Alpinista svizzero precipitato in un crepaccio

Alpinista svizzero precipitato in un crepaccioLA STAMPA 3 5 Agosto 1932 VIENNA, agosto Nel corso di quindici giorni un joeipel e gl'impediva di dar l'ultimo lpasso. Tutti se n'erano accorti, i socialisti compresi, e quindi per i socialisti Seipcl, in fin dei conti, era un comodo avversario, un capo di Lo sciopero dei contadini sì è esteso a diversi Stati americani Governo che mai più avrebbe fatto Picchetti di veterani paralizzano il tran- Spiritismo o ciurmerla? La parola e il dono del defunto Parigi, 30 notte. un col dogli del cane avido dìninaaa*m-lSl con^ un Prossim° ritorn° alla tìficandoló di alto insultiTrffi^ W?,?uiusWale; ma dagli statl vano d'Incontrarsi. Per giunta tfe» ag23,U deUa Con.federazionc giungono avuta l'impressione che Schober nu^n°Ttlzle ?°co rassicuranti- , ..Mcsoiuiieciie ùcnojernu | Lo sciopero dei contadini dello Stato 1 Jowa si è diffuso anche agli Stati ed aveWV^&ì-7\^M*^a'/; l"HMlimitrofi. Numerosi conflitti nei sobborprovlrl i fin? Mn *hS&"^'L.(ff" ffl Desmoines e Sioux City hanno Foranee lierè; ^SXSSbS ind£ ohhli^? J? aut07lta a considerare la tro; strozzò lé ^wehrrafiMTdi ?ecessI^ mandare truppe per mandimenticare di eraere entrato^al Da- tener?,u ord;ne' e s°Prattutt° Per te" lazzo della cmceUerla Se alla K "b?rP le strade' onde dare "benevolenza del partito3iano-so- f* P"^"^00" * essere P°rtatl al" ciale s'accordò mi lìST £ lle &randi città. Il governatore di Jowa, chiarand di non avere alle spallo W, è stato rivolto un appelI° dal nessun partiteTe7di vofere Soltanto I cltt^in} I>5chè Prenda del P™™^1' il bene dell'Austria «? mfJ. «!menti' ha esposto di simpatizzare una ™iihVa „^"tV.„S1 £2Ll!SK « contadini nell'impedire che i loro rosamente chiuso degli oggetti sono inesplicabilmente portati sulle ginocchia dei visitatori attraverso i muri. Fatto si è che non appena la signora Bertrand si trovò nella sala, la vece dól marito, che si fece udire diatintissima, disse in sostanza: «Amica mia, ti porto in questo triste giorno un rcgalucclo. Eccolo; e dall'alto cadde un oggetto che coipl l'angolo della tavola e rimbalzò fra le mani della vedova ». Era un gioJollo, un cuore d'oro -ul quale erano incise una croce ed una corona di spino insieme allo parole: « cuore mio, croce di Dio ». me che nei giorni scorsi. Nei circoUJa^tentTciVr-di^quesTi prodigi" ma'non! L-a voce misteriosa forni inoltre ti può affermare a priori che essi siano amabilmente spiegazioni su quello che assolutax.ente Impossibili perchè, per !cra accaduto, di fenomeni riferisce una straordl- La Borsa si è aperta oggi con una|na-ria storia di cui l'eroina sarebbe New York, 30 notte, (metapsichici,' 'tragico destino ha privato "'Austria, consirfio^Sf^fff in apr-igi,on-t Perjsilo - Conflitti tra scioperanti e polizia 'uuenz^rif'tirm-mn°;cupa con fre paese che di uomini politici non ab-'m g ? tdell° stesao Scipel, il pai-- ! ,quenza di spiritiamo e bonda, delle due personalità le quali p«^n..i"lst,lan°:socialc azzardò erano riuscite a dare una loro ini- ^??m^nto dl maniera forte pronta -J —: ' '-- potere malattia dTdinbeteTè perTaìé"ragròneTdopol . Fallito l'esperimento Streeruwilz\%L%J%&^ scorsi. Nei o l'attentato del l.o giugno 1924, nonis? Pensò a Schober, capo della Poli- „t^ ^lali Perdura,la sfn" s'era potuto estrarre una pallottola few coi quale i socialisti, dan-lsaz!0n5 -dl ot"msm° ^ segnalatavi, e rimastagli in un polmone), nessuno sospettava che il dottor Schober dovesse così presto seguire nella tomba il suo avversario politico. Un mal di.. cuore, probabilmente favorito dal di- ""isse delle simpatie per le Heim-idl Tow„ » Mttnm DO-n <si-„h spiacére provato per le condizioni in Wehren, delle quali conosceva i capi ~a NumS^ntflhi^ cui, nello scorso gennaio, gli toccò di' od av«va laé*!.*,. J: | limitrofi. Numerosi conflitti nei sobbor- dimettersi da ministro degli Esteri e vice-cancelliere, ha inflitto anche a lui la sorte alla quale Seipel appariva da anni condannato. Mentalità, concezioni, modi e scopi dei due scomparsi furono profondamente diversi: e se è lecito confrontare morti senza offenderne la memoria, onesto è dire che Ignazio Seipel ebbe sull'ejj-capo della Polizia superiorità indiscussa. Neil' Austria contemporanea cercheremmo invano chi possa toccar l'altezza del cancelliere in abito talare: il vuoto lasciato da quest'uomo che intimidiva con le glaciali maniere, ma poi strappava ammirazione per la lucidità e sicurezza con cui si esprimeva, si durerà fatica a colmarlo. Seipel fu uomo politico veramente di formato eccezio una politica che era apertamente pangermanista. Che mirasse al bene della patria, non lo metteremo in dubbio: la nobiltà dei suoi proposi ti è sicura; impreparazione e vani impedire che i loro prò dotti vengano venduti sui mercati a un prezzo inferiore al costo di produzione. Ieri tredici persone sono" rimaste ferite in un conflitto quando la polizia ha tà gli fecero nero commettere atti cercato * ^«dere i picchetti che ^le^oasSlZS^f^!