La "freccia, oceanica che non rolla

La "freccia, oceanica che non rolla All'ormeggio sul '«Conte di Savoia,, La "freccia, oceanica che non rolla e o e e e e , à e e , a o o e a a o e e a ne a m e ed nao onamedi a. lai- Trieste, 9 notte. ,la La visita al « Conte di Savoia » pone ! chanche i più esperti di cose navali di ] d'ae» e e; be re di fronte a realizzazioni inconsuete e talvolta sorprendenti. Il contratto di costruzione fu firmato il 23 dicembre 1929. L'impostazione della chiglia ebbe luogo il 4 ottobre 1930. II varo è avvenuto 11 28 ottobre 1931. La nave entrerà in linea il l.o novembre di quest'anno. La nave che trasporterà oltre tremila persone, dal vecchio al nuovo mondo, in meno di cinque giorni da Gibilterra e in meno di sette da Genova, offrirà ai suoi ospiti non solo tutte le comodità di un grande albergo tra i più lussuosi, ma anche assoluta sicurezza di navigazione, ed essendo « stabilizzata » a mezzo di giroscopi, anche il piacere di una tranquilla traversata con qualsiasi stato del mare. Iniziamo la visita alla nave lungo i cinquemila vani numerati che la catalogano e ci indicano esattamente la funzione di ciascuno di essi. La stazione incendi Passiamo prima nella stazione incendi, un locale di circa dieci metri quadrati di superficie, completamente ultimato e certo uno dei più interessanti. Lo compongono varii quadri di segnalazione, molti congegni e tante bombole allineate, disposte secondo determinate figure geometriche. — Ho navigato su tutti i mari — dico al mio accompagnatore, — ma, in verità, non mi orizzonto, non ho mai veduto qualche cosa di slmile. Stia bene attento — mi risponde l'ingegnere. — Ammettiamo che sia scoppiato un incendio in un qualsiasi locale di bordo situato in uno degli scompartimenti in cui è suddivisa la nave. Appena si ve.ificà il principiò d'incendio; automaticamente, per l'azione, di sensibilissimi apparati, scatta un segnale nel quadro che le sta dinanzi. Il segnale è contrassegnato con un numero indicante il locale colpito e corrispondente a quel dato locale. « Contemporaneamente allo scatto del segnale, avviene l'opera estintrice. Ciò avviene automaticamente: un contatto elettrico apre la via all'anidride carbonica contenuta nelle bombole, che viene convogliata immediatamente nel locale incendiato. Il gas inonda il vano e soffoca il fuoco. La rapidità con cui avviene tutto questo permette di domare l'incendio prima che il fuoco inizi la sua opera distruttrice. — E il pompiere di servizio? — Non si muove dal suo posto che è essenzialmente di osservazione. Egli è semplicemente uno spettatore! La sala macchine, verso cui ci diri-, giamo, è completamente ultimata. Ci sporgiamo un momento dalla porta d'accesso per guardare giù i tentacoli d'acciaio che imprimeranno alia poderosa nave la velocità. All'improvviso, dall'alto, piomba giù un pezzo d'acciaio rovente. Con un movimento istintivo alziamo il capo. Lassù vicino al primo fumaiolo, un operaio a cavalcioni di un'armatura aziona la fiamma ossidrica che morde l'acciaio delle lamiere, fondendolo. Poco distante il trapano elettrico, manovrato da braccia robuste, martella le lamiere e prepara lavoro per i ribattitori di chiodi. La sua voce insistente, rabbiosa, si ripercuote giù e ritorna a noi ingigantita dall'eco. Lampi saettano contro il cielo azzurrissimo, fiammate violacee che distruggono per creare nuove forme simmetriche sui ponti superiori della nave. Ad ogni istante si presentano al nostro sguardo, abituato a guardare famigliarmente le parti di una nave, cose nuove, esemplari concezioni nella interpretazione di un modello che fa parte dell'abbigliamento di questo gran principe dei mari, splendido anche sotto la sua veste incompiuta. Scrisse taluno che « ogni nave, veduta dal di fuori, ha il suo profilo. Veduta a bordo ha il suo paesaggio». Ciò non può certo riferirsi, attualmente, al « Conte di Savoia». I nuovi transatlantici sono costruiti ed — in particolar modo — addobbati per offrire al passeggero la più ampia libertà d'azione, di sicurezza e di