I Principi di Piemonte sul Gran Paradiso

I Principi di Piemonte sul Gran Paradiso I Principi di Piemonte sul Gran Paradiso pinaugurano il Rifugio « Vittorio Emanuele li » Aosta, 9 notte. toII tempo, in montagna, gioca soven-1 vete dei brutti scherzi; e oggi ce ne ha ; giocato uno davvero maligno. Conta- navamo su una giornata splendida come orei eravamo avvezzi a goderne da oltre liduna settimana, per tutte queste escur- le sioni e riunioni in alta montagna, che il hanno animato il Congresso del Club smAlpino Italiano. E invece, oggi ci è ostoccato camminare sotto persistenti i frrovesci di acqua; mentre il paesaggio, vedi cui ci ripromettevamo la contempla- zione, e che avrebbe dovuto costituire trlo sfondo incomparabile alla cerimonia con cui si chiudeva il ' Congresso, sul Gran Paradiso, il paesaggio, appena intravisto nella prima mattina, si oscu rava poi subito e s'immergeva in un grigiore opaco di nebbie. Gli oroscopi dei competenti Già di primo mattino i competenti avevano oroscopato la brutta giornata; fiutavano nell'aria le acquate imminenti. Ha quando, ai Principi di Piemonte, che avevano promesso il loro intervento alla cerimonia, fu riferito che il tempo si mostrava infido, e che quindi sarebbe stato forse conveniente ohe le Loro Altezze non si' esponessero al grave disagio che minacciava, il Principe e la Principessa, unanimi, dichiararono che sarebbero*, intervenuti ugualmente, qualunque tempo avessero a incontrare. Cosi, alle 7 precise, come convenuto, si trovavano al bivio di Introd, dove si biforca la strada che, di là, prosegue per l'ubertosa e ridente valle di Rhémes, e di qua, per l'aspra c selvaggia Valaavaranche. La strada di Yalsavarancbe. Quei lettori che conoscono i luoghi, ricorderanno qualche cosa tra una comoda mulattiera e una carreggiabile d'infimo .grado, carreggiabile nei senso più ristretto e meno sicuro della parola, buona forse, e solo in parte del percorso, per qualche carrettella rustica, di minima portata e di minima carreggiata. Di avventurarsi con una macchina, con la più piccola e leggera automobile, manco a pensarci; sarebbe stato, per lungo tratto, volere avanzare con le due ruote, da un lato, sulla strada accidentata e rotte, e con le altre due ruote, dall'altro lato, avanzare nel vuoto, sospesi sul burrone in fondo a cui scroscia spumeggiando il torrente. Di automobili che possano compiere tanta prodezza, non se ne conoscono ancora. Ma 1 Comuni della valle, accogliendo l'iniziativa della Società nazionale Cogne, e col contributo dell'Amministrazione provinciale, e i valligiani stessi, individualmente, hanno dato in queste settimane opera indefessa. Il bisogno di migliorare quella loro mulattiera, sedicente carreggiabile, era sentito vivamente; ma quando si seppe che i Principi di Piemonte avevano assicurato il loro intervento alla cerimonia inaugurale del nuovo Rifugio Vittorio Emanuele II, al Gran Paradiso, fu sentito più vivo il punto d'orgoglio che l'automobile reale potesse percorrere la strada della valle, fosse la prima macchina che col rombo Bel suo motore!1-destasse 'gli echi della valle, fra i formidabili rocciohi strapiombanti, nell'ombra umida delle abetaie centenarie, per le anguste e pietrose viuzze, attraverso le borgatelle remote, aggrappate con le loro case ai ripidi declivi. Sotto la gelida dell'ing. Ramellini, gli alpigiani hanno lavorato in modo che la strada fosse oggi percorribile da automobili: sicché avrebbe avuto l'onore di essere anch'essa inaugurata dal Principi di Piemonte. Al convegno Alle 7 dunque, le LL. AA. RR. giungono al bivio d'Introd, dove sono osse' quiate da S. E. il gen. Spiller, comandante del Corpo d'Armata di Torino, da S, E. il Prefetto di Aosta