^^ ^strade maestre, Questo naie, europeo ; e chi voglia giudicarlo ricordi, avanti di farlo segno a critiche, a quanta disciplina spirituale ebbe a sottoporsi uno che, nato c cresciuto in un'Austria imperiale giallonera, si dedicò, sebbene nel suo intimo monarchico e conservatore, alla salvezza di un'Austria repubblicana nella quale molte, troppe cose non gli garbavano. I suoi freddi modi ben potevano essere conseguenza della coercizione spirituale. Ria nella chiara visione che Seipel ebbe dell'immutabilità, per il momento almeno, dei destini del popolo austriaco, vediamo il merito dell'uomo di stato datosi con ogni forza a raggiungere solo quello che la realtà immediata consentisse. A che avrebbe giovato sognare restaurazioni monarchiche e sollecite revisioni del Trattato di San Germano in una Europa divisasi in vincitori e vinti, e nella quale i vinti si ritenevano investiti, per l'eternità, di privilegi e diritti? Ignazio Seipel divenne cancelliere austriaco nel maggio del 1922 : • per sei secoli, dal tempo del cardinale Klesel, che era stato cancelliere dell'Imperatore Mattia, l'Austria non aveva avuto alla testa del Governo un sacerdote. E presidente del Consiglio Seipsl rimase prete e non mutò abitudini e visse, come nel passato, nelle due stanze, piene di santi e reliquie, del convento viennese della Keinergasse e lesse messa la mattina e trascorse la vigilia di Natale in mezzo ai detenuti delle carceri giudiziarie. Segnò la prima grande tapna della sua attività politica col viaggio diplomatico a Praga, Berlino e Verona, viaggio che.indusse poi la Società delle Nazioni a interessarsi delle sorti dell'Austria e così ad avviare l'opera di ricostruzione economica dell'Europa centrale. Fu un bluff il gesto compiuto a Verona, proponendo un'unione doganale con l'Italia? No. Seipel aveva ragionato che l'idea sarebbe riuscita^ utile al suo paese o mediante la realizzazione effettiva o mediante le sue ripercussioni politiche. La realizzazione avrebbe permesso di risolvere non soltanto il problema finanziario e monetario austriaco bensì anche l'economico. Diede il passo dopo di aver consultato industriali della Stiria e di altre regioni; quanto ai viennesi, il progetto gli parve psicologicamente buono, giacché essi sarebbero rimasti in un grande organismo, rispondente alla loro mentalità ed alle loro abitudini. Una somma di motivi impediva di intendersi con la CzecoSlovacchia, nò era lecito pensare ad una confederazione danubiana, non potendosi in Francia ammettere, a soli tre anni dalla firma, che i trattati di pace fossero cattivi e che distruggendo la Monarchia si fosse commesso un grosso sbaglio. A Berlino, dove la concezione nord-sud rinasceva, l'idea di Seipel fu approvata; e se poi non si addivenne alla realizzazione, la colpa non fu del cancelliere austriaco. Nel programma di Verona vedia; mo delineata anche la posizione di Seipel nei confronti dell'Anschluss : è chiaro che se il cancelliere avesse tenuto d'occhio questo obiettivo, mai più avrebbe incominciato col creare ostacoli. Quante volte — cento, mille volte — gli fu posto il quesito dell'Anschluss, rispose sempre con abilità somma, astenendosi aal negare o dall'affermare, come dal criticare e dal promettere. In un discorso del dicembre del 1926 dichiarò, tuttavia, che il manifestare continuamente contro i fatti fosse inopportuno e nocivo : più utile gli sembrava consacrarsi al mantenimento del « secondo Stato tedesco ». Ed utile era anche guadagnarsi la fiducia del mondo dando la prova che l'Austria rispettava i trattati e si asteneva dal mirare, in segreto, a romperli mediante intrighi. *** Il co'nflitto fra Seipel e Schober trova le sue basi nella diversa attitudine di Schober nei confronti dell'Anschluss e nel fatto, che mentre Seipel credeva e sperava in un'Austria capace di vita, Schober, attirato dall'ideale pangermanista, subordinava ad esso'anche le sue vedute in materia economica e di politica interna. . Seipcl s'era convinto che la compagine dello Stato fosse minacciata dalla rovinosa politica dei socialisti, fortissimi a Vienna, e, al tempo stesso dalla mancanza, nella popolazione della repubblica novellina, di un sentimento nazionale austriaco. Fu così ch'egli si diede a lottare a spada tratta contro i rossi e a favorire quella rinascita di energie nazionali che trovò nelle Heimwehren la più chiara e, per un certo periodo, più mirabile espressione. Infatti le Heimwehren avevano un programma i cui capisaldi erano la salvezza dell'idea Austria e la guerra al marxismo. Ma se le idee di Seipel non erano no l'Austria stessa e l'Europa. Burocratico pedante ed onesto, tuttavia incapace di giudicare d**1 loro insieme complicate situazioni, Schober avrebbe forse potuto servire la Repubblica, oltre che come capo della polizia, assumendosi il compito di preparare ed eseguire una radicale riforma amministrativa: non di più. Lo prese invece il demone della politica attiva, lo sedussero i contatti con i pezzi grossi della politica internazionale e magari lo allettò quella visione di Cavour che alla Grecia ha dato un Venizelos ed alla Serbia un Pasic. Per sua disgrazia si trovò al potere nell'autunno del 1929, nel momento in cui la Boden-CreditAnstalt confessò di dover chiudere gli sportelli: allora gli venne la fatale idea d'indurre la Credit-Anstalt ad assorbire, sic et simplìciter, il