Sedute sul Monte Bianco

Sedute sul Monte Bianco IL CONGRESSO DEGLI ALPINISTI ITALIANI Sedute sul Monte Bianco e i o e n i l e a i e i , a a l » o n a. ri ri a e o e a, Courmayeur, 5 notte, li Congresso del Club Alpino Italiano, adunata nazionale degli alpini, ha anche questa caratteristica, oltre alle parecchie altro, che non è qui il caso di elencare e che lo differenziano fondamentalmente da qualunque altro congresso: che mentre negli altri congressi e adunate la gente si riunisce per discutere collettivamente o per prodursi in una serie più o meno prò-' nunziata e complicata di cerimonie ufficiali e godere le cerimonie stesse, si riunisce insomma per stare e mostrarsi quanto è più possibile insieme; questa gente speciale, gli alpinisti, si riuniscono per strìngersi la mano, per discorrere un poco delle cose loro; e poi, alla più svelta, ciascuno se ne va per i fatti suoi, secondo i gusti suoi. Voi mi obietterete che proprio questo capita anche negli altri congressi, in pcseSgadevVdrAge (—litutti, anzi, indistintamente i congressi j rie adunate. Benissimo: ma negli altri!scongressi, quando i congressisti se ne vanno individualmente o a frotte, ciascuno per i fatti suoi, ciò significa che il congresso è finito, chiuso, e non se ne parla più. Gli alpinisti, invece, no: se ne vanno per conto loro a frotte e individualmente, chi di qua, chi di là, per opposte strade, e uno si compiace di una comoda passeggiata in fondo nqglindaLvalle; e quell'altro valica colli, dall'una' Dall'altra valle; e quell'altro ancora dà Bl'assalto alle più impervie cime, scala (aghiacciai, si arrampica su rocce, gode \ qsoltanto sospeso sull'orlo di vertiginosi; abissi, elevato sulle guglie eccelse, solitarie ed eccelse nell'azzurro. Tutto questo fanno gli alpinisti, ognuno a modo suo, di sua spontanea elezione, indipendentemente e separatamente gli uni dagli altri. Ma il congresso continua, continua l'adunata. Mai, anzi, il congresso è stato così nel suo fiore, l'adunata così perfetta e significativa. Perchè il Congresso degli alpinisti è precisamente questo, è in massima parte questo: andarsene a spasso per le montagne. La scala delle difficoltà E in montagna ciascuno si sceglie la sua vìa: quella che gli convifrit* e anche quella che può. Non è detto che per essere alpinista bisogni assolutamente essere un accademico dell'alpinismo: se tutti lo fossimo, se tutti fosaimo eccellenti, addio bellezza della varietà, addio merito della graduatoria, addio competizioni e gare, coscienza del proprio e dell'altrui valore. S ci troveremmo a darci gomitate e scarpate, a intricare le cordate e a piantarci i chiodi l'un l'altro addosso, su per le singole e costrette vie di ascensione. E nella nuova seda graduale delle difficoltà (sì, adesso c'è anche questa novità, la graduazione delle difficoltà) in questa scala, -iuniue, le difficoltà alpinistiche, come già quella di Mohs per la durezza dei cristalli, si classificano di sesto grado, che è il più alto per le difficoltà maggiori. Al di là non resterebbe che combattere con le mosche, che se la camminano capovolte per il soffitto. Del resto, ponete mente: non è tanto dal suo valore, dalla sua capacità che si giudica l'alpinista: ma dal suo amore per la montagna, dalla sua devozione alla montagna, dal suo entusiasmo per la montagna. Il resto conta meno. Credete a me, che sono abbastanza schiappino, abbastanza povero scalatore per poter sostenere questa tesi con competenza e convinzione. Stamane dunque, dopo la solenne giornata torinese di ieri, i congressisti alpinisti si sono divisi in comitive e qualcuno se ne è anche voluto restare solo; e infilate le scarpe chiodatissime e armatisi di piccozze, di corde, dì ramponi e fatto sacco in spalla, hanno preso il treno e sono sciamati alla montagna: particolarmente sono sciamati per la valle d'Aosta. Il congresso continua così. L'adunata è animatissima. I monti della valle d'Aosta e gli adiacenti devono aver trasecolato stamattina e alla lor guisa sussultato per entro i loro ammanti di ghiacci e nevi, nelle loro vertebrature di sasso, nelle loro muscolature di pietra: tanto esercito in ordine sparso è montato