L'incrociatore "Bolzano,, scende in mare

L'incrociatore "Bolzano,, scende in mare L'incrociatore "Bolzano,, scende in mare La Principessa Maria Adelaide madrina - II Ministro Sirianni e una immensa folla entusiasta assistono alla cerimonia - La superba efficienza della nave Genova, 31 notte. L'incrociatore Bolzano è sceso stamane in mare dai cantieri di Sestri Ponente. Madrina la Principessa Maria Adelaide di Savoia-Genova; presente il Ministro Sirianni. Grande folla circondava gli scali dell'Ansaldo. L'alba ha fugato gli ultimi piovaschi che durante la notte avevano minacciato la bella cornice di bandiere e di drappi disposta per accogliere gli ospiti. Poi, man mano che il giorno avanza- ,va, la cortina delle nubi si è schia-'rito. Come se il cielo avesse accolto il desiderio di tutti — artefici e\\ 1 ì ' . spettatori della giornata — avvici nandosi l'ora del battesimo augurale, la nuvolaglia si è sfioccata perdendosi a lembi oltre le colline. Più tardi, mentre la nave scivolava sullo scalo, il sole ha strappato le ultime foschie illuminando lo specchio bluastro della Riviera. La folla immensa Già alle sette la folla si addensa agli ingressi del cantiere. L'incrociatore, con i due toni di grigio e d'argento che ingentiliscono la rude gagliardìa dell'acciaio, si staglia, nella sua possente bellezza, sullo scenario dei. castelli di ferro. Le gru tendono ancora le loro braccia da giganti sulla coperta della nave, e rotano nello spazio, laboriose precìse lente, travi e impalcature che depongono lontano liberando i ponti delle ultime strutture d'officina che ancora li ingombrano. Squadre di operai si avvicendano intorno alla chiglia. Il picchiettio dei martelli echeggia vino a noi come suono di grandine su' una sottile lamiera; e batte e si accanisce nervoso nella febbre degli ultimi colpi. Uno dopo l'altro, cadono i puntelli che ancora legano la nave allo scalo. Durante la notte si e pure lavorato senza soste. Le draghe hanno staccato dal fondale cinquemila metri cubi di arena. Con fervore amoroso si è spianata la via all'incrociatore che sta per aggiungersi alle unità gemelle. Palombari e meccanici, da ieri a questa mattina, non si sono concesso riposo. Pure nella notte sono caduti cunei e puntelli. La prua si drizza altissima, sìiella come uno stelo e pure solida come una roccia. In fondo, lo sperone si arrotonda con una curva armoniosa a bulbo. Tra un'ora la nitida chiglia sarà immersa. Il lavoro diviene più intenso col correre dei minuti. La folla affluisce senza soste ingorgando gli ingressi del cantiere e altra ne viene da lontano. Folla operaia in gran parte, accorsa da ogni centro della Liguria. La tribuna reale si copre di drap pi. Ancora stendardi si arrampicano ondeggiando sui pennoni. Gru e al beri recano alti il tricolore d'Italia e la rossa croce del gonfalone di Ge nova. Tre fiamme palpitano sul Boi zano: la bandiera italiana dai tre colori, quella celeste con la lupa di Roma e quella azzurro-scuro dell'Ansaldo. "Due fasci littori si ergono in rilievo sull'alta prua. Si attende la Principessa. Ora la nave è legata solo dai cavi e sembra impennata sulla china, tenuta a fre no, come un cavallo di fiaba, da due briglie d'acciaio. La poppa polita e bassa lambisce quasi le acque. Manca ancora il sole a dar gioia alla scena, ma nello sfondo la cerchia verde-grigia delle colline si scopre alla luce crescente. Appena un filo di vento. Le onde muoiono pigre e oleose ai piedi delle banchine. Ma il mare perde pian piano il suo tono opaco e col mutare del cielo trasfigura; diviene ora tur chino-fondo ora verdastro; oltre gli scali, contro la costa aperta, spazia improvviso e infinito. Adesso diviene più lucido e più vivo e il vento lo fa rabbrivi-dire. Il suo alito gioca coi velierilontani, rincorre le barche dei pe-scatori, scompiglia la gala delle ban- diere policrome, stese tra pennone epennone, tra alberi e ponti. La Principessa v Le banchine nereggiano di folla