pericolante istituto. Ben più gravi gli errori successivi : senza nessuna preparazione diplomatica, e mentre egli'doveva sapere che presto l'Austria si sarebbe trovata in condizioni di dover far appello ad aiuto straniero, nel marzo del 1931, assieme a Curtius, sconvolge l'Europa annunciando il proposito dell'Austria e della Germania di formare un'unione doganale. « Bel progetto, aveva detto Seipel, nell'apprenderlo qualche istante prima della pubblicazione del primo annunzio ufficiale: ma cosa ne dicono a Roma, a Parigi e a Londra? ». E Schober, che non aveva consultato nò Roma, nè Parigi, nè Londra, apparve quasi stupito della domanda: c'era bisogno d'interrogare stranieri, mentre lui, contro tutto e contro tutti, voleva affrettare l'unione dell'Austria con la Germania? A breve scadenza sopravveniva la spaventosa crisi della Credit-Anstalt e Schober, oltre ad averla preparata suscitando le ire francesi e denunzie di crediti, commetteva l'ultimo errore, forse il maggiore, della sua carriera politica, facendo in fretta e furia votare dal Parlamento una legge, in virtù della quale il Governo si rendeva al cento per cento garante delle enormi passività dell'istituto. Sotto questa legge, asfissiante cappa di piombo, l'Austria oggi non sa come respirare: il gesto era stato corretto e signorile, quanto era stat>> patriottico » quello compiuto sfidando il mondo con l'annuncio della Zollunion. Non politico, però, non politico: che la politica è realta. Ed è strano che il prete educato alla scuola dell'irreale — del mistico, del religioso — e ad anteporre lo spirito alla materia, abbia servito la patria, come capo di Governo, molto ma molto meglio dell'uomo che una attività di lunghi anni di funzionario di polizia avrebbe dovuto far credere meno sentimentale, meno soggetto ad illusioni e più realistico. ITALO ZINGARELLI. Ex-Monarchi ed Arciduchi al battesimo del più giovane Absburgo Vienna, 30 notte. Il più giovane degli Absburgo, il figlio dell'ex Arciduca Antonio e della Principessa Ileana di Romania, è stato battezzato nel pomeriggio di oggi in una Chiesa di Mòdling presso Vienna Il piccolo Stefano (questo è il nome impostogli) ha avuto a madrine e padrini: Elisabetta, ex Regina di Grecia che rappresentava il fratello Re Carol di Romania; Alfonso, ex Re di Spagna; l'ex Arciduca Teodoro, in rappresentanza dell'ex imperatrice Zita; e l'ex Arciduchessa Margherita. Dall'esilio belga Zita ha avuto cura dl mandare a Vienna per corriere spe ciale una bottiglia d'acqua del Giordano, destinata al battesimo. Ali aportura della bottiglia ha proceduto prima dell'inizio della cerimonia Padre Rodner. Ora il lato Interessante dl questo avvenimento è costituito dalla debolezza, chiamiamola così, che gli abitanti di Mòdling, molti viennesi, e gli stessi funzionari repubblicani hanno manifestato per tanti Principi e Monarchi riunitisi nella graziosa cittadina. A Mòdling si 6 persa la testa, polizia e gendarmeria hanno dovuto essere considerevolmente rinforzate per poter garantire l'ordine pubblico; da ogni parte è accorsa folla di curiosi, e se la Chiesa avesse avuto la capacita del Duomo di Santo Stefano, si sarebbe ugualmente riempita. Un giornale pomeridiano di sinistra ha affermato che tutto ciò sarà presto dimenticato; ma l'abuso del cerimoniale aulico lo irrita, e nella circostanza gli sembra opportuno esortare il Presidente della Repubblica ed il Cancelliere di parlare chiaramente in avvenire dl Repubblica e non più di Patria o di Stato. Dove si vede che anche le parole Patria e Stato possono assumere carattere sovversivo. Quattro fucilazioni a Mosca Vienna, 30 notte Mandano da Mosca che il Tribunale ha condannato a morte due autisti ub. briachi responsabili dell'investimento equivoche, difficile era'il metterle in >u un gruppo di operai quattro dei pratica, giacché da quando mondo ò t.uaij erano rimasti uccisi. La pena mondo preti cancellieri se ne son •' fatto ha indotto molti uomini d'affari a domandare che il Governo mandi truppe federali per ristabilire l'ordine e permettere ai contadini che hanno dichiarato di non volersi unire allo sciopero di mandare i loro prodotti ai mercati. Il capo della federazione dei contadini sta progettando di rendere lo sciopero — che è stato soprannominato una vacanza — una dimostrazione nazionale. E' però dubbio se egli riuscirà nel suo intento, perchè un largo numero di contadini hanno rifiutato di aderire. Secondo un dispaccio del Daily Télegraph da New York, una delle cause che prolungano questi torbidi negli Stati agricoli è il fatto che le camicie brune, una derivazione degli ex-combattenti che avevano fatto la marcia su Washington per ottenere il pagamento della Polizza ai reduci di guerra, si sono unite in picchetti che cercano di impedire il transito dei camlons carichi di prodotti agricoli sulle strade maestre. Il presidente della federazione americana dei lavoratori e il presidente dell'Associazione dei ferrovieri hanno mandato al contadini del messaggi di solidarietà; è però assai dubbio se i lavoratori industriali avranno alcuna intenzione di unirsi ad uno sciopero di simpatia. Gangsters e Polizia I! sindaco di Chicago difende il buon nome