaltiti Comitali o in casa per fare aititi per i soldati ò biancheria GlCnon pensa che atta guerra, non vive |™ che per la guerra: famiglie, man-\ strie, commerci, in pubblico, in pn- ri Unito, uomini, donne, grandi, piccoli,pe laici, preti, massoni, credenti. ,7"' ! (IOnotizie, di quando in quando ripe-\ u„tentisi circa propositi di autorevole mintromissioni per una pace onorevole] . rispondano a verità e che la voce dM\, . t- ■ ^ì'.liqualcuno invocante pace finisca con ni■' dalateSprHt^JStI™essere più forte della vóce di ehi vuole la guerra. Non direttamente interessati alla vicenda politica e ideale, noi non possiamo che augurarlo. Ma sic stantibus rebus non t prevedìbile la fine. Dal punto di vista tattico e strategico c'è stato, indubbiamente, da parte dei paùlistani un errore di caicólo. Essi coniavano sulla adesione al movimento da loro iniziato degli Siali di Minas e di Rio Grande do Sul: dicono, anzi, che avevano impegni formali in proposito. Se questa adesione fosse venula, probabilmente si sarebbe avuta una soluzione sollecita ed incruenta. Di fronte alla imponente manifestazione po¬ \litìca il Governo provvisorio, proba bilmenle avrebbe capitolato. Ma i due Stati non hanno aderito; e quel- , , l i i l a , i ò a i a n di o. iecn! è. eXveleCblrivenilo che poteva essere questione di giorni, è diventata già questione di settimane. Naturalmente San Paolo paga onorevolmente e del proprio il suo errore di calcolo. A costo, però, di quali sacrifici? Se esso tende tutte le sue forze in una preparazione che ha del miraco Iosa, anche dall'altra parte si rivela una preparazione militare adeguata alla non facile impresa. Col proposito evidente di non assumersi la responsabilità dell' attacco se non in quanto sia necessario per le esigenze militari, l'esercito federale non si lascia neppure attaccare senza adeguatamente, rispondere. I fatti d'armi fin qui avvenuti lo dimostrano chiaramente. Se non la superiorità di uomini — il che non sappiamo — ha certamente superiorità di armamenti e di munizionamento. Ha altresì, militarmente, un esercito più omogeneo e, per questo, più disciplinato. Guidano, poi le truppe uomini che credono sul serio alla necessità di una trasformazione polìtica del Brasile, che per seguire il loro ideale hanno partecipato a tutte le rivoluzioni di questi ultimi tempi, che non sono disposti a rendere vani gli sforzi ed i successi della rivoluzione dell'ottobre del 1930. Che si rammaricano probabilmente di aver perduti dei compagni e dì vederli confusi coi loro nemici di ieri. Ciò che li farà generosi se vittoriosi. Se vinti, seguiteranno a cospirare. FERRUCCIO RLBBIAM.

Persone citate: Getulio Vargas, Iosa, Isidoro Diaz Lopez, Minas, Oswaldo Araa, Pedro De Toledo, Savoia-maretti, Washing Luiz