La notte di Saint-Tropez

La notte di Saint-Tropez La notte di Saint-Tropez -,seemre. — Ci rivedremo domani sera a Saint-Tropez? — Saro, a mezzanotte al cabaret deH'Escale, dove canta e danza KiM la regina di Montparnasse. — Non inanellerò. Prima di partire ho fatto smacchiare il mio smoking; questa elegante signora, che al volante del suo bolide rosso raggiunge a precipizio la piccola baja della costa azzurra, vive purtroppo d'etichetta. *** _ Saint-Tropez: le delusioni cominciano quando mi incammino per trovare una camera d'albergo. Quale albergo? Che succede? Che fa tanta folla per le strade ? Chiedo se è giorno di festa. Mi si guarda. Perchè si ride di me? Ma, mi pare di conoscerla tutta questa gente. Facce amiche, vestiti famosi di Montparnasse, che fate qui? Oh, ed io credevo di essermi andato a nascondere, a Saint-Tropez. Ecco Massimo Campigli con la sua signora; più in là Dunoyer de Segonzac: la scrittrice Colette con i suoi profumi; Marcel Sauvage. Che fate, che fanno tutti qui? Il mondo è così grande, le spiagge abbondano; perchè Montparnasse si è trasferito tutto a Saint-Tropez? Camere libere non ce ne sono. Chiacchierando con un pittore italiano, si è fatta sera. ; — Mi puoi osjtitare? — E dove creai chel-i dorma? —• In un albergo; in una pensione; in una casa privata. — Vieni, ti farò vedere. Questo intrepido artista siciliano dorme nella Josephine. Sapete che cosa è la Josephine? Una barca. — No — gli dico; — caro, non ho mai dormito nelle barche; — e lo saluto. — Cerca — mi fa lui, con un malizioso sorriso. Sono stanco, e ho appetito. Entro in una trattoria. Piena. Baldoria. I pittori, le modelle hanno bevuto troppo. Ecco Milù, che i lettori della Stampa già conoscono, bevitore a Montparnasse, bevitore a SaintTropez. Batte tutti, anche gli americani. Milù è un caro amico, generoso: mi abbraccia, mi presenta, mentre mangio, a un brigata di ubriachi. — Non hai da dormire — mi dice, tenero, — quest'anno SaintTropez è di moda; non c'è un letto vuoto. —• Se noìi fesse tardi andrei fino a Sainte-Maxime, o a Beauvallon. — Vieni a casa mia, noi di Montparnasse siamo tutti fratelli. — Bravo Milù, — fanno gli amici, e lo applaudono. Si contendanola mia valigia, come se fosse piena di oro. Imbocchiamo guai Suffren. Cantano, si direbbe, in mio onore. La schiera si ingrossa. Mi tocca sorreggere Milù e proteggerlo dalle vetture che passano. — Dove siamo ? gli chiedo. Le case si fanno più rare, e senza dubbio si va verso la campagna. — Milù, ri ricordi bene dove abiti ? Milù si volta e lo chiede agli amici. — Dove sto di casa? Nessuno risponde. Siamo tuff e due soli. La brigata ha preso altra via. Nel silenzio della notte voci vaghe si odono ancora, ma fuori mano. — Milù, e la mia valigia? Ma Milù, sdraiatosi sulla paglia, bruscamente si addormenta. Questi amici di Montparnasse saprebbero riposare sul fango, sul ghiaccio, sul fuoco. Sono uomini provati a tutti gli stenti. La natura è bella a Saint-Tropez, e ti sembra che le grandi città siano tutte crollate e i popoli si siano rifugiati in riva al mare e nelle campagne; è questa notte, infatti, come un trionfo della vita primitiva sul progresso. Ho incontrato, dal quai Suffren a qui, centinaia di persone che dormono, in mutandine da spiaggia, su materassi dì sassi. Se non ci fosse il pensiero della valigia scomparsa mi addormenterei anche io sulla paglia. — Che contiene — mi chiedo — di costoso la mia valigia? I pantaloni di lana bianca, le scarpine nupolitane, una dozzina di fazzoletti, la mia macchina da scrivere ben collocata fra due camicie, e lo smoking; se ben ricordo, domani sera ho appuntamento al cabaret de l'Escale. Non ci avessi mai pensato! Stringo i pugni e guardo Milù che russa. E, con lo smoking ?, o critici, gioite, avevo nella valigia il manoscritto del mio nuovo romanzo che per contratto in carta bollata è promesso ai Treves: ohimè, trecento fitte cartelle, e che trama, e quanti personaggi, e che travaglio di stile! Ha un titolo semplice, da carto¬ LtcSd—qpcgsdNsvpgvSctcsdpstmnètSmflggpcsumsssilaennmc naillustrata: Un giorno a Napoli. L'editore francese mi ha dato un anticipo; il