della sua città Parigi, 30 notte. L/Amerlcan Club ha festeggiato oggi in un ristorante dei Campi Elisi, con l'intervento dell'Ambasciatore degli Stati Uniti, del Ministro delle Finanze e di numerose personalità franco-americane, il passaggio a Parigi del signor Antonio J. Cermak, sindaco di Chicago. Il primo magistrato dl una città alla quale il « reportage » internazionale ha fatto la fama poco invidiabile di «capitale dei delitti », non poteva sperare di attraversare Parigi senza passare sotto le forche caudine dell'intervista, ed al rappresentante del « Petit Journal » che si è recato ad interrogarlo il signor Cermak ha risposto prendendo subito le difese della sua ditta. « In Europa si è fatta 'a Chicago una fama tenibile. Vi -affermo che essa non la merita. Chicago è una città sicura come qualsiasi altra città del mondo. Vi si trovano senza dubbio del banditi, ma esistono forse delle città che non siano popolate altro che da onesti? Io faccio il giro d'Europa e vorrei dissipare la leggenda che Chicago sia abitata soprattutto da « gangsters », da « bootleggers » e da « racketers ». Da popolazione legge le loro gesta nei giornali, ma quanti abitanti dl Chicago hanno ma'! visto un « gangster » ? Su tredici delle nostre città americane che hanno oltre un milione di abitanti, dal punto di vista degli omicidi Chicago è la undicesima, e su settantadue città che hanno ,t>ìù di centomila abitanti è la settantadueslma. Vedete dunque che la mia città non £>I trova alla testa in questa triste statistica. « Debbo però riconoscere che vi è stata un'epoca in cui 1 delinquenti prendevano per asilo Chicago. Ma io ho preso energiche misure al mio arrivo al Municipio ed ho licenziato più del trenta per cento dei membri della polizia. Pensate che in tre mesi ho licenziato più poliziotti dl quanti ne sono stati licenziati durante i venti anni preredenti. D'altra parte noi abbiamo quattrocento automobili munite di apparecchi di radiotelegrafia, che circolano e che funzionano su una speciale lunghezza d'onda aftinché le 'audizioni non vengano mai turbate. La polizia possiede pure tre stazioni emittenti di radiotelefonia. Se in un punto qualsiasi dei-la città, avviene un delitto, la più vicina stazione dà l'allarme; immediatamente, in meno di due minuti, vengono trasportati i poliziotti sul posto. In questo momento vi assicuro che non vi sono più « -gangsters » a Chicago che non in qualsiasi altra città del mondo. « L'anno prossimo Chicago {osteggerà il suo centenario e noi proponiamo una esposizione che si chiamerà « Un secolo di progresso ». Noi contiamo su 80 milioni di visitatori. Non dimenticate infatti che Chicago per le sue -proporzioni fantastiche rar/nresen ta una curiosità mondiale. Noi ab blamo alle porte della città delle spiag ge di cinquanta chilometri di lunghez za ed ogni giorno d'estate un milione di gente va a bagnarvlsl. Noi possediamo deHe stazioni ferroviarie con impianti che permettono che ad ogni minuto della giornata parta un treno. Ma, purtroppo, la fama del banditismo ha nuociuto molto a Chicago e noi ne soffriamo tuttora». quanto stupefacente sia la storia che riferisce, essa avrebbe dei precedenti numerosi, controllati, corti, per quanto altrettanto assurdi in apparenza. Ed ecco il fatto. La signora Bertrand ohe aveva perduto il marito un anno fa, desiderando dl evocare lo scomparso, si recò, nel giorno anniversario ciella sua morte, dal famoso medium Florizel de Reuter il quale possiede la enigmatica facoltà di risvegliare intorno a sè le «voci care» che si sono taciute, ciò che significa che chi si reca a consultarlo ode nella camera delle esperienze parlare in modo distintissimo, gli amati defunti. Ma la cosa più stupefacente è che il signor De Reuter possiede pure la facoltà di provocare il fenomeno dei « doni », cioè che, durante la seiluta, in un appartamento rigo- — Affinchè una dsmaterializzazlone — rimaterializzazione ed un dono siano possibili, occorre l'intervento nell'Astrale dl entità psichiche e chimiche onde poter effettuare la disgregazione degli atorni ed il loro riaggruppamento. L'operazione si fa in due tempi: e gli operatori sono due: il primo dissocia la materia e l'altro la riunisce; è più difficile senarare un atomo che non riunirlo. Fra le due operazioni l'atomo liberato passa attraverso gli ostacoli materiali più spessi. Ma tutto questo è disagevole a comprendersi dai cervelli umani ». Ma la signora. Bertrand non ha cercato altre spiegazioni. Essa è uscita dalla casa del medium Incantata dal regalo che d'oltre tomba suo (marito le aveva mandato. UNA SCIAGURA SUL GRAN PARADISO Il ponticello di neve sul baratro - La pronta e mirabile opera di salvataggio di un Milite confinario - Il faticoso recupero della salma Aosta, 30 notte. E' giunta notizia di un'impressionante sciagura alpina accaduta sul massiccio del Gran Paradiso, nella quale ha trovato la morte il prof. Georges Hugo de Merbacer, di Ginevra. La fine dell'alpinista svizzero, che per il suo ardimento, e per le audaci scalate delle cime più impervie delle Alpi, aveva acquistato larga rinomanza non solo negli ambienti alpinistici elvetici ma stesso che in analoghe circostanze era caduto