e gente viene ancora a questo spetta- colo sempre nuovo e bello anche per chi lo ha goduto tante volte. Per questa genie ligure che ha vissuto per millenni sul mare e del mare, che pure un anno addietro ha visto scendere in queste stesse acque la maestosa mole del Rex; per questa gente ligure, usa da secoli ad operare e a battagliare tra le vele, ad attingere con le sue navi gli scali dei nuovi mondi; per cui il mare è donatore di gioie e di morte per le vite che ruba e le ricchezze che dona; gente per cui il lavoro sul mare è sempre una gioiosa battaglia, e la battaglia è sempre lavoro di prore e di remi; per questa gente dai mu sco/j saldi e dal cervello pronto, il varo del Bolzano è stato un dono grande e meritato. Navigatori, costndiori, dominatori, i Genovesi hanno visto nel Bolzano la sintesi delle loro virtù marinare industriose e guerriere; e per questo sono accorsi in tal numero dai cento quartieri della Grande Genova. A sinistra della tribuna reale, sotto la prua del Bolzano, è un piccolo altare e, intorno, un gruppetto di chierici. Guardano smarriti la mole del gigante d'acciaio, che cade a picco sulle tribune, e pare che volgano a Dio una preghiera di pace. Giungono frattanto le Autorità: il Ministro della Marina S. E. Sirianni, l'Arcivescovo di Genova S. E. Mìnorettì, il Podestà senatore Broccardi che rappresenta anche il Senato, l'avv. Chiassone per il Segretario federale. Giunge pure il Prefetto di Genova S .E. Mormino e poi la rappresentanza della Città di Bolzano: Comune e Fascio, col Podestà e il labaro federale. Gli ospiti sono ricevuti dai dirigenti della Società e del cantiere. La Camera è rappresentata dall'on. Dudan. Presenti anche l'on. Malusanti, l'ing. Marconi, l'ing. Piazzai, il direttore del cantiere ing. Segala, sovraintcndente ai lavori del varo.- La Marcia Reale annuncia, dopo qualche minuto, l'arrivo della Principessa. Sono le otto precise. Tra gli applausi della fella, le rivolge il primo saluto S. E. Cavallero, per la Presidenza dell'Ansaldo. Gli applausi si propagano di reparto in reparto mentre la Principessa raggiunge la tribuna reale. Con le Autorità vediamo il generale De Vito, direttore delle costruzioni della Società, c l'ammiraglio Monaco di Longano, comandante ic Forze navali dell'Alto Tirreno. II varo L'attesa si fa ora più viva. Mancano pochi minuti al varo. Al largo, la regia nave Campania fa tuonare a salve i suoi cannoni. Quando l'eco si è dispersa e i nembi di fumo hanno scoperto i fianchi della cannoniera, il brusìo della folla si tace. L'Arcivescovo dall'altare procede alla benedizione e pronuncia fervide parole di augurio per gli artefici e per gli equipaggi della bella unità, salutando con devozione, nella Principessa Maria Adelaide e nel Ministro Sirianni, i rappresentanti dei Casa Savoia e del Governo fascista. « Scende la nave in mare con la benedizione del Signore ». Alle ultime parole dell'Arcivescovo, il nastro tricolore si spezza. Una bottiglia volteggia lungo l'alta parete d'acciaio, si abbatte contro la prua, si spacca. Una piccola nube di spuma, lassù, dieci rivoletti scuri .una chiazza ùie presto svanisce. Il [rito è compiuto. La nave, battezza ta e benedetta, attende il comando degli uomini; ha il viatico di Dio e della Patria per le battaglie che dovrà vincere. Una voce simpatica corre adesso tra la folla. Si apprende che la madrina ha rinunciato al tradizionale regalo chiedendo che la somma destinata all'acquisto venga offertn alle Opere assistenziali del Regime. Un idro volteggia basso, in larghi .j \n'[[g'ì'^.