comodità. La linea del nord Atlantico, cui è destinato il « Conte di Savoia», è una delle più frequentate e meglio dotate di natanti di qualità. Per lavorare molto è necessario battere tutti in tutto. Perciò le navi debbono essere di gran classe e, nauticamente, perfette. Le macchine Scendendo, con antica abitudine, per una stretta scaletta di ferro ci trovammo giù, dinanzi al macchinario, strapotente cuore d'acciaio della nave, ora immobile e freddo. Fra un mese sarà un altro affare. Al semplice tocco di mano del macchinista di guardia, si metteranno in moto le bielle, i pistoni, le ruote lente di turbina e tutto un pulsante congegno — sotto la prepotente pressione del vapore surriscaldato ■— azionerà i quattro assi elicoidali e staccherà la possente unità dalla riva. Se ne andrà, il « Conte », per l'Adriatico verso il Mediterraneo quasi a dimostrare che le antiche virtù di que!sta gente che lo costrusse, sono — an'che silenziose — intatte. La zona centrale dello scafo, adibita alla sala macchine, è protetta a murata da doppio fasciame. Ultimata la visita ai macchinari ci dirigiamo verso, ci supa tgiaternenasencamEsSptorlatinsbale mazioperè ddegioqusece depeFemodi mesetmarePadiddifnodiralo ditise indi dague dicolocleslanepivtesupccgcdmdcsscsmscr! qaqzsatlrfsltcrgccdsndimtbttcsdtmdcm sala degli apparati «stabilizzatori» e giacciono toguainati dentro vestiti acciaio. Sono ben visibili i fili elettri- che si stendono intorno alla intera perficie. I giroscopi sono tre, disposti triangolo. Accanto ad ognuno di essi acciono colossali dinamo che li metranno in moto appena la nave accenrà a rollare per azione ondosa. L'impianto è l'unico del genere per avi di grosso tonnellaggio. Rapprenta quindi un'assoluta novità nel mpo della marina per passeggeri. sso è stato realizzato dall'inventore perry ed è costituito da tre stabilizzari eguali, con rotori da cento tonnelte ciascuno, agenti, automaticamente sieme, al minimo accenno di perturzione della stabilità della nave. Nel peggiori condizioni dello stato del are consentirà una massima oscillaone di tre gradi, praticamente imrcettibile. Il pe3p totale dell'impianto di seicento tonnellate, cioè poco più ll'uno per cento del totale tonnellago del « Conte di Savoia ». I passeggeri troveranno posto in uattro distinte classi: prima classe, conda classe, seconda classe turistica terza classe. Le classi La magnifica disposizione del locali ella prima classe, in cui primeggia er sfarzosità il grande Salone delle este, non ha riscontro in navi anche oderne e della grandezza del « Conte Savoia ». Particolarmente degno di enzione è questo salone, alto più di tte metri, con cupola centrale, forato da quasi duecento dipinti d'auto, fedele riproduzione del salone del alazzo Colonna di Roma. Dalla splenda volta innumeri lampadari a luce ffusa, dall'alto in basso, illuminerano il locale le cui pareti sono rivestite i bel marmo italiano. La pregevole, affinatissima opera d'arte è dovuta al Studio Coppedè di Firenze. I saloni i seconda e terza classe, anch'essi arsticamente addobbati, ampi, spaziosi rivestiti in « zebrano ». Tutti i lavori nerenti alle cabine ed agli altri vani i bordo, studiati con moderno criterio all'architetto Pulltzer, sono stati eseuiti dall'Arsenale del Lloyd Triestino dal Cantiere di Monfalcone. Si può ire che l'intera industria nazionale ha ontribuito alla creazione di questo coosso dei mari costruito per le più alte lassifiche di Registro nazionale ed stero. Un piccolo miracolo di ingegnosità a Cappella, interamente compiuta, anessa al gran salone delle feste: un iccolo capolavoro di stile. Essa, finite le funzioni religiose, errà trasformata in salotto, mediane un ingegnoso sistema di rotazione u cardini delle quattro pareti componenti il locale. Entriamo in una cabina di prima lasse sul ponte B. E' incredibile a che punto di perfezione è giunta oggi l'industria delle costruzioni navali Nella spaziosa cabina, tappezzata con stoffe preziose, si apre, a murata di nave, un finestrone di almeno un metro quadrato