in un crepaccio, il maresciallo dei carabinieri di Villanova Baltea, alcuni carabinieri e militi confinari, e inoltre la guida Jacod di Rhèmes. La squadra di soccorso, munita dl tutti gli attrezzi necessari, si recava con i due superstiti e il milite Rossari sul luogo della disgrazia, ove, dopo alcune ore di faticoso e pericoloso lavoro, la salma veniva recuperata. La salma del prof. Hugo, giunta stasera ad ora tarda a Rhèmes, è stata deposta in Tre vittime del temporale Caltanissetta, 30 notte. Un furioso temporale, scatenatosi nella nostra zona, accompagnato da forti scariche elettriche, ha fatto la 3ua vittima. In contrada Acquasanta il bracciante Calogero Surrusco, di 27 anni, colpito da un fulmine è rimasto carbonizzato. L'infelice lascia due figlioli. A Centuripe, nei pressi della casa rurale esistente nel fondo Castiglione, durante l'imperversare di un violento temporale sono rimasti colpiti da scariche elettriche il sessantenne Giuseppe Joppolo e il di lui figliolo di 6 anni, che sono deceduti all'istante. la popolazione, che l'ha vegliata. I familiari, avvertiti telegraficamente, giungeranno domani. di anche fra gli alpinisti degli altri Pae- ! una camera ardente improwisatadal si, è legata ad una pagina di mirabile disprezzo del pericolo, di stoicismo e di alto senso del dovere segnata dalla Milizia confinaria, la cui quotidiana attività è intessuta di stupendo eroismo, destinato, per la maggior parte dei casi, a rimanere ignorato. Il ponte di neve I militi di frontiera Mario Rossan e Giuseppe Bandini si trovavano ieri mattina in perlustrazione sul Gran Paradiso, in prossimità del Colle di Rhèmes, quando la loro attenzione veniva richiamata da angosciose invocazioni di soccorso. Due alpinisti, sul limitare di un costone, chiedevano aiuto, accompagnando le alte grida con grandi gestì della mano. Avvicinatisi, i militi apprendevano che un compagno di cordata, e precisamente il prof. Georges Hugo, era scomparso in un crepaccio, celato da un fragile ponte di neve, apertosi improvvisamente ai suol piedi. Un piccolo buco stava infatti a indicare, più che non le parole del due alpinisti, la paurosa tragedia. I due alpinisti, dott. Vittorio Caslier, di 30 anni e l'industriale Jacques Solet, di 29 anni, ambedue da Ginevra, avevano accompagnato il prof. Georges Hugo nel la pericolosa ascensione, provenendo la comitiva da Gigne, piccola borgata francese. I tre alpinisti avevano attraversato da poco il confine italo-francese; e avevano appena percorso buona parte del ghiacciaio, quando il prof Hugo spariva nel baratro, senza che alcuno avesse potuto prestargli il ben che minimo soccorso. Gli alpinisti avevano commesso la fatale imprudenza, dì procedere slegati, confidando nella conoscenza dei luoghi e nell'esperienza delle ascensioni alpine. Un fatto consimile era accaduto, nella stessa località, qualche settimana addietro: il capo squadra di una pattuglia di frontiera, in servizio di perlustrazione, inghiottito improvvisamente dal baratro, poteva venire salvato in condizioni estremamente drammatiche, dal suoi compagni. Egli era oggi fra i soccorritori degli infortunati sviz- 1 traffici tra Rio de Janeiro e Santos facilitati dal nostri rappresentanti diplomatici Rio Janeiro, 30 notte. H Governo federale si mostra longanime autorizzando altri transatlantici a trasboriare passeggeri da e per Santos, e di ciò profitta un sempre più no. tev'ole numero di nostri connazionali essendo fittissima la rete degli interessi italiani tra San Paolo e Rio de Janeiro e viceversa. Soltanto VAlmanzora ha imbarcato all'isola della Moella presso Santos 250 passeggeri diretti a Rio de Janeiro. Le Autorità diplomatiche e consolari si prodigano a rilai sciare visti e documenti. L'Ambasciatore Cerniti, intorno a cui si raggruppa Ardita scalata due alpinisti biellesi Biella, 30 notte. Due alpinisti accademici di Biella, Guido Alberto Rivetti e Gustavo Gaia, in questi giorni hanno raggiunto la « Téte Carrée », nel gruppo del Monte Bianco, attraverso le dinicoltà di una via nuova pericolosissima. Come è noto, questa vetta si trova sulla linea che conciunge l'Aiguille di Trelatète a quella di Biossonaj, alla destra del ghiacciaio del Miage. I due alpinisti biellesi erano accompagnati dalla guida Alfonso Chenoz e dal portatore Ernesto Derriard. Partiti prima dell'alba dal rifugio del Dòme, raggiunsero in un'ora il ghiacciaio del Miage. Di qui, attraverso ad un piccolo ghiacciaio, salirono sul versante est, e attaccarono in seguito un canalone ghiacciato ripidissimo. Questo canalone è pieno d'insidie, anche per la caduta, quasi continua, di sassi e dl valanghe. Per circa tre ore e mezzo gli scalatori passarono in mezzo al pericolo costante di questo pauroso bomoavdamento. Essi, poi, seguendo la cresta, raggiunsero, con minori difficoltà, la vetta agognata. L'impresa è assai favoievohnente commentata nel monco degli alpinisti. Un paese trentino in fiamme La tragica fine di un fanciullo Trento, 30 notte. Un violento incendio si è sviluppato questa notte nel villaggio di Tavodo, nella conca di Bleggio. La popolazione era g:a a letto, quando alcune grida dl allarme nel silenzio della notte annunciavano che le