['g^ intorno alla nave. Corrono i \minuii mentre il silenzio diventa \gran^e- j Lieve e jontimo, squilla a un trai\to un cammncilo, un ordine breve; ^ m seco)Hi0 trino leggero. Gli 'ultimi cavi sono mollati. La nave ha un fremito lieve da poppa a prua, p0ì sdrucciola sullo scalo. Un nem bo di spuma si leva in fondo. L'à poppa ha toccato le acque. Sono le otto e quaranta. In pochi secondi, docile e potente, la snella massa d'acciaio ha i-aggiunto il mare. I fianchi d'argento sprofondano mol- è e o i e e c , , e o a r o a a . a o e l o e o e n . i temente nell'azzurro cupo come in un cofano di velluto. Non uno stridore; solo il fruscio della chiglia e il risciacquare delle onde che si .chiudono dopo il breve scompiglio. j Nembi di vapore si levano dalla china> infiammata dal formidabile attrito. Le pompe rovesciano sulle \traverse getti d'aequa che si perdonilo in nuvole biancastre. Le sirene 'lanciano il loro urlo gioioso. La [folla applaude. Il Bolzano, sorto la spinta inizia[le. avanza sicuro con una larga scianelle acque libere; procede celere per un tratto, poi rallenta pian piagno, si arresta. Gli apparati motori entrano quindi in azione. Un idro, allora, piomba dal cielo come un falco, rasenta con l'ala il pelo dell'acqua, volteggia intorno 'alla nave, riprende quota e si perdi ìaV'orizzonte. La nave drizza ora la prua verso '^Genova proseguendo subito verso le .officine di allestimento, dove sarà [armata. Un altro velivolo cala con une, grande virata e riempie il cielo della sua canzone. Marinai e aviatori L'Arma del cielo ha salutilo co,*' con la voce gagliarda dei suoi motori, l'Arma del mare. Forze sorella che hanno comune l'azzurro, comune l'ansia dello spazio, comune la mèta. Piloti del mare e del cielo si sono sentiti ancora una volta vicini con lo stesso cuore forte c la stessa volontà. Ora il sole dardeggia per un vasto squarcio; le ultime nubi galoppano sulla groppa dei colli; le luce è piena, nell'aria come negli animi. Sulla scia del Bolzano centinaia di barche guizzano rapide, affollandosi. Dalla Campania, i colpi di cannone riecheggiano. Poi l'incrociatore prende il largo. La Principessa Maria Adelaide, dopo essersi compiaciuta con i costruttori, insieme al Ministro Sirianni e le altre Autorità, salutata da nuovi applausi, lascia la tribuna reale. Nel salone dei modelli viene offerto un rinfresco. Intanto le banchine si sfollano. In tutti gli occhi è ■il sereno orgoglio dell'opera compiuta. Al largo, il profilo argenteo del Bolzano si delinea sempre più lieve. La nave compie il suo primo viaggio. Ultimo dei sette incrociatori che portano i nomi delle Provincie redente, il Bolzano s'tpera i gemelli ver la maggiore efficienza dello apparato-motore. Immutata nelle grandi linee che nella serie da diecimila tonnellate hanno raggiunto il massimo che la tecnica navale del mondo oggi consenta, la nave vince gli altri incrociatori nella celerità. Domani, a bordo del nuovo incrociatore, uomini e nuicchine saranno uv corpo solo, strumento della nostra potenza, presidio della nostra vita; perchè la vita d'Italia è sul mare,, sul mare la sua storia, sul mare il suo avvenire, sul mare tanta parte delle sue terre piùTricche, delle sue città più popolose; come questa Genova, veramente grande, polmone di Europa, oltre che d'Italia, su quel Mediterraneo in cui si sono decise le sorti dei secoli. i a ; i e , à e , a I - I Un'altra unità in linea, da oggi, .non sid cammino della guerra: sulla [via della potenza. Ma nell'immenso arsenale gli artefici non hanno riposo. Già si tendono i primi fasciami del Montecuccoli e deH'Eugenio di ^Savoia. Un momento di sosta, un '.momento di gioia per salutare il compimento dell'opera e il lavoro riprende col suo ritmo pieno: gli operai si arrampicano ancora sui castelli d'acciaio; battono, stendono, caldano nuove lamiere; drizzano scheletri e costoni; levano alberi e ponti; fermano alle immense ossature eliche e turbine; tendono, per i vasti corpi, la rete infinita dei fili, dei comandi, delle antenne, i nervi dei giganti che nascono. Stamane è stato il Bolzano, duecent osessantottesima nave impostala sugli scali di Sestri Ponente, a ■ lasciare il cantiere. E gli uomini, nel 'lanciarla pei mari del mondo, gli uomini che l'hanno costruita e benedetta, nel primo giorno della sua viltà, l'hanno affidata a Dio. MICHELE SERRA.