traduttore, Paul-Henri Michel, mi ha telegrafato : — Spedite! Sono lacrime; e forse era la volta buona per un premio, per un definitivo ritorno in patria. La prima cosa da fare è di chiedere alla polizia il recapito di Milù. — Il torto vostro, imperdonabile — comincia l'agente notturno — è quello d'essere venuto a Saint-Tropez con valigia. I villeggianti con valigia qui si contano sulle dita. II bagaglio è una offesa per la gente del luogo. Si capisce che voi non siete mai stato a Saint-Tropez. E poi, era proprio indispensabile di cercare una stanza? Per far che? Non sapete che la temperatura nostra noti è inferiore ne superiore ai venti gradi? Ciò vuol dire che si può benissimo dormire sulla spiaggia, cosa che fan tutti, ricchi e poveri, ed è la salute. Si ritorna, egregio signore, da Saint-Tropez con un appetito da lupi. Qui, come in alcun altro luogo di cura, la valigia diviene un di più, trascurabile. GAorno e notte si sta in costume da bagno. Vedete? L'agente notturno, così dicendo si toglie la giubba: — Sono anche io in mutandin. da bagno; la giacca me l'ero messa per voi. Lo ringrazio. — Breve — conclude — elenchiamo gli oggetti smarriti. — ....dodici fazzoletti, e un mie manoscritto: un romanzo. L'agente notturno alza gli occhi: capisco che stiamo per diventareamici, e mi rinasce in petto la spe ranza dì ritrovar la mia valigia. — Come si chiama — mi chieda — l'amico che avete incontrato in trattoria? — Milù. — Milù: non basta: è il vezzeggiativo di Emilio. Non ricordate il suo cognome? — Tutti a Montparnasse lo chia mano Milù. Si leva. . — Cerco volentieri la vostra valigia — mi dice — perchè avete smdhrrito un romanzo. Fatica improba, quella dello scrittore; lo so, pur troppo, lo so! L'appartamentino dell'agente notturno è semplice. In ima stanza dorme il vecchio padre suo pescatore; nell'altra ci sto io; fra le due stanze è un cane cattivo. Sul tavolo è il ritratto della fidanzata dell'agente. Su un piedistallo è un piroscafo in miniatura: ricordo del Clemenceau finito tragicamente nelle acque della costa dcll'Esterèl. Mentre dormo, il solerte figlio del vecchio pescatore (ha fatto bene a non seguire la vocazione patema) sveglia, porta per porta, tutta citta. — Cerco una valigia. Qualunque sia l'esito della sua indagine, io non tornerò mai più a Saint-Tropez, ove le donne si ornano il collo e le braccia con collane e braccialetti di maccheroncini di Gragnano. Non posso amarla questa spiaggia perchè, quest'anno è caduta nella più profonda anarchia. Donne e uomini, qui, vivono, così come a Montparnasse, contro tutte le leggi della civiltà, addirittura da selvaggi, ancora più in libertà che in un accampamento di zingari; e formano una colonia pericolosa: occhi spettrali ti seguono, di coppie preistoriche che addentano una bistecca, in ginocchio dinnanzi al ìnare. E' folla, in gran parte, di poveri che torneranno a Montparnasse con la pelle abbronzata dal sole, ma senza un centesimo in saccoccia, più stracciati di prima; sederanno al Dòme, alla Rotonde, alla Grande Chaumière in attesa di chi gli paghi il caffè-crème e con aria da funerale ti diranno: — Vengo da Saint-Tropez. La sola cosa che ha addolcito questo amaro e breve soggiorno è il bellissimo sogno che ho fatto sul letto offertomi dal aeneroso agente-poeta. Ho sognalo che al porto di SaintTropez mi si riceveva in un veliero maestoso, tutto di zucchero candito, ove la graziosa sianora (che mi ha dato appuntamento al cabaret dell'Escale) mi aveva preparate festose accoglienze. Indossato lo smoking, la sera, l'ho attesa, oZZ'Escale, contento d'aver ritrovato la valigia, emozionato per l'incontro. Non è venuta. Ballano, a maggior dispetto, intorno a me. lugubri personaggi di Goya, fino all'ora del primo treno, un irenino che sembra fatto apposta per me, essendo io l'unico viaggiatore che lascia Saint-Tropez. ANTONIO AMANTE. paezaedlsm1nssbgqcmSpnremnEpplcdaslpVslvIcI gIsja | edpovdpabrlriAsdClsdGptestiupspumriaBumfMleigposqlnal

Persone citate: Antonio Amante, Clemenceau, Colette, Dunoyer, Goya, Henri Michel, Marcel Sauvage, Massimo Campigli, Treves

Luoghi citati: Gragnano, Napoli