fiamme divampavano. Pochi minuti dopo alcuni contadini sfondavano la porta del campanile e suonavano le campane a martello per far accorrere sul posto le squadre dei pompieri dei vari paesi della valle. I tetti di paglia bruciavano intanto rapidamente e la cortina di fiamme si estendeva dal centro dei villagggio verso la periferia fin sotto la chiesa. Per un raggio di 100 metri le fiamme si sono propagate successivamente a tutte le case mentre gli abitanti, in preda al più vivo pànico, si davano alla fuga precipitosa, mettendo in salvo i vecchi ed i bambini ed abbandonando ogni cosa. Molti sorpresi nel sonno dalle fiamme, hanno dovuto fuggire semivestiti. Sul luogo accorrevano dopo qualche tempo diverse squadre di pompieri, 1 carabinieri di Tione, i podestà ed i segretari politici dei paesi vicini. Mentre i carabinieri ed i fascisti disciplinavano il servizio d'ordine pubblico, i pompieri iniziavano l'opera di spegnimento. Purtroppo, data la natura delle costruzioni e la scarsità d'acqua in proporzione alla vastità del settore incendiato, l'opera dei pompieri doveva limitarsi a circoscrivere il fuoco, essendo impossibile salvare le case ormai in preda alle fiamme. Durante la febbrile opera di salvataggio si sono dovute deplorare numerose disgrazie. Un ragazzo di 11 anni tale Lodovico Conti-ini, stava dormendo con altri quattro fratelli nella sua stanza, mentre il fuoco già divampava nei locali vicini. Il padre, che si trovava in una stanza attigua, balzava dal letto e, incurante del grave pericolo a cui si esponeva, entrava nella stanza, riuscendo a trarre in salvo quattro suoi figliuoletti. Mentre però stava per strappare alle fiamme il maggiore dl essi, il tetto sprofondava improvvisamente, insieme alle travature, facendo crollare il pavimento e seppellendo sotto i rottami fumanti il povero ragazzo Il disgraziato padre, pazzo di dolore per la terribile scena a cui aveva assistito, voleva lanciarsi nuovamente tra le fiamme, ma veniva pietosamente allontanato, mentre il pompiere Tullio Baroni .riusciva con grave rischio personale ad estrarle il cadavere del giovinetto dalle macerie. La famiglia del Centrini 6 stata la più colpita dal disastro, perchè oltre alla sciagura mortale da cui venne funestata, ha perduto tutti i mobili e il Bestiame che si .trovava nella stalla. Nella fuga precipitosa dallo case in condiate numerose altre persone sono rimaste ferite dalle travi o dai tizzoni ardenti precipitati dai tetti in fiamme della sera, freddissima; e prendeva ad Gravi ustioni alle gambe hanno rìpor. tato due donne del naese. certa Luigia I bagni mortali Novara, 30 notte. Due giovani studenti milanesi, Nicola Sanese dl 15 anni e Luigi Corti di 17 anni, dell'Istituto S. Gerolamo della Divina Provvidenza dl Fara, si erano recati a prendere un bagno nel torrente Strona, pur essendo poco abili al nuoto. Ad un certo punto «sentendo che le forze venivano loro meno, essi hanno cercato di aiutarsi l'un l'altro per toccare la riva, compiendo Inauditi sforzi per vincere la violenza della corrente, la quale però ha finito per travolgerli. I poveri giovani sono statl ripescati cadaveri, aquanto più tardi. I due militi, nell'intento di recare aiuto agli alpinisti, che hanno avuto per loro parole di alto elogio, si mettevano all'opera senza indugio. Mentre il milite Rossari correva al rifugio Benevolo, in cerca di soccorsi, la Camicia nera Gandini si approssimava con i superstiti, al luogo della sciagura e si affacciava al buco, apertosi sul crepaccio: poi, con quanta voce aveva in gola, chiamò e richiamò ripetutamente, senza peraltro ottenere risposta. I soccorsi non sarebbero giunti se non in serata, forse troppo tardi. Allora, egli legatosi ad una corda, si faceva calare nel vuoto, perlustrando tutta la parete. Raggiunta la. profondità di oltre 25 metri, lo sue mani urtavano nell'oscurità, in una massa inerte. Egli lanciò allora un segnale, che fece comprendere agli alpinisti, che erano sul ciglio del precipizio, come avesse ritrovato il loro compagno. Vivo? Dopo qualche attimo di trepida e silenziosa attesa, gli alpinisti avvertivano il segnale di tirare su. Ma null'altro era possibile fare per il prof. Georges Hugo, il quale, nella caduta, aveva trovato morte quasi istantanea. Non rimaneva allora che attendere la comitiva di soccorso, la quale doveva giungere con il milite Rossari dal rifugio Benevolo. Le prime ombri Calavano frattanto le prime ombro imperversare la tormenta. Compresa l'impossibilità di ogni soccorso efficace, i due alpinisti si avviavano al rifugio Benevolo per trascorrervi la Gregori e Antonia Contrini. Anche un pompiere ha riportato numerose scottature durante un tentativo di salvatursio. Questa mattina le fiamme, che avevano ormai quasi completamente Due giovani annegano mentre prendono il bagno <v Biella, 30 notte. Una raccapricciante sciagura è avvenuta nel torrente Oropa, presso Fralungo. Tre giovani del luogo, Antonio Zog.'a, dl 22 anni, Germano Coda-Zabetta, di 19 anni, e il diciottenne Maggiorino Ramella-Pollac, poco prima di mezzogiorno, erano scesi al torrente per prendere un1 bagno; essi si erano fermati in un punto dove l'acqua è assai profonda, e che vien