comm. Negri, dal Segretario federale di Aosta dott. Belelli, dal Podestà di Aosta avv. Fuslnas, dal cav. Valli in rappresentanza dell'amministrazione provinciale, dal gen. Gulllet, comandante la Divisione di Novara, dal gen. Toselli comandante la seconda brigata alpina, dal col. Rossi comandante il 4.o reggimento alpini, dal col. Santovito comandante il secondo reggimento artiglieria da montagna, dal colonnello dei carabi nieri Tlrinnanzi De Medici, dal colonnello' Caio presidente della sezione d' Aosta dell'A. N. Alpini, del Club Alpino Italiano e dell'A. N. Combattententi, e dal maggiore dei carabinieri Liberanome comandante la divisione di Aosta. Il Principe veste l'uniforme di generale; la Principessa veste un costume sportivo di color marrone; e i riccioli d'oro chiude in un berrettino di lana rosa e bianca. Accompagnano le LL. AA. RR. il primo aiutante di campo del Principe gen. Clerici e l'ufficiale d'ordinanza comandante Corde ro di Montezemolo, e il gentiluomo e la dama di Corte marchese e marchesa Brivio. S. E. il gen. Spiller ha provveduto a radunare alcune delle nuove autocarrette adottate dall'esercito, che sono state espressivamente chiamate « automuli », e le cui qualità eccezionali di muoversi e arrampicarsi per strade montane, per i terreni più im pervi, abbiamo ammirato durante le recenti grandi manovre nel Perugino. Gli è che il primo tratto della strada con scarpate appena tagliate e non ancora rinforzate dai muretti di sostegno, con riporti di terra appena sistemati provvisoriamente e con qualche pendenza eccessiva, non offre ancora tutta la desiderabile sicurezza, Le automobili leggere, con cui si proseguirà, sono state perciò fatte prò cedere avanti, vuote; e per questo pri mo tratto di strada i Principi, il loro seguito e le Autorità prendono posto sulle autocarrette militari, le quali assicurano completamente, e assicurerei bero anche, come ho accennato, in ben peggiori condizioni di viabilità. L'ascesa sugli « automuli » S'imbocca la Valsavaranche e si cammina con le autocarrette) ossia au tumuli per qualche chilometro, fino ol tre un ponticello di legno che attraversa il torrente Savera, poco prima del l'abitato di Cherrère. Qua, aspettano le automobìli; e i Principi e il seguito trasbordano quindi dalle autocarrette teGlsolosivocepaL'etrghcosnineè e gichnelepoe Aprin« latupiloa nunoscli,a cederodelacatosasamPnopveggppcilaenlel'vularapfonzii ge ilsstindillasfsappadltdpethmcsdtsnrepvoGcSdAMlnBdlsRmRgelnitrsu di esse. E' il secondo cambiamento'sdella giornata dei mezzi di locomozlo- ne. Il primo è satto appunto dalle gros- ; sse automobili all'automulo; ora, questo,'ddall'automulo alle automobili leggere.1 Poi, si passerà al mulo autentico, poi si tmarcerà a piedi; per ripetere poi, al ri-1 te liorno, la serie dei cambiamenti, all'in- erso. corriamo sulla nuova strada. La miaccia del te che incombeva, pare ra scon&iUfata. Un raggio di sole paldo, di un sole già autunnale, filtra tra nuvole, ridesta i colori del paesaggio, colore grigio ferrigno delle roccie, lo meraldino verde dei prati, il verde scuro delle abetaie. Folate di vento resco incalzano le nuvole, lacerano i eli della nebbia. La strada sale, non agevole, ma pur ranquillamente praticabile. E si va, di empo in tempo, animando di gente li alpigiani sono calati dalle grangle, ono accorsi a salutare 1 Principi. Nel ro saluto traspare una festosità inutata, l'ossequio più sincero e una deozione commovente. Su per la valle, i entri abitati, che attraversiamo, apaiono tutti imbandierati e decorati a està. Le piccole vie, che serpeggiano ra le case, sono adornate di festoni e hirlande di fronde verdi, intrecciate on fiori montanini. Altrove, il terreno sparso di