all'assalto. Una comitiva si è scelto il gruppo del Gran Paradiso: e nel pomeriggio da Cogne deve aver raggiunto il rifugio Quintino Sella. Un'altra comitiva ha infilato la valle di Rhémes e da Rhèmes Notre Dame deve essere giunta al rifugio Benevolo. Un'altra, per la Thuile, deve essere giunta al rifugio Santa Margherita al Rutor. Poi: una comitiva ha raggiunto il Piccolo San Bernardo, cena e pernotta all'ospizio e domani per il colle di Fourcla si trasferirà al rifugio Santa Margherita al Rutor, e dopo domani salirà alla Testa di Rutor, indi discendendo per Valgrisanche. Poi: ci sono quelli che si sono trasferiti qui a Courmayeur, per salire domani alla capanna Gonella, al Dòme e dopo domani scalare la cima del Monte Bianco. Altri sono già stasera al ri fugio-albergo Torino, al colle del Gigante e domani scaleranno l'Aiguille du Midi, indi discendendo per il ghiac ciaio del Gigante e la Mer de Giace a Montenvers e Chamonix. Altri, per la vai Ferret, sempre nel dominio del Monte Bianco, sono saliti al rifugioalbergo Elena e domattina scendono a Palud, risalgono al Pavillon du Mont Frety, poi al rifugio-albergo Torino, al e etlnni, tri arie n ta aro, a.' i. Colle del Gigante, e dopo domani scaa'leranno o il Grand Flambeau o l'Aii-'guille Marbrée. Altri, sempre nella cari'tena del Monte Bianco, o intorno ad lessa, sono andati oggi da Courmayeur rlilarpvsafucraEscBdDcaèadczn2ddpnvuap1cltgnssnraCtnoteLrauaca per la Val Veny al Purtud, al ghiacciaio della Brenva, al lago Combal; e stasera sono tornati qui a Courmayeur e domattina saliranno il Mont de la Saxe e la Testa Bernarda, indi raggiungendo per la Val Ferret il rifugioalbergo Elena. Altri affronta il gruppo del Grand Combin; e stasera devono essere al rifugio D'Amianthe. Altri avanzano nell'alta Valpelline, altri da Valtournanche al colle di S. Teodulo e domani al Breithorn, d'onde discenderanno a Zermatt. Altri dalla Valle di Ajaz al Breithorn, altri al Monte Rosa. L'alpinismo automobilistico E poi ci sono quelli che compiono il giro automobilistico del Monte Bianco e quelli che, sempre in automobile (non c'è niente da ridire: esiste anche — perchè no? — l'alpinismo automobilistico) quelli che compiono il giro turistico della Val d'Aosta, visitano i castelli valdostani, le miniere di Cogne. La sezione del Club Alpino di Torino mi ha incaricato di guidare una di queste comitive, la « T », quella del giro del Monte Bianco. Oggi siamo saliti in automobile a Courmayeur, poi nel pomeriggio abbiamo o.impiuto una deliziosa passeggiata al Pian Gorret, all'Ermitage, discesa a Entreves e a La Saxe, e su per la Val Very, a Nótre Dame de la Guérison, al ghiacciaio Brenva, a Surtud. Siamo tornati quasi alle 21; e avrei qui il pezzo, una di quelle desenzioni... S1: non vorrei vantarmi. Ma per tre ragioni non ritengo, e sono impossibilitato a coutinuare. Primo, mi manca la concorrenza. Il mio diretto concorrente, il collega ed amico Doglio, tanto più brave di me, capeggia la comitiva * P », quella che da Valtournanche salirà domani al Breithorn e scenderà a Zermatt. E stasera lui è lassù, al rifugio-albergo Principe di Piemonte, al colle di S. Teodulo, a 3324 metri. Vorrei vedere un po' se di lassù riuscisse a comunicare stanotte col suo giornale. E io non voglio approfittare della mia situazione dr favore' par fargli una concorrenza sleale. Secondo: la guida Bron, quella che insieme con l'altra guida Croux, accompagnò la spedizione del Duca di Spoleto al Caracorum e con cui mi incontrai appunto al Caracorum, ad Ascole, nell'alta valle del Braldoh, è venuta a cercarmi. Quanti ricordi abbiamo da '•levocare, quante cose da dirci! Lui ha già ordinato la bottiglia: come si fa a farlo aspettare? Ma, terzo e definitivo: la signorina del telefono pure gentilissima, avverte che alle 22 qui a Courmayeur, il telefono chiude; e le 22 sono passate da un pezzetto. Per questa volta, il lettore è salvo dalla mia descrizione. Peccato: era la più bella forse della'mia carriera giornalistica. Forse resterà il mio capolavoro mancato. MARIO BASSI. rrccptuvudvmsld1ncvznserftdrlc1maVbVdLmaesltmlttn

Persone citate: Bron, Doglio, Gonella, Mont, Quintino Sella