chiamato la «lama a due occhi». Mezz'ora dopo decidevano di rivestirsi, ma il Ramella-Pollac, lanciando una sfida allo Zoggia, più abile nuotatore di lui, ha voluto attraversare il punto, dove l'acqua è più profonda. Il disgraziato, però, dai compagni, a un tratto, è stato visto andare a fondo. Intuito il pericolo corso dall'amico, lo Zoggia si tuffava per soccorrere il pericolante. Ma questi si è afferrato disperatamen te al suo salvatore, impedendogli cosi ogni movimento e trascinando sotto acqua pur lui. Il Coda-Zabetta. nella impossibilità di buttarsi nell'acqua perchè non sapeva nuotare, ha cercato di tendere loro un ramo, ma senza alcun risultato. I due scomparsi sotto la corrente, solo parecchio tempo dopo potevano venire ripescati cadaveri, da alcune persone accorse alle grida del superstite. Sul posto si è dei carabinieri cav. constatazioni di legge, i cadaveri dei due giovani sono stati consegnati alle famiglie. Un morto e quattro feriti j In un Incidente automobilistico Verona, 30 notte. * La località Crocione dl Bussolengo, posta sulla strada nazionale VeronaBrescia, già tristemente famosa, è stata stamane teatro dl un ennesimo grave incidente automobilistico. A bordo di una macchina guidata da certo Oreste Ferrari, di 26 anni, si trovavamo i signori Umberto Bergamaschi, di 54 anni, la moglie di questi, Anna Muzzi, di 49 anni, la cognata Carolina Muzzi di 41 anno, e il cognato Ernesto Moro, di 60 anni, i quali, provenienti da Losi, erano diretti a Ferrara Monte Baldo. L'automobile, che procedeva a velocità limitata, nei pressi del Crocione, mentre stava per sorpassare un autocarro con rimorchio, andava ad investire un grosso cane da caccia che, col 'suo corpo, immobilizzava lo sterzo, facendo deviare la macchina verso il fosso laterale di sinistra, assai profondo; L'automobile ribaltava, schiacciando sotto il suo peso i viaggiatori. Il Bergamaschi moriva immediatamente, mentre gli altri, tutti feriti in modo grave, venivano soccorsi dai passanti Uccide a coltellate l'ex-fidanzata Perugia, 30 notte. Un fatto di sangue è avvenuto nel .piccolo paese di San Martino in Colle, i recato il capitano La giovane Gioconda Mariotti si era n. Donato: dopo le|danzata con certo Giuseppe Bianchini, giovanotto assai agiato. Pare però che questi fosse di carattere" violento, talché la fidanzata, stanca, decise di troncare ogni legame. Parve, anzi, in un primo tempo, che il Bianchini si adattasse a simile risoluzione, tanto che egli si fidanzò con un'altra ragazza. Ma il Bianchini non si era rassegnato all'abbandono e domenica scorsa ha atteso la Mariotti all'uscita della messa, l'ha affrontata e tratto di tasca un coltello l'ha colpita ripetuta-mente all'addome. La povera ragazza è stramazzata a terra, in un lago di sangue, e poco dopo è morta.-Compiuta la vendetta il Bianchini si è dato alla latitanza, ma dopo qualche ora si è costituito al carabinieri. Un morto e due feriti ; per lo scoppio di un pneumatico j Gorizia, 30 notte. Un mortale incidente automobilistico è avvenuto questa sera, verso le ore 21,15, nel pressi di Cave di Selz. Un'automobile, guidata dal marchese Mario Baccolis, di Trieste, con a bordo la contessa Edda Lazzarini-Horlovich e la di lei figlia Nora, giunta ad una curva della nazionale Trieste-Gorizia, a seguito di uno scoppio del pneumatico posteriore sinistro, si è capovolta. Il Baccolis è morto all'istante, avendo riportato la frattura della scatola cranica, e la Lazzarini-Horlovich, che ha riportato pure la frattura della scatola cranica, versa in condizioni gravissime. La figlia della Lazzarini è riinasta leggermente ferita alla fronte. sscrvafe: le vosip mani Anche una liève deformazione dèlie giunture delle dita è il segno caratteristico dell' inìzio della gotta, La gotta. I' ariritismo, I* uricemìa. le malattie del ricambio in genere e I' obesità si combattono con I' uso costante dell' Siflperlifiosa veramente alcalina che serve a preparare la più gustosa e più gradita acqua da tavóla> Tutti i Medici la consigliano Protegge la vostra salute & C • BOLOGNA notte. Qui non trovavano però anima ,,,strutto il villagcio. ardovar-o ancora viva, segno evidente che il milite Ros-^v-, ]r rovina, comnletnndo l'onera dl sari aveva dovuto scendere Rhèmes. sti Docili e ancora meno6 nretfcan- de"a fuciIazione 6 stata d,a',Trìbunale I fiduciosa e'tranquilla l'intera colonia,! Stamane giungevano infatti sul pòa -p - ■ «^."ra meno pieu can lnflitta pure a due ferrovieri che ave- mantiene costantemente contatti quo.lsto 11 capo-manipolo Pucci, oomandan- cellieri che abbiano fatto rivoluzioni e colpi di Stato. Nei momenti deciBivi la sottana capitava fra i piedi di ni merci. iì Statof'Nermoment^ partecipato al saccheggio di tre- ludìani. col" console Ma^cJirda Vanite del distaccamento di Villanova Bal- IPaulo. ' [tea, il capo-squadra Bedario, quello rliptri'zionr. Due Fole case rimn-sero illese nerrliè sorgevano in località isolata ed abbastanza lontano dal focolare dpll'incpndio. Tutte le rimanenti sono state distrutte dal fuoco, assieme al mobili, ai denoslti di foraggi accumulati negli stabili rustici. PRODOTTO ITAUAHO oi WUPERABfLE iff/CACfll Richiedere sempre féfi^CA