frasche verdi. Dal muri brui, striscioni tricolori recano scritte ineggianti ai Principi. La popolazione di ciascun borgo si tutta riversata sulla via principale, acclama entusiasticamente al passagio del Principe, che è nella prima machina, e della Principessa, che segue ella seconda macchina. Le donne solevano sulle braccia i bambini, perchè ossano vedere. Dalle finestre, donne fanciulli si sporgono a gettare fiori. Appena i Principi sono passati, l'imressione popolare si esprime sempre n una sola esclamazione, unanime; Come sono belli! ». Si va. Si passa il maggior centro dela valle, Degioz, che ha eretto addirit- icpevldlptcmrlssgPgvstpidlfamstqAflznlgrura un' arco dì trionfo, con rami dll^ino e ghirlande di fiori e nastri tricoori. Sono circa le 9, quando si arriva Donzel, dove la strada finisce; questa uova carreggiabile, che i Principi hano cosi inaugurato. Ora, mentre si laciano le automobili per inforcare i mu, che il colonnello Rossi ha provveduto riunire qua, in buon numero, il tempo elia ancora una volta, mostrando di ecidersi per il sereno. Un bel sole d'oo sta fugando le ultime nebbie, splene per l'ampiezza verde della valle. Il Principe monta un mulo bianco, a Principessa un mulo baio. E cavalano in testa alla lunga fila del seguio, che si snoda dietro loro. SI oltrepasano le case di Pont; e si comincia a alire nel bosco, per i fianchi della montagna. Dopo circa una mezz'ora, i Principi fanno piede a terra. Desiderao camminare un poco. Pare che il temo aspettasse questo segnale. Poche entate gelide, che scrollano le cime degli alberi e che in alto, nel cielo, spingono e addensano nuvoloni cupi. Poi le rime goccie di pioggia. E si avvia una ioggerella fine fine, insistente. Il Prinipe si ravvolge nella sua mantellina, a Principessa indossa il pastrano; ed ntrambi continuano a camminare al-, egramente, a inerpicarsi svelti su per erta salita. Pare anzi che questa disavventura meteorologica li metta di buon umore. Pioggia e nebbia Si arriva dove il bosco finisce, dove a montagna assume l'aspetto che caatterizza le maggiori altezze': ripidi pendii prativi, roccie irte e forre proonde. I prati appaiono fioriti del tenero viola rosato delle freddoline, nunie dell'autunno che viene. Siamo verso 2400 o 2500 metri di altezza. La pioggia va diventando violenta. Il Principe la Principessa riprendono il mulo. E l seguito, dietro a loro. La nebbia cende, ora più rada ora più fitta. La trada mulattiera va trasformandosi n sentiero. Ma se ci volgiamo addietro, dominando dall'alto il fianco montano per cui l sentiero s'Inerpica, riguardando per a successione dei risvolti a zig-zag del sentiero, scorgiamo dilungarsi dopo la fila dei muli, un'interminabile processione di gente. Via via che il corteo, con alla testa i Principi, passava dai vari paesi della valle, buona parte della popolazione, donne uomini e ragazzi, ci si aggiungeva dietro. E poiché l'andare delle macchine, prima, era abbastanza ento; e poiché siamo sostati varie volte, di tempo in tempo, cosicché in me dia non si è proceduto a velocità troppo superiore di quella di un buon passo; e p olchè questi montanari sanno anche tenere un passo bersaglieresco; ora ci hanno raggiunto, si accodano a noi, f or mano dietro a noi questa processione di cui non si riesce a vedere la fine. Continuiamo a salire, nella nebbia, sotto la pioggia. Metro per metro, guadagna d'altezza. D abbiamo superato i tremila metri; e affacciandoci a uno spazioso pianoro, vediamo, davanti a noi, sullo sfondo del ghiacciaio del Paradico, la costruzione del nuovo rifugio, e dietro, il vecchio rifugio. Mentre i Principi scendono dal mulo, per continuare a piedi, fino al rifugio, vengono loro incontro, ad accoglierli