sporgente fuori bordo come un bugna. Il davanzale si chiude a mezzo di grosslssimi cri. stalli di oltre dieci centimetri di spessore, scorrenti, con la massima facilità, su scanalature di bronzo. Ci sporgiamo un momento. Sotto a noi il mare. Lo sguardo scorre involontariamente lungo la murata del « Conte di Savoia », salesale lungo i trentacinque metri che ci separano dalla superficie del mare. Quale albergo potrebbe offrire qualche cosa di slmile al viaggiatore amante di sensazioni tanto violente quanto riposanti? Alla ricchezza, all'artistica decorazione della prima classe, fa degno riscontro l'eleganza, ma soprattutto la ampiezza e il conforto dei locali dtutte le altre classi, specialmente della terza, che raggiunge un tono sinora sconosciuto e fino ad alcun tempo fa privilegio delle classi di lusso. La sola passeggiata di prima classe, misura un terzo di chilometro dlunghezza. Vastissimi sono i pontitanto estivi che invernali. La centrale elettrica La ristrettezza dello spazio non cconsente di parlare di tutto. Ci limiteremo quindi ad enumerare alcuni significativi dati che illustrano con la cruda ma inequivocabile misura dellcifre, la grandiosità della nave. La centrale elettrica è la più grande che esista su navi a turbina. Essa sarebbe sufficiente per l'illuminazlone pubblica e privata di una città dduecentomila abitanti. Gli ascensorii montacarichi, i montavivande, sommano a quarantuno. Tra gli impian ti più importanti si annoverano: lbussola giroscopica, 11 pilota automatico per il governo della nave sanza timoniere, lo scandaglio elettrico, acustico del fondo del mare, gli avvisatori elettrici, automatici d'incendiodi cui ci siamo particolarmente intrattenuti, i tre piloti meccanici automatici per il governo del movimento di precessione degli apparati giroscopici, l'apparecchio autoregistratore demovimenti di rollio, le suonerie lumi nose, gli altoparlanti, i telefoni, i ripetitori di musica nelle sale di tutte le classi, il radio-telegrafo, il radiotelefono, rimpianto cinematografico (tre apparati sonori tipo Movietone), i prolettori. Altri dati notevolissimi: le quarantotto cisterne sistemate sui doppi fondi per nafta ed acqua, 1 depositi di nafta della capacità di settemila tonnellate di combustibile. Questo quantitativo sarebbe bastevole alla marcia di cinquantacinque mila auto-moblli per mille chilometri. I depositi d'acqua capaci di 8600 tonnellate di liquido, 1 depositi di viveri della capacità di 2000 metri cubi, i depositi di biancheria, I garages capaci di 30 automobili. Ventiquattro imbarcazioni trasportanti oltre 3000 persone costituiscono la dotazione di lance di salvataggio, di cui due sono a motore e le altre del tipo « Fleming » con propulsione ad elica. Le caratteristiche di questi indispensabili mezzi di salvataggio sono la assoluta galleggiabilità ed irrovesciabilltà. La visita è durata esattamente sei ore. Il caldo, emanante dalle lamiere delle murate che si sono cotte ai raggi del sole durante tutto il giorno, è infernale. Sentiamo per un momento il bisogno di un po' di frescura e perciò ci sporgiamo da una finestra di prima classe facendo scorrere l'imposta. Uno sbuffo d'aria ci investe. Dinanzi a noi, la rada di Muggia, fumante angolo di Trieste industriale, dove ci sono le ferriere. Sotto a noi, sulle murate immense del transatlantico, centinaia e centinaia di mani di donna si protendono a pulire i vetri degli « oblò » aperti e luccicanti sotto i raggi dardeggianti del sole. li « Conte » fa toeletta. Rapidamente si appresta al gran viaggio. Deve sfoggiare la « sua » eleganza insuperabile sulle coste orientali d'Italia prima d' cullarsi nel porto di Genova. Il «Rex», il fratello di scuderia, ha già solcato il Tirreno a 28 miglia di velocità. La avventura delle due « freccie » oceaniche italiane sarà, tra breve, un fatto compiuto. C'è da conquistare il nastro azzurro. P. M, dmdlppfcssvsgcbducgpBsiidgdc

Persone citate: Conte Savoia, Coppedè, Fleming, Lloyd Triestino

Luoghi citati: Firenze, Genova, Italia, Monfalcone, Roma, Trieste