STELLA Conctts. Eictuitva Soe. An> Stai. Chimici SCH1APPARELU • TORINO Seipel e SchoberAlpinista svizzero precipitato in un crepaccio UNA SCIAGURA SUL GRAN PARADISO Alpinista svizzero precipitato in un crepaccio Il ponticello di neve sul baratro - La pronta e mirabile opera di salvataggio di un Milite confinario - Il faticoso recupero della salma a i ù o e i e a o e o ù n n e e n i . e Aosta, 30 notte. E' giunta notizia di un'impressionante sciagura alpina accaduta sul massiccio del Gran Paradiso, nella quale ha trovato la morte il prof. Georges Hugo de Merbacer, di Ginevra. La fine dell'alpinista svizzero, che per il suo ardimento, e per le audaci scalate delle cime più impervie delle Alpi, aveva acquistato larga rinomanza non solo negli ambienti alpinistici elvetici ma scdcisgdlosdtlmganche fra gli alpinisti degli altri Pae- ! usi, è legata ad una pagina di mirabile disprezzo del pericolo, di stoicismo e di alto senso del dovere segnata dalla Milizia confinaria, la cui quotidiana attività è intessuta di stupendo eroismo, destinato, per la maggior parte dei casi, a rimanere ignorato. Il ponte di neve I militi di frontiera Mario Rossan e Giuseppe Bandini si trovavano ieri mattina in perlustrazione sul Gran Paradiso, in prossimità del Colle di Rhèmes, quando la loro attenzione veniva richiamata da angosciose invocazioni di soccorso. Due alpinisti, sul limitare di un costone, chiedevano aiuto, accompagnando le alte grida con grandi gestì della mano. Avvicinatisi, i militi apprendevano che un compagno di cordata, e precisamente il prof. Georges Hugo, era scomparso in un crepaccio, celato da un fragile ponte di neve, apertosi improvvisamente ai suol piedi. Un piccolo buco stava infatti a indicare, più che non le parole del due alpinisti, la paurosa tragedia. I due alpinisti, dott. Vittorio Caslier, di 30 anni e l'industriale Jacques Solet, di 29 anni, ambedue da Ginevra, avevano accompagnato il prof. Georges Hugo nel la pericolosa ascensione, provenendo la comitiva da Gigne, piccola borgata francese. I tre alpinisti avevano attraversato da poco il confine italo-francese; e avevano appena percorso buona parte del ghiacciaio, quando il prof Hugo spariva nel baratro, senza che alcuno avesse potuto prestargli il ben che minimo soccorso. Gli alpinisti avevano commesso la fatale imprudenza, dì procedere slegati, confidando nella conoscenza dei luoghi e nell'esperienza delle ascensioni alpine. Un fatto consimile era accaduto, nella stessa località, qualche settimana addietro: il capo squadra di una pattuglia di frontiera, in servizio di perlustrazione, inghiottito improvvisamente dal baratro, poteva venire salvato in condizioni estremamente drammatiche, dal suoi compagni. Egli era oggi fra i soccorritori degli infortunati sviz- s aci no. li ee nlti aaaa Gi«Bvqclcdella sera, freddissima; e prendeva adI due militi, nell'intento di recare aiuto agli alpinisti, che hanno avuto per loro parole di alto elogio, si mettevano all'opera senza indugio. Mentre il milite Rossari correva al rifugio Benevolo, in cerca di soccorsi, la Camicia nera Gandini si approssimava con i superstiti, al luogo della sciagura e si affacciava al buco, apertosi sul crepaccio: poi, con quanta voce aveva in gola, chiamò e richiamò ripetutamente, senza peraltro ottenere risposta. I soccorsi non sarebbero giunti se non in serata, forse troppo tardi. Allora, egli legatosi ad una corda, si faceva calare nel vuoto, perlustrando tutta la parete. Raggiunta la. profondità di oltre 25 metri, lo sue mani urtavano nell'oscurità, in una massa inerte. Egli lanciò allora un segnale, che fece comprendere agli alpinisti, che erano sul ciglio del precipizio, come avesse ritrovato il loro compagno. Vivo? Dopo qualche attimo di trepida e silenziosa attesa, gli alpinisti avvertivano il segnale di tirare su. Ma null'altro era possibile fare per il prof. Georges Hugo, il quale, nella caduta, aveva trovato morte quasi istantanea. Non rimaneva allora che attendere la comitiva di soccorso, la quale doveva giungere con il milite Rossari dal rifugio Benevolo. Le prime ombri Calavano frattanto le prime ombroimperversare la tormenta. Compresa l'impossibilità di ogni soccorso efficace, i due alpinisti si avviavano al rifugio Benevolo per trascorrervi lanotte. Qui non trovavano però animaviva, segno evidente che il milite Ros-sari aveva dovuto scendere Rhèmes. a,! Stamane giungevano infatti sul pòo.lsto 11 capo-manipolo Pucci, oomandan-nite del distaccamento di Villanova Bal-[tea, il capo-squadra Bedario, quello e s e e a o a stesso che in analoghe circostanze era caduto in un crepaccio, il maresciallo dei carabinieri di Villanova Baltea, alcuni carabinieri e militi confinari, e inoltre la guida Jacod di Rhèmes. La squadra di soccorso, munita dl tutti gli attrezzi necessari, si recava con i due superstiti e il milite Rossari sul luogo della disgrazia, ove, dopo alcune ore di faticoso e pericoloso lavoro, la salma veniva recuperata. La salma del prof. Hugo, giunta stasera ad ora tarda a Rhèmes, è stata deposta in la popolazione, che l'ha vegliata. I familiari, avvertiti telegraficamente, giungeranno domani. ! una camera ardente improwisatadal e e a l