e ossequiarli, il Sottosegretario alla Guerra e Presidente del Club Alpino e comandante degli alpini in congedo, S. E. Manaresi, il sen. Brezzi, presi dente della sezione di Torino del Club Alpino Italiano con la signora, l'on. Michelini deputato di Aosta, il Conso le Mino, comandante della 12.a Legione delle Camicie nere, legione «Monte Bianco », il centurione Fabri comandante la centuria dei « Cacciatori » della Milizia confinaria, il Podestà di Valsavaranche cav. Reyer, il Podestà di Rhémes Notre Dame, geometra Barmass, le patronesse degli alpini in congedo, signore Rossi e Carminianl di Roma, Jone Vida di Milano, e una piccola folla di alpinisti, fra cui i maggiori dirigenti del Club Alpino Italiano e del Club Alpino Accademico: ring. Silvestri, il cav. Arrigo, il conte Bonacossa, l'aw. Zanetti, che partecipò alla spedizione della Sucai nell'Artide, il dott. Passerone, l'ing. Mellis, Eugen!o Ferreri, l'ing. Ambrosio, l'ing. Sisto, l'ing. Bonino. Alla Principessa vengono offerti mazzi di stelle alpine, legati con nastri azzurri. Al rifugio I Principi, co! loro seguito di autorità e tutta quella processione di valligiani saliti dietro loro, si raccolgono ora sullo spiazzo davanti e da lato del nuovo rifugio. Questo, costruito di travate di ferro rivestite di legno, ha un imponente aspetto che ricorda perfettamente dall'esterno gli Jiangara dei di¬ rldbsplnvngLrlgibili. E' pressocchè ultimato dall'e sterno; ma nell'interno non contiene ancora che l'intravatura di sostegno, i sovrapposti e incrociati parallelepipedi di ferro, cui si appoggeranno i soffitti dei due piani di cui sarà composto, e i tramezzi divisori dei varii locali, La pioggia ora strepita violenta sull'inarcato tetto del rifugio, rive, stito di lamiere zincate; e dal ghiac> ciato che si estende e scompare verso l'alto, nella nebbia, scendono ventate gelide, che increspano di ondicene minute le cupe acque del laghetto presso il rifugio. Don Perot, parroco di Valsavaranche, che ha fama di alpinista intre pido, ha vestito i sacri paramenti e, avanzando davanti ai Principi e verso l'entrata del rifugio, pronunzia la formula della benedizione, asperge d'acqua lustrale, con segni di croce, le mura dell'edificio e la soglia. S. E. Manaresi invita la Princi possa Maria, dopo 11 rito religioso, al tradizionale rito augurale. E la Principessa solleva la bottiglia di spumante, appesa con un nastro tricolore d'accanto l'entrata del rifugio, e la scaglia ad infrangersi contro lo spigolo del muro. Il biondo vino, esplodendo dal vetro, spumeggia e bagna il muro. Poi viene offerta alla Principessa la forbice d'oro per tagliare il nastro tricolore, teso attra verso l'entrata. Ella compio 1" atto sorridente; ed entra prima nell'interno del rifugio, seguita dal Principe Umberto. La folla che si accalca intorno, prorompe in applausi, in grida di evviva. Il Principe si congratula vivamente con l'architetto del rifugio, ing. Mellis. La cerimonia si è compiuta cosi con austerità e semplicità esemplare veramente alpina, senza fanfare e senza discorsi. Poi i Principi accettano di partecipare alla colazione. E alla fine di questa, S. E. Manaresi invita le LL. AA. a firmare primi, il registro del rifugio nella prima pagina, dove è steso l'atto con cui, a questa nuova costruzione del Club Alpino Italiano si dà 11 nome del Gran Re. Vittorio Emanuele II, Padre della Patria. Fuori il maltempo imperversa: pioggia, vento, nebbia. E ci accompagnerà per tutta la via del ritorno, fino a l^ando^ discesi^dalla Valsavaranche, riusciamo nella Valle d'Aosta. Qua, fra le fuggenti nuvole, ci saluterà, ultimo del giorno, un raggio di sole, che subito dileguerà. MARIO BASSI. qmsSdnlPmdTpTcdlfplpIsslraensafvtd11nmmG